Crossover
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Autore: Odinforce    09/01/2016    4 recensioni
In un luogo devastato e dominato dal silenzio, Nul, un essere dagli enormi poteri si diverte a giocare con i mondi esterni per suo diletto. Da mondi lontani sono giunti gli eroi più valorosi, pronti a sfidare le loro nemesi che hanno già sconfitto in passato. I vincitori torneranno al loro mondo, siano i buoni o i malvagi. Saranno disposti ad obbedire alla volontà di Nul?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic Capitolo 32. I due profeti del vitello d’oro
 
Jake Sully aprì gli occhi. Era così buio che non faceva molta differenza, ma per lui non era un problema; la sua vista di Na’vi penetrava le tenebre meglio di quella umana. Non riusciva a vedere molto lontano, ma di una cosa era certo: non era più tra le rovine di una città, bensì in uno spazio vuoto e freddo; appoggiava i piedi su un pavimento liscio e lucido, simile a parquet.
« Cavolo... e adesso dove sono finito? » borbottò esasperato. Era stufo di ritrovarsi improvvisamente in luoghi sconosciuti.
« Jake? »
« Eh? Chi va là? »
Si voltò di scatto, mettendosi in guardia. La voce gli era familiare, ma la prudenza non era mai troppa.
« Sono io, Hellboy! »
La sagoma del suo rosso alleato apparve nel suo campo visivo, emergendo dalle ombre. La fiamma di un accendino illuminava il suo viso contrariato. Jake si rilassò.
« Red! Meno male... stai bene? »
« Sì, una meraviglia » grugnì Hellboy. « Ma che diavolo succede? Dove siamo? »
« Stavo per chiederti la stessa cosa, perché non ne ho idea... ci sono finito all’improvviso. »
« Lo stesso vale per me. »
« Jake? Red! Siete voi? »
I due compagni si voltarono, attirati dalla nuova voce. Dal buio videro partire il fascio di luce di una torcia, stretta tra le mani di Lara Croft. L’archeologa apparve stupefatta di vederli.
« Lara! »
« Grazie al cielo, vi ho ritrovati » disse lei. « State bene? Dove sono gli altri? »
« Non lo so, mi dispiace » rispose Jake. « Sta succedendo qualcosa di molto strano qui... com’è che all’improvviso ci stiamo ritrovando tutti in questo posto? »
« Bah, aggiungilo pure alla lista dei misteri che dobbiamo ancora risolvere » commentò Hellboy. « La cosa comincia a stufarmi, se proprio volete saperlo... »
« Oooh la mia testa... »
I tre tacquero di nuovo. Si voltarono, puntando le loro fonti di luce nella stessa direzione, e a pochi metri di distanza trovarono Po, visibilmente frastornato.
« Po! » esclamò Lara.
« Uhm? Ra-ragazzi! Oh, grazie al cielo... state bene? Che vi è successo? »
« E quattro » contò Jake. « Vediamo di fare una cosa alla volta, d’accordo? Ormai è chiaro, per qualche motivo ci stiamo radunando tutti in questo posto... aspettiamo di trovare anche gli altri, poi ci occuperemo di tutto il resto. »
I quattro compagni si avvicinarono l’uno all’altro, cercando di stare compatti. Anche con la scarsa luminosità potevano constatare le condizioni in cui ognuno di loro versava: apparivano malconci, come se fossero appena usciti da una dura lotta. Lara aveva persino nuove armi, tra cui una specie di antico martello, e Po stringeva tra le mani un rotolo di pergamena.
Per un po’ non parlarono, aspettando di sentire altre voci o movimenti nell’oscurità che li circondava... ma nulla cambiò. Attesero per circa un minuto, ma i Valorosi che ancora mancavano all’appello non fecero la loro comparsa.
« Qualcosa non va » osservò Jake, preoccupato. « Dove sono gli altri? Perché ancora non si vedono? »
« Forse avranno trovato traffico » commentò Hellboy. « O forse non gli è accaduto quello che è accaduto a noi. »
« Che cosa vuoi dire? »
« Io ricordo di aver incontrato Nul. Mi ha fatto i complimenti per aver battuto il mio nemico e ci siamo stretti la mano. A quel punto si è fatto tutto buio, e mi sono ritrovato qui. »
Gli altri compagni tacquero, visibilmente sorpresi da ciò che avevano appena sentito. Uno dopo l’altro ammisero di aver subito la stessa cosa: avevano incontrato un individuo alato dal volto coperto, e dopo avergli stretto la mano erano precipitati nel buio.
Ma se era successo a tutti i Valorosi, perché mancavano ancora tre di loro all’appello?
