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Autore: Leili1988    07/01/2016    2 recensioni
A volte il destino sa essere davvero paradossale: ci porta a fare giri immensi, a tribolare, ci plasma per poi condurci inaspettatamente su quell’unico sentiero che avevamo escluso a priori e che mai avremmo pensato di percorrere.
Regina non ne era ancora consapevole, ma si trovava proprio su quel sentiero. Si era allenata per anni, aveva creato gli incantesimi più malvagi e compiuto le azioni più spregevoli per poter finalmente vendicarsi dell’odiata Biancaneve e ottenere il suo tanto agognato lieto fine.
Ma ora qualcosa era cambiato e, sebbene Regina non se ne rendesse ancora pienamente conto, la chiave della sua felicità era più vicina di quanto pensasse.
Attenzione: spoiler! Il racconto rappresenta il seguito dell'ultima puntata della quarta stagione.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Ciao a tutti!
Eccomi di nuovo qui dopo la lunga pausa delle festività. Posto solo ora perché, come potete immaginare, ho avuto davvero poco tempo per dedicarmi alla scrittura!
Grazie a chi ha speso qualche minuto per commentare e a chi segue la fanfiction! :)
Vi lascio al nuovo capitolo! ;)


Capitolo 6

 
Regina, non sapendo da dove cominciare la ricerca di Emma, si teletrasportò nel suo vecchio palazzo con la speranza di trarne ispirazione. Trovò invece solo profonda tristezza e sconforto.
Quelle mura le ricordavano infatti chi era stata e, suo malgrado, chi sarebbe dovuta tornare a essere. Ancora una volta la sua compagna di sempre, la solitudine, era lì al suo fianco.
«Come vorrei che ci fosse un altro modo!» disse rassegnata fissandosi nello specchio.
«Cerchi qualcuno?» una voce familiare la riportò alla realtà.
«Emma?» Regina era del tutto impreparata a questo incontro «Cosa ci fai qui?»
«Ci vivo... Tu piuttosto, non credi che sia imprudente affrontare da sola la Signora Oscura?»
La bionda si avvicinò alla mora, la quale si mise sulla difensiva, pronta a lanciare un incantesimo.
«Oh andiamo, credi che se avessi voluto ucciderti ti avrei dato modo di difenderti?» Dark Emma ridusse ancora di più la distanza tra i loro corpi, fino a intrappolare Regina tra la specchiera e il suo stesso fisico. Regina era rimasta paralizzata da questa manovra inattesa. La bionda le accarezzò il viso con il dito indice, partendo dalla guancia e giungendo fino al mento.
«Sai, in realtà il mio primo pensiero è stato proprio quello di ucciderti... in fondo sei l’unica in grado di contrastarmi! Ma poi ho riflettuto e ho immaginato cosa riusciremmo a fare insieme: la Signora Oscura e la Regina Cattiva! Potremmo regnare incontrastate e prenderci il lieto fine che tanto bramiamo...»
«Emma, sai bene che i cattivi non sono destinati ad avere un lieto fine... E non è nel tuo destino essere malvagia!»
«E come fai a sapere che non è questo il mio destino?»
«Perché tu sei la Salvatrice! È l’oscurità a parlare in tua vece... sai in passato sei stata tu a permettermi di ritrovare me stessa, questa volta sarò io a farlo!»
In una frazione di secondo lo sguardo di Emma cambiò diventando freddo e distante come il ghiaccio. Un brivido percorse la schiena di Regina.
«La Salvatrice non esiste più!» tuonò la bionda «E tra poco non esisterai più neppure tu!»
Con grande sorpresa di Emma, la bruna non si intimorì, anzi allungò le mani e prese delicatamente il suo viso, guardandola dritta negli occhi.
«Sì, esiste ancora! Posso vederla attraverso i tuoi occhi! E posso sentire che ora sta combattendo per venire fuori!»
La bionda, colta alla sprovvista e con sua grande sorpresa, sentì un immenso calore avvolgerle il petto. Era così piacevole e rassicurante. Ora era Emma ad avere la paura nello sguardo.
