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Autore: Samwise The Brave    11/03/2009    2 recensioni
Il giorno più bello della mia vita. Sì. Il giorno in cui dopo anni di ostinazione, per un caso del destino, per una stupido scontro alla Stazione Centrale di Milano, per una chiamata imprevista realizzai il mio desiderio più profondo e potei finalmente avere l'occasione di incontrare Billie Joe Armstrong! Ci saranno illusioni? Eccome se ce ne saranno. Ci saranno emozioni? Eccome se ce ne saranno. Ci saranno sentimenti nascosti? Eccome se ce ne saranno. Ci saranno delusioni? ... Questo sta a voi vederlo.
Genere: Romantico, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, Lemon, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il più bel Regalo Esistente

Sono rimasta pietrificata, con lo sguardo perso nel vuoto, con la mente perduta chissà dove.
Lo so che Diane sta scherzando, è tecnicamente impossibile che io mi sia scontrata con Billie.
Eppure avevo riconosciuto qualcosa di famigliare in quell'individuo...
<< Ssseee! ... Magari! >> Sorrido al solo pensiero di quella stupenda irrealizzabile idea.
<< NON DICO STRONZATE!!! MI HA CHIAMATA!!! >> Il suo tono di voce sembra serio e non da l'idea di una bugia.
<< Stai scherzando, vero? >> Le chiedo con un filo di voce scherzosa che si sente veramente a mala pena.
<< NON STO SCHERZANDO!!! CAZZO, CONTROLLA IL TELEFONO, NON E' IL TUO!!! >> Rimango in silenzio ancora qualche secondo troppo scioccata per ragionare e connettere ancora bene.
Scatto come un fulmine verso la tasca del giubotto dove era riposto l'aggeggio. Lo prendo in mano e schiaccio un pulsante in modo da poter illuminare lo schermo.
Non c'é Ino come in quello del mio telefono.
C'è una foto di famiglia, fatta con la camera di questo telefono che posso riconoscere dai pixel semi confusi e non delineati alla perfezione... C'è Adrienne attornata dai figli Armstrong, ovvero Jacob e Joseph.
Prendo ad urlare come una matta.
<< WAAA!!! IL TELEFONO DI BILLIE!!! CI SONO ADRIENNE E I FIGLI!!! MI SONO SCONTRATA CON BILLIE!!! NON CI POSSO CREDEREEE!!! >> Urlo talmente forte dalla felicità, che la famiglia che abita sopra di noi mi bussa con frastuono per comunicarmi di abbassare la voce.
<< ADESSO CI VUOLE INCONTRARE PER RIDARGLI IL TELEFONO!!! >> La sua voce rintuona nella mia cornetta.
Non me l'aveva detto.
Quella è la più bella frase che possa scaturire per me gioia assoluta, più di qualsiasi altra cosa. Non esiste un aggettivo con cui descrivere il mio infinito shock, davvero.
<< COSAAA!!!? OMMIODDIO!!! >> Pronuncio tutto collegato, è troppo bello per essere vero.
<< INCONTREREMO BILLIE JOE!!! >> Anche lei non scherza.
<< INCONTRERO' BILLIE JOE!!! >> Siamo veramente due pazze euforiche.

Rimaniamo ancora due ore al telefono, a parlare di cose veramente assurde mentre singhiozziamo assieme interrompendo le frasi, sul come conquistare Billie, farlo rimanere in Italia...
Durante tutto quel tempo non mi sono soffermata un secondo sul suo cellulare, davvero assurdo da parte mia, una così grande fan del mitico frontman dei Green Day che regala emozioni da ormai diciotto anni. Praticamente su e giù la mia età.
Sono davvero ultrafelice, sento ancora il mio cuore battere a mille dall'emozione di poter incontrarlo... proprio come una bimbetta-minkia, ovvero tutto quello che non sono.

