Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: I_love_villains    10/01/2016    0 recensioni
Terza storia della serie Aka + Oto. Per capirla non serve aver letto le prime, ma farlo aiuta.
Un misterioso nemico sconvolge i sogni del Covo. Chi è? Cosa vuole dai ninja? Riuscirà a spaventarli?
Questa fic diventerà interattiva verso l'ottavo capitolo, quindi avete tutto il tempo di decidere se la storia vi piace e vale la pena lasciare una recensione.
Genere: Avventura, Comico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Orochimaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Aka + Oto'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era il ventisei dicembre e già Kakuzu pretendeva che fossero tolti gli addobbi,essendo il Natale già passato. Allora Tobi scrisse su un foglietto: ALBERO DI CAPODANNO e lo attaccò all’abete.
“Strano a dirsi,ma Tobi ha ragione. Toglieremo gli addobbi il due gennaio,quando sono passate le feste” disse Kisame.
“Ma ci sono ben quattro giorni di non festa. Le decorazioni si consumano.”
A quell’uscita l’uomo-pesce mandò mentalmente a quel paese lo spilorcio. Lasciò che si sfogasse con gli altri e cercò il suo compagno di squadra.
“Oi,Kidomaru. Perché Hidan e Tayuya non si parlano? Credevo ci fosse una buona intesa fra loro.”
“C’era. Da quando l’albino ha saputo che lei sta con Deidara si è immusonito.”
“Ah,già,ricordo quando si sono baciati.”
“Beh,sono passati a malapena due giorni.”
“Sì,ma avevo bevuto.”
Quel giorno non accadde niente di particolare. Se non che,quando arrivò il momento di andare a letto, Deidara riuscì a battere Tobi con la sua intelligenza. Il bravo ragazzo si trovava al primo piano e doveva scendere le scale per raggiungere il suo sgabuzzino. Deidara glielo impediva spegnendo le luci. Allora Tobi era costretto a rimanere in cima per azionare l’interruttore e riaccenderle.
“Senpai,non è divertente. Tobi ha sonno e ha paura del buio.”
“Dormi di sopra,un.”
“Ma Tobi ha le sue cose di sotto.”
La cosa sarebbe andata per le lunghe se un’idea geniale non avesse illuminato l’artista.
“Click” fece con la bocca.
Allora Tobi pigiò l’interruttore,spegnendo le luci. Cominciò a scendere le scale con sicurezza,ma mancò un gradino e rotolò a metà scalinata. Quando giunse in fondo stava dormendo.
“Ihihi! Sono un genio,un” sghignazzo Deidara.

Erano le due di notte e l’artista si era alzato per andare in bagno. Fatti i suoi bisogni,stava per tornarsene in camera sua,quando udì uno strano picchiettare provenire dal lavandino. Ancora insonnolito si voltò e rimase per un pezzo a fissare cosa produceva quel rumore. Dal buco del lavandino spuntava un dito umano,visibile fino alla seconda nocca. Il dito si genufletteva e tastava tutto intorno all’apertura,producendo con l’unghia quel sordo picchiettare.
Deidara sgranò l’occhio e rimase a bocca aperta quando capì cosa stava vedendo. Improvvisamente corse verso la porta e la chiuse. Si appoggiò dietro,ansimando,e udì il dito grattare la porcellana. Spaventato come non mai,l’artista si diresse verso la sua camera con gambe tremanti come il pongo che aveva da piccolo. Si sedette sul letto tremando e ripensò a ciò che aveva visto. Era sicuramente un’allucinazione; non poteva essere altro. Forse c’entrava qualcosa il maledetto Uchiha. Deidara credette di aver risolto razionalmente il problema e si distese per dormire,ma non ci riuscì. La mente volava a quel dito e gli sembrava di sentire i rumori che faceva. Quelli se li stava immaginando adesso,ma era davvero sicuro di essersi immaginato anche chi li produceva? No,non lo era. Il biondo si sedette nuovamente e fissò la sua compagna. Doveva sapere. Si alzò e la scosse bruscamente,chiamandola per nome.
“Yawn … Deidy,che succede? Ci stanno attaccando?” domandò Tayuya con la voce impastata di sonno.
“Più o meno. Vieni,devo farti vedere una cosa.”
Deidara la prese per il braccio e la condusse davanti la porta del bagno,mentre lei continuava a sbadigliare.
“Ecco,Tai. Adesso tu devi entrare e dirmi cosa vedi.”
“Che razza di scherzo è questo?” chiese la ragazza,che cominciava ad alterarsi.
“Nessuno scherzo,solo … entra.”
Tayuya lo osservò attentamente,notò il suo pallore e decise di accontentarlo. Spinse la porta ed entrò. Deidara la seguiva a un passo di distanza attendendo che lei guardasse nel lavandino e non sapeva se augurarsi che vedesse qualcosa o meno. Dopo pochi istanti Tayuya urlò e l’artista seppe che dal loro lavandino sbucava davvero un dito. Al grido della ragazza,l’appendice che di solito si trova su una mano si drizzò e puntò nella loro direzione. Tayuya si aggrappò a Deidara e bisbigliò: “Credi che sia vero?”
“Non so” sussurrò di rimando lui.
I due ninja si avvicinarono al lavandino. Tayuya prese lo spazzolino di Orochimaru e punzecchiò il dito.
Esso apparve solido al contatto. I due giovani capirono che al dito non era piaciuto perché si allungò improvvisamente. Fu come vedere un metro che torna velocemente nel suo contenitore,solo che il dito stava uscendo. Adesso erano visibili ben venti nocche. I ragazzi lo fissarono paralizzati finché esso si piegò,quasi come un serpente un attimo prima di attaccare la sua preda. Quando si piegò le nocche scattarono. Deidara e Tayuya urlarono all’unisono e si separarono. Il dito era scattato dove si trovavano un attimo prima. I due ninja corsero verso la porta e la chiusero,affannati. A differenza di prima,però,il dito riusciva a raggiungerla. Sentirono che grattava il legno. Parve capire che fosse chiusa,perché lo sentirono ritirarsi e devastare il bagno. Le loro non furono le uniche grida che riecheggiarono nel Covo quella notte.