«Lasciati salvare da me!»
Come se fosse stata guidata da una forza a lei estranea, Emma si avvicinò sempre di più alle labbra di Regina, fino a coprirle con le sue. Nacque così un bacio dapprima timoroso, ma poi sempre più disperato e passionale.
Emma sollevò Regina fino a farla accomodare sulla specchiera e prese a far vagare le sue mani sul corpo dell’altra. Le sue labbra scivolarono dalla bocca al collo della mora per poi cominciare a mordicchiarlo.
Il cuore di Regina stava per esploderle nel petto. Inarcò la schiena e tirò indietro la testa per agevolare le manovre dell’altra, mentre il suo respiro si faceva sempre più corto.
«Emma!» fu l’unica cosa che riuscì a sussurrare tra un sospiro e l’altro.
Anche Emma, dal canto suo era in preda alla passione e non riusciva a smettere di baciare e accarezzare il corpo della donna che aveva tra le braccia. Le sue mani scivolarono sui seni, sui fianchi e, infine, sotto la gonna e lungo le gambe di Regina. In un attimo, con decisione, sfilò l’intimo della bruna e si perse dentro di lei.
I gemiti di Regina si fecero più forti e il respiro più irregolare.
«Ti amo!» sussurrò con un flebile filo di voce, in maniera quasi impercettibile.
«Tu cosa?» domandò Emma respingendola bruscamente. Il suo sguardo nuovamente freddo e distante. Regina la guardò confusa. Le sembrava di avere a che fare con due Emme diverse.
«Mi ami?» scoppiò a ridere sadicamente «Questa si che è bella! Credi davvero che io possa ricambiare il tuo sentimento? Volevo solo divertirmi un po’! Chi mai potrebbe innamorarsi di te?»
Il cuore di Regina si frantumò in mille pezzi e gli occhi le si inondarono di lacrime.
«Ma come?»
«Oh andiamo! Dovresti saperlo che i sentimenti sono per i deboli!»
«È stata proprio questa convinzione a portarmi alla rovina... Non commettere il mio stesso errore! Scaccia l’oscurità... pensa a Henry!»
«Quel moccioso viziato non mi interessa... è debole come te!»
Regina rimase gelata da queste parole. L’oscurità che aveva investito Emma era davvero così potente da farle dimenticare persino il suo amato figlio? Possibile non rimanesse più una briciola della Salvatrice? Eppure prima di baciarla aveva visto un barlume di luce nei suoi occhi. Doveva prendere tempo e trovare un modo per rievocarla.
«Perdonami, Emma! Speravo ci fosse un altro modo...»
Regina si materializzò fulmineamente alle spalle di Dark Emma, le afferrò i polsi e le mise il bracciale che il finto Merlino le aveva consegnato.
«È questa la Regina che mi piace! Decisa e autoritaria!» disse maliziosamente.
«Invece di adularmi, rassegnati! Questo bracciale ti priva di tutti i tuoi poteri!»
«Oh, ma davvero?» la bionda ribaltò in un attimo la situazione: ora era lei a tenere la bruna per i polsi «Sai, c’è una cosa che dovresti sapere...»
Regina si dimenava tentando di liberarsi da quella morsa d’acciaio, ma il corpo di Emma la teneva immobilizzata contro la parete.
«Il bracciale non ha alcun potere!» le sussurrò nell’orecchio «L’uomo che hai incontrato nella torre era in realtà Tremotino. Il suo unico scopo era quello di ingannarti per farti giungere qui da me inerme, in modo che potessi facilmente ucciderti!»
«Non ci credo! Stai mentendo!»
«Ah sì? Se stessi mentendo potrei fare questo?»
Dark Emma estrasse bruscamente il cuore dal torace di Regina lasciandola senza fiato.
«Non preoccuparti, non voglio ucciderti! Voglio solo far tornare la Evil Queen... Come ben sai l’oscurità era destinata a te e io sarò lieta di donartene un po’!»