Diane mi ha detto che, in modo un pò confuso e difficile, dato che il modo americano di parlare di Billie è assai incomprensibile per noi che studiamo solo inglese, si è messa d'accordo con lui per incontrarci l'indomani davanti la Stazione Centrale, verso le undici del mattino.
Mi ha anche riferito che Billie è preoccupato per come rintracciarlo nella massa di gente, ma non sarebbe stato un problema in quanto ormai conosciamo ogni centimetro cubo della sua pelle, o almeno io, credo.
<< Scommetto ci aspetterà in un angolino della piazza con lo sguardo rivolto a terra, e con quel suo maledetto cappellino stile Disney-channel. >> Affermo dall'altra parte della cornetta.
Odio quel cappellino.
Mi ricorda troppo i ragazzi effeminati che lavorano là, in quella gabbia di giovani modificati geneticamente nel cervello!
Ma dico io! Come si fa a vent'anni ancora ad ascoltare quella musichetta pop dei bambini di nove anni?! Mi vengono i brividi.
Penso solo che comunque indossato da Billie sia tutta un'altra cosa. Lui se ne sbatte di quello che pensano gli altri su come sia il suo look, quindi non ho niente da dire ufficialmente.

Sorge un quanto ormai piccolo problema, ovvero che se l'appuntamento è a quell'ora, devo per forza saltare la scuola... quindi bigiare.
Non ho mai bigiato in vita mia, non ci ho mai provato. Altro che divertimento, mi sarei sentita in colpa come non mai per il torto fatto ai miei genitori, per non dire che quello vale per me come dare prova di fregarmene del mio futuro.
Lo so, sono troppo esagerata, ma ognuno ha i suoi ideali.
Altro punto a mio favore è che i miei genitori non sono a casa. Mia madre ha deciso di partecipare a La Ruota della Fortuna, e per la sua grande abilità nell'indovinare frasi aggiungendo la sua fortuna nell'essere capitata sullo spicchio con su scritto Viaggio, ha vinto un volo per due persone in Jamaica, dove volevano tanto andare, per un periodo di due settimane.
Sono partiti lunedì 2 marzo al mattino, e oggi siamo al 4 marzo.
Mi sembra di dimenticare qualcosa... Già! Il compleanno di mia nonna!
Mi appresto a raggiungere nuovamente la cornetta del telefono, ancora surriscaldato dal calore delle due ore passate con Diane causa del mio orecchio ultra bollente.
Compie già 77 anni. Non sono pochi, devo dire.
Le faccio tanti auguri e la riempo di baci via cordless. Abbiamo anche deciso di festeggiare con quei pochi che ci sarebbero stati i nostri due compleanni.
Il mio è il 7 marzo.

Ma io non posso saperlo...



