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Autore: Prandaman    09/01/2016    1 recensioni
Azeel, disertore del clan Yamkath, ha deciso di abbandonare ogni cosa per seguire la propria brama di potere. Il suo egoismo lo porterà in una delle più grandi città del regno limitrofo, capitale di ogni vizio e sensazione umana che gli era stata negata in gioventù; ma in lui scorre il sangue del Matto, un marchio maledetto che non si può cancellare con tanta facilità: strascichi del passato torneranno a tormentare la nuova vita peccaminosa da lui intrapresa, in un escalation di eventi che influenzerà il destino di migliaia di persone a sua insaputa.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uno scroscio d'acqua si abbattè sull'uomo ,interrompendo il piacevole sonno per farlo entrare in un nuovo e perverso incubo. Il violento risveglio turbò il malcapitato, che non riconobbe più i lineamenti del proprio pregiato letto dove si era coricato la sera precedente ma si trovò scomodamente appoggiato sopra una sedia di legno.
Perse inevitabilmente l'equilibrio e si rovesciò sul pavimento della camera senza possiblità di muoversi liberamente: ogni tentativo di proteggersi durante caduta venne negata dalla tenace resistenza di un paio di corde che gli cingevano caviglie e talloni trasformandolo in un corpulento insaccato.

"Ben sveglio ,Sir" udì l'uomo dietro di se; era una voce scanzonata ed impertinente, un timbro assolutamente sconosciuto e potenzialmente pericoloso.
La figura spaventata, immersa nel pigiama di seta, girò goffamente lo sguardo per posarlo prima di tutto sulle decorate abat-jour accese che irradiavano la solita e piacevole luce dal dolce tepore, eppoi sulla grande finestra vetrata che copriva la parete Est, spalancata verso l’esterno per dare così possibilità alla frizzante aria della sera di entrare.
Ed infine fu il turno del misterioso intruso che pronunciò la frase di benvenuto, un uomo calvo e dalla corporatura robusta intento ad issare qualcosa sopra la sedia. Solo quando si rese conto che l'oggetto delle di lui attenzioni era un robusto cappio, i pensieri del prigioniero cominciarono a focalizzarsi su nefasti presagi, confermati dall'intruso con un lieve sorriso carico di follia:
"Sir,E' tempo di morire...".
Come un salmone appena pescato e posizionato sulla barca si agita per ritornare in acqua, così il figuro si dimenava impaurito ,ma al contrario del muto abitante dei mari, lui gridava ed invocava aiuto a squarciagola.

"Guardie! Guardie! ..." ; ma nessuno accorse alle sue suppliche e l’usurpatore non sembrò minimamente preoccupato, avvicinandosi alla vittima ed inginocchiandosi al capezzale come se i suoi occhi color smeraldo volessero dare un ultimo saluto.

"Sir,non le consiglio di sprecare prezioso fiato in maniera così futile: i suoi scagnozzi non verranno . Ma non si preoccupi, al contrario di lei domattina loro si risveglieranno, anche se con un grande mal di testa" rispose quasi volesse confortarlo, sfiorando con le dita del guanto di velluto gli zigomi del prigioniero. Quando vide fuoriuscire la prima lacrima, lo sollevò dal freddo pavimento con le braccia muscolose che cercavano di farsi spazio nella stretto completo di pelle color ebano.
Nonostante le suppliche e le doverose resistenze, il misterioso pelato non ebbe problemi o scrupoli a far salire il "salame" sulla sedia e a metterli il cappio attorno al collo, quasi fosse un gesto a cui era dannatamente abituato.
Terminato l'allestimento del macabro rito, l'ombra scomparve dalla vista per qualche istante, giusto il tempo per recuperare un 'altra sedia e posizionarsi davanti al condannato a morte; incrociò gli stivali davanti a se ed iniziò a stirarsi i muscoli degli arti superiori spalancandoli sopra il proprio lucente capo .