« Bah, non possiamo restare qui in eterno » tagliò corto Hellboy, « e il buio non ci aiuta per niente. Qualcuno riesce a vedere l’interruttore della luce? »
« Ehi, forse l’ho trovato! » intervenne Lara. L’archeologa aveva puntato il fascio della torcia verso il muro, dove stava un pannello con vari pulsanti e interruttori. Ne premette alcuni, e l’ambiente fu illuminato subito dopo da luce artificiale.
I quattro compagni si trovavano all’interno di uno stadio. Era molto grande, con lunghe file di tribune e il tetto coperto che impediva la vista del cielo; il campo da gioco era di pallacanestro. Sembrava tutto in buone condizioni, benché deserto. Con grande delusione dei presenti, degli altri Valorosi non c’era traccia.
« Guardate » disse Jake, indicando verso il campo. « Laggiù c’è qualcosa. »
I Valorosi si avvicinarono, percorrendo l’area di gioco. Sul pavimento giacevano diverse sagome di cartone, più il corpo esanime di un uomo riverso a pancia in giù. Jake ed Hellboy si concentrarono su quest’ultimo, cercando di identificarlo: era un uomo di colore, alto e senza capelli; indossava una divisa da pallacanestro, bianca, sulla cui schiena recava il cognome e il numero.
Jordan – 23
« Pazzesco » borbottò Hellboy, fissando quella scritta. « È proprio lui... Michael Jordan. »
« Cosa? » fece Jake, più incredulo. « Quel Michael Jordan? Il campione di pallacanestro? »
Il rosso annuì. Lo conoscevano entrambi, sebbene ne avessero solo seguito le gesta da uno schermo televisivo. Per Jake quell’uomo era morto da secoli, ma non cambiava nulla: Michael Jordan era una leggenda nella pallacanestro, uno dei più famosi giocatori al mondo.
« Non ha senso... perché si trovava qui? Non era mica un eroe! »
« Non lo era nemmeno Michael Jackson, eppure abbiamo visto anche lui » osservò Hellboy. « È incredibile come riusciamo ancora a stupirci per tutto ciò che troviamo in questo dannato mondo. »
« Qui c’è qualcos’altro che vi stupirà parecchio » intervenne Lara, poco lontano. Lei e Po stavano esaminando le sagome di cartone sul pavimento, fissandole con un misto di orrore e stupore. Jake e Hellboy si avvicinarono, per capire di cosa si trattava.
Le sagome raffiguravano diversi personaggi: due conigli antropomorfi, un papero, un gatto e un maialino; indossavano la stessa divisa di Michael Jordan. I loro occhi erano spenti, la loro immagine sbiadita come se si trovassero lì da mesi. Poco più avanti, sull’altra metà del campo, i Valorosi trovarono altre cinque sagome, molto più grandi: queste raffiguravano esseri mostruosi, alti e grossi, con una divisa nera da pallacanestro. Doveva trattarsi della squadra avversaria.
« I Looney Tunes » disse Hellboy, dopo aver esaminato ogni personaggio. « Erano loro, non ci sono dubbi. »
« Esatto » convenne Lara, con aria tetra. « Li ho riconosciuti anch’io... guardavo i loro cartoni animati, quando ero piccola. Bugs Bunny... Duffy Duck... Porky Pig... il gatto Silvestro. Non riconosco la ragazza, però. »
« Lola Bunny » rispose il diavolo. « Era apparsa nel film Space Jam, me lo ricordo bene. C’erano tutti... e c’era anche Michael Jordan. È questo che stiamo guardando, ragazzi: lo stadio, i giocatori... qui c’è stata la partita tra Looney Tunes e Monsters! »
I quattro compagni si guardarono intorno, sconvolti ancora una volta. Po era il più confuso del gruppo: non sapeva cosa fosse un cartone animato né la pallacanestro... ma come gli altri, percepiva ugualmente il senso di vuoto e di morte che permeava l’intero luogo.
Fu subito chiaro per tutti, senza perdersi in supposizioni. Erano sul luogo di un’altra tragedia; non un’altra battaglia, ma comunque una sfida ai danni di personaggi innocenti... cartoni animati, idolo di molte generazioni. Neanche loro erano al sicuro dalle mire di Nul.
Non c’era nulla che potessero fare in quel luogo desolato, così i quattro decisero di andarsene, passando attraverso un’uscita di emergenza.
Non appena misero piede fuori, il gruppo scoprì di trovarsi di nuovo nella città dei Senzavolto, quella che avevano tentato di lasciare. Strade e edifici li circondavano, come un normale ambiente urbano; il solito cielo grigio li sovrastava, silenzioso e cupo come sempre.
« Sembra che siamo tornati daccapo » commentò Po, desolato.
