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Autore: regarde_le_ciel    10/01/2016    2 recensioni
Ciao, questa è la mia prima fanfiction.
Sono passati due anni dalla sconfitta di Gea, e i nostri eroi devono tornare all'azione più uniti che mai. L'unica pecca? C'è una profonda rottura tra i sette della profezia: Percy e d Annabeth devono andare insieme all'Università di Nuova Roma ma la ragazza rompe i contatti improvvisamente per poi sparire nel nulla e nessuno ha più sue notizie, Jason e Piper rompono e ormai non parlano più tra loro ma nonostante ciò ricordano tutti con nostalgia i "vecchi tempi", quando erano il sette della Profezia.
Mi raccomando recensite ;)
Buona lettura
-Alexandra
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calipso, Frank/Hazel, I sette della Profezia, Jason/Piper, Leo/Calipso, Percy/Annabeth
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Note dell'autrice:

Ho deciso di scrivere le note sia prima che dopo il capitolo per chiarire un po' la situazione:

  1. Scusate per il nome che ho dato al pegaso di Piper, non mi veniva nient'altro in mente.

  2. Non odiate Jason: troverà un modo per farsi perdonare, più tardi.

Per il resto ci vediamo sotto: buona lettura

 

CHAPTER 4

PIPER

 

Ero in groppa a Sunshine, mentre Percy a Blackjack, l'aria era fredda nonostante fosse una serata estiva. Perciò Percy ad Annabeth si erano lasciati: ero curiosa di sapere il perché, insomma,io non ci credevo avevano superato addirittura il Tartaro. Potevo convincerlo a raccontarmi tutto con la lingua ammaliatrice, ma non mi sembrava giusto.

Pensando a loro irrimediabilmente i miei pensieri finivano ai sette e si soffermavano su Jason.

Anche per noi le cose non sono andate molto bene. Era successo circa un anno fa. Stavo tornando a casa dal lavoro. Era strano, lo avevano appena chiamato al telefono, di solito mi diceva di sua iniziativa chi lo chiamava. Questa volta no. Anzi, mi aggredì ingiustamente dicendomi di farmi gli affari miei e di smetterla di stressarlo.

Andai a letto con le lacrime agli occhi. Quando mi svegliai sentii un forte odore di alcool, i capelli erano scompigliati, era semplicemente disgustoso non era mai tornato a casa in simili condizioni.

Decisi di andare a fare shopping senza svegliarlo e chiedergli spiegazioni pensando che avrebbe cercato di scaricare le sue colpe su di me, proprio come ieri sera.

Quando andai dalla cassiera e le diedi la mia carta di credito ebbi una spiacevole sorpresa: strisciò la carta più e più volte per poi dirmi che là dentro non c'era neanche un misero penny.

A quel punto corsi direttamente da Jason a chiedere spiegazioni visto che lui era l'unico ad avere i miei dati: volevo solo sapere il perché di tutto ciò.

Lo salutai come se non avessi mai fatto la mia scoperta. Mentre mi salutò guardò verso l basso quasi come si vergognasse di se stesso.

-Jason...va tutto bene?-

-Mh...cosa? Ah, si Piper va tutto bene.- aveva un'aria assorta e sembrava che dicesse quella frase a se stesso cercando di auto-convincersi. Inutile dire che non la bevi.

-Oggi sono andata in giro e quando ho dovuto pagare...-

-...Non c'erano soldi- concluse la frase per me.

-Pensavo potessi spiegarmi visto che qui si tratta anche di me.- Non ero molto arrabbiata, più che altro ero triste.

-...-

-Jason, cos'hai combinato? Non può essere tanto grave.-

-Piper non me lo fare pesare di più- non riusciva a sostenere il mio sguardo, cosa che non era mai successa. Mi stava facendo preoccupare e non poco.

-Jason, non farmi usare la lingua ammaliatrice...-

-Fallo, usala!-

-...-

-HO DETTO USALA!- mi faceva paura, non l'avevo fai visto così. Potevo accettare il fatto che poteva cadergli lo sguardo qualche volta su una ragazza ma, non potevo tollerare il fatto che mi avesse prosciugato il conto in banca senza darmi spiegazioni e il tono che aveva usato poco fa!

-Sai che ti dico? Non me ne frega niente!- andai in camera presi una valigia e infilai con cura tutti miei averi.

