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Autore: starmoon    10/01/2016    2 recensioni
L'aeroporto è pieno di passeggeri, tra i tanti una famiglia entra velocemente dalla porta di vetro dell'ingresso. Emma Swan corre veloce verso la biglietteria, dietro di lei Killian Jones cammina con un passo più moderato, trascinando con se due grossi trolley. Emma appoggia le braccia sul bancone prendendo dalla borsa i soldi per i biglietti. La ragazza da dietro il bancone osserva la donna muoversi con velocità. Emma da i soldi dopo averli contati.
Emma: quattro biglietti per Storybook
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CRY

 

 

 

Il vento le scompiglia i capelli lisci e bruni, l'odore del mare la rilassa, è sempre stato così anche da piccola, a New York non si era mai presa del tempo per pensare. Eve è seduta sul muretto vicino al porto, ricorda un po' Emma quando non voleva nessuno intorno a se. Ma Eve non era sola, con lei c'era Liam, le vacanze ormai stavano finendo e i due si erano visti poco, Liam si era chiuso in se stesso e difficilmente usciva, anche con gli amici. Tom non era riuscito ad entrare nemmeno nella camera del ragazzo, era completamente chiuso nelle quattro mura della sua stanza. Eve guarda il mare con gli occhi celesti, quegli occhi attenti e maliziosi come suo padre. Liam è seduto di fianco a lei, ha uno sguardo pensieroso, sembra sempre con la testa tra le nuvole è Eve ormai coglie ogni particolare, come se nella sua testa ogni volta che il ragazzo non la guarda scattasse un allarme. Eve guarda verso il basso, il mare è calmo, ricorda proprio Liam in questo momento, così calmo eppure sembra potersi agitare da un momento all'altro. Eve lo guarda mentre si prende una sigaretta, non lo aveva ancora visto fumare. Liam la guarda, poi scuote il capo, dimenticava che era Liz che l'aveva beccato fuori da scuola, gli occhi celesti del ragazzo ruotano verso il mare aperto -Mi hai beccato- dice in tono ironico il ragazzo, ma nemmeno Liam è molto convinto che faccia ridere. Eve lo guarda serio, non vuole perderlo, porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio con fare innocente, a volte anche lei ha dei piccoli gesti semplici, Liam lo nota, nonostante quello che sembri Eve gli piace. Getta fuori dalla bocca un po' di fumo, rilassando i nervi a fior di pelle che ha in questi giorni.

 -Posso farti una domanda?- domandò Eveline portando le ginocchia al petto con fare infantile, i suoi occhi celesti lo scrutano, studiandolo, Liam toglie la sigaretta dalla bocca voltandosi verso di lei, per un secondo il panico lo prende, si sente un traditore e non sa nemmeno il motivo di questi sentimenti contrastanti che lo rendono così confuso, si limita ad un "certo" sicuro di se, anche se nella sua mente sta ipotizzando le peggiori domande e tutte hanno un soggetto in comune. - tu di chi sei figlio, cioè da quando so la verità sono curiosa e…- Liam corruccia la fronte, si aspettava una domanda diversa, chiude le palpebre più volte, si da dell'idiota mentalmente per aver solo pensato che lei potesse chiederle di Liz. Lui sorride, sollevato in un certo senso, però ci sono tante cose della sua famiglia che tiene per se, suo padre è solo uno dei tanti problemi che si porta da sempre, nervoso guarda il mare, nemmeno lui è in grado di rilassarlo, guarda la sigaretta, si sta spegnendo sola, la fissa con uno sguardo un po' perso nel vuoto, poi inizia a parlare - Sono il figlio di Aurora e Filippo- il sorriso di Eveline si allarga sul suo volto, mentre Liam rimane impassibile, non ricorda nemmeno il volto di sua madre, ricorda solo il vuoto con cui ha imparato a convivere dopo tanti anni, ricorda solo il dolore di suo padre celato nei suoi occhi, Eve invece gli sorride ingenuamente, priva di ogni conoscenza sulla sua vita chiede - Posso vederla? cioè com'è fatta? è proprio come nei libri?- Liam si sente addosso un brivido gelato, non riesce nemmeno a voltarsi verso di lei, alza il capo verso il cielo, chissà magari la foresta incantata è proprio il paradiso, cerca il coraggio per rispondere, ma non trova le parole esatte, Eve nota questo silenzio, un silenzio però che cela tanto, non aveva mai notato la sofferenza del ragazzo, non aveva mai notato quella luce negli occhi che si spegneva quando parlava di genitori, dandosi della stupida cerca di rimediare. 