« Attenti, arriva qualcosa! »
Jake era scattato in guardia, avvertendo gli altri. I compagni ebbero appena il tempo di fare altrettanto, quando videro la cosa che aveva allarmato il loro leader: una specie di motocicletta senza ruote sfrecciava a gran velocità, dritto verso di loro. Sembrava sul punto di schiantarsi quando all’ultimo istante si fermò, levitando a un metro da terra. Jake, Lara, Hellboy e Po rimasero al loro posto, ancora in guardia, mentre il pilota scendeva dal mezzo e li guardava con aria sollevata.
« Luke! »
Lara lo aveva riconosciuto per primo, chiamando il suo nome a gran voce. Si precipitò sul Jedi, ma all’ultimo momento ci ripensò, fermandosi di fronte a lui; Luke la guardò, sorpreso ma al tempo stesso sollevato. Alla fine fu lui a farsi avanti, e l’abbracciò.
« Sono felice di rivederti » dichiarò il Jedi, semplice ma profondo. « Sono contento di rivedervi tutti... ero certo che foste sopravvissuti. »
« Bentornato tra noi, amico » disse Jake, sorridendo. « Da dove salti fuori? E come hai fatto a trovarci? »
« È una lunga storia... e ho la sensazione che anche le vostre lo sono altrettanto. »
« Hai proprio ragione » intervenne Lara, staccandosi finalmente dal suo abbraccio. « Però aspettavamo di radunarci tutti, prima di raccontarci ogni cosa. »
Luke lanciò un’altra occhiata a Lara, facendosi preoccupato.
« Sei ferita » disse, così appoggiò le mani sulla spalla e la coscia da cui Lara aveva perso sangue. Le ferite si rimarginarono pochi secondi dopo, con grande sorpresa di lei.
« Grazie. »
I due si ritrovarono a guardarsi negli occhi ancora una volta, troppo a lungo. Lara non aveva dimenticato il “debito” che aveva con Luke, ma si disse che poteva aspettare un altro po’.
Il gruppo decise di tagliare corto, e di trovare un posto più riparato per proseguire la conversazione. Erano troppo allo scoperto, e anche se i pochi Senzavolto nei paraggi non davano il minimo accenno di ostilità, era sempre meglio non correre rischi. Jake fece dunque strada, dopo essersi caricato sulle spalle lo speeder bike del Jedi; un veicolo del genere poteva ancora tornare utile. Gli altri compagni lo seguirono a ruota, percorrendo con calma la via fuori dallo stadio.
Dopo un centinaio di metri, il gruppo si trovò di fronte a un fastfood. Era piccolo, di colore giallo e viola, con la statua di un vitello dorato in stile “cartoon” posta sul tetto accanto all’insegna.
Mooby’s.
« Strano posto... che cos’è? » commentò Po, incuriosito dai colori e dall’insegna.
« È tipo un ristorante » spiegò Lara, sorridendo. « Posti del genere sono molto diffusi nei nostri mondi. »
« Oh, allora lì dentro troveremo da mangiare. Meno male, perché ho molta fame! »
« Heh... come al solito, del resto » si lasciò sfuggire Jake. « Va bene, io dico di fermarci e prendere qualcosa da mangiare... anch’io ne avrei bisogno, in effetti. Se questi Senzavolto continuano a ignorarci, penso che là dentro non daremo troppo nell’occhio. »
I Valorosi annuirono, e seguendo il consiglio di Jake si diressero verso l’ingresso del Mooby’s. Non appena furono abbastanza vicini, tuttavia, trovarono una nuova sorpresa ad attenderli.
Accanto alla porta del fastfood stavano due persone, appoggiati al muro con aria sfaccendata. Non erano Senzavolto, per questo attirarono l’attenzione dei Valorosi. Uno, il più alto, era un tipo sui trent’anni: aveva capelli lisci, lunghi e biondi, coperti in parte da un cappello nero di lana; i suoi vestiti assomigliavano a quelli di un rapper, e tale era anche il suo modo di gesticolare. L’altro aveva capelli neri medio-lunghi, la barba e indossava un cappello da baseball al rovescio; portava anche un cappotto di lana verde scuro. Il tipo alto voltava lo sguardo in varie direzioni, muovendo la testa a ritmo della musica proveniente dallo stereo accanto a lui; l’altro era intento a fumare una sigaretta con aria tranquilla, quasi indifferente.
I Valorosi si fermarono a guardarli, senza nascondere una buona dose di sorpresa. Sembravano due tipi normali, ben diversi da ciò che avevano incontrato finora tra i vari settori di Oblivion. Si stavano scambiando un’occhiata incerta per decidere come comportarsi, quando infine furono notati dal ragazzo biondo.
« Ehi nerdacci! » esclamò, rivolgendosi a loro. « Avete tirato giù pesante o avete perso solo la cognizione del tempo? »
Hellboy lo fissò accigliato.
