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Autore: stardust94    07/01/2016    1 recensioni
Un semi-dio e una vampira
Può esserci luce oltre le tenebre?
Lui: occhi blu carattere: forte e determinato, figlio di Zeus e fedele alla donna che ama.
Lei: occhi di cremisi carattere: impulsiva e elegante, figlia di Dracula sempre fedele al suo cuore.
Lei: vampira dai nobili natali.
Lui: ragazzo semi-dio figlio di Zeus.
Il loro incontro, darà il via a una serie di disavventure a New York, che condurranno ad una guerra tra dei e immortali.
Riusciranno ad uscirne indenni e sopratutto, quale sarà la scelta di Jason...
Resterà un semi-dio o diverrà qualcosa di più oscuro per amore?
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I sette della Profezia, Jason Grace, Nuovo personaggio
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Capitolo 4
Fulger


Jason


Ero sveglio ma tenevo ancora gli occhi chiusi, avevo passato la notte a parlare di vampiri con Nico.
Gli avevo spiegato cosa era successo.
Della ragazza che mi aveva morso e di come, Percy e Piper mi avevano riportato in albergo.

Alla fine dopo averci pensato un po Nico era arrivato alla mia stessa conclusione.

- Non devi dirlo a nessuno -
Aveva detto il figlio di Ade quasi lapidario, io avevo capito cosa intendesse con quelle parole.
Mi stava chiedendo di mantenere questo segreto con tutti, Piper compresa.

In effetti non avrei saputo nemmeno cosa dirle, non mi era mai capitato di incontrare una vampira.
Dopo la chiacchierata Nico era andato via lasciandomi solo con i miei pensieri.
Alla fine mi alzai.
Raggiunsi il bagno e mi specchiai. Ero ridotto peggio di uno straccio avevo le occhiaie e gli occhi inniettati di sangue, sbuffai e togliendomi i vestiti li gettai nel cesto della biancheria.

Buttandomi poi sotto la doccia.

Ad ogni goccia fredda che scivolava sulla mia schiena, sentivo la tensione sciogliersi.
Finalmente mi rilassai chiudendo gli occhi e appoggiando entrambe le mani contro il muro piegai la testa in basso restando fermo.

Dopo qualche minuto ero uscito e mi ero cambiato. Ora indossavo una camicia azzurra cielo e un paio di jeans a vita bassa neri.
Mi specchiai di nuovo prendendo il telefono e chiamai Piper ma non rispondeva.

Guardai l'ora sul dislay e decisi di uscire a fare una passeggiata, indossai il mio giubbino marrone e un paio di scarpe da ginnastica nere poi uscì e mi diressi in città.

In verità non era solo per prendere un po d'aria che ero uscito.

Volevo tornare dove quella ragazza mi aveva morso, nella speranza di scoprire qualcosa in più. Percorsi la strada che portava al Colosseo quando sentì un fruscio alle mie spalle, mi voltai di colpo e la vidi.

Era in piedi davanti a me e si limitava a guardarmi. In altre circostanze avrei evocato subito un fulmine, ma per il momento volevo vedere cosa aveva in mente.

Provò ad avvicinarsi ma il mio sguardo le intimò di starmi lontano.

Non volevo che si avvicinasse ero pronto anche a scatenare il mio potere pur di allontanarla.
Lei si fermò guardandomi aveva i canini e le labbra sporche di sangue doveva aver appena bevuto.

- H-ho bisogno di...Te -

Le sentì sussurrare mentre affondava la testa contro il mio petto. Stringendo con la mano chiusa il tessuto della mia maglietta.

Non sapevo come reagire volevo fulminarla seduta stante ma qualcosa dentro di me me lo impedi. Sentivo le sue mani stringere la maglietta e feci per allontanarla, ma poi la mia calma ebbe il sopravvento sulla rabbia.

Lei stava piangendo.

Sgranai gli occhi e appoggiai una mano stringendole la vita, accarezzandola piano perchè si calmasse.
Era una situazione che aveva del assurdo ma non ero seccato dalla sua vicinanza.

Certo se Piper ci avesse visti così...Sarebbe diventata isterica.

Non mi staccai né la allontanai.
Piangeva e non sapevo perché è forse non era nemmeno il caso di chiederglielo.
Forse quelle lacrime le avevo provocate io.