Il pomeriggio passa velocemente, non faccio molto.
Sono tutta impegnata a guardare nelle cartelle di quel divino telefono, che soltanto a toccarlo mi si irrigidiscono le dita.
< Cazzo, questo lo tiene in mano Billie! Ci mette attaccato l'orecchio! > Non perdo un micro-secondo, devo assolutamente scaricare tutto quanto il materiale possibile riposto nella memory card attraverso il cavo usb.
Comicio con il fare delle foto all'aggeggio, come un trofeo da ricordare. Ne scatto fino a duecento!
Mi copio tutti i numeri presenti nella rubrica, trovando con piacere quelli di Trè e Mike, insieme a quelli di Tim Armstrong, Rob Cavallo e Al Sobrante, per non parlare di tutti i numeri di quei personaggi famosi che ho sentito nominare che stanno nella sezione rubrica. Rimango un po' perplessa notando la differenza tra i nostri prefissi ed i loro. Sono lunghissimi quelli americani!
Tutta felice e boriosa, finisco per entrare nella cartella video.
Trovo qualcosa di stupido fatto con Dirnt e Cool, in cui tutti ridono per le loro solite stronzate di gruppo.
Scendo la lista e mi imbatto in una serie di video porno.
Rimango stupidamente interdetta alla vista di quelle porcherie, ma la cosa comunque mi fa piacere: questo è segno che Billie non si è rammollito, e non posso che esserne felice.
Che pensieri contorti! In quel momento mi sento un pizzico di maliziosità addosso.
Il più grande male dell'uomo è la curiosità dal mio punto di vista, e di certo quel brutto vizio contagia anche me.
Faccio play su uno di quei video.
L'atto sessuale è già all'opera subito dall'inizio, ma dopo quindici secondi premo stop ed esco velocemente dalla cartella.
Non ho bisogno di vedere niente, anche perchè per me il mondo del sesso è già stato scoperto due anni prima, quindi lascio perdere quell'argomento e passo ad altro.
Quelle su cui mi soffermo sono le foto. Sono veramente belle.
Ne trovo una decina su una festa di famiglia, credo sul compleanno di Adrienne consigliatomi dalla torta con le trentanove candeline poste vicino lei, con quel sorriso smagliante di cui ogni marito si perderebbe con piacere.
Ammiro quella donna.
E' vero, ne sono stata gelosa per un pò di tempo, ma scoprendo molto presto dopo l'inizio della passione per i Green Day che è una donna davvero unica, non posso fare altro che mettere da parte la mia gelosia e non ritenerla per niente fastidiosa.
E' davvero anche molto forte, solo a ripensare a quanto tenga a suo marito nonostante l'avesse tradita ben due volte.
Il resto delle foto sono tra amici, sicuramente qualcuno di loro è uno di quei componenti aggiuntivi che la band usa far suonare ai concerti per incrementare il suono dei vari strumenti.
In particolare il pelato mi sta antipatico forte. Mi da l'impressione di un gay gasato.
Ultime, ma non meno importanti, trovo alcune foto su Joey e Jakob. Abbiamo solo cinque anni di differenza...
Il figlio più piccolo non mi ha mai attizzato. Devo rivelare che secondo me è parecchio bruttino.
Invece Joey è un ragazzo accettabile, e dopo aver visto quelle fantastiche foto che lo raffigurano totalmente diverso da quelle comuni che trovi su internet, posso affermare che la ragazza con cui sta o starà e' davvero fortunata.
Ormai rispecchia davvero suo padre, sta crescendo molto simile a Billie.
Abbandono il cellulare riponendolo gelosamente sul cuscino per non graffiarlo, e vado a cenare con ancora il cuore che mi si stringe nel petto.

Faccio una cena facile, non perdo tempo ai fornelli.
Nello studio non mi presto manco a morire. Cosa mi serve? Tanto domani si bigia! E come se si bigia!
Problemi comunque con la giustifica non ce ne sono, in quanto ormai essendo già maggiorenne sono autorizzata a scrivere due righe con la mia firma personale.
La notte non dormo un secondo, sono troppo agitata.
Diane domani arriverà molto presto per non far insospettire la nonna, quindi uscirà nel normale orario scolastico e sarà da me per le 7:45.
Avrò un bel po' di cose da fare. Dovrò fare una bella doccia e prepararmi bene come mai ho fatto per presentarmi dignitosamente al mio amore non riconosciuto.
Stessa cosa per Diane. Sono sicura si preparerà a dovere.

Domani devo anche andare a ritirare la macchina dal meccanico vicino casa mia.
Il famoso tipo dell'officina me l'ha riparata, ma io non ho detto niente di tutto ciò a Diane.
Sarà come una piccola sopresa di compleanno per la mia migliore amica, che va dietro a Fede da tempo.
Arriveremo lì davanti, e cercherò di presentarla a Federico, il ragazzo ventitre-enne dall'orecchino di diamante e da quei occhi color cielo da paura. So già che si agiterà come una matta e la sua pressione salirà alle stelle.
Ma non credo comunque che parlare con Fede sia la stessa cosa che parlare con Billie anche per lei.
Ovviamente non posso entrare nella sua mente, non lo posso sapere.