« Ce l’hai con noi, bello? »
« No, ce l’ho con un altro gruppo di sfigati vestiti da supereroi. Certo che ce l’ho con voi! »
I Valorosi si scambiarono un’altra occhiata. Nel frattempo, anche il tipo basso accanto al biondo si era voltato a guardarli, con aria molto perplessa.
« Non capisco di che parli » rispose Hellboy.
« Il Comicon è finito ormai da un pezzo » disse il biondo. « Dove cazzo andate ancora in giro così mascherati? »
« Non siamo mascherati » disse Po.
« Be’, non può essere altrimenti, perché se fossi strafatto lo saprei di sicuro e vedrei roba assai migliore di un branco di sfigati pronti per la fiera del fumetto. Giusto, Bob? »
Il tipo basso, Bob, annuì in silenzio, gettando via la sigaretta ormai finita.
« Questo qui è sciroccato forte » osservò Hellboy.
Il biondo si avvicinò al gruppo, osservandoli uno dopo l’altro con aria a metà tra il divertito e lo spaccone.
« Però devo ammettere che i vostri costumi sono da paura. Porca puttana, come fai a sembrare così alto? » disse, guardando Jake. « E tu, schianto, ci stai tutta nel vestito di Lara Croft... hai un paio di tette perfette! »
« Io sono Lara Croft... e bada a come parli. »
« Certo, e io sono Obi-Wan Kenobi prima che dicesse addio per sempre alla gnocca. »
Luke si fece avanti, visibilmente infastidito.
« Non ti permetto di insultare il buon nome del mio maestro. »
Il ragazzo biondo ridacchiò, fissando Luke.
« Guarda, c’è perfino un cazzone vestito da cavaliere Jedi... chi dovresti essere, Luke Skywalker? “Che la Forza sia con te”... però complimenti per il trucco, cazzo, l’hai fatto proprio uguale! »
I Valorosi sospirarono, esasperati.
« Questo ci sta prendendo in giro » intervenne Hellboy. « Che si fa, ragazzi? Io sparo solo ai mostri, con tutti gli altri faccio parlare il mio pugno buono. »
Jake e il tipo biondo stavano per aprire bocca, quando videro farsi avanti il tipo chiamato Bob. Questi aveva cambiato espressione: fissava i cinque compagni come se non credesse ai suoi occhi; diede quindi una gomitata al suo amico, senza dire una parola.
« Cosa? »
Il biondo sembrò intuire qualcosa dallo sguardo di Bob, e iniziò a farsi incredulo quanto lui.
« Mi state prendendo per il culo? Voi... siete veri? Quelli veri? »
« Be’, certo che siamo veri » osservò Po, tranquillo. « Cosa dovremmo essere, sennò? »
« Cazzo » borbottò il biondo, al culmine dello stupore. « Eppure non stiamo sognando, né siamo fatti! Dimmi che vedi anche tu quello che vedo io, lardoso buono a nulla. »
Bob non disse nulla, limitandosi ad annuire leggermente. Entrambi, ormai, avevano l’aria di chi potesse trovarsi al cospetto dell’Onnipotente.
« Strano... ci conoscono, eppure credono che non siamo veri » mormorò Lara, confusa. « Cosa può significare tutto ciò? »
« Non ne ho idea, ma voglio vederci più chiaro » rispose Jake.
« Che forza, abbiamo davanti i veri Luke Skywalker e Lara Croft! » esclamò il ragazzo biondo, ora emozionato. « Di voialtri non so un cazzo, ma se siete loro amici va bene uguale! »
« Io sono Jake Sully, lui è Hellboy e questi invece è Po... gli altri li conoscete. Voi invece chi siete? »
« Ah giusto. Io sono Jay e lui è il mio compagno etero, Silent Bob » disse, e Bob fece ciao con la mano. « Hehe... cazzo, che forza! »
« Come fate a conoscerci? » chiese Jake. « Da quale mondo provenite? »
Jay e Bob si scambiarono un’occhiata incerta.
« Dalla Terra, naturalmente, è lo stesso cazzo di mondo in cui ci troviamo ora. E qui c’è un sacco di gente che vi conosce... se là fuori c’è un coglione che non ha mai visto Star Wars Episodio IV – Una nuova speranza, mi piacerebbe conoscerlo per dirgli che sta sprecando la sua vita. »
I Valorosi si scambiarono un’altra occhiata. Quei due tipi che avevano davanti non sembravano molto svegli, ma era chiaro che non fossero eroi, né coinvolti in qualche modo nel ciclo di guerre organizzato da Nul. Sembravano non rendersi conto di trovarsi in un altro mondo.
Ormai i Valorosi ne sapevano abbastanza da intuire di trovarsi in un nuovo settore di Oblivion, anche se di dimensioni ridotte, perché comprendeva solo il fastfood: Jay e Silent Bob, che erano soliti passare tutto il giorno appoggiati a quel muro, non si erano ancora accorti della situazione, forse perché giunti da poco. Jake non era più certo sull’idea di poter ottenere informazioni utili da loro.