Jirobo stava dormendo tranquillamente,quando sentì qualcosa camminargli sulla mano. La agitò per scacciarla,ma presto o la cosa si era riposata o un’altra aveva preso il suo posto. Apri gli occhi e vide che si trattava di alcune mosche. Jirobo accese la luce sul comodino. Si accorse subito che non si trattava solo di alcune mosche. Erano centinaia e si chiese come non avesse potuto sentire quel ronzio assordante prima. Si voltò verso Sasori e scoprì che,sebbene completamente ricoperto,continuava a dormire come se niente fosse.
In effetti è una marionetta,non avverte certe cose” pensò.
Aprì la finestra per scacciare le mosche,ma esse avvertivano il freddo di fuori e si allontanavano. Jirobo prese una coperta e riuscì a scacciarne la maggior parte. Si apprestava a concludere l’opera,quando udì un ronzio più minaccioso provenire dal frigobar che gli avevano regalato gli amici il giorno prima. Titubante, lo aprì,pronto a scappare se necessario. Fu necessario. Dal frigobar fuoriuscirono migliaia di vespe. Jirobo urlò. Si avvolse nella coperta che prima aveva usato per scacciare le mosche e corse verso la porta. Essa non si aprì. Intanto le vespe si erano posate su ogni cosa e c’è n’era ancora qualcuna che volava.
“Sasori! Sveglia!” gridò Jirobo in preda al panico.
La marionetta si svegliò e fissò il compagno di squadra. Il suo era uno sguardo interrogativo,per lui; gli altri vedevano l’espressione di sempre.
“Cosa?” chiese.
Prima che Jirobo potesse rispondergli che era cieco se non vedeva tutti quegli insetti intorno a loro,sentirono delle urla provenire dal corridoio. Si voltarono istintivamente da quella parte. Poi Sasori scese dal letto e aprì la porta per capire cosa stesse succedendo.
“No! Fermo! Farai uscire le …!”
Jirobo si interruppe: non c’era più nessun insetto in camera.

Itachi si svegliò di soprassalto. O meglio,aprì bruscamente gli occhi e si tirò a sedere. Avvertiva qualcosa in camera,ma non vedeva niente. La sonnolenza si dissolse del tutto e percepì il frusciare e sibilare tipico dei serpenti. Afferrò la torcia che teneva sul comodino e l’accese: se non cacciò un urlo fu solo perché era un Uchiha. Il pavimento della loro camera era ricoperto di serpenti. Itachi non era un esperto,ma Orochimaru avrebbe detto che tutti i serpenti velenosi che conosceva si erano dati appuntamento nella stanza dell’Uchiha.
“Kabuto” chiamò,e Kisame avrebbe percepito la paura nella sua voce.
“Kabuto” ripeté più forte.
Il ninja occhialuto continuò a dormire,allora Itachi gli lanciò addosso un cuscino. Kabuto si drizzò subito a sedere e cercò a tastoni i suoi occhiali.
“Sì? Che c’è?”
“Vai a dire al tuo padrone di farli sparire immediatamente” disse freddo l’Uchiha.
“Sparire cosa?” domandò ancora Kabuto inforcando gli occhiali.
“I serpenti” rispose seccato Itachi.
“Quali serpenti?”
Kabuto accese la luce e guardò per terra,ma non vide niente.
“Come sarebbe a dire Quali serpenti? Quelli nella nostra camera” disse Itachi innervosito.
“Ma non ci sono serpenti qui. Sicuro di non averli sognati?”
Itachi non rispose. Il suo sguardo tornò sui rettili che si contorcevano per terra.
“Itachi? Che cosa …?”
In quel momento sentirono delle urla terrorizzate provenire da direzioni diverse. Kabuto scese dal letto. Itachi vide che calpestava i serpenti,ma essi non gli facevano niente. Improvvisamente sparirono.