Passo la notte in bianco per tre ore, finchè non decido di prendermi una bella camomilla con tanto di sonnifero. E' davvero esagerato, ma non voglio presentarmi con due occhiaie scavate sul volto.
Nel giro di cinque minuti mi addormento come un ghiro e niente mi distrae più.


Sei del mattino.
Assolutamente devo svegliarmi un'ora prima del solito, ho tante cose da fare.
La suoneria Hitchin' a Ride del mio telefono mi fa scattare in piedi come un soldato da guerra. E' un piacere risvegliarsi con la propria canzone preferita, con i suoi suoni presumibilmente vicini il metal e molto galoppanti di quella vecchia melodia stile anni 90'.
Sono già agitata assai, ma non perdo un millesimo di secondo. Faccio una colazione veloce, mi ficco nella doccia e mi faccio due shampoo, un balsamo, un bagno schiuma con tanto di Veet accurato nei minimi dettagli.
Passo venti minuti per mettere apposto le sopracciglia a dovere, mi spalmo di crema quasi dovessi esser investita da una folata di ultra violetti da protezione 100, e mi vesto.
Quel particolare lo devo curare bene.
Adoro vestire punk, tanto.
Tiro fuori dal mio armadio sgangherato e mezzo vuoto di vestiti il necessario.
Le mutande non sono essenziali nella parte visibile del corpo, ma a me piacciono una cifra le culotte con i teschi e non faccio altro che prendere quelle.
Le calze le scelgo a righe, ma non mi perdo in quelle rosse-nere. Devo tenere alto il mio orgoglio interista, quindi scelgo le nere-azzurre.
Adoro da impazzire i jeans rigorosamente neri attillati. Tiro fuori il mio paio preferito. Devo dire che assomigliano molto quelli tipici di Armstrong, anche se a lui donano tantissimo quelli in pelle, gli fanno delle belle forme.
Immancabile la mia tenera cintura a borchie che custodisco con gelosia. La infilo nei passanti e stringo al massimo.
Pensai ad indossare camicia e cravattino proprio in stile Billie, ma volevo apparire diversa, e non copiare, se no sarebbe stato poco punk.
Metto la maglietta a maniche corte della piccola goth Emily, e sopra indosso una felpa a cerniera ricca di scritte a modi quotidiano con parecchi segni di anarchia. E' molto carina.
Aggiungo un bracciale di pelle con due file di borchie killer color argentee sul polso sinistro; metto un orecchino semplicemente tondo color verde metallizzato sul lobo destro.
Mancano le scarpe.
Indosso le ultime che ho comprato, ovvero le classiche Converse nere basse, molto comuni nella comunità punk.
Le ho pasticciate. Da notare che ogni paio posseduto da me di Converse difficilmente è pulito. Ho lasciato invariate solo il modello con il pelo e con la pelle di camoscio, che manco posso lavare e risultano sporchissime.
E' tutto pronto, manca solo il trucco.
Mentre vado goffamente verso il bagno, sento il citofono suonare. E' Diane.
Alzo la cornetta dell'apparecchio e ci salutiamo con il solito:
<< Fì, fire. >>
Attraversa le due porte di ingresso, e quando finalmente entra, mi salta addosso senza esitazione.
<< INO!!! INCONTRIAMO BILLIE!!! >> Non stiamo nella pelle. Ci rimettiamo nuovamente a urlare come due galline strozzate in piena mattinata.
<< Sì!!! IL MIO SOGNO DI UNA VITA!!! >> Sembro totalmente realizzata. Mi sento i luccichii di felicità negli occhi.
<< Beh, semmai il sogno di sei anni! >> Sorride facendomi notare il mio errore.
<< E va beh! >>
Si toglie il giubotto e viene con me in bagno.
Seguono lunghi minuti di preparazione facciale, ove marco i miei occhi con della matita nera e passo una pennellata di mascara, accompagnato dall'aggiunta di poco fondotinta per coprire le pochissime imperfezioni che manco si notavano a prima vista.
Sistemo velocemente con l'aiuto di Diane un pò la casa, tra varie chiacchere sull'incombente incontro con il moro miste a qualche verso deficiente dei nostri personaggi, in cui prevalgono Oro e il Fire.