A quel punto Lara si fece avanti, attirando subito l’attenzione di Jay.
« Ragazzi, non è che avreste un po’ di tempo da dedicarci? » chiese, mettendo le mani sui fianchi.
« Per te abbiamo tutto il tempo del mondo, schianto » rispose il ragazzo con un sorriso fin troppo eloquente.
« Molto bene... io e i miei amici saremmo curiosi di sapere un po’ di cose, a cominciare da quello che tu e Bob dite di sapere su di noi. Potrebbe essere importante, capite? »
Jay e Bob si scambiarono un’occhiata incerta, che ben presto si riempì di entusiasmo.
« Va bene, tanto non abbiamo un cazzo da fare » rispose Jay. « È tutto il giorno che non si vede un cliente, e mi sta pure venendo fame. »
« Oh, ne abbiamo tanta anche noi » intervenne Po, sorridendo. « Avevamo infatti intenzione di prendere qualcosa da mangiare in questo posto. »
« Dite sul serio? Luke Skywalker e i suoi cazzuti super-amici ridotti a mangiare dei cazzo di hamburger in un pidocchioso fastfood di periferia? Però, dovete essere parecchio messi male. »
« Non sai neppure quanto, bello » grugnì Hellboy.
Jay sospirò.
« Ah be’... vediamo di darci una mossa, allora. Tu pensa a ordinare qualcosa, Bob, io faccio accomodare la Justice League in un posto alla larga dai rompipalle. »
Mentre Silent Bob entrava nel locale per ordinare da mangiare, Jay guidò i Valorosi sul retro, dove raggiunsero l’area all’aperto con i tavoli e uno spiazzo con giochi per bambini. Il posto era vuoto, lontano da occhi e orecchie indiscrete, il che poteva ritenersi perfetto per il gruppo di eroi. Bob li raggiunse poco dopo, con le braccia cariche di hamburger, patatine e bibite per tutti. Po fu il primo ad attaccare quella roba e, sebbene non sapesse nemmeno cosa fossero, trovò tutto squisito. Jake, troppo alto per sedersi al tavolo con gli altri, non fu entusiasta di unirsi a loro nel mangiare il classico “cibo spazzatura” fatto dall’uomo, ma mandò giù la sua porzione senza mai lamentarsi. Jay e Silent Bob restarono per tutto il tempo a fissare i Valorosi, con un gran sorriso stampato sulla faccia.
« Allora, ragazzi, che cosa sapete di noi? » chiese Lara, quando ebbero finito tutti di mangiare. « Voglio dire, come fate a conoscerci? »
« Siete famosi, tutto qua » spiegò Jay. « Vi si vede in televisione, nei film e nei fumetti. Io e il grassone qui presente, per esempio, abbiamo visto tutti i film di Star Wars, li conosciamo a memoria. Per questo sappiamo tutto di Luke, lui è uno degli eroi della saga. »
Si voltarono tutti a guardare Luke, che tuttavia rimase perplesso.
« Saga? Film? Non capisco. »
« Aspetta un momento » intervenne Jake. « Mi state dicendo che per voi Luke è il protagonista di un film? »
Silent Bob alzò un pollice, come per dire di sì.
« Esatto, Star Wars è una delle saghe cinematografiche più note » riprese Jay. « Non ha mai vinto un cazzo di Oscar, ma ha milioni di fan in tutto il mondo. Come si fa a non amare cose come le spade laser, la Forza e Darth Vader? »
« Conoscete anche mio padre? »
« Certo, lui è il cattivo più famoso di tutti. Non c’è storia, è proprio un tipo con i controcazzi, mi spiego? Anzi, i fan lo preferiscono persino più di te, Luke... niente di personale, ma in confronto a tuo padre tu sembri solo un fesso. »
I Valorosi non dissero nulla, ma dalla loro espressione non sembravano molto convinti. Bob tirò fuori dal cappotto un iPad, aprì qualche pagina su internet e lo mostrò al gruppo. Lara lo prese, leggendo ad alta voce la pagina di Wikipedia appena aperta.
« “Luke Skywalker... personaggio dell'universo fantascientifico di Star Wars e protagonista della trilogia originale. È interpretato da Mark Hamill nella trilogia originale e in Star Wars: Il risveglio della Forza”. »
Accanto alle informazioni c’erano anche alcune foto relative a Luke, compresa una che ritraeva l’attore che lo interpretava. Non c’erano dubbi, era identico a lui.