- Se non vuoi parlarne non fa niente, lo capisco- Eve abbassa il capo mortificata, Liam la guarda intenerito, non può prendersela con lei, non è colpa sua se è il destino è stato crudele con lui. Le sorride avvicinandola e abbracciandola.

 

 

Liz poggia i piedi sul prato verde, la pioggia della notte precedente è ancora nell'aria, il cielo per nulla sereno, ma l'aria priva di vento. Guarda la casa di fronte a se, sua madre le aveva dato l'indirizzo a patto che lei non facesse stupidaggini. Prende un grosso respiro e fa quegli ultimi due passi che la portano di fronte alla porta dell'uomo che un domani Liam dovrebbe diventare. Vederlo così grande, ancora più bello di quanto non lo sia ora le fa uno strano effetto, quel ragazzo probabilmente nel futuro sarà suo cognato e lei adesso non fa che arrossire ogni volta che è in sua presenza. Un senso di malinconia le prende quando la porta si apre, si sente mancare il respiro quando lui poggia i suoi occhi chiarissimi su di lei, in un certo senso è come se Liam la stesse guardando, ma ha uno sguardo diverso di adesso, intenso, forte, un sentimento che ancora lei non comprende. 

- Mi chiedevo quando saresti arrivata- lui abbozza un sorriso, Liz vorrebbe distogliere lo sguardo, ma è li per un motivo preciso, non può far si che i sentimenti per il Liam di adesso la distraggano nella sua missione. Lui le fa spazio per entrare e senza dire nulla lei lo fa, è sempre stata quella timida e silenziosa, ma ultimamente si era ritrovata a dover uscire gli artigli per farsi ascoltare. La giovane Liz guarda la casa, semplice, con pochi mobili, l'essenziale, una scelta sicuramente presa da sua madre. La cucina è semplice, Liz non può fare a meno di guardare ogni movimento che il ragazzo fa. Liam va verso il frigo, porta la mano destra tra i capelli morbidi, si volta con un'espressione imbarazzata sul volto, sorride cercando di sdrammatizzare la situazione. Liz lo guarda senza dire nulla, ha le guance imporporate di rosso, sente come un blocco nel parlare con lui, lui sorridendole le elenca alcune cose che ci sono in frigo. 

- tua madre mi ha portato della cola, soda, succo? è succo questo?

Lui la guarda indicando la busta alla pesca contente il liquido colorato, lui non riesce a trattenersi, non era mai stato amante del succo, poi nell'altro mondo era una cosa che non esisteva proprio. Liz sorride imbarazzata, cerca di guardarlo, ma mai negli occhi. 

- L'…- Liz si blocca, ha un momento di panico, ma poi si riprende e torna a parlare - l'ultima volta che ci siamo visti, mi hai detto che dovevi fermarmi, fermarmi dal fare cosa?- Liam non è sorpreso dalla domanda, anzi si chiedeva quando gliel'avrebbe fatta. Con rassegno si siede di fronte alla ragazza, in quel tavolino per quattro persone, i due sono uno di fronte all'altra. Liam cerca le parole giuste, ma non è facile spiegare perché si trova li, molte cose non può dirgliele. 

- succederanno tante cose, cose delle quali influenzeranno molto su tutti voi, quello che intendevo non era fermare propriamente te, tu adesso non hai fatto nulla, io parlo dell'altra Elizabeth, parlo della mia Elizabeth, quella del mio tempo 

Lizzie rimane immobile, quella frase tanto criptica quando chiara e diretta. Apre e chiude più volte le palpebre confusa, Liam si morde la lingua, vorrebbe dirle di più, vorrebbe dirle cosa succederà, chi diventerà, ma deve trattenersi, anche se con lei è difficile, Liz aveva sempre quel dono di saper ascoltare la gente, capirla fino in fondo. Liam le sorride e Liz non capisce il perché, lo guarda, ma poi abbassa lo sguardo, non riesce a guardarlo in faccia. 