-Piper dove vai? M dispiace, non volevo...- riuscivo a leggere dispiacere e vergogna in quelle iridi azzurre di cui ero sempre stata innamorata ma come ho detto prima non potevo chiudere un'occhio sul suo comportamento.

-Ciao Jason- non resistetti alla tentazione e gli posai un ultimo bacio sulle labbra, appena attraversato l'uscio della porta iniziai a piangere.

-Eccola, la ditta di Hazel, è proprio laggiù!- disse Percy indicandola.

Cancellai subito la lacrima solitaria che mi aveva procurato quel doloroso ricordo.

-Va tutto bene Pips? Sei stata zitta per tutto il tragitto, tu di solito sei una gran chiacchierona.-ero indecisa: no sapevo se confidarmi o convincerlo con la lingua ammaliatrice che tutto andava benissimo. Alla fine decisi di raccontargli tutto, insomma, i sette si dovevano riunire? Allora saremmo più uniti che mai.

Gli raccontai tutta la mia storia e lui ebbe una reazione molto strana: stette zitto mentre sul volto si dipinse un'espressione impossibile da decifrare, disse solo una parola: perché?

-Non lo so perché Percy, non me l'ha detto si...vergognava, era strano, non si era mai comportato in quel modo.- avevo gli occhi lucidi.

-Stai tranquilla Pips, sistemo tutto io.-Mi venne un brivido lungo tutta la schiena.

-No, Percy stai tranquillo, tu devi concentrarti su Annabeth.- prese un respiro profondo e ricominciò a parlare.

-Lo so, ma voglio so parlargli niente di più.- lasciai perdere l'argomento.

Decollammo e avviammo verso la ditta: due guardie enormi sorvegliavano un piccolo edificio alle loro spalle.

Mi avvicinai a loro.-Scusatemi, vorremmo entrare, possiamo vero?-

-Certo signorina.-

-Sa dirci anche dopo si trova Hazel Levasque?-

-Certo, si trova all'ultimo piano, sapete pare un edificio piccolo ma in realtà si estende sotto terra, la signorina si trova al piano più profondo ma avete bisogno di un pass per entrare.-

-Può prestarci il suo pass?- avevo fatto tantissimi progressi con la lingua ammaliatrice.

-Certo signorina, prenda pure.-

Io e il figlio di Poseidone entrammo in una graziosa sala d'accoglienza: era ovale, le pareti erano pitturate con piacevoli sfumature ocra e terra bruciata e scendevano delle liane in modo da dare freschezza all'ambiente, al centro erano sistemati i banchi delle segretarie fatti in legno massiccio, sulla destra c'era l'ascensore che funzionava solo con il pass mentre sulla sinistra le scale.

Decidemmo di prendere l'ascensore utilizzando il pass che ci era stato dato e schiacciammo il bottone numero 5 visto che era quello più in profondità.

Ci ritrovammo davanti a una porta blindata, non si poteva entrare senza la password: eravamo fregati!

-Ehi! Che state facendo?-

-Hazel?!- ero felicissima di vederla.

-Venite qui!- ci abbracciammo tutti e tre.

-Come mai siete qui? Dai su venite nel mio ufficio vi offro un caffè!- ci sedemmo davanti a lei io presi un caffè macchiato mentre Percy uno blu.

-Allora, ditemi tutto.- Hazel era cresciuta, era la più piccola del gruppo ma questo non significa che era la più debole dopotutto il vino buono sta nella botte piccola no?

Percy le raccontò della missione.-Capisco, perciò torneremmo all'azione come ai vecchi tempi? Non sto più nella pelle, devo subito dirlo a Frank, sarà così felice.- era felicissima addirittura raggiante, però io osservai un altro dettaglio, uno che non salta subito all'occhio: era sull'anulare sinistro, un oggetto brillante e d'orato.

-Hazel ma quello sulla tua sinistra è un...-

-...un anello di fidanzamento!-

note dell'autrice 2

lo so, sono sempre qui a stressare! So anche avevo scritto che c'era una profonda rottura tra tutti poi però mi sentivo troppo cattiva perciò ho deciso di fare così. Percy si è preso l'incarico di fratellone iperprotettivo, abbiamo scoperto più o meno cos'è successo con Jason. Devo ancora scrivere il capitolo numero 5, magari potete dirmi attraverso una recensione se preferite far trovare prima Leo o Jason, Annabeth sarà l'ultima.

Non so se riuscirò ad aggiornare sempre così velocemente.

Saluti

-Alexandra

   
 
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