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Autore: Digg550    05/01/2016    1 recensioni
Il racconto è ambientato moltissimi anni dopo la caduta di Voldemort e le imprese del celebre Ragazzo che è Sopravvissuto sono scritte su qualsiasi libro di Storia della Magia. Intanto, Harry Potter o per meglio dire Harry Albus Potter si prepara al suo primo anno a Hogwarts. Si tratta di un ragazzo che vive in un periodo lontano dalle incredibili gesta del suo bisnonno, Harry James Potter e che, nonostante il nome, non gli somiglia granché. Suo nonno, Albus Severus Potter, è divenuto Ministro della Magia e non ci sono pericoli all'orizzonte. Contrariamente alla sua famiglia, il giovane Potter non si sente Grifondoro e lo confessa solo alla cugina Elisabeth, la quale non si preoccupa molto delle sue parole e lo tranquillizza prima di partire. Però, arrivato a scuola, avrà una grandissima sorpresa fin da subito.
Genere: Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Neville Paciock, Nuova generazione di streghe e maghi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Lo smistamento terminò con la signorina Vanier, la quale fu assegnata a Corvonero. Pochi istanti dopo, il Preside si alzò e iniziò parlare. La sua voce risultava amplificata, sicuramente grazie ad un incantesimo Sonorus, ed era perfettamente ubidile. Il suo tono era allegro e calmo. Gli occhi neri guardavano con interesse gli alunni, specialmente i primini. Gettò qualche occhiata incuriosita a un ragazzo appena smistato che sedeva al tavolo dei Tassorosso. Harry capì che, come tutti gli altri presenti, anche il Preside era rimasto meravigliato dalla sentenza del cappello. "Allora, ragazzi, spero che riusciate a sentirmi tutti perfettamente. Sono Neville Paciock, Preside di Hogwarts. Innanzitutto, do  il benvenuto ai ragazzi del primo anno e ricordo loro che l'ingresso alla Foresta è vietato a tutti gli studenti, a meno che non ci sia un docente che li accompagni. Dopo il coprifuoco sarà impossibile uscire dai dormitori e ci sarà il nostro custode, il signor McHart, che vigilerà insieme al suo fidato collaboratore di nome Jake.". A quel punto un corvo gracchiò. L'animale era sulla spalla di un uomo seduto al tavolo degli insegnanti. Era calvo, ma possedeva una folta barba di color grigio. Esattamente come il professor Lynes, egli osservava con disprezzo tutti gli studenti e chiunque lo guardasse negli occhi, abbassava immediatamente lo sguardo. Le sue iridi erano di un particolarissimo rosso rubino e incutevano un certo timore. Il professor Paciock riprese: "Bene, credo che tutti abbiano fame. Perciò basta chiacchiere e iniziamo a mangiare.". L'anziano mago battè le mani e su ogni tavolo apparvero molteplici pietanze.
Harry iniziò a chiacchierare con Carl. "Allora, contento dello smistamento?" "Sì, a dire il vero sono un nato babbano e, perciò, per me sarebbe andata bene qualsiasi casata, visto che non dovevo seguire nessuno in famiglia. Comunque, da quando mi è arrivata la lettera, ho cominciato a informarmi e sappi che provo una notevole stima per il tuo bisnonno.". Harry abbozzò un sorriso, anche chi non era purosangue sapeva già tutto sul suo antenato così illustre. "Beh... sì, lui è stato magnifico, un Grifondoro fantastico" commentò, amareggiato. Carl intuì la malinconia del nuovo compagno e si affrettò a consolarlo. "Dai, sono certo che se il cappello ti ha messo qui ci sarà un motivo. Poi mica sei finito in Serpeverde. Io ero nello scompartimento con tre di quella casata. Frequentavano, a  occhio e croce, il quinto o il sesto anno. Parlottavano tra loro e ridacchiavano mentre mi guardavano di tanto in tanto con sguardo visibilmente divertito: penso proprio che si stessero prendendo gioco di me.". Harry disse al compagno di non pensarci e lo ringraziò per aver provato, non riuscendosi moltissimo, a fargli sollevare il morale. L'atteggiamento di ammirazione dei suoi concasati rimase, ma non era così ossessivo e quindi il giovane non ci badò più di tanto. Gli studenti seguirono il Prefetto della propria casa per raggiungere i dormitori, a cena ormai conclusa. Quello di Tassorosso, Sedulus Rojan, era un ragazzo alto con capelli ricci e castani. Da come si comportava, dava l'impressione di essere un bonaccione o uno sprovveduto, ma Harry, stando a quello che gli aveva detto Jonathan, un suo concasato del secondo anno, sapeva che non fosse così. In realtà era un ragazzo vigile e attento, studioso e comprensivo. Jonathan lo aveva definito "l'amico perfetto". Harry era molto incuriosito dal ragazzo e si disse che avrebbe dovuto necessariamente parlarci più in là. 

