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Autore: coffee girl    09/01/2016    4 recensioni
Hiroki e Seiji sono due amici d' infanzia legati da una singolare promessa. Cosa accadrà sedici anni più tardi quando si presenterà l'occasione per rivedersi?
Takahiro è uno uomo lunatico e disilluso, Ryo un ragazzo solare e un po' impacciato. Potrà il loro incontro portare un cambiamento definitivo nella prospettiva di entrambi?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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«Ti piace questo locale? Scommetto che a Yanai di posti tanto alla moda non ce ne sono! E poi vale la pena anche solo per la vista di quest’ incrocio di Shibuya![1]» Esclamò Seiji entusiasta.
 
Hiroki appoggiò la tazza sul tavolo e si guardò intorno ancora una volta. Non poteva negare che il locale fosse allo stesso tempo molto accogliente ed essenziale. Lo faceva pensare a certi bar americani che aveva avuto occasione di vedere solo in televisione. Inoltre non poteva che concordare con Seiji sul panorama: attraverso le ampie vetrate poteva godersi un scorcio unico della città e lasciarsi ipnotizzare da quell'infinito via vai di gente.
 
Erano passate tre settimane da quando Hiroki aveva iniziato il lavoro alla Fashion e, al di là di ogni più rosea previsione, i rapporti tra lui e Seiji erano buoni.
Cercava ogni giorno di mettere da parte il suo amore a senso unico e di concentrasi unicamente sul lavoro. Voleva diventare bravo, bravo come Seiji.
 
Non gli ci era voluto molto tempo per rendersi conto di quanto l'amico fosse in gamba, non che avesse mai nutrito dubbi sul fatto che, qualcuno con le sue capacità, avrebbe fatto carriera pur mantenedo la completa stima dei colleghi, ma quello che Hiroki aveva potuto constatare di persona rasentava lo straordinario.
Il fatto di vedere Seiji ogni singolo giorno in ufficio aveva i suoi pro e i suoi contro, come ogni cosa, ma poi alla fine tutto dipendeva dalle singole giornate.
A volte uscivano in pausa pranzo, spesso in compagnia dei colleghi, altri giorni, come quel pomeriggio, capitava che fossero solo loro due e che Seiji lo invitasse a prendere un caffè in uno dei suoi locali preferiti.
Dopo un periodo infernale in cui si erano trattenuti in ufficio anche dodici ore, consumando il pranzo davanti ai monitor, quella era la prima giornata buona in cui riuscivano ad uscire ad un’ora decente.
 
Hiroki annuì, il locale gli piaceva eccome!
 
«In effetti è proprio come hai detto, a Yanai è tutto differente. Qui a Tokyo sembra di essere più avanti di centinaia di anni e io devo ancora farci l'abitudine! Quando siamo tornati dall'Australia e ci siamo traferiti nello Chugoku[2] mio padre ha scelto appositamente una zona periferica dove potere esaudire il suo desiderio di acquistare una vecchia casa tradizionale.
Ci crederesti? Ho vissuto per anni in una casa fatta di legno, paglia e carta! Abbiamo anche un piccolo giardino e uno stagno di carpe Koi, mia madre adora prendersene cura.»
 
«Deve essere un posto molto bello da come ne parli.»
«Potresti venire con me durante le prossime vacanze. I miei genitori saranno felici di avere l’occasione di rivederti dopo tanto tempo.»
 
L'ho detto per davvero? Ho invitato Seiji per le vacanze? No No No...trascorrere altro tempo libero con lui non mi auterà a rinunciare a quello che provo.
 
«Una volta o l’altra verrò di sicuro.»
«A-allora è deciso.» Balbettò.
Seiji annuì. «Quindi che impressione ti fa essere di nuovo a Tokyo?»
«Strana. E' come se fossi tornato a casa, sapessi che si tratta proprio della mia casa ma non fossi più in grado di riconoscerla per quanto è cambiata.»
«Sei in vena di fare il filosofo oggi eh?»
 
Hiroki sbuffò debolmente in segno di disappunto. Per una volta che voleva fare un discorso serio!
«E’ del tutto normale, sono passati sedici anni, le città grandi come questa cambiano ogni giorno.»
«Lo so, eppure mi sembra tutto tanto strano. E' come se non riuscissi a stare al passo. E poi c’è il problema dell’appartamento.»
«Non ti trovi bene?»
«No, al contrario. E’ in un bel quartiere e la signora Yamada è molto gentile e non mi chiede una cifra eccessiva, ma mi sono reso conto che per me è comunque troppo caro. Anche gli affitti economici sono molto più elevati che a Yanai. L'ho già avvertita del fatto che andrò via appena troverò qualcosa di più adatto alle mie finanze.»
Seiji rimase per qualche secondo in silenzio, il mento appoggiato al dorso della mano destra.
 