- Ho qualcosa sul volto?- lui la guarda senza capire, un'espressione ingenua e naturale, alquanto buffa, la ragazza scoppia a ridere, una risata naturale, che fa immobilizzare il ragazzo, la fissa incantato. 

- Cosa?- lei gli domanda, ma lui scuote il capo e poi le sorride malinconico, dolce - Niente, solo che sono anni che non vedo Lizzie ridere così di gusto- Lizzie è colpa da una profonda malinconia, è stupida dal cambiamento radicale che affronterà nel futuro. 

- Sei così diverso da lui- Liz non riesce a trattenersi, deve dirlo, in fondo è quello che ha sempre pensato, ogni volta che guardava il ragazzo di fronte a se non poteva non paragonarlo con il Liam di adesso, quello con cui a litigato, quello che le ha parlato bruscamente e poi è sparito, quello che sta insieme a sua sorella. Liam la capisce, lo vede dal suo sguardo a cosa sta pensando, sposta un po' la testa di lato, vorrebbe aiutarla in qualche modo, ma deve lasciare che tutto faccia il suo corso. Sospira, almeno qualcosa deve pur esserci che può fare per lei. - Con lui devi andarci cauta, in questo momento sta affrontando diverse cose e quello di cui ha bisogno è di sapere che ci sia qualcuno sempre li per lui, che lo sostenga

Liz lo guarda, uno sguardo quasi amareggiato - Lui ha Eve, io non gli servo 

Liam perde un battito, aveva dimenticato quelle piccole dinamiche del passato. Adesso comprende meglio lo sguardo triste di Liz e una fitta al cuore lo colpisce, non può fare di meglio, non può dirle di più. Abbassa il capo affranto. Poi gli torna in mente una cosa, l'inizio di tutto era avvenuto per colpa di Tremotino, era iniziato da Lizzie, se il piano di Elizabeth non sarebbe andato a buon fine quella in pericolo sarebbe stata proprio la ragazzina di fronte a se . Liam si guarda l'anello, lo sfila in silenzio sotto gli occhi attenti di Liz che non capisce cosa sta facendo, il ragazzo glielo porta e lei curiosa gli domanda - Cosa? perché lo stai dando a me?- Liam si limita a sorridere malinconico, ha un valore importante per lui quell'anello - voglio che lo tenga tu per favore- lei annuisce accontentando il ragazzo. Liz alza lo sguardo, deve parlare di altro, non è andata da lui per parlare di questioni di cuore. Lo guarda decisa chiedendo quello che Liam forse aveva sempre più temuto nel momento esatto in cui la vista davanti alla sua porta. 

- come devo fare per vedere Elizabeth?

 

 

Jackson entra da Granny's, c'è poca gente la mattina, ma è l'ultimo giorno di vacanza e non vuole sprecarlo a poltrire a letto, così ha deciso di vedersi con Connor per parlare della prossima canzone. Avanza verso il bancone, Ruby lo saluta con un sorriso meraviglioso e poi gli porge due ciambelle, sa a memoria ogni ordine dei suoi clienti. Jackson ha già l'acquolina in bocca, le prende quasi con foga e si volta verso i tavoli, vuole quello vicino al box, almeno sente la musica anche li. Ma il tavolo è già occupato da Layla, inizia a sudare freddo, ha un po' paura della ragazza, sopratutto ultimamente che si comporta come una vipera nei suoi confronti. Jackson prende un grosso respiro e tentennando avanza verso il tavolo. 

- Hey- Jackson accenna ad un saluto e un sorriso che gli muore in gola quando lei alza lo sguardo gelido su di lui - cosa vuoi?- una domanda, più che altro un modo per liberarsi di lui, si capisce benissimo che non lo vuole intorno. Jackson allora prende l'iniziativa, senza che lei dica niente si siede di fronte alla ragazza, lei lo guarda tra il confuso e il seccato, lui allora inizia a parlare prima che lei possa replicare in qualche modo - lasciatelo dire okay? io non ho niente contro di te, anzi mi stai pure simpatica, dici sempre quello che pensi e non ti lasci intimidire da nulla, sono qualità che io non ho, quindi ho bisogno di sapere perché mi odi tanto?

