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Autore: Lexi Niger    12/03/2009    5 recensioni
Cinque anni. Sono rimasti separati a lungo, senza cercarsi affatto. Ora Blair ha bisogno dell'aiuto di Chuck per scoprire un segreto che le è stato a lungo nascosto. Lo convincerà? Insieme verranno a capo al mistero? Un incontro il loro che cambierà necessariamente lo scorrere ordinario delle giornate di entrambi.
Genere: Romantico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ehilà!
Mi scuso per l'enorme ritardo con cui ho postato, purtroppo sono in quinta liceo e il tempo scarseggia.
Mi auguro che anche questo capitolo vi piaccia, sperando che le spiegazioni non vi tedino troppo, ho dovuto inserirle.
Mi lasciate un parere?
Ringrazio le 11 persone che hanno aggiunto la storia tra i preferiti.
Ale.


Capitolo 6.

Blair Waldorf aveva sempre amato le fiabe che suo padre le leggeva da piccola, quando si sedeva sul bordo del suo letto ad attendere che si addormentasse serenamente.
La sua voce cadenzata la cullava mentre con la fantasia si sostituiva alla protagonista, immedesimandosi nelle sue peripezie e aspettando con ansia l'arrivo del principe, che avrebbe coronato il suo sogno di felicità. Senza dimenticare poi il superbo cavallo bianco, il nobile destriero sul quale il suo amato la avrebbe invitata a salire, partendo insieme per il suo regno lontano.
Peccato che la realtà fosse qualcosa di completamente diverso.
Si trovava in un aeroporto affollato, che nemmeno la più fervida immaginazione avrebbe potuto trasformare in un campo verdeggiante ricolmo di fiori profumati.
Il cavallo era stato sostituito da una limousine che, per quanto comoda ed elegante, aveva perso tutto il fascino della natura.
E infine, ma non meno importante, il principe altro non era che un ragazzo viziato che le impartiva ordini senza alcuna riverenza nei suoi confronti, invece di omaggiare la sua bellezza con splendidi doni.
No, decisamente la realtà non poteva essere confusa con una fiaba.
Con passo affrettato, che mai e poi mai una principessa avrebbe potuto adottare, si diresse verso la fila del check-in per recuperare il proprio bagaglio.
< C'è qualche problema? > le chiese Peter premuroso, vedendola tornare trafelata.
La ragazza afferrò il manico della valigia, mentre con l'altra mano riprendeva il beauty che era stato posato a terra per evitare che cadesse.
< Devo andare > tagliò corto, voltandosi.
Non riuscì nemmeno a fare un paio di passi che fu bloccata da quel giovane che, per i suoi standard, si stava prendendo troppa confidenza.
< Sicura che sia tutto a posto? > indagò incerto, cercando nella sua espressione un segnale che confermasse i suoi dubbi.
Il principe non si era fatto vedere, ma i seccatori erano decisamente una costante anche della vita quotidiana annotò la ragazza nella sua mente.
< Non mi sembra che ti debba particolari spiegazioni, no? > rispose spazientita, < in fondo non ci conosciamo nemmeno >.
Peter fece per obiettare ma Blair fu più veloce.
< Fa buon viaggio > gli augurò, liquidandolo una volta per tutte.
Con fatica trascinò la sua roba fino a Chuck, che l'aspettava davanti ai tabelloni luminosi.
< Potevi prenderla comoda > sottolineò sarcastico al suo arrivo.
Blair gli lanciò un'occhiataccia, indecisa se replicare sullo stesso tono per paura di perdere il suo aiuto, conoscendo la volubilità del giovane.
< Dove siamo diretti? > chiese, mentre lo seguiva all'esterno, oltre le porte scorrevoli dell'aeroporto.
Non ci fu bisogno di alcuna delucidazione, perchè la risposta si trovava pochi metri più in là, in tutta la sua nera lucentezza.
Una limousine, autista impeccabilmente vestito compreso.
Istintivamente la ragazza si bloccò, come ubbidendo ad un impulso interiore che la avvertiva del pericolo.
Chuck si voltò sorpreso, mentre sul suo viso si allargava un ghigno divertito.
< Pensi di non riuscire a controllarti? > la punzecchiò, con un riferimento allusivo che solo loro due avrebbero potuto comprendere.
La loro prima volta, in tutti i suoi dettagli, anche quelli più piccanti, ritornò nitida agli occhi di Blair, che si ritrovò involontariamente ad arrossire.
< Le sistemo la valigia nel bagagliaio? > si informò l'autista, interrompendo così l'imbarazzo in cui la ragazza si era trovata.
Annuì distrattamente, tornando a voltarsi verso il giovane mentre sollevava il mento altezzosa e gli sfilava davanti per accomodarsi sul sedile di pelle, altrettanto nero.
L'interno non era poi dissimile da quello in cui più volte si era ritrovata stretta a lui e la ragazza si costrinse ad evitare quel pensiero per evitare di essere umiliata nuovamente.
Chuck prese posto sul sedile laterale, allungandosi verso il minifrigo per versarsi un bicchiere di scotch.
< Ne vuoi? > domandò, mentre stava per richiudere la bottiglia.
Blair scosse la testa, pensando a come poter affrontare quella conversazione in modo da ottenere il suo aiuto.
< Di che cosa si tratta? > iniziò il giovane, portandosi il bicchiere alle labbra e prestandole finalmente attenzione.
< Problemi finanziari > esordì lei, chiarendo subito l'ambito generale.
< Non ti presterò del denaro > asserì freddo Chuck, convinto che la fatica di quella mattina si fosse rivelata perfettamente inutile.