« Visto? Qui c’è tutto quanto » dichiarò Jay, indicando l’iPad. « Dio benedica internet... per Amazon, i porno e le consegne a domicilio! »
« E io? » intervenne Lara. « Anche io sarei in un film? »
« Nah, tu vieni da un videogioco. Non mi ricordo come si chiama... scusa, ma non memorizzo i titoli se la tipa che comando ha un gran bel davanzale. »
Silent Bob aprì una nuova pagina su Wikipedia, e la mostrò a Lara.
« “Lara Croft... personaggio immaginario, protagonista della serie di videogiochi Tomb Raider, da cui sono stati tratti film e fumetti”. »
L’archeologa fece scorrere la pagina, sempre più incredula ad ogni informazione che leggeva su se stessa. La sua intera vita era scritta praticamente là sopra, in maniera dettagliata. Le più grandi imprese da lei compiute, compreso il naufragio su Yamatai... tutto riportato come un fatto di cronaca. Non mancavano le immagini, alcune estrapolate dai videogiochi più vecchi a bassa definizione.
« Io non ci capisco niente » disse Po in quel momento, accigliato. « Tutto questo cosa dovrebbe significare? Io non so nemmeno cosa siano i film e i videogiochi. »
« È una lunga storia, Po » gli rispose Lara, continuando a guardare l’iPad. « Vediamo se si trova qualcosa su di te... ah, ecco! »
La pagina Wikipedia mostrò nuove informazioni, stavolta sul panda.
« “Po è un personaggio immaginario, protagonista della serie Kung Fu Panda, conosciuto anche come Il Guerriero Dragone... Si tratta di un grasso goffo panda il cui sogno più grande era quello di diventare un membro dei Cinque Cicloni della squadra di combattenti di Kung Fu... è guidato dal Maestro Shifu”. »
Po rimase a bocca aperta, mentre osservava le immagini che lo ritraevano perfettamente su quel piccolo schermo. C’erano anche il suo maestro e i suoi amici, immortalati là dentro come li ricordava.
« Un cazzo di film per mocciosi » commentò Jay, mentre fumava una sigaretta. « Deve essere per quello che è riscoppiata la mania per le arti marziali, da qualche tempo. »
Hellboy si fece avanti, facendosi accendere un sigaro da Silent Bob.
« E cosa dice quell’aggeggio su di me? » domandò.
Lara digitò il nome dell’amico, e in pochi secondi si aprì una nuova pagina.
« “Hellboy... soprannominato Red, è un personaggio dei fumetti creato da Mike Mignola nel 1993… è stato tratto un film omonimo, per la regia di Guillermo del Toro, con l'attore Ron Perlman nel ruolo del diavolo rosso dalle corna mozzate... nel 2008 è stato poi prodotto il sequel Hellboy: The Golden Army. »
Hellboy si avvicinò per guardare meglio, divenuto incredulo come gli altri. Anche nel suo caso c’era scritto un gran numero d’informazioni dettagliate sulla sua vita, comprese le maggiori avventure che aveva vissuto... le più importanti erano la minaccia di Rasputin e degli Ogdru Jahad, e il risveglio dell’Armata d’Oro. La storia che lui conosceva s’interrompeva proprio a questo punto. Il diavolo ne rimase così scioccato che per poco non gli andò di traverso il fumo del sigaro.
« Noi stiamo ancora aspettando il terzo film, sai? » intervenne Jay. « Insomma, in parecchi sono impazienti di vedere che razza di mostriciattoli salteranno fuori dalla pancia della tua ragazza. »
« Cosa? »
« Un sacco di gente trova che sei forte, ma per qualche fottuto motivo Hollywood non si decide a sganciare i soldi per lavorarci su! Se la tirano per le lunghe ancora un po’, finisce che tirano tutti le cuoia prima che decidano. »
Hellboy aggrottò la fronte. Ciò che aveva sentito sembrava privo di senso, eppure trovava comunque un collegamento. I suoi ricordi prima di finire su Oblivion terminavano proprio nel momento in cui Liz gli annunciava di aspettare due bambini. Poi c’era solo il nulla... e guarda caso, la storia della sua vita letta su internet terminava proprio a quel punto.
Perché il resto non era stato ancora scritto.
Lara proseguì la ricerca in rete. Ormai era chiaro che potevano trovare informazioni su tutti i Valorosi su quell’aggeggio. Il prossimo fu Jake.
« “Jake Sully è un personaggio e protagonista del film Avatar, interpretato dall'attore Sam Worthington. È un ex marine invalido... schieratosi dalla parte degli Omaticaya per proteggere Pandora dall’invasione degli uomini...” »
Il Na’vi arrivò a condividere lo stupore dei suoi compagni. Anche su di lui c’era tutto ciò che c’era da sapere, la sua vita prima e dopo l’arrivo su Pandora...
« Già, ora ricordo, tu vieni da quel film dove gli alieni si attaccavano le trecce per collegarsi mentalmente » intervenne Jay in quel momento. « Che roba... è vero che le usavate anche per fare sesso? »
« Dì un po’, il tuo amico è sempre così stronzo? » chiese Jake a Silent Bob, che gli rispose con un tacito cenno d’assenso.