Lei lo guarda, per un attimo non sa da dove iniziare, non vorrebbe rispondergli, farlo vorrebbe dire mettersi a nudo e lei non è pronta, ma non può nemmeno tirarsi indietro, le parole di lui diventato un eco che si ripete nella sua mente e non vuole smettere.

- Io non ti odio-  si alza di colpo, lui la guarda sorpreso, la vede andare via, allontanarsi, di nuovo fuggendo da lui. Ritorna a guardare le sue ciambelle, stranamente non aveva più appetito e niente al monto gli aveva fatto mai passare la fame prima di oggi. 

- Hey fratello - la voce calda di Connor gli fa alzare lo sguardo, probabilmente aveva visto tutta la scena, o forse era solo arrivato in quel momento, ma per Jackson non aveva molta importanza, non era un tipo timido o che si teneva tutto per se, anzi a volte lo rimproveravano per non riuscire a trattenersi dal dire qualcosa di stupido o imbarazzante. Sospira mentre Connor prende il posto di Layla, lui ha in mano un cappuccino, indossa una sciarpa blu, gli copre fino al mento, il freddo ultimamente è più presente che mai. Connor lo guarda curioso, non lo aveva mai visto così affranto, fa una smorfia divertita e poi scoppia in una rumorosa risata che distrae Jackson dai suoi pensieri - Non credevo che questo giorno sarebbe arrivato- Connor continua a ridere anche se cerca di smettere, scuote il capo con violenza e poi sospira guardando il migliore amico, non può fare a meno di sorridere anche mentre cerca di bere il cappuccino ancora troppo bollente. 

- Che hai da ridere?- Jackson chiede corrucciando la fronte e guardandolo male, sembra un bambino capriccioso offeso dall'amichetto di turno, Connor alza il capo guardandolo, questa volta comprensivo e quasi protettivo, in effetti Connor era sempre così nei suoi confronti, protettivo, quasi paterno, Jackson non gli aveva mai tenuto nascosto il suo rapporto con suo padre, rapporto che non esisteva, in un certo senso Connor si era sentito in dovere di prendersi cure di lui, gli veniva naturale. 

- E' la prima volta che ti vedo così per una donna, è una buona cosa- Connor annuisce con fare saggio, teatrale, Jackson lo guarda impallidendo, come se quello che stesse dicendo fosse fuori dal mondo, dal suo mondo. Per il ragazzo esistevano tre cose fondamentali al mondo: il cibo, la musica e sua madre. Il genere femminile per lui era un luogo oscuro e pericoloso che lo metteva in difficoltà. Il suo migliore amico ha sempre cercato di spronarlo un po', farlo uscire da quel guscio in cui si è rinchiuso. 

- Non dire sciocchezze sto solo cercando di capire cosa le ho fatto per farmi trattare come un idiota, mi è tornata la fame- un sorriso enorme spunta sul viso del più piccolo, Connor lo guarda ingozzarsi come al solito e gli scappa un sorriso, si ritrova a pensare a quanto sia ingenuo e buffo il suo migliore amico. 

 

 

Belle era sola in casa, Jackson sicuramente sarebbe tornato per pranzo, non lo avrebbe mai saltato, non c'era nessuna ragione al mondo per cui lo avrebbe fatto. Era strano come fosse uscito fuori così tanto buono, quando suo padre di buono non aveva mai avuto nulla. Le ci sono voluti anni per capirlo, anni di bugie e tranelli. Fissa quella lettera poggiata sul tavolo della cucina, lei seduta sulla sedia non aveva avuto il coraggio di aprirla, Elizabeth le aveva detto che l'aveva scritta lei e in effetti quel " per Belle" sembra proprio scritto da lei stessa, una calligrafia semplice e pulita. Elizabeth prima o poi sarebbe tornata, lo sentiva, lo sapeva. Guarda con terrore quella lettera, una volta letta le cose sarebbero cambiate e sicuramente avrebbe avuto molta più chiarezza riguardo quello che succederà a Jackson. Non ha fatto che ripetersi perché proprio lui, perché tra tanti era lui quello che sarebbe morto, non lo accettava, nessuna madre lo accetterebbe. Belle si alza dalla sedia, è più facile in piedi, la prende tra le mani tremolanti e insicure. Cosciente che quello che leggera la distruggerà ancora di più, ma deve farlo, per il bene di Jackson. Prende il foglio all'interno della lettera, è bianco, pulito, sicuramente scritto con calma, forse aveva avuto del tempo per farlo. Belle inizia a leggere le prime righe e già dall'inizio capisce che quel dolore era ancora forte, presente. 