Non c'è più niente da fare.
Prendo questo sacrosanto cellulare e usciamo.
Sono le 10:05. Fuori è una bellissima giornata...
Attraversiamo via Enrico Fermi e poi ci addentriamo in via Reinach.
Lei è sicura di passare davanti il suo meccanico, è la sua felicità. Ma non sa che devo andare proprio direttamente da lui.
Mentre svoltiamo all'angolo, rimane sull'attenti, e cerca con lo sguardo il suo tesoro.
Ma io mi fermo. Lei spalanca gli occhi come per domandarmi quali fossero le miei intenzioni.
<< Devo ritirare la macchina, vieni. >> Abbozzo un leggero sorriso ed entro nell'autofficina.
Lei rimane pietrificata davanti l'ingresso, finchè non la strattono con forza ed entriamo.
Lui è la, prezioso come l'oro agli occhi della mia amica, voltato di spalle sta scrivendo qualche appunto su un vecchio foglio di carta.
<< Ciao Federico! E' pronta la mia macchina, vero? >> Lui si gira un pò preso di sorpresa, con quei suoi occhi cui tutte le ragazze non avrebbero esitato mangiargli dallo splendore. Diane è davvero irrigidita, faceva quasi paura. Le do una gomitata sul braccio senza farmi vedere dal ragazzo, cercando di farla rinvenire dai sogni.
<< Sì, è pronta. >> Ci fissa tutte e due alternando lo sguardo prima su una, poi sull'altra.
Voglio che noti Diane ad ogni costo.
Sceglie su una tabella con dei gancini un mazzo di chiavi, e mi fa strada verso l'uscita per indicarmi la postazione del mezzo.
Noi rimaniamo dietro a seguirlo, quando Diane mi da un piccolo buffetto sulla mano.
<< Cazzo, non mi avevi detto niente di sta storia! >> Mi sussurra con rabbia.
<< Certo, era tutto programmato. >> Sorrido e poi raggiungo Fede.
<< Scusa Fede, ti presento una mia amica. >> Lui si volta e tende la mano fermandosi un secondo verso la mia compagna di avventure.
<< Piacere, sono Federico. Bella ragazza, tu sei? >> Diane si scioglie con la mente, lo noto subito dal suo sguardo allucinato.
Comunque, è davvero un bravo ragazzo. O almeno è quello che penso di lui.
<< P-piacere, Diane. >> Continua ripetutamente a mordersi con i denti le labbra dalla tensione. Si stringono le mani.
Finalmente il mio lavoro è compiuto.
Si gira e continua a camminare.
Diane non mi dice una parola.
<< Bene, ecco la tua macchina >> Mi indica una Croma Emotion all'angolo di Piazza Nizza.
Sfortunatamente quando l'avevo acquistata non erano disponibili i colori che piacevano tantissimo a me, come il verde acqua metallizzato. Ma di certo non si adattava ad una macchina del genere. Per cui la scelsi come quella in proprietà di mio padre, ovvero grigia scura. Devo dire che è molto elegante, ma in modo non esagerato.
Dietro sul baule si possono ammirare una decina di adesivi anarchici, passando a quelli caramellosi di Naruto che non mi vergogno a mostrare.
<< Grazie Fede. Ci vediamo... almeno sperando tardi per la macchina! >>
<< Speriamo di no invece! Ci vediamo, ciao! >> Ci abbandona con un sorriso sulle labbra. Ma non è tutto.
<< Ciao Diane. Ci vediamo anche noi due! >> Si volta e torna all'autofficina. Non posso credere che addirittura si riferiva coincisamente a lei.
Diane è nuovamente pietrificata. Accenna un piccolo saluto con la mano e poi sale in macchina.
<< Ecco, ora hai via libera a conquistarlo. Ho impiantato le basi, a te tocca l'innalzamento dell'edificio. >> Giro le chiavi nell'accensione e metto in moto.
Di colpo la vedo liberarsi di tutta la felicità acquisita e mi si butta addosso, come suo solito fare, per ringraziarmi a dovere.
<< ODDIO HO CONOSCIUTO FEDE!!! MI HA RIVOLTO LA PAROLA E VUOLE VEDERMI!!! GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE!!! >> Va avanti per due minuti a buttare qualche frase di ringraziamento giù come neve e io non faccio che risponderle dei continui "prego".
Guardo l'orologio della mia macchina. Sono le 9:46.
<< Non c'è tempo da perdere cara mia, desinazione: Billie. >>