Alla fine pensarci era inutile, piegai la testa in avanti appoggiando il mento ai suoi capelli. Mentre i singhiozzi si fermavano lentamente.

-Cosa è successo? - 
Domandai accarezzandole la schiena lei non mi guardò e non rispose, non subito almeno.

- Mi dispiace di averti morso - disse singhiozzando ancora un po, stringendosi nelle spalle.
- Non potevo f-fare altro - aggiunse poi strizzando gli occhi per non fare uscire altre lacrime.

La guardai serio.
Aveva bisogno di calmarsi un po non sapevo come reagire, la guardai e stetti fermo aspettando che si calmasse, prima di continuare, ma poi mi tornò in mente il posto dove avevamo bevuto la cioccolata.

Sorrisi calmo prendendole la mano.
- Vieni con me - dissi tirandomela dietro.

Lei mi guardò stranita ma poi mi seguì velocemente e senza parlare.
Tornamnmo in quel posto e ci sedemmo uno di fronte all'altra.

Lei non mi guardava sembrava dispiaciuta la guardai mentre lei non faceva che sospirare.
Feci un colpo di tosse.
- Allora sei una vampira vera...? - Domandai incerto se mi avrebbe risposto o meno.
Lei alzò lo sguardo verso di me e annuì.

-Sono la figlia di Dracula - disse per poco non mi strozzai con la cioccolata.

Rise esponendo i canini cosa che mi fece dubitare del mio autocontrollo.
La guardai e mi tornò in mente il morso. La sensazione di perdere lucidità e sopratutto sangue.
Portai una mano a massaggiarmi la gola un po a disagio.

- E tu...Cosa sei? - domandò guardandomi.
- Il tuo sangue era diverso...Aveva un retrogusto dolce -

Presi quelle parole fin troppo bene perchè risi. In qualche modo mi sembrava mi stesse facendo un complimento.
Tuttavia lei aspettava una risposta e la guardai smettendo di ridere.

Dovevo dirglielo che ero figlio di Zeus o Giove qualsivoglia?
Era inutile mentire il mio sangue aveva parlato per me così presi fiato e affermai

-Sono un semidio -

Lei sorrise di colpo poi si alzò e avvicinandosi si sporse fino a guardarmi in viso.
Aveva ancora il profumo del sangue addosso che si confondeva con quello che pareva il profumo del eternità Io la guardavo senza comprendere.

Il suo odore mi dava quasi fastidio alle narici, non sapevo perché però la sua vicinanza non mi dava fastidio stavo impazzendo?

Ne avevo affrontate di creature da quando avevo sconfitto Gea.
Ma quella era un altra storia.

Appoggiò una mano a contatto con la mia guancia era fredda come il ghiaccio.

 - Stai fermo...Non farà così male -

Disse mentre puntava gli occhi del tutto rossi al mio collo. Stavolta non mi sarei fatto mordere senza vendere cara la pelle!

Feci per spostarmi ma lei mi bloccò.

-Se ti agiti è peggio - disse, sentì le unghie conficcarsi nella spalla e gemetti appena per il dolore.

Poi la guardai lei guardò me e in quello scambio di sguardi capì che mi sarei dovuto dare una mossa.
Mi concentrai e sopra le nostre teste, al di fuori del locale cominciò una tempesta di fulmini che passando attraverso la finestra infransero il vetro come burro.

Le lanciai un fulmine contro, ma lei lo evitò.
Era veloce, ci ritrovammo davanti alla fontana di Trevi e vidi che l'acqua era rosso sangue.

Lei usò i suoi poteri e tentò di sommergermi io evitai due colpi su quattro poi rimasi sommerso dal sangue.

Riemersi e sputai tentando ancora di fulminarla.
Schivò l'ennesimo fulmine e mi prese la testa. In un attimo finì a gambe al aria battendo a terra la testa.
Mi faceva male ogni singola parte del corpo ma mi alzai stringendo l'elsa sulla mia spada di oro imperiare.

Scattai verso di lei deciso a finire quello scontro il prima possibile ma era un osso duro da battere persino per me.

Mi fermai solo quando riuscì ad afferrarla. Stringendole il collo con una mano la tenevo ferma. Era contro il muro con me davanti.

Ansimavo per le ferite e anche perchè ero per metà umano.

