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Autore: Carme93    10/01/2016    3 recensioni
Una nuova generazione alle prese con la propria infanzia ed adolescenza, ma anche con nuove minacce che si profilano all'orizzonte. I protagonisti sono i nuovi Weasley e Potter, ma anche i figli di tutti gli amici che hanno partecipato alla decisiva Battaglia di Hogwarts. Da quel fatidico 2 maggio 1998 sono ormai trascorsi ventun anni...
Genere: Avventura, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alastor Moody, Famiglia Dursley, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo trentesimo.

Finalmente le vacanze estive

Frank si risvegliò in infermeria. La stanza era illuminata fiocamente, come se fosse pomeriggio inoltrato. Si stropicciò gli occhi e nel farlo incrociò quelli del padre, seduto accanto al suo letto. Sorrise e lui ricambiò. A poco a poco le immagini del sotterraneo gli vennero in mente e tentò di mettersi seduto.
«Sta giù, sei ancora debole» lo bloccò suo padre, «Mi hai fatto preoccupare». Si chinò e lo strinse forte a sé e Frank si sentì più tranquillo.
«Per quanto ho dormito? Tutto il giorno?» domandò.
«Due giorni interi» lo corresse Neville, «È domenica sera».
«Gli altri?».
«Stanno tutti bene» rispose Neville, incupendosi lievemente, «Madama Chips ha dimesso Rose questa mattina e gli altri già ieri sera sono tornati nelle rispettive Sale Comuni».
«Mi dispiace di averti fatto preoccupare» borbottò dopo un po’ Frank, che avrebbe scommesso qualunque cosa che il padre aveva trascorso ogni momento libero lì con lui.
Neville gli scompigliò i capelli e lo baciò sulla fronte: «Siamo tutti molto fieri di te».

*

Frank impiegò diversi giorni per rimettersi completamente in forze, ma gli amici non lo lasciarono mai solo.
«Ciao, Frank».
Alzò gli occhi, anche se aveva riconosciuto subito la voce. Sorrise e ricambiò l’abbracciò di zia Ginny e di zio Harry.
«Mi hanno raccontato un po’ di cose» continuò quest’ultimo, anche se era un eufemismo per dire che gli avevano fatto un rapporto preciso e dettagliato. «Grazie, a nome di tutto il corpo Auror».
Frank arrossì violentemente per l’imbarazzo e tentò di schermirsi, senza sapere realmente che cosa dire. Fortunatamente Albus e gli altri entrarono in quel momento, evitandogli la fatica di trovare le parole giuste. I ragazzi portavano con sé nuove scatole di cioccorane e dolci vari.
Albus abbracciò i genitori e rimase in piedi accanto ad Harry, mentre gli altri circondarono il letto.
«Allora papà è vero quello che si dice? Che Main e gli altri saranno processati dal Wizengamot?» chiese James.
Ginny gli rivolse un’occhiataccia e gli altri ragazzi si mossero inquieti. Frank li osservò sorpresi. In quei giorni nessuno di loro aveva avuto il coraggio di parlare di quanto era accaduto nella Sala dei Fondatori.
«Sì, è vero. Main e Douglas hanno usato più volte una Maledizione Senza Perdono su di voi e da un controllo delle bacchette è risultato che in precedenza anche Castor ne ha fatto uso» rispose Harry.
«Che cosa succederà ora?» domandò Albus, esprimendo a gran voce ciò che tutti si chiedevano da giorni.
«I Neomangiamorte hanno subito un duro colpo. Ne abbiamo arrestati parecchi. I mercenari sono stati pronti a collaborare, ma non sanno molto. Presto però torneranno all’attacco, ne sono sicuro» si fermò a riflettere per un momento, «Ne abbiamo già parlato ampiamente e non mi voglio ripetere ulteriormente: state fuori dagli affari che non vi riguardano!» disse severo.
I cinque ragazzini abbassarono il capo, consci che il rimprovero era soprattutto per loro.
James intervenne nuovamente: «E comunque la Preside è stata chiara sabato sera: la tolleranza è finita».
Gli altri annuirono ricordando le parole della professoressa McGranitt. Nessuno di loro aveva sentito la Sala Grande silenziosa come in quell’occasione.
«Main, Castor e Douglas sono stati espulsi». Scorpius informò Frank.