«Ferma!» le intimò una rauca voce maschile.
«Guarda, guarda! Tu devi essere il famoso mago Merlino... E c’è anche la mia allegra famigliola! Sono felice che possiate assistere in prima persona al ritorno della Regina Cattiva!»
«Mamma, ti prego non farlo!» la supplicò Henry.
«Questa non è la vera Emma!» incalzò David.
«E che ne sapete voi della vera Emma? Mi avete abbandonata per trent’anni e ora pretendete di fare i genitori modello!» disse con rabbia «Voi non sapete nulla di me!»
Con un gesto della mano Dark Emma scagliò i suoi genitori contro la parete di roccia del castello.
«È vero, ti ho abbandonata!» disse Mary Margaret «Ma ho avuto modo di conoscerti in questo tempo trascorso insieme... Ho potuto vedere la tua nobile anima! L’Emma che si sacrifica e si prodiga per salvare i suoi cari... Non posso credere che non sia rimasta neppure una traccia di lei dentro di te!»
«Basta così!» tuonò Dark Emma.
Con un gesto della mano immobbilizzò il gruppo e, furente di rabbia, indirizzò il suo dito indice verso il cuore di Regina.
«Ora ti farò un dono, Regina! Estirperò dal tuo cuore tutte le tue debolezze, le tue emozioni... e ti farò tornare la grande sovrana di un tempo!»
«NO!» la implorò l’altra inerme e immobile con le lacrime agli occhi «Uccidimi piuttosto!»
«Oh no, mia cara! Mi sarai molto più utile da viva! Insieme semineremo morte e distruzione... Il bene verrà estirpato come un’erba velenosa!»
«Ma se non mi uccidi non diventerai mai pienamente la Signora Oscura!»
«Hai ragione solo in parte... Non devo uccidere necessariamente te, ma una persona a me cara...» osservò Dark Emma con un ghigno sinistro stampato sul volto. «E qui ce ne sono diverse di persone a me care, giusto?»
«Emma, non farlo ti supplico!» la implorò Biancaneve.
«Oh si, invece!» rispose l’altra euforica «Ma vediamo un po’, a chi riservare questa sorte? Al piccolo Henry? O al mio caro paparino, così coraggioso e pronto a dare la sua vita pur di salvare i suoi cari? O alla dolce e premurosa mamma Mary Margaret?»
«Emma, torna in te! Ti prego!» la implorò Uncino.
«Oh perfetto, ho trovato!»
Dark Emma, con una mossa decisa della mano sinistra, scagliò il suo pugnale dritto nel petto del pirata. L’uomo sorrise tristemente e, prima di cadere a terra senza vita, pronunciò le sue ultime parole:
«Speravo che scegliessi me!»
Nel suo sguardo non c’era odio o risentimento, ma solo amore. L’uomo credeva che quello sarebbe stato l’unico omicidio che, col tempo, Emma si sarebbe riuscita a perdonare.
Proprio nel momento in cui Killian esalò l’ultimo respiro, un tuono assordante squassò l’aria. La luna si oscurò momentaneamente e la terra tremò. E poi ci fu un silenzio, così livido e sinistro da apparire totalmente innaturale e contrario alla vita. L’Oscura Signora era ormai stata eletta.
«Sei sempre stato così inutile!» sibilò la bionda rivolta al corpo senza vita di lui. «Ma almeno la tua morte è servita a qualcosa! E poi non potevo negare ai miei cari genitori il piacere di vedere quanto diventerò potente e malvagia! O a Henry di divenire il nostro degno erede!»
«Non succederà mai!» affermò determinato il ragazzo.
«Oh, staremo a vedere! E ora è il tuo turno!» disse rivolta a Regina.
La donna tentò di ribellarsi, ma fu tutto vano: ogni movimento le era impedito dalla magia.
Dark Emma puntò nuovamente il dito verso il cuore di Regina e, questa volta senza esitazioni, vi indirizzò contro un’oscura saetta.
   
 
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