Kidomaru stava sognando le due fanciulle che aveva invitato in discoteca. Si trovavano in spiaggia e stavano facendo il bagno e si schizzavano. L’uomo-ragno si svegliò. Si asciugò la guancia con la mano,e il liquido che lo aveva bagnato si allungò,essendo colloso.
“Bleah!” esclamò schifato mentre usava tutte e tre le mani per toglierselo.
Guardò al di sotto della sua ragnatela e vide che Kisame dormiva. Altro liquido gli cadde sulla testa. Dall’alto. Kidomaru guardò in su e vide appesa a testa in giù una lucertola gigantesca. Urlò per lo spavento e si lasciò cadere sul suo partner. Il rettile si mosse velocemente: dal soffitto raggiunse il punto in cui il muro incontrava l’acqua. Intanto Kisame si era svegliato con Kidomaru sulle spalle.
“Che stai facendo?” chiese confuso lo squalo.
“Una lucertola mi vuole mangiare” mormorò in fretta il ragazzo.
Si strinse ancora di più al pesce quando se la vide lì,che lo fissava con la chiara intenzione di volerlo inghiottire.
“Al massimo ti morde,ma mangiarti …”
Kidomaru lo interruppe: “Guarda a destra. È grandissima.”
Kisame si girò a destra,ma non c’era niente.
“Hai solo avuto un incubo.”
“Ma che incubo! Se ti dico che è la sul muro!”
“Ed io ti dico che non c’è niente!”
Varie urla interruppero l’alterco. I due animali si fissarono.
“Credi che un esercito di lucertole aliene stia invadendo il Covo?”
“Ma la vuoi finire?!”
In effetti del grosso rettile non c’era più traccia.

Sasuke fu svegliato dal fischio di un treno. Si mise a sedere,aspettandosi di trovare Sakon e Ukon o qualcuno degli altri che si divertivano a tormentarlo. Ma nella stanza c’erano solo lui e il tesoriere,che dormiva abbracciato alla sua valigetta.
Sasuke si distese nuovamente e avvertì delle vibrazioni provenire dal sottosuolo. Si alzò e guardo sotto il letto. Niente. Ormai la stanza vibrava come se ci fosse un terremoto. Il piccolo Uchiha riuscì a raggiungere la porta,la aprì e si immobilizzò,stupefatto. Si era trovato davanti dei mattoni. Tuttavia,la cosa che lo lasciò sbigottito fu che il muro comparso davanti alla sua camera si muoveva,scorreva verso sinistra. Poi i mattoni sparirono per un secondo,permettendogli di scorgere la loro cucina,e subito tornarono. Allora Sasuke capì che la sua camera si stava muovendo,chissà come,intorno alla casa. Richiuse la porta e aprì la finestra. Una valanga di neve penetrò da essa e lo seppellì. Sasuke scavò,si liberò,richiuse la finestra e chiamò l’avaro.
“Non avrete mai i miei dindini …” borbottò Kakuzu nel sonno.
Improvvisamente si levarono delle urla. La stanza frenò e Sasuke fu proiettato contro il muro. Parò il viso con le braccia e si affrettò ad uscire da quella camera.

Sakon e Ukon erano già svegli. Quel pomeriggio si erano addormentati sul divano e adesso avevano delle ore di veglia da recuperare. Stavano progettando l’ennesimo scherzo ai danni di Sasuke,quando udirono un clicchettio e una risata. Si tolsero le coperte dalla testa e Sakon puntò la torcia sul pavimento. Poco dopo individuò l’origine del rumore: i denti chiacchierini che gli avevano regalato il giorno prima assieme ad altri oggetti divertenti.
“Perché non li hai rimessi nella busta con gli altri scherzi,Sakon?”
“Lo avevo fatto,si vede che sono caduti.”
“Io non li ho sentiti cadere,solo camminare.”
“Uff,potrei anche essermene dimenticato. E allora?”
Sakon si alzò,portandosi dietro il gemello. Prese la dentiera saltellante per i piedi,aprì il cassetto socchiuso con l’altra mano e trascinò fuori la busta. Da uno squarcio fuoriuscirono tutti i giochi,che si sparpagliarono per terra. I gemelli fissarono la busta,poi i denti chiacchierini. Essi si animarono e azzannarono l’aria. Sakon li lasciò cadere con un gridolino. I denti saltellarono mordendo e ridendo verso le sue gambe.
“Sul letto! Sul letto!” strillò istericamente Ukon.
Sakon obbedì. I denti sparirono sotto il letto. Contemporaneamente una voce intimò: “Zitti o vi mangio!”
“Zetsu,i nostri denti chiacchierini ci vogliono mordere” dissero insieme i gemelli.
“Ma non dite c*bip*e” sbottò Zetsu Nero.
“Ve lo siete immaginato” li rassicurò Zetsu Bianco.
I quattro furono distratti da urla provenienti dall’interno del Covo. Zetsu si alzò e scomparve nel pavimento. Sakon scese dal letto,aprì la porta e urlò di dolore: qualcosa gli aveva addentato la gamba.