*

Frank si vestì rapidamente, contento di potersi godere almeno gli ultimi giorni di Scuola con gli amici.
«Paciock, vedo che sei pronto ad uscire. Mi fa piacere» disse Minerva McGranitt entrando nell’infermeria.
«Buongiorno, professoressa» disse Frank arrossendo, voltandosi vide che era accompagnata dal signor Lorentz.
«Abbiamo bisogno di fare quattro chiacchere con te, quindi siediti» disse quest’ultimo, indicando il letto con un gesto vago della mano.
«Ehm in teoria avrei lezione di Incantesimi».
«Non fa niente, Paciock. Ti giustificherò io per il ritardo e comunque il professor Vitious non ti dirà nulla».
Frank a questo punto obbedì e sedette come gli era stato richiesto.
«Credo di doverti delle spiegazioni» principiò Lorentz, «Io sono un Auror in pensione, non un magonò. Sono stato mandato qui perché Harry Potter riteneva che con me la Scuola sarebbe stata più sicura. Ho accettato l’incarico perché non ho mai apprezzato particolarmente rimanere troppo a lungo inattivo, ma come Madama Chips mi ha fatto notare: non ho più l’età. Madama Corvonero in seguito mi ha chiesto di collaborare alla ricerca dell’Erede dei Fondatori. Ho accettato, in fondo sono sempre molto legato alla Casa Corvonero, che è stata la mia seconda famiglia per ben sette anni. Inoltre ho sempre avuto un ottimo rapporto con la Dama Grigia. Il mio compito era quello di metterti alla prova. Mi scuso quindi se mi sono comportato ingiustamente nei tuoi confronti. Volevo solo sapere come avresti reagito».
Frank lo osservò sorpreso e tentò di non pensare a tutte le volte in cui se l’era presa con lui senza motivo.
«Perché io?» domandò. Erano giorni che se lo chiedeva, ma non era riuscito a trovare una risposta.
A rispondere fu la Preside: «Vedi, secondo quanto mi ha spiegato la Dama Grigia, si parla di erede in modo generico. La storia, tra i discendenti dei Fondatori, ricorda principalmente Helena, a causa della sua tragica fine. Comunque anche se gli altri tre ebbero dei figli, il loro cognome si è perso poco tempo dopo, se non con la loro morte. Basti pensare alla famiglia Gaunt, ora estinta, che discendeva direttamente da Salazar Serpeverde oppure la famiglia Smith, anch’essa estinta, per quanto riguarda Tosca Tassorosso. Allora secondo il loro progetto avrebbe potuto usare le pietre solo uno studente, che avesse dimostrato di possedere le virtù che stimavano maggiormente; ma soprattutto questo potere doveva essere usato per una buona causa e non per fini egoistici. I fantasmi hanno posto l’attenzione su di te perché sei un Testurbante. Naturalmente hanno interpellato prima il Cappello Parlante ed in fondo è stato il suo giudizio a spingerli a metterti alla prova, per accertarsi che potessi essere davvero la persona giusta. Immagino che tu ricorda perfettamente il tuo Smistamento, vero?».
«Sì, professoressa». Certo che ricordava: era durato ben sei minuti, anche se non se n’era accorto.  Aveva discusso con il Cappello per tutto il tempo. «Ma solo perché io non gli permettevo di decidere. Volevo essere un Grifondoro come mio padre, ma lui non era d’accordo» disse con la voce pregna di delusione.
