Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: MissJB2501    10/01/2016    1 recensioni
"Ci ripetono che l'amore è il sentimento più forte e puro che un essere umano possa provare in tutta la sua esistenza. Non ci credevo, o almeno è quello che mi imponevo di credere. Dopo le mie storielle da quattro soldi ero arrivata a pensare che forse non avrei mai provato amore per qualcuno, che non avrei provato tutte quelle sensazioni che erano scritte nei libri. Adesso posso garantire che mi sbagliavo perchè l'amore, quello vero, è anche meglio di come viene descritto , va oltre l'immaginario. Ma dobbiamo anche ricordare che l'amore è sofferenza e che amare vuol dire distruggere e che essere amati vuol dire essere distrutti."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeremy Bieber, Justin Bieber, Nuovo personaggio, Pattie Malette
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Ero distesa sul letto e la testa mi girava. Non ricordavo bene come fossi arrivata all'hotel, ma sicuramente era stato lui.

Strofinai gli occhi e mi misi a sedere. Afferrai il cellulare che segnava le sei passate e avevo sessantadue chiamate perse da mia madre, trenta Claire e cinquantacinque messaggi che non avevo minimamente voglia di leggere.

La porta si aprì e comparve Justin con un bicchiere di limonata.

Gli stavo provocando tantissimi problemi, me ne rendevo conto, ma lui era sempre lì e non segnava segni di cedimento.

"Come ti senti?" mi chiese sedendosi e spostandomi una ciocca di capelli dal viso. Sospirai.

"Non lo so, mi sento in colpa." Mormorai. "Adesso capisco quanto mia madre avesse ragione, lei sapeva che facendo questa cosa mi sarei scottata, ma ho voluto fare di testa mia perche sono una vera demente."

"Non dire così, hai fatto quello che ogni ragazza al tuo posto avrebbe fatto. Non buttarti giù in questo modo, e anche se le cose non sono andate come ti aspettavi , tutto si aggiusterà." rispose rassicurandomi.

Gli diedi un bacio sulla guancia euro accoccolai tra le sue braccia.

"Il problema è che me lo aspettavo, ero sicura che avesse un'altra famiglia."

"Piccola, penso che la cosa giusta da fare in questo momento sia chiamare tua madre."

Annuii, aveva ragione.

"Ti lascio sola." Mi baciò tra i capelli ed uscì.

Mi morsi un labbro indecisa, ma composi il numero.

"Liv?"

"Si mamma." Risposi.

"Mi manchi tantissimo, amore mio. Come stai?" Era felice di sentirmi ed era la cosa più bella del mondo.

"Tornerò tra poco, il tempo di organizzarmi con i bagagli e i biglietti." La gola mi bruciava.

"E' andata male?"

"Tutto." Piangevo di nuovo, senza controllo.

Era una delle sensazioni più brutte che avessi mai provato. Ero delusa, confusa e tremendamente infelice.

"Mi dispiace così tanto."

"Avevi ragione e ti chiedo scusa." Confessai asciugandomi le guance bagnate.

"Non preoccuparti supereremo anche questo, insieme."

-POV JUSTIN-

Non volevo che Liv stesse male, non riuscivo a sopportare l'idea di vederla distrutta.

Il suo compleanno sarebbe arrivato di lì a poco e avevo programmato di andare in spiaggia almeno una volta prima di tornare a Seattle.

Una ragazza che quella mattina mi aveva visto al bar, mi aveva lasciato il suo numero su un biglietto che poi mi era stato recapitato da un cameriere.

Non sapevo chi fosse, ma la cosa certa era che si era lasciata affascinare dal grande Justin Bieber.

Decisi di tornare in camera, girando e rigirando il biglietto tra le mani.

"Che cos'è?" chiese Liv curiosa.

Aveva gli occhi leggermente arrossati.

"Hai pianto?" domandai ignorando quello che aveva chiesto.

"No." rispose secca. "Ma dimmi cosa c'è su quel biglietto." Insisté.

Mi lanciai sul letto di peso.

"E' un numero di telefono che mi ha lasciato una ragazza." La informai alzando un sopracciglio.

Portò il cuscino davanti al viso e grugnì forte.

"Che ti prende?"

"Non riesco a credere che in un momento come questo pensi alle ragazze, io non lo farei se ti fossi ritrovato in una situazione così brutta."

Attraversò la stanza e si chiuse in bagno. 
 

-POV LIV-

Non volevo crollare, non volevo distruggere tutto e confessare quanto fossi innamorata di lui, dovevo tenere duro.

Mi guardai allo specchio, mi truccai leggermente e acconciai i capelli.

Quando uscii dal bagno lui era ancora lì e l'aria era tesa.

"Liv." mi chiamò, ma non risposi.  "Liv." Ripeté, ma continuai ad ignorarlo. "Liv." Urlò.

"Che cosa vuoi, Justin, cosa?" chiesi stanca.

"Vieni qui, fatti abbracciare." Aprii le sue braccia, e nonostante mi tentassero non volevo cedere.

"Non devi richiamare quella ragazza?"

"Lo so che stai morendo di gelosia, quindi abbracciami che ho bisogno di te." Mi si avvicinò con un luccichio negli occhi.

"Stammi alla larga, la mia pazienza ha un limite." Lo avvertii sicura.

"Mi piacerebbe superare quel limite e vedere che cosa succede." mi circondò la vita con le braccia.

Eravamo di nuovo attaccati, il suo viso nell'incavo del mio collo, le mie guance rosee per il calore del suo corpo contro il mio e il cuore mi batteva all'impazzata.

"Al quanto pare ti ho zittita." Sussurrò contro il mio orecchio.

"Bieber, sei troppo pieno di te." Mi staccai da lui e lo spinsi.

"Se non vuoi abbracciarmi tu, vedrò chi può farlo."

XXX

Scesi nell'atrio dell'hotel  e vidi Justin parlottare con una ragazza, e anche da quella distanza si poteva notare quanto facesse il casca morto.

Quello che volevo era bere per dimenticare.

Ordinai un paio di drink e potei definirmi devastata.

Ero appoggiata al bancone con una mano sotto il mento e la mente altrove.

"Che ti avevo detto?" mi sgridò, Justin.

"Non devi sempre rompermi le scatole. Hai una vita, lasciami la mia."

Scosse le testa contrariato, ma non ribatté.

   
 
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