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Autore: bluemoon89    09/01/2016    0 recensioni
A causa degli ultimi avvenimenti su Lian Yu, Amanda Waller recluterà Slade Wilson per conto dell'ARGUS dandogli una missione in solitario.
Da un semplice recupero di un ex membro della Squadra Suicida, ci sarà dietro una mente malata pronta a tutto nel portare a termine il suo progetto di creare un'arma perfetta...utilizzando lo stesso Slade!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Dinah 'Laurel' Lance, John Diggle, Slade Wilson, Thea Queen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 9

-il tuo piano quale sarebbe-fece Slade dopo aver ricevuto un messaggio e trovato da dove lo aveva mandato ci andarono.-faccio l'esca e voi tre prendete il cattivo?-
-fortunatamente sei un esca e non devi pensare a questo.-disse Diggle.
-sicuramente il mio piano sarebbe migliore del tuo...qualunque esso fosse-fece Slade.-ma sono solo un esca...per adesso.-e si avviò.
-pensi sul serio che ci sia cascato.-chiese Black Canary.
-quello vecchio no...e non penso nemmeno quello di adesso-rispose Diggle.-stiamo attenti.-
Mentre Slade entrava dalla porta principale di una fabbrica abbandonata, i tre vigilanti entrarono di soppiatto.
Apparentemente era vuoto, ma non mancarono le sorprese.
Infatti vennero attaccati da dei robot e tutti e quattro li dovettero affrontare. Fu a causa di quello scontro che scoprirono che Slade possedeva ancora il Mirakuru...la cura non gli aveva fatto effetto.
A scontro finito sentirono battere le mani.
Tremar si fece vedere.
-sono sempre stato una persona previdente-iniziò Tremar.-molte persone mi hanno detto che non apprezzo la vita umana...ma si sbagliano...godo di vedere quei piccolo insetti travagliare in ciò che chiamano " sentimenti ".-
-di che cosa stai parlando.-chiese Diggle.
-nell'arco della mia carriera mi sono sempre definito un artista...e come tale si evolve verso un qualcosa di migliore e perfetto-iniziò Tremar ignorando l'affermazione di Diggle.-la mia preparazione in bottega è stato l'esercito...la mia arte è stata raffinata, ma era solo un inezia rispetto al mio capolavoro. Tutti aspirano a diventare un grande artista, ma non sempre ci si riesce.
-così come un buon apprendista uscì dalla mia bottega e cercai la mia strada. Ho avuto molte cavie, ma il mio successo lo ebbi con la creazione di Tic Toc Tac. Un capolavoro, pensai allora, ma scoprì ben presto che sua sfoga esplosiva mi avrebbe portato a ciò che fin dall'inizio cercavo e che inutilemente volevo ricreare...ho scritto un libro al riguardo...capitolo sull'immunologia.
-quando ho incominciato ad operare su di te-volgendosi lo sguardo a Slade.-mi sentivo come un grande artista che ha raggiunto il proprio massino...come un Leonardo, un Michelangelo, un Donatello...tutti grandi nomi, ma che non hanno osato. Loro non hanno osato dare un colpo di bianco alle loro pitture o distruggere ciò che hanno costruito per ricreare qualcosa di superiore alla precedente.
-compresi che quello che ho fatto...andava ben oltre. Non sono solo uomo...un essere che con il suo intelletto ti crea...può essere solo una divintà. Una divinità...una divinità, ma come nella Bibbia...la sua creatura si ribella al suo Dio scatenando la sua ira e lo punisce. Non sono stato io a punirti della perdita di memoria...sono stati i sciocchi sentimenti di quella donna a farti allontanare da chi ti ha dato la vita...cancellandotela.
-quando un giorno ti chiederai perché la cura non funziona poiché il tuo sistema la considera come una minaccia e come tale la annienta, della tua forza, dei tuo riflessi, il fatto che sai usare il 90% del tuo cervello riuscendo a pensare di più delle persone comuni e giocare di anticipo sulle azioni del proprio avversario...ma pur sempre inferiore del suo creatore.
-questo lo devi a me e solo al me...sono io ti ho creatore e io ti posso distruggerti e non mi faccio mettere i bastoni fra le ruote da una donna che non riesce a gestire le sue emozioni quando riguardano te. Solo io posso decidere del tuo destino, sono io che tu dovrai ringraziare quando questa città bruciera con tutte le persone, partendo da quella dannata donna che tu a...-
Ci fu un colpo secco che trapassò il cervello del dottore che cadde a terra priva di vita.
Si intravide una figura, ma nient'altro.
Ciò permise a Slade di tagliare la corda.