«E dove avrebbe voluto mandarti?» chiese Lorentz.
«Tassorosso o Corvonero. Non so perché sembrava convinto che sarei stato benissimo con i Corvonero».
«Però ti ha mandato a Grifondoro. Questo spiega perché sei stato considerato il degno Erede. Possiedi le qualità che i Fondatori apprezzavano» commentò Lorentz.
«E Serpeverde?» chiese Frank, «Non credo di essere furbo e non ho mai pensato di essere ambizioso».
«Sei Purosangue. E non sei stupido, solo ingenuo. Crescerai» disse la McGranitt con un lieve sorriso.
«Bene ora devo proprio andare» disse Lorentz, «Grazie dell’ospitalità Minerva». Strinse la mano alla Preside e poi si rivolse di nuovo a Frank: «Complimenti».
Dopo che l’Auror si chiuse la porta alle spalle, la Preside disse: «Ritengo che ora tu debba andare. Mi raccomando non crucciarti troppo sulla storia dello Smistamento. Il Cappello Parlante ascolta il parere degli studenti, ma decide sempre di testa sua! Se ha accettato di mandarti a Grifondoro, lo ha fatto perché sapeva che ne hai la stoffa».
«Lui mi ha detto: “A Tassorosso non avresti alcun problema, è la Casa perfetta per te; ma ti manderei a Corvonero anche se sarà più difficile”, poi io l’ho pregato nuovamente di mandarmi a Grifondoro. Ero più che certo che i miei mi avrebbero voluto bene allo stesso modo, indipendentemente dalla Casa in cui sarei stato smistato, ma mio padre quando parla di Grifondoro è… è diverso… gli brillano gli occhi… lui ci tiene tantissimo… non mi bastava che continuasse a volermi bene, volevo essere come lui… Non mi sono mai pentito di aver supplicato il Cappello, ma non sono all’altezza di Grifondoro… Il Cappello mi aveva avvertito: “Ti accontento, visto che ci tieni tanto, ma il mostrartene degno ti richiederà un grande impegno”» confessò Frank, trovando molto interessanti le sue converse bianche, che spuntavano da sotto la divisa.
L’unica persona cui aveva mai raccontato quelle cose era Roxi. Chissà perché in quel momento gli era saltato in mente di raccontarlo proprio alla Preside, una delle ultime persone che avrebbe scelto per confidarsi. Non che non avesse stima di lei, anzi; ma gli metteva addosso un timore assurdo.
«Albus Silente diceva che sono le nostre azioni a dire chi siamo, le nostre scelte. E tu hai fatto la tua. Se fossi in te non mi vergognerei. Inoltre meno di una settimana fa, hai dimostrato a tutti che sei nella Casa giusta. Paciock, dovresti stare più attento al significato delle parole. Il Cappello non ha detto che saresti stato fuori posto tra i Grifondoro, ma che avresti dovuto impegnarti molto. Il che, se permetti, è di gran lunga differente. L’essere Preside mi impone una totale imparzialità nei confronti degli studenti della Scuola, ma non smetterò mai di essere una Grifondoro. E ti assicuro che sono più che contenta di averti nella mia Casa».
Frank divenne paonazzo al complimento inaspettato della Preside e biascicò un grazie.
«Continua ad impegnarti, mi raccomando. Ed ora vai, il professor Vitious sarà contento di averti di nuovo in classe».

