Avevo stretto tra le mani il pacchetto di Winston Blue e l'accendino che avevo abilmente rubato al mio compagno di banco.
Possedevo una certa abilità nel rubare piccole cose alle persone; bastava distrarle un po' e il gioco era fatto.
Ma restavo pur sempre una persona onesta e sicuramente glielo avrei riconsegnato un giorno.. forse.
Ero agitata, e la prova era nelle mie mani. Stringevo il povero pacchetto di sigarette senza accorgermene; fortunatamente il suo contenuto non venne danneggiato.
Scesi le scale e raggiunsi il cortile dove trovai Giulia e la sua amica nascoste tre le automobili dei professori. Fumare era vietato nel nostro liceo, ma con un po' di furbizia si riusciva sempre a scampare dall'occhio attento dei sorveglianti.
"Ciao ragazze" mi introdussi, rompendo il silenzio. Nelle due ore precedenti lavorai con Alba per tranquillizzarmi, non potevo fare figuracce.
Mi conosco fin troppo bene: ogni qual volta che mi trovo davanti ad una situazione mai affrontata prima vado letteralmente nel panico e combino sempre mille disastri.
Lavorai molto su questo mio difetto, e solo negli ultimi anni stavo imparato a domarlo.
I primi due minuti trascorsero bene; accesi la mia sigaretta e feci finta di fumarla, sperando che non notassero la mia falsa.
"Piacere, io sono Anna e lei è Giulia" disse allungando la mano per stringerla alla mia.
"Sam.." non riuscii a finire il nome, venni rapita dall'agitazione.
Accidenti a te, Samantha! Pensai dentro di me.
Dopo tutti quegli esercizi di respirazione, fatti con Alba durante le due ore precedenti di italiano, avevo ancora il coraggio di cadere nel panico?
Raccolsi quante più forze riuscii a trovare in quel momento e schiarendomi la voce conclusi.
"Samantha, piacere".
Parlammo dell'incontro in auditorium e di quanto era stato noioso.
Andò tutto liscio, fino a quando Anna interruppe il discorso con fin troppa enfasi "Io ti ho già vista da qualche parte!" poi girandosi verso Giulia ".. è nel tuo Album dei volti" e sulle sue labbra si dipinse un sorriso compiaciuto. Il modo in cui mi guardò dopo mi fece rabbrividire.
Giulia gettò a terra il mozzicone prosciugato e buttando fuori tutto il fumo che aveva inspirato rispose.
"sì, può darsi".
Questa fù la seconda volta in cui morii. Non avevo mai udito una risposta così indifferente ed irritata. Come aveva potuto dimenticarmi?
Effettivamente chi volevo prendere in giro? Ero soltanto una ragazza su chissà quante che lei aveva conosciuto e fotografato. Quel complimento sarebbe stato soltanto frutto della sua quotidiana gentilezza. Nulla di serio, nulla di significativo. Ma questo per lei, non per me. Mai.
Gettai pure io la sigaretta, non era nemmeno a metà, e mi congedai "Vado, devo ripassare per una verifica. Buona fortuna per la tua interrogazione.", tornai in classe e trovai Alba seduta sulla mia sedia ad aspettarmi. Le raccontai tutto.
Passai tutto il pomeriggio a pensare a ciò che disse quella dannata ragazza. Piansi.
Meno male che c'era la mia piccola Micia a consolarmi. La trovai un giorno nel prato sotto casa mia in fin di vita. La portai subito dal veterinario e riuscì a scampare alla morte; da quel momento non mi lasciò più.
Una settimana dopo, come la normale routine dettava, mi svegliai ed entrai in Twitter.
Avevo un messaggio.
Chi sarebbe mai stato? Tommaso, pensai. Quel ragazzo ci provava con me dalle medie, ma da parte mia aveva ricevuto soltanto rifiuti. Sapevo bene cosa desiderava da me. Avrei tanto voluto regalargli una bambola gonfiabile, almeno avrebbe finito di importunarmi. Presi seriamente in considerazione l'idea ogni tanto, ma poi finivo sempre per graziarlo.
Rassegnata aprii la casella dei messaggi.
Giuls_PH:"Ciao Sammy, ho cercato di contattarti su Facebook ma non mi hai risposto .." effettivamente non usavo mai Facebook, realizzai dopo tanto tempo di possedere ancora un profilo "..ma per fortuna ti ho trovata qua. Volevo ringraziarti di nuovo per la sigaretta, e dirti che mi ricordavo di te. Non potrei mai dimenticare 'la ragazza dagli occhi profondi e tutti da scoprire '. Ci vediamo all'intervallo al posto di ieri?".
Dovrebbero essere tutte così dannatamente speciali le mattine, pensai con un sorriso ebete stampato sulle labbra.
Ma nonostante tutto ero ancora infastidita dalla risposta del giorno prima; quindi decisi di fare il suo stesso gioco.
"Va bene."
Cosa aveva in mente quella ragazza? Perchè il giorno prima aveva fatto finta di non conoscermi?
Un'infinità di domande iniziarono a scorrermi per la testa.
Forse avrei dovuto placare la mia felicità.