"Sir, posso comprendere il suo sgomento , ma per fortuna la notte non è ancora terminata e non avendo il desiderio di sgattaiolare in giro con sta pioggia, sarò ben lieto di intrattenermi ancora un pò in casa sua...." disse facendo un cenno in direzione della finestra. L’anziana e futura vittima seguì il suo consiglio e perse il proprio sguardo attraverso la ricca vetrata che dava sull’immenso giardino: dapprima si udivano solo i rilassanti e classici suoni della natura notturna, eppure cinguettio dopo cinguettio si iniziò a percepire le prima gocce cadere sulle foglie degli alberi, un lento ed inesorabile crescendo che riusciva a coprire ogni altra melodia.
In altri frangenti il mercante sarebbe rimasto colpito da una previsione così precisa, ma il suo cuore non faceva altro che battere per la propria incolumità e chiese il motivo di tale aggressione e quali fossero le sue intenzioni;un quesito legittimo che l'assassino si aspettava.

"Sir, tralasciamo di rispondere con un 'ovvietà alla seconda domanda , direi di concentrarci sulla prima. Lei mi chiede il perchè....be, io non la conosco personalmente e potrei con sicurezza affermare il viceversa, per cui, escludendo motivazioni personali in senso stretto, non rimane che puntare sul movente economico" gli disse in tono quasi saccente, quasi impersonasse un maestro che cercare di far seguire un ragionamento logico al proprio allievo : che fosse un modo per umiliare ulteriormente la vittima? Il paffuto prigioniero rimase in silenzio attendendo che l' interlocutore continuasse.
"Ebbene si, non faccio mistero di aver ricevuto una discreta somma in cambio della sua testa appesa al soffitto a mò di lampadario: il mio cliente doveva avercela davvero tanto con lei se è arrivato a pagare questo tipo di servigi. Ma in fondo , chi non sognerebbe la vendetta per una figlia ingiustamente perduta a causa sua? In tempi difficili come questi la giustizia è un lusso che solo pochi possono concedersi e questo ... be… non fa che aumentare il giro di affari del sottoscritto: mi sa che prima o poi mi toccherà fare un regalo a quel corrotto del governatore ".

Quelle parole non fecerò che terrorizzare ancora di più l'impiccato , il quale , non riuscendo a trattenere la rabbia per quella fine così misera, si accanì contro l'assassino.

"S-sei ...sei...un fottuto mercenario senza scrupoli, una bestia!" gridò il mercante mentre cercava di non perdere l'equilibrio, la corda stretta cingolava in continuazione ed una mossa falsa gli sarebbe costata il collo. Solo mettendosi in punta di piedi riusciva a respirare con regolarità

"Probabilmente ha ragione , Sir : ne io ne lei avremo mai un posto garantito in Paradiso, sempre che esista; tuttavia anche fra i mostri esistono dei distinguo ed io,al contrario di vossia, vado fiero di essere quello che sono; non mi nascondo dietro false maschere da buon mecenate per approfittare di giovane fanciulle e dare sfogo ai più beceri e macabri istinti, cosa che non si può dire di lei, principe degli ipocriti."
L’assassino sii alzò di scatto in direzione del mercante, avvicinandosi al viso brizzolato e trafiggendolo con uno sguardo carico di pazzia.

"Si, io sono feccia, la feccia che vuole possedere ogni cosa su questa terra finchè il Dio della Morte me lo concederà: soldi ,potere,donne,..tutto mi appartiene e tutto mi apparterrà a tempo debito,perciò si goda gli ultimi istanti della sua vita, perchè presto la baratterò per una bella manciata di monete sonanti!" .