*

La sera del Banchetto di Fine Anno, tutti gli studenti rimasero stupiti: quando entrando in Sala Grande non trovarono gli stendardi della Casa vincitrice della coppa, ma solo quelli con lo stemma della Scuola.
«Che succede? Non avevano vinto i Corvi?» chiese James, prendendo posto accanto agli amici ed ai suoi famigliari.
Nessuno seppe rispondergli.
Il tavolo di Tassorosso era il più silenzioso: non erano mai stati la Casa più rinomata di Hogwarts, ma mai la loro reputazione era stata macchiata da un’espulsione, che l’era costata cento punti; come se non bastasse Abel Calliance era stato destituito dal suo ruolo di Caposcuola giocandosi altri cinquanta punti e gli studenti del primo anno che aveva coinvolto erano stati puniti tutti dal loro Direttore ed avevano perso altri cinquanta punti. Tassorosso non era mai stata così in basso da toccare il fondo. E naturalmente Ernie Mcmillan era furioso con l’intera Casa.
Anche Corvonero e Serpeverde avevano perso un po’ di punti a causa delle espulsioni di Douglas e Main e della destituzione di Zabini; ma mai quanto Tassorosso.
I Grifondoro, considerando gli ultimi avvenimenti, iniziarono a sperare in un ribaltamento del risultato a loro favore. In fondo grazie a Frank, Rose ed Albus avevano guadagnato ben duecentotrenta punti.
La Sala Grande si zittì immediatamente appena la Preside si alzò per prendere la parola: «Io ed il corpo docenti abbiamo riflettuto molto sugli ultimi avvenimenti, ed abbiamo deciso che da quest’anno per ogni classe verrà premiato uno studente che si è distinto per profitto e condotta.  Ho scelto personalmente tali studenti, basandomi sui risultati degli esami appena conclusi e sui rapporti dei loro insegnanti. Gli studenti del quinto ed settimo anno saranno premiati all’inizio del prossimo anno. Il premio consiste essenzialmente in cinquanta punti per la propria Casa». Fece un attimo di pausa, permettendo ai ragazzi di assimilare con calma la novità, poi riprese: «La migliore studentessa del primo anno è Luna Finnigan di Corvonero». Un forte applauso si levò dal tavolo blu-argento.
La Preside li lasciò festeggiare per qualche minuto e continuò: «La migliore studentessa del secondo anno è Eleanor Davies di Corvonero». Questa volta riprese a parlare quasi subito: «Il migliore allievo del terzo anno è Albus Severus Potter».
Il tavolo dei Grifondoro non fu da meno di quello di Corvonero ed Albus si trovò inabissato dalle pacche e dagli abbracci dei suoi cugini.
«GRANDISSIMO AL! GLIELA FACCIAMO VEDERE NOI A QUEI CORVONERO! PENSA ALLA FACCIA CHE FARANNO ZIA HERMIONE E ZIO PERCY!» gli urlò James nell’orecchio.
«Sì, grande Al. Così mia mamma smetterà di rompere le pluffe e comprenderà che non sono io la secchiona della famiglia!» esultò felice Rose.
La Preside fece più fatica a riportare all’ordine i Grifondoro, quando finalmente tacquero, disse: «Il miglior allievo del quarto anno è Gabriel Corner di Corvonero».
Nuovi applausi si levarono dal tavolo blu-argento: i ragazzi erano sempre più eccitati perché avevano quasi superato Grifondoro ed erano ad un passo dalla vittoria.
«Infine il migliore allievo del sesto anno è Matthew Fergusson di Corvonero. Quindi a questo punto» e qui alzò un po’ la voce, perché i ragazzi avevano già cominciato a festeggiare, «non mi resta che proclamare il vincitore della Coppa delle Case di quest’anno. Al quarto posto Tassorosso con centocinquanta punti; al terzo Serpeverde con duecento punti; al secondo posto Grifondoro con trecento punti. Al primo posto Corvonero con trecentodieci punti».
La Preside batté le mani e gli stendardi ed i colori di Corvonero decorarono immediatamente la Sala Grande, mentre i ragazzi festeggiavano l’ennesima vittoria. Le altre Case non si unirono ai festeggiamenti e non si rallegrarono minimamente per loro: Serpeverde e Tassorosso erano troppo umiliate, i Grifondoro troppo scioccati per aver perso per solo dieci punti.
«Buon appetito e buone vacanze a tutti» disse la Preside e i tavoli si riempirono di succulente portate.

*

La mattina successiva i ragazzi si diressero chiassosi e felici alla stazione di Hogsmeade per prendere l’Espresso di Hogwarts, che li avrebbe portati a casa per le tanto agognate vacanze. Tutti chiacchieravano facendo progetti per l’estate con gli amici o raccontando dove l’avrebbero trascorsa con le famiglie.
Durante la colazione i Responsabili delle Case avevano consegnato ad ognuno di loro i risultati degli esami e gli avvisi con i divieti di usare la magia a casa.
Le pergamene con i voti degli esami erano state sigillate, ma la maggior parte degli studenti le aprì mentre si recava alla stazione o al più tardi sul treno. 
I Malandrini presero uno scompartimento tutto per loro e lessero i risultati contemporaneamente, come si erano accordati precedentemente.
«Siamo stati promossi tutti, magnifico» sospirò Lily con un ampio sorriso.
«Wow estate arriviamo» strillò Alice lanciando la pergamena all’aria e colpendo Hugo, che sfortunatamente aveva deciso di sedersi di fronte a lei.
«Certo, tuo padre avrebbe potuto evitare di aggiungere un elenco con tutte le nostre malefatte» borbottò Marcellus.
«Fossero solo quelle!» disse Hugo con gli occhi fuori dalle orbite, «Si è divertito ad inserire anche quelle che sa che siamo stati noi, ma non è riuscito a dimostrarlo».
«Quand’è diventato così sadico?» si lamentò Marcellus.
«Quando l’ho mandato a quel paese e gli ho detto che avremmo continuato a fare quello che vogliamo, credo» confessò Alice.
Lily scoppiò a ridere e le batté il cinque.
Marcellus si coprì il volto tra le mani e borbottò preghiere a Merlino, che non riuscirono ad intendere perfettamente.
«Mia mamma mi ucciderà! E sarà colpa vostra» decretò disperato Hugo.