Kimimaro dormiva beatamente,almeno fino a quando il letto non decise di fare un salto. Spaventato,il ragazzo si sedette in fretta e si guardò intorno. Cosa era stata quella violenta scossa? Mentre pensava ciò,la sua spazzola levitò sotto i suoi occhi sgranati. Contemporaneamente,altri oggetti non più soggetti alla forza di gravità presero a vorticare velocemente intorno al suo letto. Kimimaro fu bersagliato da libri,manette,armi e tutto ciò che normalmente si trova nelle camere da letto. Il ragazzo parava e schivava i colpi come poteva.
Ciò che stava succedendo non aveva senso. Un bastone uscì dal mucchio e lo colpì con forza, scaraventandolo nel vortice. Kimimaro urlò di sorpresa e di dolore,poiché gli oggetti adesso lo urtavano dappertutto con maggior forza. Improvvisamente come era iniziato,il fenomeno terminò. Kimimaro fu scagliato in un angolo della stanza dalla forza centrifuga. Le cose che erano state catturate dal vortice si erano sparpagliate per tutta la camera producendo un rumore assordante che svegliò il Jashinista.
“Ma che c*bip*o è successo qui?”
Dal corridoio provennero delle urla. Hidan fissò la porta,poi Kimimaro,poi di nuovo la porta.

Tobi fu svegliato da uno strano bussare. Si sedette sulle scale,in ascolto. Il suono proveniva dal fondo del corridoio; sembrava che qualcuno bussasse ripetutamente ad una camera con un oggetto di ferro. Dopo un minuto o due i colpi si spostarono alla camera di fronte. Chiunque bussasse a quel modo,stava procedendo a zigzag lungo il corridoio. Mano a mano che si avvicinava,Tobi sentiva un freddo malsano avvolgerlo e farlo rabbrividire. Si sforzò di vedere qualcosa in quel buio,ma non riuscì a scorgere niente. Ormai il freddo si era fatto pungente. Gelato,il bravo ragazzo saltò in piedi quando sentì i colpi incredibilmente vicini. Udì delle urla e,spaventato oltre ogni dire,gridò anche lui. Salì di corsa le scale senza cadere,arrivò fino alla camera di Konan e quasi si scontrò con Orochimaru sempre strillando.

Il Leader e Orochimaru erano usciti armati dalle loro camere: Orochimaru brandiva la sua katana,il Leader una scopa. Si fecero un cenno d’intesa e cominciarono ad avanzare. Delle urla si facevano sempre più vicine. Orochimaru rischiò di essere investito da Tobi,che,una volta raggiunta Konan,si era messo a piangere come un bambino.
“Tobi,che succede?” chiese autoritario Pain.
“Qualcuno molto freddo bussa alle camere e fa gridare chi apre.”
“D’accordo. Resta qui con Konan e Sbaciucchio,noi andiamo a stanare l’intruso.”
I due uomini scesero le scale e trovarono tutti fuori dalle loro camere. Deposero le armi.
“Che succede qui?” urlò Pain per farsi sentire al di sopra di tutte le conversazioni.
I suoi adorati ninja cominciarono a parlare tutti insieme. Intanto era scesa anche Konan,con Tobi e Sbaciucchio avvinghiati a lei.
“Alt! Stop! Silenzio! Indico una riunione straordinaria!”
Tutti allora si diressero nella Sala delle Riunioni.



***Angolo Autrice***
Autrice: vi ho spaventati almeno un pochino? Deidara e i gemelli sono stati spaventati da due racconti di Stephen King, intitolati Il dito e Denti chiacchierini. Per Tobi mi sono ispirata a L'incubo di Hill House di Shirley Jackson. Ah, e poi la scena inizilale di Deidy e Tobi è la mia gag preferita di Tom e Jerry.
Sasuke: ...
Autrice: sei addirittura meno comunicativo di tuo fratello. Saluta i lettori!
Sasuke saluta con un cenno del capo.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: I_love_villains