«Ho avuto un’idea.» Esclamò poi all'improvviso.
 
Hiroki provò un misto di eccitazione e di spavento. In passato, tutte le volte che Seiji se ne era uscito con una delle sue idee, questa finiva con lo stravolgergli la vita.
Hiroki, smise di bere il caffè ma tenne la tazza tra le mani con l’intenzione di tenerle al caldo.
 
«Potresti venire a vivere a casa di mia madre.»
«Tua madre?»
Annuì. «Da quando mio padre se ne è andato e io ho preso un appartamento per conto mio la casa è diventata troppo grande, ma la mamma dice che ci è affezionata e che non la vuole vendere per comprare un appartamento più piccolo, così dato che rifiuta categoricamente il mio aiuto, affitta una delle stanze a pensione. Io ovviamente non sono d’accordo, ma conosci la mamma, ha la testa dura e quando si mette in mente qualcosa non c’è nessuno che sia in grado di riportarla alla ragione. Il suo ultimo inquilino è andato via da poco quindi la stanza è libera. Risparmieresti parecchi soldi dato che la cifra che chiede è bassa e io sarei più tranquillo perché la saprei a casa con una persona affidabile.»
 
Ecco che Seiji aveva sganciato la bomba!
«Io non so se…»
«Hiroki è un’idea perfetta, se accetterai sarà un vantaggio per entrambi.»
 
Già era parecchio difficile stare accanto a Seiji comportandosi da semplice amico, se si fosse traferito a casa di sua madre, questo avrebbe significato ulteriori occasioni di incontro, anche al di fuori dall’ambiente lavorativo, senza contare poi che l'amico era sempre stato il ritratto della madre.
Come avrebbe potuto staccare il cervello dal pensiero dell'amico e, di conseguenza, cominciare a uscire con una persona nuova? Gli mancava ormai da troppo tempo il calore di un fidanzato che lo aspettava a casa, gli mancavano gli appuntamenti romantici e soprattutto le coccole.
D'altro canto accettare la proposta sarebbe stato un indubbio sollievo per il suo portafogli dato che arrivava a stento a fine mese e poi avrebbe anche fatto un favore a Seiji ma...
Insomma c'erano troppi ma eppure...
 
«D’accordo.» Sì sentì rispondere, ancora incerto che fosse proprio la sua voce ad avere pronunciato quelle parole.
Hiroki aveva appena preso la sua decisione, una decisione presa d'istinto dato che era evidente che la sua bocca si era momentaneamente scollegata dal suo cervello ma ormai era fatta.
Si disse che aveva osato e che andava bene così perchè nella vita a chi stava fermo non succedeva mai nulla di buono.
 
«Sul serio Hiro-chan? Ne sono davvero felice.» Seiji gli buttò le braccia al collo e Hiroki sentì una sensazione di calore irradiarglisi dal centro del petto.
Quando Seiji lo abbracciava così si sentiva a casa e allora non gli importava più di essere a Yanai, a Tokyo o in capo al mondo, gli bastava che ci fosse lui.
 
Si chiese cosa avrebbe pensato Seiji se avesse saputo quello che sentiva realmente nei suoi confronti e la gioia pura di pochi istanti prima, fu macchiata da una nota di malinconia. Nonostante tutto non volle rinuciare a godersi un momento tanto speciale e si sforzò di mettere a tacere quel pensiero insidioso.
Sarebbe stato suffieciente mantenere il segreto: non era necessario che Seiji sapesse la verità.
 
«Non sono un po’ troppo grande per il –chan?» Gli domandò Hiroki qualche istante dopo, sciogliendo l’abbraccio. Ancora un po’ di quel calore e sarebbe impazzito.
«Chi tu? Non sarai mai troppo grande per il –chan. Sarò sempre il tuo senpai, non provare a dimenticarlo!» Lo stuzzicò Seiji.
Hiroki sorrise di un sorriso maliconico e poi tornò a fissare il caffè ormai freddo.
 
 
***
 
«Ciao mamma. Ti ho portato un nuovo pensionante.» Annunciò Seiji sorridendo «Ti ricordi di Hiroki Sato?»
 
La donna spostò lo sguardo dal figlio al ragazzo che se ne stava sulla soglia arretrato di appena un passo e sulle sue labbra si disegnò un sorriso sincero.
Hiroki salutò con un piccolo inchino.
 
Seiji e la madre erano due gocce d’acqua, Hiroki questo aspetto lo ricordava bene. Nonostante la signora Kondo fosse invecchiata, era ancora una donna piacente. Era chiaro quanto ci tenesse al suo aspetto e lo si poteva notare sia dal trucco sia dal modo curato di vestire. Quel giorno indossava un vivace kimono a fiori.
 