*

In un altro scompartimento James, Benedetta, Danny e Tylor erano altrettanto felici per essere stati promossi.
«Non ho preso nessuno voto inferiore al sette! Grazie Benedetta, è tutto merito tuo» esultò James abbracciandola, «E la volta buona che i miei ci comprino il cane che chiediamo da un sacco di tempo».
«Se glielo chiederà Albus, penso che non gli diranno di no» celiò Danny.
James sorrise ed annuì convinto. In un certo senso lui, Danny e Tylor avevano fatto pace, anche se ancora vi erano parecchi motivi di disaccordo tra loro.
«Allora non c’è alcuna possibilità che i vostri genitori vi mandino in Spagna la prossima settimana? Sarete tutti miei ospiti» disse Danny.
«No, mio padre dice che è pericoloso. Ha paura che i Neomangiamorte facciano qualche brutto scherzo» sospirò deluso James. I suoi gliel’avevano comunicato, quando erano andati a trovare Frank.
«Io fra due giorni partirò per l’Italia e trascorrerò l’estate dai parenti di mia mamma. Grazie lo stesso per l’invito» replicò Benedetta.
L’atteggiamento di Danny e Tylor nei suoi confronti era cambiato dal momento in cui li aveva aiutati a sistemare l’aula di Pozioni; per farlo aveva mentito a Mcmillan, la verità alla fine era venuta a galla e Benedetta si era beccata una sgridata dal loro Direttore. Da quel momento avevano cominciato a stimarla sempre di più.
«Amico non sai quanto vorrei» borbottò Tylor, «Mia mamma, però, è furiosa. Ed appena vedrà i risultati degli esami lo sarà ancora di più. Sono stato promosso per il rotto della scuffia, in pratica. È stata chiara, non mi farà venire in Spagna. È riuscita perfino a convincere mio padre!».
«Volete giocare a sparaschiocco?» chiese Danny per cambiare argomento. Tutti si mostrarono entusiasti e si misero a giocare, mentre il treno sfrecciava nella brulla campagna scozzese.

*

«Che progetti avete per quest’estate? Io rimarrò a Londra. Mio padre mi ha detto che un impegno di lavoro importante e non potrà andare da nessuna parte. Si è rifiutato di dirmi di che cosa si tratta però» disse Scorpius.
«Perché non vieni alla Tana? Papà mi ha detto che ci trasferiremo lì tra una settimana. Nonna Molly sarà contenta di vederti! Naturalmente l’invito vale anche per voi» propose Al, rivolgendosi a Dorcas, Jonathan, Elphias, Cassy, Isobel ed Alastor.
«Ok, e voi verrete da me» replicò Scorpius, «Ma vorrei anche fare qualche giretto a Londra».
«L’hai chiesto ai tuoi? Dopo quello che è accaduto l’allerta è al massimo. Non ci lasceranno muovere da soli» replicò mesta Rose.
«E dire che siamo stati noi a darli la possibilità di velocizzare la loro affermazione» borbottò Jonathan.
«Non me lo ricordare. Anche perché sono stata io a coinvolgere tutti voi. Ed a proposito di questo… Vi devo delle scuse, vi ho cacciato in un sacco di guai e di pericoli quest’anno» disse Rose, guardando in modo particolare Albus.
Tutti le assicurarono che la colpa non era solo sua, perché l’avevano appoggiata e che non c’era bisogno di scusarsi.
«Comunque io non ci sarò quest’estate» disse Elphias, visibilmente contento. «Trascorrerò le vacanze con mia mamma. Mi ha promesso che verrà a prendermi lei stessa a King Cross. Sta facendo di tutto per riottenere il mio affidamento».
I ragazzi gli diedero pacche sulle spalle e le ragazze lo abbracciarono.
«Comunque lei vive ancora in Svizzera e quindi trascorrerò lì le vacanze» aggiunse Elphias.
«Io ci sono qualunque cosa volete fare» disse Alastor con un sorriso.
«Ci mancava pure! Abiti a cinque minuti a piedi da casa nostra!» sbottò Rose.
«Anche io sarò a Londra» disse Isobel, «Per fortuna mio padre è di nuovo a casa. Ha promesso che non accetterà più missioni all’estero per un bel po’».
«Ma tornerai ad Hogwarts a settembre, vero?» chiese preoccupato Elphias. Stranamente Rose e Cassy ridacchiarono.
«Sì, ho detto a mio padre che non voglio più studiare da sola. Certo sarò costretta a studiare Pozioni quest’estate in modo da poter seguire le lezioni con voi. Non voglio proprio cambiare classe o rinunciare ad Hogwarts solo per questa stupida materia. Mio padre ha un amico che mi aiuterà volentieri».
Dorcas e Cassy assicurarono che sarebbero rimaste a Londra per tutte le vacanze.
«E tu Jonathan?» chiese Scorpius.
Il ragazzino distolse lo sguardo dalla finestra e sorrise: «Sarò a Londra. Anche se non sarò sempre disponibile, mio padre mi ha anticipato che dovrò aiutare la mamma al “Paiolo Magico”. Non è molto contento del mio “comportamento” di quest’anno».
Gli amici lo osservarono per un attimo un po’ dispiaciuti, così lui si sentì in dovere di aggiungere: «Perché fate quelle facce? Io comunque in estate trascorro la maggior parte del mio tempo lì. Mi secco di stare solo a casa. Se venite al pub, sarò a vostra completa disposizione per fare un giro a Diagon Alley. E per il resto ho detto che non sarò sempre disponibile, non che sparirò dalla circolazione. Per quanto riguarda mio padre, vi assicuro che appena arriveranno i risultati dei G.U.F.O. di mia sorella Melissa, si dimenticherà anche dell’esistenza della Foresta Proibita».
Tutti avevano avuto modo di conoscere Melissa in quei mesi, sia perché avevano fatto amicizia con lui sia perché era la migliore amica di July Mcmillan, ormai da mesi fidanzata con Fred, e quindi la sua presenza era diventata costante al tavolo di Grifondoro. E sembrava una mancata Grifondoro, nessuno capiva perché il Cappello l’avesse mandata tra i tranquilli Tassorosso: amava il Quidditch e odiava studiare in maniera direttamente proporzionale. Così alle parole di Jonathan scoppiarono tutti a ridere.
«Ora proporrei un’ultima scorpacciata di dolci per chiudere l’anno in bellezza» disse Rose e tutti si gettarono felici sui dolci comprati poco prima.