Ormai ci ho preso la mano a guidare. Ho preso la patente appena compiuti diciotto anni e praticamente ho usato la macchina fin da subito regolarmente. Me l'hanno regalata i miei per la maggiore età.
E' davvero la macchina più comoda che potessero prendermi, e in più la conosco già bene dato che mio padre aveva lo stesso modello per lavoro, ma l'ha dovuta lasciare appena ha cambiato azienda.

Giriamo l'angolo di Viale Marche, e svoltiamo in Lunigiana.
Non c'è molto traffico; si risente molto l'ora tipica di strade libere dove non circola nessuno.
La mia inquietudine riaffiora di botto.
Più ci avviciniamo al luogo prestabilito per l'appuntamento, più le mie mani scivolano sulle marce, sudate; le mie gambe prendono il tic di muoversi incontenibilmente a destra e a sinistra, richiudendosi ermeticamente; le mie labbra diventano prede dei miei denti; la mia faccia si fa più pallida e quasi affaticata.
Molto simile succede per la mia amica alla mia destra che nonostante la minore importanza avesse BJ per lei, sembra quasi essere più agitata di me.
<< Ci siamo quasi... Sono le 10:40. >> Pronuncio il tutto con tono serio rivolgendo per un secondo gli occhi all'orologio sul quadro alla mia destra.
<< Manca poco... Cazzo, lo vedremo! >> Esclama impaziente Diane. Comincio a stringere il volante dal nervoso e sbatto con colpetti la testa vicino al clacson.
<< CAZZO, BILLIE!!! >>
Sembrava davvero un sogno. Mi chiedo come cavolo potesse capitare proprio a me, ad una fan sfegatata dei GD, di scontrarmi con Billie! Questo è proprio un atto di misericordia nei miei confronti! O ancora meglio, possiamo dire un dono di Dio per ringraziarmi di tutta l'adorazione che provo per quel piccoletto poco più alto di me.

