Capitolo 7: Quando tutto è stato detto e fatto
Stupida,
stupida, stupida! Si ripeté Kagome tra sé e sé,
mentre attraversava correndo il cortile del tempio. Le lacrime le cadevano
liberamente sul viso e lei se le strofinò via, incurante, mentre barcollava verso
il Dio Albero e vi si appoggiava, nascondendo il volto tra le braccia.
Stava scappando di nuovo, non era forse così?
Si era ripromessa che non avrebbe potuto restare con Inuyasha
finché lui avesse amato Kikyou; ma lui prima era là,
a chiederle di rimanere insieme a lui.
A chiederle di ritornare con lui nel
suo mondo. Di continuare ciò che avevano iniziato insieme.
Kagome sbatté la testa
con violenza, contro la corteccia dell'albero, graffiandosi la fronte.
E lei era stata tanto sciocca da baciarlo. Aveva
baciato Inuyasha!
Di tutte le cose stupide e indecenti che avrebbe potuto fare, lei l'aveva
baciato! Si portò le dita alle labbra, a metà tra incredulità e rabbia. Il suo
primo bacio, e ora stava scappando...
Kagome rimase seduta lì
per molto tempo, con la mano che ancora le copriva la bocca, mentre le lacrime
continuavano a cadere. Il sole stava tramontando dietro il profilo della città,
lasciandola così nella semioscurità, ma a lei ciò non importava. Si appoggiò
all'indietro, contro l'albero, lasciandosi poi scivolare a terra, e, perplessa,
nascose quindi la testa tra le braccia.
Cosa avrebbe fatto? Di sicuro non poteva
lasciare la casa. Questa sarebbe stata una cosa ancora più stupida. Ma ancora
non riusciva ad affrontare Inuyasha. Che cosa stava
facendo lui là dentro? Era ancora in casa? Se n'era andato? No, non l'aveva
visto entrare nel pozzo. Lui la stava aspettando, o era arrabbiato con lei? Non
lo sapeva.
Doveva fare qualcosa. Restare seduta, lì
fuori, a piangere vicino al Dio Albero non l'avrebbe portata da nessuna parte,
ed iniziava anche a far freddo.
Avrebbe dovuto *solamente* entrare e scusarsi con Inuyasha,
assicurarsi che lui stesse bene, e poi rispedirlo indietro con il frammento che
avevano recuperato quel giorno. E ciò era tutto: questa era la sua decisione
definitiva. Non sarebbe ritornata indietro.
Facendo forza sulle sue deboli gambe, Kagome iniziò a camminare verso casa, domandandosi se
stesse facendo davvero la cosa giusta.
Inuyasha rimase seduto in stato
di shock per lunghi istanti. La sua mente poteva a malapena registrare tutto
ciò che era accaduto nelle ultime ore, fino a qualche minuto prima. Kagome gli aveva detto con certezza che non aveva
intenzione di ritornare. Una volta per tutte. Mai più.
Scosse la testa e si alzò, guardando verso la
porta attraverso la quale lei era uscita. Non riusciva a vederla ora. La sua
perfetta vista notturna era tornata ad essere di nuovo quella di un semplice
essere umano. Si maledì con rabbia. Era soltanto per colpa della luna nuova,
giusto?
Il suo primo istinto fu quello di
precipitarsi fuori a cercare Kagome, ma esitò per un
momento. Lei non voleva che lui la seguisse, e lui era troppo spaventato per
farlo. Non sapeva se sarebbe riuscito ad affrontarla, in quanto si sentiva lo
stupido che realmente era.
Vacillando all'indietro, colpì leggermente la
scatola delle garze ed imprecò: le sue ferite non avevano avuto tempo di
guarire completamente prima del calar del sole, ed ora era bloccato nella sua
forma umana per tutta la notte, con tagli abbastanza seri e Kagome
a cui pensare. Di sicuro non poteva ritornare al di là del pozzo proprio ora,
sapendo che lei era in quello stato, ma non sapeva neanche cosa diavolo fare in
casa sua. Limitarsi a stare lì nella casa della sua famiglia era ridicolo.
Inuyasha si girò e guardò
le scale che portavano alla camera di Kagome. Non
sapendo il perché, iniziò a camminare verso di esse, tenendosi temporaneamente al
corrimano, mentre i suoi tagli si riaprivano.
Col
cavolo se gli importava.
Respirando pesantemente, salì con lentezza le
scale, raggiunse la cima e scrutò l'atrio oscuro. Era quasi impossibile vedere
qualcosa, e così, a tentoni, cercò la porta della stanza di lei. Era chiusa, ma
lui girò la maniglia ed entrò.
Una debole lampada posta nell'angolo
lanciava, per la stanza, un caldo bagliore, e lui, persino in nella sua forma
umana, riusciva a sentire l'odore che indubbiamente era di Kagome.
I suoi occhi si addolcirono per un istante, mentre si soffermavano su una
piccola cornice quadrata che proteggeva un ritratto di lui stesso, Miroku, Shippou e Kagome. Lei aveva portato qualcosa nella loro epoca e aveva
insistito che tutti stessero in posa per il tempo necessario a fare una foto.
Allora non gli era importato, ma, guardando quei volti ritratti, così
perfettamente somiglianti alla realtà, sentiva una fitta lancinante al cuore.
Miroku se ne stava di
lato, sorridendo felicemente e tenendo il proprio braccio attorno a Kagome, che brandiva la macchina fotografica. Shippou era collocato sulla spalla di lei, e ondeggiava
freneticamente, mentre stringeva il dolce che Kagome
gli aveva portato. Inuyasha, invece, teneva la
schiena quasi voltata verso l'obiettivo e assumeva un aspetto scontroso, come
era solito fare.