Proseguendo la ricerca, Jake scoprì altri dettagli inquietanti. Vide la foto dell’attore che lo impersonava quando era umano... e come nel caso di Luke, era identico a lui. Inoltre, il film di Avatar era diretto da un tale James Cameron, già noto per essere stato il regista di altri film di successo, quali Terminator e Titanic. Non poteva essere un caso, e infatti ne trovò la conferma subito dopo: il Titanic, Skynet, Pandora... mondi così diversi, accomunati da un solo creatore. Le loro storie erano state scritte dallo stesso autore. Ecco perché Jake aveva avvertito un senso di familiarità quando camminava sul Titanic o al fianco di John Connor.
Lo sentiva, inconsciamente. Sentiva di essere in un’opera realizzata dal suo “creatore”.
I Valorosi continuarono a raccogliere informazioni, e ben presto scoprirono che anche i loro compagni assenti erano ritenuti personaggi immaginari. Sora era l’eroe di un videogioco, Kingdom Hearts; Harry Potter era il protagonista di un’omonima serie di libri fantasy, che narrava i suoi anni trascorsi nella scuola di magia; Edward Elric, infine, era un personaggio della serie anime e manga Fullmetal Alchemist, di cui era protagonista insieme a suo fratello Alphonse. Erano tutte opere di grande successo, seguitissime in tutto il mondo.
Anche i loro nemici, naturalmente, apparivano tra quelle pagine. Natla, Quaritch, Tai Lung, Voldemort... erano gli antagonisti delle stesse opere in cui i Valorosi apparivano. Ma la verità proseguiva ancora oltre: continuando a digitare nomi sull’iPad, il gruppo scoprì che anche i personaggi incontrati durante il viaggio avevano origini più o meno simili. Gli abitanti di Burton Castle erano personaggi di vari film, tutti interpretati dallo stesso attore; Dylan Dog, l’eroe di un famoso fumetto italiano; e poi ancora Wall-E, Lady Death, T’ai Fu... ognuno di loro proveniva da un’opera letteraria, da un videogioco, da un film.
Erano tutti personaggi immaginari, dal primo all’ultimo. I loro mondi, le loro vite, erano solo il frutto dell’immaginazione di qualcun altro. Solo Jay e Silent Bob non apparivano in rete, ma solo perché l’iPad apparteneva a loro... e dal loro punto di vista, i tipi che avevano di fronte non sarebbero dovuti esistere.
Alla fine della ricerca, i Valorosi non potevano che essere turbati da quest’ultima, sconcertante verità.
« Ma che sta succedendo? » chiese Po. « Cosa può significare tutto questo? »
« Io... non ne ho la minima idea, Po » rispose Jake. « Non ci capisco più niente. Per qualche motivo siamo tutti in quel computer, che ci dice che proveniamo tutti da un fottuto film o roba simile. In altre parole, siamo tutti personaggi di fantasia... dal primo all’ultimo. »
« Ma non ha senso » obiettò Lara. « Come possiamo esserlo? Insomma, io mi ricordo tutto... la mia vita, le mie avventure, le gioie e i dolori. Io mi sento viva, come una persona qualsiasi! »
« Vale lo stesso per me » aggiunse Luke.
« E per me » grugnì Hellboy. « Non so che sta succedendo, ma per me non cambia nulla. Io so chi sono, e cosa sono. Il mio mondo non è per niente finto, e intendo tornarci. Non dimentichiamo che in questo posto può succedere di tutto, e che già in passato abbiamo rischiato di perdere la speranza... certo, ogni volta c’era Sora a farci tornare il sorriso, ma per il momento ci tocca fare a meno del suo ottimismo. »
I Valorosi annuirono, leggermente rincuorati. Jay e Silent Bob stavano in silenzio a fissarli, un po’ annoiati dopo aver passato gli ultimi minuti in disparte.
« Ma che due palle » brontolò Jay. « Di solito nei film questa è la parte del discorso che fa risollevare gli animi, ma io mi rompo da morire! »
Lara si voltò a guardarli, e si avvicinò per restituire l’iPad.
« Grazie. Ci siete stati d’aiuto, nonostante tutto. »
« Che pensate di fare, adesso? Vi rimetterete in viaggio? »
« Sì. Dobbiamo ancora ritrovare i nostri amici... poi ci organizzeremo sul da farsi. »
L’archeologa fece per ricongiungersi al resto del gruppo, quando una nuova voce parlò.
« Andrà tutto bene. »
I Valorosi rivolsero lo sguardo su Silent Bob. Era stato lui a parlare, e sorrideva; Jay lo guardò sorpreso... sapeva che ogni volta che il suo amico parlava era per dire qualcosa di importante.