Diggle ritornò a casa piuttosto distrutto.
-sembra che ti hanno messo sotto.-fece la moglie vedendolo rincasare.
-sarebbe stato meglio che sentire quel monologo di Tremar che si credeva una divinità.-disse Diggle.
-che è successo.-chiese Lyla.
-Tremar è morto...un cecchino-rispose Diggle.-Slade invece ha perso la memoria e...anche se non ricorda chi è Oliver Queen e quello che è successo fra loro sull'isola...è sempre pericoloso perchè ha ancora il MiraKuru e l'antidoto non gli ha fatto effetto.-
-come non gli ha fatto effetto.-esclamò Lyla.
-Tremar ha parlato di un libro che ha scritto...capitolo sull'immunologia-disse Diggle.-ho trovato quel libro...pare che il sistma immunitario di Slade si ricordi del Mirakuru e Tremar lo ha fatto riaffiorare nel suo corpo...questa volta con nessuna cura lo può salvare.-
-non sarà una notizia che la Waller piacera, se lo saprà.-disse Lyla.
-se è come quel soldato...se la caverà e di certo passerà del tempo prima che lo ritroviamo morto.-disse Diggle.
-che cosa pensi.-chiese ad un tratto Lyla.
Diggle la guardò.-penso che se avessi ucciso Tremar quando avevo l'occasione e non di consegnarlo...tutto questo si poteva evitare.-
-non potevi immaginare che potesse scappare.-disse Lyla.
-quei soldati era sempre delle sue cavie-fece Diggle.-non posso non sentirmi responsabile di quello che è accaduto stanotte.-
-John non è colpa tua.-disse Lyla.
-la Waller non lo avrebbe reclutato...e tutto questo stanotte non sarebbe successo.-disse Diggle.
-pensi che Slade Wilson sia una minaccia.-chiese Lyla.
-come mercenario si...ma non per noi, almeno che non lo ingaggiano per ucciderci...e non sarà per la sua questione personale.-rispose Diggle.
Lyla non seppe che cosa dirgli per non farlo sentire in colpa delle sue scelte fatte in passato.
-di una cosa sono sicuro-disse l'uomo.-vi proteggerò...nessuno vi farà del male.-
Lyla fece un leggero sorriso e l'abbracciò.
Nel frattempo Slade si era allontanato dalla città.
Non aveva una meta, ma di certo sapeva quello che voleva cercare.
Voleva trovare quella donna, che forse aveva ucciso Tremar, la quale forse aveva delle risposte. Lo aveva colpito per salvarlo...da cosa e da chi? Tremar era pazzo e di certo non voleva essere il suo giocattolo. Quella donna chiunque fosse aveva quelle risposte e anche del suo passato su chi era.
Dopo essersi cambiato andò in un locale.
Si mantenne in disparte e cercò di avere un basso profilo.
Secondo quei tre aveva un legame con loro e con i nomi che l'uomo gli disse, la ragazza vestita di rosso aveva un particolare astio nei suoi confronti. Disse che era un mercenario e un assassino...da come lo diceva pareva che gli avesse portato via qualcuno di importante senza un motivo. Poteva avere ragione sul mercenario e assassino, no che non avesse un motivo per aver fatto quello che aveva fatto...se lo aveva fatto.
Scosse la testa.
-non ti ho mai visto...sei nuovo.-chiese il barista vedendo una faccia nuova.
-più o meno.-rispose Slade.
-non sei di qui...di dove sei-chiese il barista.-dal tuo accento sembri australiano.-
-può darsi.-disse Slade.
-di dove.-chiese il barista.
-sempre in giro-rispose Slade.-forse un giorno ci ritorno.-
-una volta ho aperto un'attività con un amico-raccontò il barista.-l'attività andò benissimo, ma dovetti ritornare qui per dei problemi famigliari...ma ogni anno ricevo ricevo dell'autentico rum australiano-e glielo versò.-almeno questo è più autentico di questo posto.-
Slade bevve un sorso.
-ti fa riaffiorare i ricordi, vero?-fece il barista.
-spero proprio di si-disse Slade.-lascia la bottiglia.-
Il barista gliela lasciò dicendo che era un suo omaggio.
Mentre beveva, aveva come la sensazione che ci fosse un legame con delle persone attorno a quella bottiglia e avrebbe scommesso qualsiasi cosa che c'entrasse quella donna. Non sapeva come, ma avrebbe scoperto chi erano e forse gli avrebbero detto chi fosse veramente, anche se quell'aspetto un pò lo spaventava.
   
 
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