*

«FranK! Fammi vedere i risultati dei tuoi esami!» chiese Alice in tono imperioso, dopo aver fatto irruzione nello scompartimento occupato dal fratello, da Roxi e da Gretel Finnigan.
Il ragazzino sbuffò, ma obbedì. Anche perché era consapevole che avrebbe fatto di tutto per ottenere ciò che voleva.
Alice sedette nel sedile vuoto e lesse nella sua mente (in caso contrario sarebbe stata la volta buona che il fratello avrebbe perso la pazienza):

Esami finali del secondo anno.
Frank Neville Paciock ha conseguito:
Trasfigurazione                            10
Incantesimi                                   10
Difesa Contro le Arti Oscure         6
Erbologia                                        10
Pozioni                                               7
Astronomia                                        8
Storia della magia                          10”
 
«Cavoli, hai preso quattro dieci!».
Frank arrossì lievemente al commento della sorella, ma non disse nulla. In effetti era abbastanza soddisfatto anche. Soprattutto per il dieci in trasfigurazione ed il sette in Pozioni. Molto meno felice era per il sei in Difesa: l’esame era stato un disastro e probabilmente la sufficienza gli era stata regalata in virtù degli altri voti che aveva.
«Facciamo così, Frankie» disse pensierosa Alice, «Farò vedere per prima i voti a mamma, dopodiché io mi riprendo velocemente la pergamena e tu senza darle tempo di parlare le metti davanti la tua. Io mi trasferisco da Lily per un po’ e mamma si concentra su di te. Ok?».
Frank rise. «Come vuoi tu, ma tanto sai che non funzionerà» acconsentì.
«E va bene, niente fuga. Ma comunque glieli faremo vedere solo ed esclusivamente quando Augusta andrà a letto, non la sopporto quando fa la saccente. Sicuramente lei come sempre avrà preso tutte A e mi prenderà in giro dicendomi che sono un ignorante!».
Stavolta Frank non rise: Augusta sapeva diventare molto insopportabile. Lui ed Alice temevano fortemente che la sorellina sarebbe stata smistata a Serpeverde una volta giunta ad Hogwarts. Naturalmente non si erano mai permessi di dirlo a nessuno e ne avevano sempre discusso solo tra loro. Frank alla scuola babbana non aveva mai avuto problemi, ma aveva visto con i propri occhi quanto Augusta godesse ad umiliare Alice ogni volta che ne aveva l’occasione ed Alice stessa gli aveva confessato che durante il suo primo anno gli era mancato tantissimo, perché aveva dovuto sopportarla da sola.
Frank si alzò e l’abbracciò. All’orecchio le sussurrò: «Ha dieci anni, la deve smettere con questa storia! In caso contrario faremo in modo che smetta, tranquilla».
«Grazie, Frankie».
«Grazie a te, siete stati fantastici ad organizzare quello scherzo contro Calliance e gli altri. Avete rischiato di finire nei guai solo per difendere me».
«Siamo fratelli, è giusto così» decretò Alice. «Ed ora mollami, troppe sdolcinatezze mi potrebbero rovinare la reputazione».

