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Autore: EmmaSnix    07/01/2016    2 recensioni
La storia di un'amicizia che sa ascoltare, accettare e farti sentire a casa.
Dalla storia:
"Erano passati due giorni dall’ultima volta che Fedez aveva visto Mika e gli mancava. Gli mancava come non avrebbe mai creduto possibile, aveva bisogno di qualcuno che lo ascoltasse come faceva lui, guardandolo negli occhi con lo stesso fuoco.
Si sentiva un po’ stupido lì steso sul divano con l’ennesima sigaretta che bruciava tra le dita della mano destra e il cellulare nell’altra, mentre aspettava un messaggio, una chiamata, qualsiasi cosa.
Aspettò."
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fedez, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Dodicesimo capitolo

 

Arrivi portando brividi e scappi lasciando lividi, 

gli opposti si attraggono ma amano i propri simili, 

sentimenti tossici per loro non c'è cura 

perché l'amore eternit finché dura.”

 

Mika il mattino seguente si svegliò tra le braccia di Federico. Quella mattina, a differenza delle altre in cui si erano svegliati nello stesso letto, dalla finestra filtrava una luce nuova: calda e morbida. L’orologio che aveva al polso segnalava che erano le otto e mezza. Aveva dormito sì e no quattro ore. Dentro di sé un turbine di sentimenti contrastanti; da una parte il cuore gli scoppiava di felicità per quello che era successo quella notte, dall’altra però tremava all’idea di vedere l’orrore negli occhi di Fedez quando avrebbe ricordato quello che era successo. No, non poteva vedere i suoi occhi colmi di disprezzo per quello che avevano fatto insieme e che Mika aveva amato così tanto.

Si alzò dal divano cercando di fare più piano possibile per non svegliare il ragazzo che dormiva beato accanto a lui. Aveva decisamente bisogno di una doccia ma ci avrebbe pensato dopo, prese le sue cose e uscì da quella casa col cuore che sanguinava. Si sentiva un vigliacco, anzi lo era.

 

Il cellulare di Federico iniziò a segnalare una serie di messaggi che lo svegliarono, aprì un occhi per sbirciare chi stesse disturbando il suo riposo. L’orologio del cellulare segnava mezzogiorno meno venti. Merda, pensò. I messaggi erano di sua madre che gli domandava come fosse andata la serata. 

Ieri sera. Già. Si alzò di scatto, le immagini della sera precedente gli passarono davanti agli occhi come in un film, sentì di nuovo le mani di Mika sulla sua pelle e provò una stretta allo stomaco. Lui però non era lì. Per un secondo sperò di aver sognato tutto ma la sua maglietta a terra e la sensazione  appiccicosa che aveva tra le gambe, erano la prova schiacciante che non si trattava solo di un sogno. Era accaduto tutto per davvero e l’aveva lasciato solo.

Gli ci vollero diversi minuti per riordinare tutti i pensieri e decidere cosa fare. Ispirò a fondo diverse volte cercando di calmare tutti i pensieri e le domande che aveva in testa calmo Federico, calmo. Ora fatti una doccia, poi ci pensi. 

Sotto la doccia Fede cercò di lavare via quel peso che sentiva sul cuore, non riusciva a capire cosa lo facesse stare peggio, se il ricordo di quello che era successo o la consapevolezza che Mika l’avesse lasciato solo. Quella notte Mika aveva portato nel suo cuore una sensazione di calore e di casa che ora erano spariti insieme a lui. 

 

Erano passate due ore da quando aveva finito la doccia. La paura e il dolore si erano impossessati di lui, restò fermo a fissare il vuoto tutto il tempo finché la rabbia e il desiderio di avere delle risposte non gli fecero tirare fuori le palle. 

 

Messaggio inviato da Fede: 

Dove sei? 

 

La risposta si fece attendere diversi minuti ma poi il cellulare di Federico si illuminò. 

 

Messaggio inviato da Mika: 

Sono in Londra

 

Michael aveva preso il primo volo quella mattina, aveva bisogno di tornare a casa sua e schiarirsi le idee. Il clima grigio e piovoso della capitale inglese rispecchiava al meglio il suo umore. Teoricamente nessun impegno lavorativo lo obbligava a rimanere in Italia fino all’inizio della nona edizione di xFactor, quindi aveva tutta l’estate per poter staccare da Federico, e anche se l’idea di passare tre mesi l’ontano da lui lo uccideva, sapeva che il tempo avrebbe messo a fuoco la situazione: avrebbe distrutto tutto per sempre oppure avrebbe fatto capire ad entrambi ciò che provavano. Era l’unica soluzione. O almeno sperava lo fosse.

 

Federico si sentiva tradito, Mika aveva deciso per entrambi e non gli aveva lasciato la possibilità di dire la sua, di provare a capire se quello che era successo lo voleva davvero o era solo un capriccio dettato dalla curiosità.

 

Passò quasi un mese da quella notte ma a Fedez sembravano passati minuti, il ricordo era così vivo nella sua memoria. Aveva continuato a vivere la sua vita, lavorando a tutti i progetti che aveva in cantiere per smettere di pensare, e quando anche quelli furono terminati iniziò a scrivere come se la mano gli bruciasse, perché scrivere per lui era sempre stato lo sfogo più grande, l’unico modo che aveva per buttare giù tutti i pensieri e quello che gli passava per la testa o dentro al cuore. Scrisse finché non iniziarono a tramargli le dita dal dolore. Esigeva una risposta da se stesso che però non riusciva o non voleva darsi. Sapeva che Mika gli mancava, non sentirlo e non poter sapere come stava lo logorava lentamente. Federico mangiava poco, si sentiva sempre stanco e il più delle volte aveva un’aria assente.

“si può sapere che ti succede?” sua madre stava guidando, avevano un impegno quel pomeriggio con una casa discografica ma Fedez era lì solo col corpo.

“mmh? niente...” si risvegliò per rispondere alla madre, ricadendo nel silenzio l’attimo dopo

“sono giorni che sei assente. Guardati hai la guance scavate ma stai mangiando?” 

“sì mà” 

“ti va di tornare qualche giorno a casa, mi faresti stare più tranquilla se potessi prendermi un po’ cura di te” gli occhi di Tatiana erano tristi, preoccupati e a Federico gli si strinse il cuore.

“possiamo cenare assieme stasera, ti va?” 

“certo” 

 

Passare del tempo con sua madre in fin dei conti era sempre una buona soluzione, per qualche ora Fedez si sentì più tranquillo e spensierato tra le mura di quella casa familiare in compagnia dell’unica persona che riusciva sempre a farlo stare meglio. Mangiarono di gusto, parlarono a lungo senza, però, mai entrare in discorsi che lui riteneva scomodi e scherzarono su alcuni produttori discografici convinti di governare il mondo. 

Federico a fine serata volle tornare a casa sua, Tatiana provò a convincerlo ma sapeva che il ragazzo era cocciuto come pochi, si accontentò di un bacio sulla fronte da parte di suo figlio e lo lasciò andar via.

  
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