Finalmente sbocchiamo in Piazza Duca D'Aosta, a destra della stazione. E' molto difficile trovare un parcheggio da quelle parti. La gente riempe tutti i posti liberi parcheggiando il proprio mezzo per ricevere parenti, partire in vacanza o quant'altro dai treni che arrivano sin lì.
Ma ripetendo il discorso di prima, non è un problema.
Sono quasi le undici del mattino, in una giornata di quelle normali, e non di punta per treni e mezzi vari.
Con quella miseria di fortuna che mi è rimasta, riesco addirittura a parcheggiare di fronte la fermata del 5, tra Piazza Duca D'Aosta e la sua parallela.
Troppa fortuna.
Scendiamo dalla macchina, e chiudo con le chiavi premendoci il pulsante sopra. La chiusura ovviamente è automatica.
Diane si avvicina a me e attraversiamo la strada. Nel farlo le prendo la mano e lei me la molla subito.
<< Marica è bollente! Hai la febbre? >> Fa un pò perplessa.
<< No, è tutta agitazione... e comunque se ce l'avessi veramente, starei meglio con la febbre che con tutta questa stretta al cuore che provo ora. >> E in effetti è vero. Mi lancia un'ultima occhiata e poi attraversiamo l'edicola e la fermata-capolinea del 5.
<< Aspetta. >> Rallento scossa e mi fermo.
<< Che hai? >> Mi chiede Diane.
<< Aspetta, mi sto agitando troppo, un secondo. >> Mi siedo dove capita e guardo in basso, verso le mie scarpe. Lei mi si avvicina.
<< Non dirmi che stai svenendo... vero? >> Ha lo sguardo stralunato, ma poi mi siede affianco. Poggia una mano sulla mia testa e discende lungo i miei capelli rosso-castano.
<< Dai, lo so che è difficile, anche io mi sento ultra agitata! Però preferiresti andartene adesso e non avere mai la possibilità di vedere Billie dal vivo, oppure vederlo di persona ed esserne contenta per tutta la vita? >>
<< Ovvio... Che domande sono? La seconda! >>
<< Ecco, allora alzati e andiamo a cercare Marietto! >> Dice molto ironicamente. E' il nomignolo che gli abbiamo dato. Siamo davvero contagiate dal nostro prof di Italiano con tutte le sue frasi con protagonisti Maria e Mario, e poi gli donava troppo bene! Diventava buffo!
<< Va bene! >> Sorrido.
Passiamo dieci minuti buoni a cercare speranzose e con timore l'uomo dagli occhi verdi.
<< Uffa non lo trovo... Non era tutta una farsa? >> Rispondo delusa.
<< No, no. Lo sentivo dalla voce che era Billie! E poi anche il timbro era il suo. >> Mi rallegro, è una bella notizia.
<< Va bene. Comunque magari è veramente tutta una baggianata... >> Mentre comincio a sentirmi presa in giro e amareggiata, noto in lontananza con precisione Armstrong che si guarda intorno confuso, allungando il collo per osservare meglio quello che lo circonda.
Lancio un urlo di felicità che trattengo in fondo alla mia gola. Qualche lacrima comincia a farsi strada nei miei occhi. Avrei dovuto straripare di lacrime!
<< DOV'E'?!!! >> Mi chiede Diane che ormai ha capito tutto.
<< ...E'-E' la, davanti a me... >>
Non riesco a trattenere l'emozione, mi metto a piangere.
< No, non adesso!!! Contieniti!!! Non puoi farti vedere così da lui!!! > Ma è difficile contenermi. Lo osservo girarsi cercando indubbiamente noi, ma non ci ha ancora abbassato lo sguardo sopra.
Alla fine Diane alza un braccio e comincia a sventolarlo. Dopo una decina di secondi, Billie se ne accorge e comincia a venirci incontro.
Non ce la faccio più, sto scoppiando. Mi sento terribilmente accaldata, e la distanza tra di noi è sempre minore.
100 metri...
Mi stringo nella spalle e comincio a tartassarmi come il mio solito le labbra, non tralasciando manco un millimetro quadrato.
80 metri...
Posso riconoscerlo meglio. Le ho memorizzate bene ormai le sue gambe... sì, sono le sue.
50 metri...
Mi sembra di averlo quasi ad un metro di distanza. Si nota la sua espressione corrucciata e gli occhi semi chiusi per la forte luce penetrante del Sole.
30 metri...
< Sto male, sto male, sto male... > Me lo sento troppo vicino. Sono sei anni che gli vado dietro, miseria! Per non dire gli altri anni in cui mi piaceva ma non così assiduamente.