Blair impallidì, offesa dall'ipotesi che lui aveva avanzato.
< Come puoi pensare che verrei a chiederti del denaro? > domandò irritata.
Il giovane sollevò un sopracciglio, sorpreso da quella reazione esagerata.
< Pensavo che non fossi stata in grado di amministrare il tuo patrimonio e .. >.
la ragazza non gli permise nemmeno di terminare la sua spiegazione, assalendolo.
< E così sarei una perfetta imbecille, del tutto incapace di gestire le proprie finanze > gridò, scaldandosi ancora di più.
Per un istante Blair ebbe la tentazione di alzarsi e uscire da quella limousine sentendosi sufficientemente insultata da quella supposizioni campate in aria, ma ricordò a se stessa che la causa per cui si trovava in quello spazio chiuso, così vicino ad una persona che iniziava a detestare, superava qualsiasi possibile lesione al suo orgoglio.
< I problemi riguardano delle uscite registrate sul mio conto-corrente > precisò, rompendo il silenzio che si era creato dopo la sua ultima sfuriata.
L'espressione saputa di Chuck, ancora convinto di aver ragione, le fece capire che non si era spiegata abbastanza bene.
< Le uscite non dipendono da spese personali, sono mensili e risalgono già ai tempi in cui il conto non era intestato a me >.
< Quindi non sono dovute alla tua volontà? > chiese conferma il giovane, che era rimasto stupito a quella rivelazione.
< Esattamente > asserì la ragazza, sfilandosi il giubbotto, < risalgono a venticinque anni fa, ho controllato >.
Chuck si sistemò i capelli con una mano, mentre rifletteva su una strana coincidenza.
< L'anno della tua nascita > sottolineò.
< Ci avevo pensato anch'io > ammise Blair, < ma non so quanto questo possa riguardare la faccenda >.
< Potrebbe essere una possibilità, non la escluderei a priori > replicò il giovane, vedendo che non era stato l'unico a collegare i due eventi.
La ragazza scrollò leggermente le spalle, come se quel dettaglio fosse di poco valore rispetto all'intera questione.
< A quanto ammonta il versamento mensile? > si informò Chuck, convinto che la cifra dovesse essere  elevata se Blair si era scomodata a cercare il suo aiuto, dopo anni in cui avevano rotto tutti i ponti che li avevano uniti.
< Cinquemila dollari > confermò la ragazza.
Il giovane fece un paio di calcoli a mente, prima di giungere alla conclusione.
< Un milione e mezzo di dollari > constatò serio.
Era una cifra assurda, nonostante la ricchezza della famiglia Waldorf.
< Penso che tu capisca cosa mi ha spinto a venire a casa tua ieri sera >  affermò sincera.
Chuck tornò a fissarla, cogliendo la fragilità che albergava nei suoi occhi, mentre si esponeva ad un suo possibile rifiuto, il secondo.
< In verità non mi è chiaro quale sarebbe il mio ruolo > specificò il giovane.
< Mi servirebbero le tue conoscenze nel campo investigativo > ammise, < il mio avvocato non è riuscito a risalire all'intestatario del conto su cui il denaro è versato >.
< Capisco > rispose Chuck, chiedendosi come lui avrebbe reagito ad una situazione simile.
Sicuramente non si sarebbe lasciato spennare da qualcuno che viveva a sue spese, considerando che per una famiglia di lavoratori quella cifra avrebbe significato la fine di ogni preoccupazione, per più di una generazione.
Si sporse verso il divisorio che separava l'autista dal vano posteriore, picchiando un paio di volte con la mano sul vetro per farsi sentire.
< Dove mi stai portando? > gli domandò Blair, appena sentì che la limousine si era messa in moto.
< All'aereo > chiarì il giovane, risiedendosi più comodo sul sedile di pelle e recuperando il bicchiere che aveva accantonato durante la conversazione.
< Ma abbiamo lasciato l'aeroporto > sottolineò la ragazza, guardinga.
< Infatti. Nessuno ha parlato di aeroporto > confermò Chuck, sorridendo soddisfatto.
Blair si abbandonò sullo schienale, chiudendo per un attimo gli occhi.
Forse Chuck Bass non era il principe dei suoi sogni, ma in certi casi un jet privato si rivelava decisamente più utile di un cavallo bianco, a meno che questo avesse le ali e potesse trasportare due persone più relativo bagaglio, s'intende.
Ma, dal momento che non sapeva come procurarsene uno, poteva anche accontentarsi di un giovane milionario e dei suoi ridicoli privilegi.




Spazio autrice:

-chefame93: grazie mille per il commento, sono felice che insieme ti piacciano!

-vale: mistero svelato? beh una parte sì, quindi spero sarai soddisfatta, grazie per i complimenti.

-kaho: sì il caro Bass perdono parte del loro savoir-faire quando c'è in prossimità una certa Waldorf XD soddisfatta la curiosità? comunque hai ragione, Blair è la regina nel servirsi degli altri senza che questi se ne rendano completamente conto.

-vampiretta: la migliore?! ma scherzi?? grazie mille, non penso di meritarmi così tanto..

-mary: innanzitutto grazie per seguire la storia dall'inizio e attendere sempre con ansia il nuovo capitolo. Anch'io non avrei mai pensato che Chuck potesse finire con una come Genevieve, ma alcune circostanze lo hanno portato a questo matrimonio. Non mi merito tutti i tuoi complimenti.


  
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