L’anziana vittima non riusciva a trattenere la sua angoscia ed il desiderio incontrollabile di fuggire era solo frenato dalla traballante appoggio che stava cominciando pericolosamente a spostarsi verso sinistra. Conscio che ogni supplica sarebbe stata vana, il mercante propose uno scambio: i suoi più prezioso gioielli celati in qualche anfratto della casa in cambio della liberazione; l'intruso cominciò a rimuginare ,accarezzandosi il mento

"Un 'extra? In effetti per ora il bottino trovato nelle stanza non è molto cospicuo e la sua offerta mi farebbe risparmiare tempo; facciamo così: se mi dirà l'ubicazione della sua fortuna e la chiave per accedervi, considererò già esaudito il mio contratto, ha la mia parola."

Il corpulento uomo dipinse un sorriso assai nervoso sul proprio volto e, confidando nella parola del mercenario, gli rivelò dove si trovavano i propri averi, nascosti dentro una statura nella camera adiacente.L'assassino non si fece attendere e si diresse immediatamente a riscuotere la refurtiva, tornando dopo una decina di interminabili minuti con una sacca capiente sulla spalla che ripose in uno zaino del medesimo colore della notte.

"Sir, io sono un uomo che rispetta i patti, per cui mi limiterò a lasciare la sua dimora per non farvi più ritorno" pronunciò con un sorriso apparentemente sincero , euforico al solo pensiero di quanti soldi avrebbe guadagnato dalla loro vendita.

La pioggia stava finalmente smettendo, per cui il figuro si preparò ad uscire dalla finestra, inebriato dall'odore dell'erba umida e dal suono di un paio di grilli.

Prima di calarsi dall’edificio però, l’assassino si girò un ultima volta per salutare la sua vittima .
"Ah Sir, mi son scordato di dirle che durante la mia perlustrazione , ho inavvertitamente fatto scappare il suo "animaletto da compagnia" che teneva segregato nella stanza nascosta in cantina; purtroppo mi sono fatto intenerire dai quegli occhioni...maledizione, sto diventando troppo sentimentale!"

Il mercante impiegò qualche secondi prima di comprendere a cosa si stesse riferendo l'intruso, reagendo con un'espressione che era l 'emblema stesso della preoccupazione: quel momento di confusione venne interrotto da un rumore di passi lenti e pesanti, che si fermarono proprio alla soglia della camera che occupavano; la maniglia si piegò producendo un fastidioso stridio metallico, per poi venire spinta con molta delicatezza verso la parte opposta.
La luce delle lampade accolse una’esile figura di donnai vestita solo di stracci logori , con brandelli di catene arrugginite sulle membra e vistosi echimosi e ferite sulle porzioni corpo non celate da alcun tessuto.
Un tempo doveva essere una graziosa fanciulla dagli occhi celesti, ma dopo tutti quei mesi o forse anni di soprusi, non rimaneva che una carcassa senza linfa e un paio di pupille opache per l’oscurità sopportata .

"C-Cassandra?" commentò il mostro d'uomo in preda all'angoscia.

"Oops,mi devo essere fatto seguire come un dilettante: oggi non ne combino una giusta! Comunque il tempo a mia disposizione è terminato Sir, le auguro una buona continuazione di serata a lei e al suo devotissimo animale che muore dalla voglia di ringraziarvi per l'ospitalità, alla prossima " disse prima di congedarsi definitivamente dalla scena.

A nulla valsero le ultime preghiere e gli spergiuri del ricco uomo condannato, che strillò a pieni polmoni per svariati secondi fino a che un tonfo di sedia non preannunciò la fine di quel supplizio. Il ladro sgattaiolò in fretta dalla tenuta scavalcando il muro di cinta con pochi e silenziosi movimenti delle gambe, una elegante danza che lo portò sulla strada maestra, giusto in tempo per approfittare di una carrozza a vapore di passaggio che stava costeggiando la proprietà: si sedette sul tettuccio del mezzo di trasporto, incrociando la gambe e lasciandosi trasportare dal vento e dal rumoroso ma non fastidioso suono di quella diavoleria meccanica sfoggiata dai ricchi come un trofeo: era uno dei simboli del potere e presto o tardi sarebbe finito nelle sue mani, come tutto il resto su cui poteva appoggiare lo sguardo...
   
 
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