20 metri...
Noto ogni cosa ben focalizzata: il giacchino di pelle, i suoi pantaloni divinamente attillati alle gambe, un paio di Converse consumate, la sua poca barbetta a contornargli la bocca...
10 metri...
Mi attacco a Diane e le stringo la mano con tutta la forza che ho.
Ormai è davanti a noi.
La mia faccia è più scioccata di una persona al buio che vede un bambino in stile horror, di una persona disperata seguita da un assassino, di uno che ritrova i suoi genitori morti squoiati in casa. Penso questo per me fosse molto peggio.
<< Hi Gals... Can I have my cell back, please? >> Dice tutto con disinvoltura, come se fosse tutto normale, arrivando subito al dunque.
Tutto normale per lui, ma di certo non per noi.
<< Ehm... P-please... Might we hug you, please? >> La voce di Saku è tremolante forte. Io sono ancora infissa sull'uomo dei miei sogni e Diane cerca di sbloccare quell'imbarazzante situazione.
<< O-ok... That's not a problem! >> Sorride dolcemente, per quello che posso vedere. Infatti non gli lasciamo il tempo di reagire.
Rimango lì, infissa e attonita a vedere la scena di Diane che già si sta abbracciando con lui, senza staccarsi un momento. Ma poi si ferma, e penso per ringraziarmi del fatto di averla aiutata con Fede, mi lascia modo di sfogare i miei sentimenti su quello scricciolo di uomo.
Le lacrime scendono, non posso fermarle.
<< My God... >> Pronuncio tutto con quel poco filo di voce che ho, che mi chiedo ancora come potessi avere. Faccio cadere la borsa a terra con un rumore sordo.
Mi lancio letteralmente sul moro, portando le mie braccia attorno al suo collo e cercando il più possibile di stringerlo a me, di sciogliere quel mio povero pazzo cuore innamorato almeno per un solo istante.
Sento dietro la mia schiena delle pacche gentili da parte sua, mi sembrano lo spannung di quel momento per me.
<< I love you from six years ago... >> Glielo devo dire, non posso tenermi tutto dentro. Purtroppo non riesco a vedere la sua reazione, sono troppo concentrata ad abbracciarlo. Posso solo notare che Billie finisce di darmi pacche sulla schiena, quasi la cosa lo avesse stupito, e mi sembra davvero strano.
Rimaniamo infissi così per dieci secondi netti, finchè alla fine non lo lascio respirare e abbandono le sue dolci spalle.
Sento Diane parlare dietro di me.
<< Please, please... Stay with us! This day! Only this day! It's ok!... only one day, please... >>
<< ...We love you too much... >> Aggiungo io.
Poi cominciamo come una cantilena a ripetere con affanno "per favore...", fino al volta stomaco.
Noto Billie molto indeciso e un poco disorientato dalla situazione, anche spaventato dal nostro comportamento assiduoso.
Fa paura il modo in cui glielo chiedevamo, il modo in cui cercavamo di strappargli un "sì" di consenso.
Infine, si decide a parlare.
<< I see. You know me from long time, right gals? >> Non facciamo altro che annuire abbassando il capo.
<< Mmh... Ok, I decided. I'm passing this day with you. It's just the only way for me to thank you. >>
Sono sicurissima di avere una espressione bloccata, senza parole, che manco uno tsunami immaginario è in grado di sbloccare.
Rimaniamo come statue di piombo; dopo di che ci mettiamo ad urlare come nostro solito, come due pazze che hanno scoperto chissà cosa.

Era l'inizio di un lungo rapporto.





















Eccoci arrivati alla nota dolente. Le recenzioni.
Prima di tutto voglio fare gli auguri alla mia fedele amica Diane.
Oggi compie 15 anni, e le faccio i più risentiti omedetoo. <--- Entrerai nella storia di questa fanfic XDDD

Poi la ringrazio anche per essere stat l'unica a recensire... ma che ci posso fare? In fondo le fanfic sui Green Day non sono molto seguite, sopratutto se scritte a questo modo molto personale... e comunque ammetto che i primi 2 capitoli sono assai noiosi... mamma, dopo diventerà un demenziale!!! XDDD


SPERO IN NUOVI LETTORI  T3T7

A PRESTO (si spera)
SABAKU NO INO

  
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