« Non importa se siete gli eroi di un libro, di un film o di un fumetto » dichiarò. « L’importante è che siete eroi. Gli eroi combattono, soffrono, sperano e sorridono come tutti quanti... ma soprattutto, gli eroi vincono. Io e questo figlio di puttana al mio fianco veniamo da un mondo in cui voi siete solo grandi storie che appassionano la gente, ma non importa... conta solo ciò che voi scegliete di fare. »
I Valorosi si scambiarono l’ennesima occhiata, incredula ma colma di ammirazione. Dovevano ammettere che Bob era stato molto saggio. Solo Jay parve contrariato.
« Ma che merda » esclamò. « Non potevi tirar fuori una stronzata migliore? Sembra uscita fuori da un cazzo di biscotto cinese scaduto. »
Bob lo ignorò, limitandosi a sfoggiare un largo sorriso nei confronti dei Valorosi.
Jake si alzò a quel punto da terra, dove era stato per tutto il tempo. La sua altezza vertiginosa attirò come sempre l’attenzione di tutti, ma era proprio ciò che voleva.
« Coraggio, ragazzi, rimettiamoci in marcia » disse. « Dobbiamo ancora ritrovare Sora, Ed e Harry. »
I quattro compagni annuirono, e cominciarono a raccogliere le proprie cose. Era tempo di ripartire.
« Ehi, non potete andarvene così » protestò Jay, richiamando la loro attenzione. « Vi abbiamo offerto il pranzo e risposto a tutte le vostre domande, cazzo. Non capita tutti i giorni di aiutare tipi come voi, no? Potreste almeno ricambiarci il favore! »
Silent Bob annuì, trovandosi d’accordo con l’amico. I Valorosi si scambiarono un’occhiata incerta, prima di tornare a guardare quello strambo duo.
« Ha ragione » osservò Luke, che dunque si avvicinò a loro per primo. « Va bene... che cosa possiamo fare per voi? »
Silent Bob lo raggiunse e gli sussurrò qualcosa nell’orecchio. Luke lo guardò incerto per un attimo, ma poi sorrise e lo fissò negli occhi.
« Questi non sono i droidi che state cercando » dichiarò, facendo un piccolo cenno con la mano.
« Questi non sono i droidi che stiamo cercando » ripeté Bob. Dallo sguardo sembrava ipnotizzato, ma si riprese non appena terminò la frase.
I Valorosi intuirono che Luke aveva usato di nuovo il suo potere Jedi, su richiesta dello stesso Bob, ma non capirono perché gli avesse fatto dire proprio quella frase.
Jay fissò l’amico con aria stupefatta.
« Forte, come è stato? »
Silent Bob ammiccò soddisfatto, sollevando il pollice.
« Bene, tocca a me! »
Il biondo si avvicinò e per la sua richiesta scelse Lara, sussurrandole qualcosa all’orecchio. Lei inarcò un sopracciglio, visibilmente contrariata, ma poi sorrise a sua volta.
« Ma certo... accomodati pure. »
Accadde tutto in una manciata di secondi. Jay si avventò su Lara, con il chiaro intento di darle una palpatina al seno, ma non appena fu a un centimetro dall’“obiettivo” si beccò un pugno in piena faccia, crollando subito a terra. Silent Bob e i Valorosi osservarono tutta la scena a bocca aperta.
« Peccato, bello... ci hai provato » dichiarò Lara con un sorrisetto. « Scusa, ma si tratta di un riflesso involontario, succede ogni volta che qualche idiota si avvicina un po’ troppo... niente di personale. »
Il gruppo alle sue spalle scoppiò a ridere.      Jay si arrese e lasciò perdere, accontentandosi di ciò che aveva ricevuto; poteva sempre raccontare di averci provato con Lara Croft, ma dubitava che qualcuno gli avrebbe creduto. A quel punto i Valorosi furono liberi di congedarsi da loro, e lasciarono il Mooby in tutta calma. 
Il loro piano non era cambiato. La decisione di trovare Nul era ancora forte. Tuttavia, i cinque compagni non potevano negare di essere rimasti scossi dalle ultime informazioni ottenute. La consapevolezza di essere personaggi immaginari metteva tutto quanto sotto una luce diversa: l’intero Oblivion era di fatto un campo di battaglia per eroi e malvagi provenienti da tutte le opere letterarie, cinematografiche e videoludiche conosciute. Se non fosse stato per Silent Bob e il suo breve incoraggiamento, senza dubbio si sarebbero sentiti persi un’altra volta, proprio come quel giorno in cima al grattacielo.
Ma non era più il tempo dei dubbi e delle incertezze. Nonostante tutto, i Valorosi andavano avanti.
La partita era ancora tutta da giocare.
   
 
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