«Oh il nostro Hiro-chan, è diventato proprio un bel ragazzo!»
«Signora Kondo sarà un piacere avere la possibilitò di abitare in questa casa.»
«Lo sarà anche per me. Quanto sei cresciuto! Sai, quasi non ti riconoscevo.»
«Dici? A me sembra sia rimasto bassino.» Scherzò Seiji, premendo il palmo della mano sulla testa di Hiroki come a volere evidenziare l'effettiva differenza di altezza, gesto che gli costò uno sguardo omicida.
 
L’ultima volta che Hiroki aveva messo piede nella vecchia casa di Seiji aveva esattamente nove anni, ma nonostante fosse passato tanto tempo non potè non stupirsi di quanto gli risultasse familiare fin nei minimi dettagli. Era come se avesse memorizzato tanti piccoli particolari che di per sé non erano che tessere insignificanti, ma che tutte insieme, componevano il quadro. Ed ecco che le stampe con i piccoli kappa[3], che avevano catturato la fantasia di Hiroki quando era bambino, ritrovavano la loro collocazione mentre l'odore di una particolare cera per legno gli riempiva le narici.
 
«Complimenti, questi dolcetti sono davvero buoni!» Disse Hiroki mentre si cacciava in bocca il terzo mochi[4] con ripieno di fagioli azuki.
«Mangiane quanti ne vuoi, ne ho preparati in abbondanza. Ancora te’?»
«Molte grazie signora Kondo.»
«Mamma, non si è ancora trasferito e già lo stai viziando. E tu» lo minacciò scherzosamente «se non stai attento metterai su la pancetta in men che non si dica!»
Alla vista di Hiroki che addentava l’ennesimo dolcetto scoppiarono tutti in una fragorosa risata.
 
«E' proprio un bel ragazzo» Ribadì la signora Kondo, volgendo lo sguardo verso di lui «Hai una fidanzata?»
«F-fidanzata?» Balbettò «N-no. Non ancora.» Sentì le guance avvampare.
 
Hiroki sapeva che non c’era nulla di male nel porre quella domanda, ma lui si sentiva comunque a disagio perchè sapeva che non avrebbe mai cercato una ragazza dato che era fissato da circa sedici anni con un certo ragazzo che non l’avrebbe mai voluto e che, guarda caso, era proprio il figlio della sua nuova padrona di casa!
 
L'amore a senso unico fa davvero schifo...
 
«Mamma, non cominciare a dire cose imbarazzanti. Hiroki è venuto a Tokyo per trovare un lavoro.» La rimproverò Seiji e Hiroki gi fu immensamente grato per avere posto fine alla conversazione.
 
«Allora che ne pensi? Ti piace?» Domandò la signora Kondo mentre gli mostrava quella che sarebbe diventata la sua nuova stanza.
«E’ perfetta.»
E lo era davvero. C’era tutto lo spazio di cui aveva bisogno e il prezzo era assolutamente vantaggioso. I mobili avevano linee essenziali ma questo aspetto non li rendeva di certo meno apprezzabili.
 
«E’ proprio accanto alla stanza di Seiji.» Precisò «sai, mi rende sempre così felice quando si trattiene per la notte, mi fa pensare a quando era bambino e questa grande casa era ancora animata...ma lasciamo da parte i ricordi e occupiamoci del presente.»
 
Hiroki si voltò di scatto verso Seiji «Non credevo che tu dormissi ancora a casa da quando ti sei trasferito nell’appartamento in centro.»
«Huh, qualche volta mi capita di venire per cena e poi se sono troppo stanco o ho bevuto troppo sakè mi fermo per la notte. Non te l’avevo detto?»
 
No che non glielo aveva detto perché se glielo avesse detto Hiroki se lo sarebbe ricordato e soprattutto ci avrebbe pensato meglio prima di accettare.
Tutto questo significava che gli sarebbe capitato di dormire sotto lo stesso tetto di Seiji e, per giunta, proprio nella stanza accanto alla sua.
 
Perchè la mia vita deve essere così complicata? Perchè?
 
«Allora, quando ti traferisci?» Si informò la signora Ogawa.
«Se per lei va bene già nel week-end. Non ho portato con me molte cose dunque non sarà un trasloco molto impegnativo.»
 
 
 
 
 
[1] Starbuks coffee Shibuya Tsutaya
[2] La regione in cui si trova la città di Yanai
[3] Il kappa chiamato anche Kawatarō (ragazzo di fiume) o Kawako (figlio del fiume), è una creatura leggendaria uno yokai, uno spirito del folklore e della mitologia giapponese che abita in laghifiumi e stagni.
 
[4] Il mochi, è un dolce tradizionale giapponese costituito da riso glutinoso, tritato e pestato ad ottenere una pasta bianca e morbida che viene poi foggiata in una tipica forma tondeggiante. Molto comune in Giappone, viene solitamente consumato durante tutto l'anno, sebbene sia un dolce caratteristico in particolare del capodanno giapponese, lo shōgatsu.
   
 
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