Una Belle molto più grande è seduta su una piccola sedia, una camera da letto in stile medievale, non molto ricca, sembra molto piccola e piena di cianfrusaglie. E' china su quel foglio bianco, inizia a scrivere con l'inchiostro nero accanto al foglio, ogni tanto intinge la penna all'interno. 

" Cara Belle, o dovrei dire cara me, se stai leggendo questa lettera vuol dire che il piano di Elizabeth sta andando a buon fine, ti chiederai come una persona buona come te sia arrivata al punto di partecipare ad un piano tanto crudele e meschino, ma in fondo non possiamo mai dire cosa sia giusto o sbagliato. Si, è vero, quello che lei ti ha detto, che il mio bambino, il mio dolce bambino non c'è più, è un dolore atroce, che ancora oggi dopo quasi vent'anni dalla sua morte mi logora l'anima, quel dolore mi ha spinto a voler aiutare Elizabeth, perché in fondo anche lei ha perso molto, davvero tanto, tutti noi abbiamo perso molto. Ma c'è un modo e non te lo chiederei se non fossi così disperata. Tremotino verrà da te, ti convincerà che vuole cambiare, dirà la solita recita che ha imparato con gli anni e per qualche assurda ragione tu lo ascolterai di nuovo, lo accetterai di nuovo, quindi Belle ti chiedo di non farlo, non lasciare che lui ti inganni di nuovo e ti porti via l'unica felicità che veramente hai avuto. Il suo vero obbiettivo non è mai stato Jackson, lui ha salvato Lizzie, la sua giovane e ingenua amica, le gemelle sono l'obbiettivo di Rumple, il potere chiuso in loro, prima le separerà e poi le ucciderà. Jackson è stato un eroe, ma quel gesto nei confronti di Lizzie ha comportato gravi conseguenze, so che lei adesso ti sembra rude, crudele e quasi folle, ma devi fidarti di lei, devi fidarti di me, quindi di te stessa, Belle se questa lettera è nelle tue mani probabilmente io non ci sono più e l'unica speranza che le cose vadano diversamente è lei, aiutala, aiutala a salvare il mio bambino."

Belle sente le lacrime scorrere sul suo viso, non le asciuga, le lascia scorrere copiose sul volto, era scritta di suo pugno, la sua mano tremante dal dolore, non potrebbe sbagliarsi. Con lentezza si siede sulla sedia sulla quale era appoggiata prima. Guarda la sua cucina, da un momento all'altro lui sarebbe entrato e le avrebbe fatto un enorme sorriso andando dritto verso la pentola sul gas e chiedendo cosa ci fosse per pranzo, poi avrebbe brontolato qualcosa su una ragazza, ultimamente lo faceva spesso e dopo sarebbe salito in camera come ogni giorno. Il pensiero che tutto questo un giorno finisse la consumava dentro e ogni volta che vedeva il viso di suo figlio non faceva che sentire quella morsa sul collo che la bloccava, le impediva di parlare. 

 

 

Liam va verso la via di casa, ha ancora quello strano vuoto nel petto che non riesce a spiegare, forse le parole di Eve su sua madre l'avevano scosso più di quello che pensasse. Con capo chino continua a camminare, è quasi arrivato a casa, ma sente un suono, il suo nome, non riconosce la voce, non la mai sentita. Si volta verso la sua destra, è un immagine strana, gli fa uno strano effetto. Vedersi di fronte lui da grande non è una cosa da tutti i giorni, ma in fondo lui è sempre figlio di una ragazza raccontata in un libro di fiabe. Il giovane si ferma di colpo mentre il Liam del futuro si avvicina a lui, non avrebbe dovuto lo sa bene, ma c'erano cose che doveva dirgli. Cose nel suo passato che doveva salvare, rimpianti che lo hanno tormentato nel corso degli anni. 