*

«Ti amo» sussurrò Dominique, baciandolo di nuovo. «E ti giuro che non l’ho mai detto a nessun altro».
«Lo spero proprio. Io non sono uno dei tanti, cui hai spezzato il cuore in questi anni» replicò Matthew Fergusson. «Anche io ti amo».
«La prossima volta però troviamo un posto migliore dove dichiararci. Il bagno è un po’ deprimente».
«Non è colpa mia se questo treno pullula di tuoi cugini. Non volevo sbandierare i miei sentimenti» borbottò Matthew per poi baciarla di nuovo.
La porta si aprì all’improvviso ed una Lucy maliziosa sorrise al loro indirizzo: «Vi ho visto solo io entrare qui dentro. Oggi mi sento buona, Domi e non ti chiederò nulla in cambio del mio silenzio. Però vi conviene ricomporvi: siamo a King Cross».
Dominique non si imbarazzava facilmente, ma in quel caso le sue guance si tinsero di rosso.
«Andiamo a recuperare i bagagli» disse al suo ragazzo, quello giusto stavolta, e lo prese per mano.
Matthew le lasciò la mano solo una volta prima che il treno si fermasse, per ottemperare un ultima volta ai suoi doveri di Prefetto visto che i ragazzi nella fretta di scendere per primi avevano iniziato a spintonarsi con il rischio di farsi male.
«Ad agosto mia sorella si sposerà e tu sarai il mio accompagnatore» lo informò Dominique.
«Sicuro, non permetterei nemmeno ai tuoi cugini di prendermi il posto».

*

Frank era rimasto indietro per controllare ancora una volta il diario che aveva nello zaino. Alla fine del loro colloquio in infermeria, aveva seguito la Preside e le aveva chiesto il permesso di tenere il diario che raccontava della Leggenda dei Fondatori, per poterlo ricopiare in ordine ed aggiungere la conclusione di quella storia che in fondo si era protratta per secoli. La professoressa era rimasta sorpresa in un primo momento, ma poi aveva acconsentito. Il giorno prima l’aveva cercato e gli aveva consegnato il diario. Inoltre gli aveva permesso anche, sotto sua stretta sorveglianza, di poter vedere per bene la Sala dei Fondatori. Ne era rimasto molto affascinato: era molto più bella di quanto li avessero detto gli altri. Probabilmente anche perché Zabini, Calliance e Warrington erano stati costretti a pulirla da cima a fondo per punizione.
Ciò che l’aveva colpito era il mobile di Tosca Tassorosso: era composto da cassetti di diverse forme e dimensioni. Bastava aprirne uno per trovare ciò di cui più si aveva bisogno in quel momento.
Frank strinse tra le mani la runa di terracotta, che aveva trovato in uno dei cassetti più alti e più piccoli, di forma rotonda.
La Preside gli aveva spiegato che si trattava di tyr, la runa che rappresenta la forza, la resistenza e l'affidabilità. È una runa protettiva utilizzata anticamente dai guerrieri affinché li proteggesse in battaglia, ma impersona anche lo spirito competitivo e il principio del lavoro duro e del superare qualcuno o qualcosa anche a costo di enormi sacrifici. Non per niente è anche la runa della volontà, della disponibilità a rinunciare a qualcosa di caro per ristabilire l'equilibrio e l'armonia. È la forza che ci fa proseguire nonostante le difficoltà e che deve però essere motivata da nobili ideali e non da futili egoismi personali.
Gli aveva dato il permesso di tenerla, affermando che a tempo debito avrebbe sicuramente compreso il perché Tosca Tassorosso avesse voluta fargliela trovare.
«Ti muovi? I tuoi sono con i miei. È venuta anche tua mamma» lo chiamò Roxi, facendo capolino dalla porta dello scompartimento.
Saltò giù dal treno trascinandosi il baule e corse ad abbracciare sua madre. Sembrava un’eternità che non la vedeva. Eppure era trascorso a malapena un mese dalla nascita della sorellina.
Di sfuggita vide Harry e Ginny, che, figuriamoci, erano stati informati immediatamente da James e Lily dell’ultimo successo di Al ed adesso l’amico, rosso in volto, era sotto i riflettori di tutta la famiglia Potter-Weasley.
Ron aveva afferrato Rose, salvandola dalla madre, ed adesso si stava coccolando indisturbato la sua principessa. Hugo e Lily raccontavano la loro ultima bravata a zio George. I gemelli e Fabiana erano con Bill e stavano tentando di capire per quale motivo i genitori non si fossero presi la briga di andare a prenderli.
Fred presentava July alla madre e viceversa la sua ragazza lo presentava alla madre Susan. Dominique era poco distante e salutava nuovamente Matthew.
Una specie di strillo poco virile attirò l’attenzione di tutti: a quanto pare Molly aveva deciso di informare i genitori che non avrebbe cambiato idea su Arion baciandolo di fronte a loro. Lucy osservava felice la scena insieme ad Arianna Greengrass: le due avevano complottato e si erano affaticate un sacco per raggiungere quel risultato. Arianna aveva scoperto che il fratellone aveva una cotta per Molly dalla fine del quarto anno e Lucy si era fatta in quattro per avvicinarli: era stata lei a mandare Arion a recuperarla alla Festa dell’Amicizia ed era stata sempre lei a dire al tonto di raccontare a Molly delle cattive intenzioni di Zabini ed amici.
Per i ragazzi non vi fu mai inizio di vacanze più divertente: Bill e Ron presero per le braccia un Percy in piena crisi isterica e lo trascinarono di peso oltre la barriera del binario 9 e ¾ tra le risate generali.
 
