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Autore: Alice_Scarlettisoverated    04/01/2016    2 recensioni
E se gli dei esistessero veramente? Come sarebbero nel ventunesimo secolo? E se l'affascinante musicista di strada che ti ammicca da dietro un paio di occhiali da sole fosse uno di loro?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Apollo, Ares, Artemide, Atena
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incest
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-Fratello caro, davvero gentile passare a farci visita. Ma se non ricordo male, eravamo d’accordo che saremmo venuti noi da te questa volta- disse il primo gigante, che era praticamente identico all’altro se non fosse stato per i capelli e il fatto che portava una spada mentre l’altro brandiva un’ascia.
Le cose cominciavano a mettersi male per il nostro furbastro. Non osavo distogliere lo sguardo dai suoi parenti, ma mi domandavo se anche questa volta Loki avrebbe scelto di tentare la via della menzogna. E mi chiesi anche quante altre volte avesse mentito a Thor.
-Desolato, fratellino- alla faccia del fratellino –Non so proprio di cosa stai parlando-
Come pensavo, bugie. Ma i giganti non sembravano per nulla intenzionati a stare al suo gioco.
-Non fare il finto tonto, serpe! Avevi promesso di aprirci un passaggio per Asgard, e che mentre noi l’avremmo rasa al suolo tu ti saresti preso la testa del padre di tutto!-
A quel punto il viso di Thor si rabbuiò. La risposta alla mia precedente domanda divenne ovvia, poiché per quanto turbato, Biondone non sembrava poi così sorpreso.
-Prendi Artemide Leo- mi chiese  avvicinandomisi. Afferrai immediatamente la mia amica ancora priva di conoscenza; arrivati a quel punto ero quasi certo che fosse entrata in coma. Arretrai e la adagiai a terra prima di mettermi davanti a lei per farle da scudo, anche se dubitavo che l’addestramento di Ares mi sarebbe servito a qualcosa contro quei colossi.
-Ah ti riferisci a quello! Dev’essermi proprio sfuggito di mente- esclamò allora Loki –Ma ora che mi ricordo, non vi avevo anche detto che dovevamo prima sbarazzarci di Thor? E guardate un po’ proprio chi vi ho portato?-
Lo sguardo dei giganti passò meditabondo da un dio all’altro, nel chiaro tentativo di capire se Loki facesse sul serio.
-Avrei dovuto aspettarmelo, non è così?- disse Thor cupo.
-Dopo millenni, si avresti dovuto- gli rispose Loki senza guardarlo in viso. Ai giganti fu più che sufficiente. Con un ghignò si sollevarono e misero mano alle armi:
-Finalmente è giunta l’ora della nostra vendetta, dio del tuono!-
Tra il vento e la neve che cadeva fitta non mi ero accorto che il cielo sopra di noi si era fatto denso di nubi temporalesche, ma non appena lo squadrone di giganti si lanciò all’attacco, una tempesta di fulmini si abbatté su di loro.
-Razza di infimi vermi!- ruggì Thor prima di scagliarsi contro di loro a sua volta. Lo scontro durò poco, una martellata sul muso qui, una saetta lì, e tutti i nemici caddero sconfitti facendo tremare la montagna. Capii che massacrare giganti del gelo doveva essere lo sport preferito del Tonante.
Quando tuttavia tornò volando da noi, il suo viso macchiato di un sangue bluastro era imperscrutabile. Passò accanto a Loki senza degnarlo di uno sguardo e si inginocchiò accanto ad Artemide. Passò una mano sul viso esangue della dea delicatamente, la stessa mano con cui prima aveva abbattuto un gigante.
-Forse con la sconfitta dei Titani si riprenderà- disse infine –E’ comunque l’unica cosa che uno tutto muscoli e niente cervello come me possa fare per lei. Leo, io andrò da Poseidone e mi farò carico del suo fardello. Tu resta con Artemide e veglia su di lei. Ti prego, amico mio, non lasciarla morire. E tu- si rivolse al fratello per la prima volta –Se oserai far loro del male ti ucciderò-
Detto questo posò un tenero bacio sulle fredde labbra della donna che amava e sollevò il suo martello spiccando il volo.
Per lunghi minuti regnò un silenzio smorzato solo dall’ululare del vento. Poi Loki scoppiò in una risata isterica.
-Sai qual è la parte migliore? Potrei ancora cavarmela con i giganti; questi sempliciotti sono così facili da ingannare, potrei dire loro che ho adempiuto alla mia parte dei patti portando qui Thor, che è stata colpa loro che si sono fatti sconfiggere così facilmente!-
Si voltò verso di me con un’espressione folle sul viso.
-E poi, io sono il loro legittimo re per diritto di sangue!- e davanti ai miei occhi la sua pelle assunse la stessa sfumatura celeste di quella dei giganti, i suoi occhi divennero pozze di un rosso sanguigno. Avrei dovuto essere scioccato o addirittura terrorizzato, invece ciò che provai fu quasi sollievo. Tutto aveva più senso ora, il perché odiasse a tal punto suo padre tanto da volerlo morto. Odino non era suo padre. Asgard non era la sua casa. Thor non era suo fratello. Ma per quanto Loki fosse indubbiamente pazzo, bugiardo e meschino, l’unica cosa di cui non avevo mai dubitato riguardo a lui era il suo affetto per il Tonante. E quando capii il dolore immenso che quella verità doveva avergli causato, capii anche perché cercasse costantemente rifugio nelle menzogne. Mentre guardavo la sua pelle tornare di un candore simile alla neve attorno a noi, i suoi occhi lucidi di nuovo di quel verde incredibile, la mia rabbia verso di lui divenne compassione. Come in quell’episodio di Grey’s Anatomy dove Meredith è costretta a curare un pluriomicida condannato alla pena capitale: Compassione per il Diavolo.
-Beh mortale, perché resti muto a fissarmi? Avanti, schernisci anche tu il mostro! Di sicuro ne hai più diritto di molti altri!- urlò Loki avanzando fin quando non fu a pochi passi da me. Sarebbe stato il momento ideale per prenderlo a pugni, invece gli posai una mano sulla spalla e dissi:
-Mi dispiace che tu abbia dovuto soffrire così-
L’effetto fu comunque molto simile a quello che avrei ottenuto se lo avessi schiaffeggiato. Ma se non altro le mie parole sembrarono farlo rinsavire, perché mi sorrise triste e sussurrò:
-Sei un idiota proprio come lui-
-Eh già. Potresti ancora cavartela anche con Thor, salvando la sua bella magari-
-Più facile a dirsi, Nerd-
-Puoi comunque tentare-
-Voi mortali siete strani-
-Forse è proprio per la consapevolezza di dover morire-
-Come puoi fidarti di me?-
-Io non mi fido di te-
-E allora perché non lasci perdere?-
-Perché sono un idiota, lo hai detto tu-
Rise sommessamente, poi guardò Artemide alle mie spalle:
-Posso quanto meno evitare che vi congeliate entrambi-
E con l’ennesimo bagliore di luce verde, ci teletrasportò di nuovo sull’Olimpo.
   
 
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