Da tanto io Percy e gli altri non combattevamo Mentre lei sembrava abituata.
Ansimava e io la guardavo. Stavo esitando ma non avrei dovuto esitare.

Alla fine la lasciai cadere a terra guardandola.
- Va via. Prima che cambi idea - dissi dandole le spalle.
Lei si alzò avvicinandosi.
Potevo sentire i suoi passi. Il rumore della sua risata e il tocco gelido della sua mano che mi sfiorava la guancia.
- Sei davvero un Fulger Jason - ridacchiò.

Non conoscevo benissimo il Rumeno ma sapevo cosa voleva dire quella parola.
Fulger, fulmine.
Mi girai afferrandole il polso torcendolo indietro contro la sua schiena.

- Lamia non farmi perdere la pazienza - ringhiai appena freddo.
Lei mi guardò seria non sembrava spaventata dalla mia reazione.
- Oh Jason...Tu non mi farai male - disse gemendo per la mia stretta.

Mi ero accorto solo in quel momento del suo soriso. Un sorriso freddo ma al tempo stesso bellissimo.
Improvvisamente una voce mi costrinse a lasciare la vampira.

Percy mi raggiunse e con lui cerano Annabeth e Piper.
Mi girai verso di loro mentre Leia scomparve al di là della via, diretta chissà dove.

Subito la mia ragazza mi saltò al collo per poi sgranare gli occhi.
- Jason! sei ricoperto di sangue! cosa è successo? - domandò preoccupata.

Io sospirai stringendola con la testa contro il petto. Le accarezzai i capelli ma seppure sarei dovuto essere felice di averla.

Il mio cuore era da un altra parte.


Leia


Li guardavo forse la ragazza era la sua fidanzata, ero spiazzata.
Salì ancora di più raggiungendo un ramo più alto del albero dove ero nascosta.

Nel ombra della notte i miei occhi erano indirizzati solo a lui.
Al giovane e coraggioso figlio di Zeus.

I suoi occhi ghiaccio sembravano ancora più belli così come il biondo grano dei suoi capelli era davvero bello, non riuscivo a smettere di guardarlo ma lui era fidanzato e probabilmente non gli interessavo.

Il suo sangue era davvero buono.

Sospirai e decisi di tornare al castello.
Tra poco mio fratello Diego si sarebbe svegliato. Se fossi rincasata al alba mi avrebbe quanto meno rimproverata.
Saltai giù dall'albero e mi diressi verso un portale che avevo aperto.

Oltre mi trovai di fronte il castello di Dracula sorvegliato da due guardie che scattarono sull'attenti per porgermi il saluto.
Volevo vedere Diego.
Dovevo fargli sapere di Jason e del fatto che lo avevo trasformato in un E.

Dovevo ma per qualche ragione non ne avevo voglia.
Varcai l'ingresso quando una voce seducente mi intimò di fermarmi.

Mi ritrovai contro il muro travolta da un bacio selvaggio e passionale dal quale mi staccai ringhiando.
Mi staccai e feci per andarmene contrariata ma Alexander si passò una mano tra i capelli neri e scoccandomi l'ennesima occhiata maliziosa mi afferrò per il polso.

- Dove credi di andare? - sussurrò leccandomi l'orecchio
Mi voltai e lo graffiai sulla guancia.
Ma sapevo che non sarei riuscita a scoraggiare uno perverso come lui.

-Lasciami ora- 
Mi liberai fulminandolo poi mentre sentivo quella sua fastidiosa risata, mi chiusi nella mia stanza.

 Non stavo bene cioè stavo peggio del solito. Non avevo bevuto più una sola goccia di sangue.

Un detto umano dice che si vive per amore ma si può anche morire di esso.

Solo ora che avevo incontrato Jason riuscivo a comprendere quanto fosse vero.
Mi sentivo davvero male, ma non era un male fisico ma un male psicologico che era molto peggio.
Andai verso la finestra.

Sistemando accuratamente il cappuccio della mantella scivolai fuori scendendo e decisi la mia prossima meta.
Volevo andare dal mio E.

Era il mio sangue a chiedermi di vederlo e forse...Anche io lo volevo vedere.

Riaprì il portale e lo attraversai ritrovandomi a poca distanza dal centro di Roma.
Non sapevo dove fosse Jason ma decisi che mi sarei affidata all'istinto.
Sarebbe stato il suo sangue a portarmi da lui.

  
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