Angolo autrice:

Ciao a tutti!
Questo è l’ultimo capitolo della mia prima fanfiction, il che è abbastanza emozionante J 
Spero che le motivazioni apportate per la scelta di Frank, come Erede dei Fondatori, non vi deludano. L’ultima parte del capitolo è una rapida panoramica della famiglia Weasley-Potter, anche se poi i principali personaggi della storia sono stati: Frank, Albus, Rose, Scorpius, Jonathan e Dorcas.
Vorrei soffermarmi solo un attimo sulla discendenza dei Fondatori: J.K. Rowling stessa ci ha informato che Lord Voldermort era l’ultimo erede di Salazar Serpeverde (in quanto figlio di una Gaunt); mentre sempre ne “Il principe Mezzosangue” vi è il personaggio di Epizepha (scusate non ricordo se si scrive così) Smith, proprietaria della Coppa di Tassorosso: sappiamo con certezze che è morta avvelenata, io ho immaginato che se la Coppa era in suo possesso, debba appartenere ad un ramo primario e non secondario della famiglia (lei nomina “altri parenti” che avrebbero voluto impossessarsi dei suoi tesori). Specifico questo per l’esistenza di Zacharias Smith (che ho anche citato in questa storia, in qualità di agente della Squadra Speciale Magica), ma non credo (od almeno non voglio credere), che vi sia un legame famigliare con Epizepha (quindi con Tosca Tassorosso) se non molto labile. A rendere verosimile la mia scelta vi è pure il fatto che Smith è un cognome molto diffuso in Inghilterra.
Naturalmente spero ardentemente che la storia vi sia piaciuta. E vi invito a lasciare anche una piccolissima recensione per conoscere il vostro parere. Mi piacerebbe scrivere la continuazione di questa storia e se avete qualche consiglio da darmi sul mio modo di scrivere, è ben accetto: come ho detto su, è la prima che scrivo, per cui vi sono molte cose che devo ancora imparare ;-)
Ringrazio le venti persone che hanno messo “L’ombra del passato” tra le seguite, le sette che l’hanno posta tra le preferite e le quattro che l’hanno messa tra le ricordate :-D Un ringraziamento speciale va a chi ha anche recensito e soprattutto a  xxJudeSharp__ che mi ha sostenuto fino all’ultimo capitolo, incrementando la mia autostima e soprattutto la mia voglia di scrivere. Infine ringrazio i miei amici silenziosi, che hanno cominciato a leggere la storia e presto mi daranno anche il loro giudizio :-D
Vi auguro un buon week-end :-*
 
   
 
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