Inuyasha si diresse verso
la cornice e la raccolse, guardando la propria immagine e domandandosi il
perché si fosse comportato in quel modo. Lui era sempre così... Fingeva che non
gli importasse, quando la realtà era ben diversa. Aveva pensato che fosse la
cosa migliore. Tutto ciò che un tempo contava per lui era solo la sfera e il
diventare uno youkai completo, ma ora non ne era così
certo.
Improvvisamente, le luci si accesero e, con
propria sorpresa, Inuyasha lasciò cadere la cornice,
che finì a terra con uno schianto. Alzò lo sguardo allarmato. Kagome stava sull'uscio della porta e guardava il
pavimento, nel punto in cui la cornice era andata in frantumi. Gli occhi di lei
si addolcirono per un momento e, poi, si risollevarono verso Inuyasha, un attimo prima di dirigersi verso la cornice
rotta a raccoglierne i pezzi.
"K-Kagome..."
iniziò Inuyasha. "Mi dispiace."
Kagome continuò a fare
quello che stava facendo, muta per lo stupore. "Non importa" bisbigliò
lei.
Nessun'altra parola fu scambiata tra i due,
ma Inuyasha si chinò comunque per aiutarla a
raccogliere i frammenti di vetro. "Sta attento, le schegge possono
ferire." Lo avvertì Kagome e Inuyasha
si fermò a guardare la piccola collezione di pezzi di vetro che stava nella sua
mano.
Come
la Shikon no Tama. Pensò. I frammenti possono ferire...
Senza dir nulla, lei gli prese i pezzi dalla
mano e li depositò in un cestino dall'altra parte della camera. Girandosi poi
lentamente verso di lui, bisbigliò. "Puoi tornartene di nuovo nel tuo
mondo, Inuyasha. Puoi prendere il frammento; io qui non
ne ho bisogno."
La tensione nella stanza era altissima.
"Non lo voglio. Non è importante ora."
"Ti ho già detto che io non
ritornerò."
"Allora neanch'io"
replicò Inuyasha, prima che lei potesse dire altro.
"Cosa?" chiese scioccata Kagome.
Inuyasha fece un passo
verso di lei, guardandola dritta negli occhi. "Ho detto che non ritornerò neanch'io."
"I-Inuyasha,
perché?" Kagome lo guardò, studiandolo. "Tu
devi tornare indietro. Quale sarebbe
lo scopo del restare qui?"
Lui la abbracciò di nuovo, ma questa volte
più forte. "La fotografia che ci avevi fatto" bisbigliò "mi ha
ricordato com'era quando ero solo, prima di incontrarti. Non voglio sentirmi
così di nuovo."
Kagome si divincolò da
lui per un attimo. "C-Cosa?"
"Non voglio essere di nuovo solo"
disse Inuyasha, nascondendo il proprio volto nei
capelli di lei. "Così, per tutto il tempo che vorrai rimanere qui, ci
resterò anch'io."
Le lacrime sgorgarono di nuovo dagli occhi di
Kagome, che abbracciò apertamente Inuyasha.
I suoi progetti precedenti si erano dissolti. Come poteva resistere alla sua
richiesta? Sarebbe restato con lei, per lei. Per nessun altro, solo per lei.
Era confusa circa il perché lui volesse fare qualcosa di tanto stupido, ma al
momento non poteva importargliene di meno. Lo abbracciò più forte e lui
sussultò. Kagome si ritrasse scioccata.
"Inuyasha, mi
dispiace! Le tue ferite..." si scostò lei, sentendo le lacrime cadere di
nuovo.
"Dimenticale" disse lui,
circondandola con le proprie braccia. "Dimentichiamoci di tutto per ora.
Ce ne preoccuperemo più tardi."
La sollevò dolcemente e la portò verso il
letto, tirando indietro le coperte e mettendola giù piano, nonostante le
proteste di lei. La ricoprì e si sedette accanto al letto, appoggiando la testa
sulla sponda. "Dormi ora."
Kagome protestò e cercò
di alzarsi, ma, non appena Inuyasha chiuse gli occhi,
lei capì che lui si era già addormentato. Asciugandosi le lacrime, prese la sua
mano nella propria con un piccolo sorriso.
Dimentichiamoci
dei nostri problemi per ora. Preoccupiamocene più tardi...
E così Kagome si
addormentò, con il ragazzo che dormiva pacificamente accanto a lei.
…The End…
Nota
della Traduttrice: Bene, la fic è finita. Come avrete potuto notare, non
si tratta, come nella maggioranza dei casi, di una fanfic a sé stante, nel
senso che essa non va ad assumere i connotati di una storia con un finale
predefinito diverso dal manga. Si tratta, invece, di una sorta di enclave nella
storia principale delineata da Rumiko Takahashi, al fine di approfondire meglio
i sentimenti dei due protagonisti e consentire una loro evoluzione più profonda
rispetto al manga o all’anime. Beh, a me all’epoca piacque molto e spero anche
a voi.
Che altro dire… Non posso certamente dirvi
“Alla prossima fic” perché non so se avrò mai più il
tempo o la voglia di mettermi a tradurre qualcosa… Anzi, dubito fortemente che
questo potrà mai accadere.
Non mi resta che ringraziarvi per l’affetto
con cui avete seguito questa traduzione: i vostri commenti entusiasti sono
stati uno stimolo per portarla a termine. Un saluto a tutti ora. Spero solo di
avervi lasciato un bel ricordo.
Aisha833 aka Elysa_chan