Scesero le scale e si diressero al sotterraneo di Tassorosso. Sedulus, il prefetto, informò tutti i presenti: "Ragazzi, la parola d'ordine è 'Diligentia'. Per coloro che non lo sanno, mi riferisco in particolar modo a voi, compagni del primo anno, qui a Hogwarts, per accedere ai dormitori, si utilizzano dei termini in codice che vengono chiamate parole d'ordine. Come avete appena sentito, la nostra, per quest'anno, è 'Diligentia'.". Il prefetto rivolse un sorriso a tutti e fece entrare ogni suo concasato nella Sala Comune. Essa era accogliente. Le pareti erano decorate con i colori di Tassorosso, giallo e nero. Vi erano degli invitanti dolcetti ai tavoli e un grande camino. Quest'ultimo era ancora spento, ma, nella stagione invernale, riscaldava i Tassi e faceva, momentaneamente, dimenticare loro il gelo presente all'esterno.
Carl ed Harry entrarono nel loro dormitorio. Avevano due compagni di stanza, per un totale di quattro persone. Il primo si chiamava Robert Spring. Era alto con i capelli biondi raccolti in un codino e gli occhi azzurri. Era un ragazzo simpatico, allegro ma maldestro. A cena aveva fatto cadere ben due volte il suo bicchiere pieno d'acqua a causa della sua sbadataggine. L'altro dimostrava almeno due anni in più. Era molto alto e robusto, con spalle larghe. I capelli neri erano corti e brizzolati. Aveva delle labbra decisamente carnose e gli occhi scuri. Aveva un neo al centro della fronte e uno sulla guancia sinistra. Era piuttosto silenzioso e, quella sera, dormì quasi immediatamente. Sembrava non essere a suo agio, pareva che qualcosa lo rendesse triste. Aveva solo detto il suo nome, ovvero Kevin, di essere figlio di un mago e di una babbana, poi si era messo sotto le coperte e aveva cominciato a russare di tanto in tanto.

I tre rimasti chiacchierarono fino verso le undici e, appena a contatto con il morbido cuscino, Carl e Robert si addormentarono. Era stata una giornata pesante. Tuttavia, Harry rimase sveglio un'altra ora. Lo smistamento inaspettato gli aveva fatto un certo effetto e aveva bisogno di rielaborare il tutto. Avevo visto Elisabeth davvero traumatizzata e poi, una volta seduto tra i giallo-neri, non si era mai girato a dare un'occhiata al tavolo dei rosso-oro. La verità, in fondo, era che non ne aveva avuto il coraggio. Non sapeva se la cugina fosse rimasta triste e taciturna oppure se avesse fatto nuove conoscenze e chiacchierato con Jasmine per tutta la serata come aveva fatto lui. Harry sperava vivamente la seconda. Egli si era trovato bene con i compagni di casata, anche con il taciturno Kevin. Carl, all'inizio spaventato dal non piacere alla 'celebrità', si era trasformato in un ragazzo solare a cui piace scherzare. Prima di allora Harry non aveva mai conosciuto un nato babbano, ma si rese presto conto che essi non erano differenti dai purosangue. Uno di questi ultimi era Robert. Faceva parte della famiglia dei Macmillan, la quale era Tassorosso da generazioni. Nonostante il suo fare impacciato, era un ragazzo d'oro che stava allo scherzo e sapeva sollevare il morale. Harry non aveva dubbi: la casata di Tosca era perfetta per lui.
   
 
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