- Possiamo parlare?

Liam, lo guarda, non sa cosa rispondere, non è il momento di aggiungere altri drammi alla sua vita, ma lui è li, avrà quell'aspetto, non fa che pensare cosa gli sia successo per essere finito di nuovo qui, indietro nel tempo. Liam annuisce avvicinandosi al ragazzo, non sa come comportarsi, non gli è mai capitata una cosa del genere, a nessuno del mondo è mai capitata. Il più grande lo guarda, uno sguardo malinconico e nostalgico. Ha quasi timore di parlare di ciò, sa benissimo quanto lo turbava quell'argomento, era come un tabù per lui, prende un grosso respiro e inizia a parlare, non aspetta nemmeno che lui risponda, si conosce benissimo da sapere che un no secco probabilmente sarebbe più probabile - Devo parlarti di tuo padre- Liam sbatte più volte le palpebre confuso, poi lo guarda in modo rude, duro, i suoi occhi si fanno sottili, quasi minacciosi - Non ho niente da dire su mio padre- Liam fa per andarsene, ma il più grande lo afferra per un braccio costringendolo a voltarsi, ha una forza maggiore, è allenato, si vede benissimo, Liam lo guarda in cagnesco, ma lui non demorde, anzi il suo sguardo si fa più duro di quello del giovane, lui lo ascolterà con le buone o con le cattive.

- Vieni con me 

I due sono dietro l'angolo di una casa vuota, è in vendita probabilmente. Il giovane Liam è seduto sulle piccole rampe di scale che portano alla porta posteriore della casa, mentre quello del futuro è in piedi, cerca di trovare le parole, ma parlare con un giovano Liam era davvero un compito arduo, Liam sospira nervoso, poi lo guarda negli occhi, vuole che capisca bene il messaggio, vuole che lo percepisca sulla pelle, che se lo ricordi bene a mente, che quelle parole diventino uno scrigno di cui farne tesoro. 

- Mio padre, in questo caso tuo padre…ha bisogno di te, devi stargli vicino, se non lo farai te ne pentirai, sarà il tuo unico rimpianto Liam, avrai la donna che ami al tuo fianco, avrai un bel castello da governare, avrai ricchezze e amore, ma avrai anche il rimpianto di non essergli stato vicino e questo peso te lo porterai dentro, me lo porto dentro ed è opprimente, ho bisogno che tu non faccia il mio stesso errore

Il giovane lo guarda confuso, colpito da quelle parole così dirette - Mio padre è una persona diversa forse da quella che conosci tu- Liam sorridendo beffardo scuote il capo, ma l'altro lo contraddice immediatamente - Cosa ti fa credere che lui ci sarà per sempre?

