"Solo noi"


Buio.
Luce.
Buio.
Buio.
Corsa verso la luce.

Gatomon aprì gli occhi, ma fu costretta a richiuderli a causa dell’intensa luce.
Le girava la testa, e aveva la memoria confusa.
Sentiva addosso qualcosa di morbido, forse stoffa, ma stranamente familiare.
Si fece forza, e aprì nuovamente gli occhi. La luce la accecò
ancora, ma lei mantenne gli occhi ostinatamente aperti.
La vista era offuscata, e quindi portò le mani al viso. Poi le vide.
Mani. Rosa.
Cinque dita.
Allarmata, si guardò il corpo.
Quello della dolce gattina bianca era sparito.
Al suo posto, Gatomon aveva un corpo umano.
Poi vide cosa aveva addosso.
Allora non si era sbagliata; quello era davvero il mantello di…
“Wizardmon?”
“Ti sei svegliata”
Gatomon si tirò su a sedere e guardò nella direzione dalla quale proveniva la voce.
Vide un ragazzo seduto accanto a lei, con i capelli biondo scuro legati in una coda, e le orecchie a punta.
“Wizardmon?” ripeté.
“Si, sono io” confermò il ragazzo.
In effetti gli somiglia pensò Gatomon.
Però…era…umano!
Poi ricordò che lo era diventata anche lei.
“Che è successo?” chiese.
“Non lo so” rispose l’amico “ Per ora direi di cercare dell’acqua dolce e dei vestiti decenti”
I due si guardarono.
Gatomon aveva il mantello blu di Wizardmon legato addosso a ‘mo di vestito.
Wizardmon, invece, aveva la solita tuta gialla, ma ora sembrava rimpicciolita. O forse era cresciuto lui.
Il ragazzo si alzò.
“Vieni” le disse.
Le tese la mano, priva dei soliti guanti.
“Dove siamo?” chiese lei alzandosi.
“A occhio e croce siamo su un’isola”
“Mmm, già”
Dietro di loro, la foresta.
A destra e sinistra, la spiaggia.
Davanti, il mare.
“Andiamo”
E si diressero verso la foresta.

Dopo un po’ arrivarono a un ruscello con l’acqua limpida limpida che arrivava a mezza vita.
Gatomon fissò l’amico.
“Vai pure” le disse.
Ma lei continuava a fissarlo.
Wizardmon capì al volo cosa voleva dire l’amica.
“Non ti guardo, giuro” disse, anche se moriva dalla voglia.
E si sedette dandole le spalle.
Lei lo fissò ancore per un istante, poi si slacciò il vestito improvvisato e si tuffò.
L’acqua era tiepida, e si stava benissimo.
“Vieni” gridò all’amico.
Lui si girò “Sicura?”
“Dài, vieni!”
Allora anche Wizardmon si immerse nel fiume.
Gatomon girò sott’acqua attorno al ragazzo, e quando fu dietro di lui, gli saltò addosso “Preso!” gridò.
Al contatto con il corpo di Gatomon, Wizardmon arrossì.
Poi però la felicità ebbe il sopravvento, e entrambi si misero a giocare. Si fermarono solo quando
fece buio. Allora si sdraiarono sull’erba.
Gatomon prese parola.
“Sono contenta di stare qui, con te”
Poi si sporse verso l’amico, e le loro labbra si incrociarono.
Dentro Wizardmon un incantesimo si spezzò. Come ho fatto a vivere tutti questi anni senza di te? Si chiese.
Poi ricambiò il bacio, prendendola dolcemente per i fianchi.
“Solo noi” sussurrò lei.
Quella notte le stelle vegliarono su di loro.