Liam non voleva farlo, non voleva dirlo, ma era l'unica chance che lui capisse, che comprendesse quanto quel dolore del padre è profondo, quanto in realtà quell'uomo sia l'unica famiglia che abbia mai avuto accanto per diciassette anni, quanto suo padre avesse bisogno di lui, ma il troppo orgoglio non ha mai aiutato. Il Liam del futuro sente un odore, un profumo che conosce, sembra investirlo di colpo, una dolce fragranza di vaniglia delicata. Si volta, aveva l'impressione che Elizabeth fosse li, ma c'erano solo delle ragazzine che camminavano per i fatti loro, scuote il capo amareggiato, vuole vederla, deve vederla, ci sono cose che la ragazza gli deve spiegare. Con lo sguardo affranto ritorna a guardare Liam, il giovane però è sparito, il ragazzo scuote il capo, ricorda com'era fatto, il tempo lo ha aiutato a maturare, ma in fondo era rimasto sempre quella testa calda che faceva sempre di testa sua. Poi di nuovo viene investito da quel profumo, questa volta ne è certo, non può sbagliarsi, va verso la strada principale, quel gruppo di ragazze sta ancora camminando, ne è certo, Elizabeth è li, camuffata tra quelle ragazzine, Liam cammina frenetico, non vuole passare per stalker, ma deve esserne sicuro, come se ne fosse certo, attratto in un modo particolare da una di loro, la volta dal braccio. Il suo cuore perde un battito, i grandi occhi chiari lo guardano sorpresi, non si aspettava di vederlo, o forse di essere stata scoperta, ma in fondo Elizabeth lo sapeva bene, voleva essere trovata nel suo subconscio, altrimenti non si sarebbe mai fatta vedere. Liam assume uno sguardo serio, duro e parla quasi con i denti stretti - dobbiamo parlare- Liam la prende per il braccio trascinandola verso la sua casa, sa benissimo che lei non gli farà mai del male, nonostante tutto lui si fida di lei, si fiderà sempre di lei. Elizabeth guarda con i suoi occhi grandi la finestra che mostra il cortile della modesta casa di Liam, la trascinata fino dentro, il ragazzo chiude la porta sbattendola forte, è arrabbiato, furioso con lei, con la rabbia che gli ribolle nelle vene gli domanda furente - Cosa diavolo stai combinando Lizzie?- Liam respira a stento, sente il petto alzarsi e scendere in maniera innaturale, il cuore va a mille per la rabbia e l'emozione di averla di nuovo li davanti a se. Elizabeth si volta di colpo, non ha più quel vestito nero, è vestita in modo normale, semplice, i capelli sciolti le arrivano sotto il seno, cadono morbidi e lucenti. La ragazza sbatte le mani ai fianchi esausta e nervosa - Cosa vuoi che ti dica Liam, che sono tornata indietro per finire il lavoro?- Liz alza le sopracciglia mentre Liam scocciato sposta lo sguardo, poi lo riporta su di lei avanzando si qualche passo per poi riprendere a parlare - Vuoi uccidere Tremotino, lo già ucciso io nel futuro, possiamo andare avanti…- Liam la guarda serio in volto, ma anche lei lo è, lo guarda, lui non potrebbe capire, non ancora, affranta lo guarda negli occhi, ci sono cose che lui ancora nonostante tutto non è a conoscenza, così inizia a parlare con un tono più calmo, caldo, sembra di rivedere la giovane Lizzie - Tutto questo lo sto facendo per te…mi riprenderò ogni cosa Liam, ogni cosa che ci ha portato via sarà come se non fosse mai successa…saremo tutti felici, io, tu, anche Eve..- Liam scuote il capo e poi avanza verso di lei arrivando fino a pochi centimetri da lei, deglutisce e poi la guarda iniziando a parlare fissandola negli occhi, quegli occhi che con il tempo cambiavano spesso, a volte erano azzurri come il mare, a volte riprendevano quella tonalità verde cristallo. 

- Le cose potrebbero andare diversamente, io potrei..- Liam non lo dice, ha quasi paura a dirlo, ma lei gli sorride, quel sorriso caldo che ha sempre riservato solo per lui - Andrà tutto bene…tu farai la tua scelta indipendentemente da tutto il resto…- Liz lo sorpassa avanzando verso la porta, si ferma un attimo, sa che lui le chiederà qualcosa, infatti il ragazzo si volta chiedendole - Come fai ad esserne sicura?- lei di nuovo gli sorride - Perché mi fido di te. 

Liz esce dalla casa lasciandolo solo, con quella sensazione di smarrimento e paura che si faceva spazio in lui. 

 

 

Liz e Hanna sono da Granny's, ormai è diventato il ritrovo di tutti i ragazzi, Connor le saluta da lontano e poi va verso Neal, i due insieme a Jackson suoneranno qualche pezzo. Hanna non smette di guardare Neal, non fa altro che pensare alle parole che le ha detto alla festa, ha provato in tutti i modi a scacciarlo dalla mente, in fondo non è niente per lei. Liz si volta, non ricorda bene le parole di Neal, in effetti di quella sera ricorda poco, era chiaro nella sua mente invece la grossa litigata con Liam avvenuta dopo il ballo, una cosa che non avrebbe dimenticato così facilmente. Scuote il capo ritornando a guardare Hanna, la ragazza sembra su una nuvola, un mondo tutto suo, guarda Neal con lo sguardo fisso nel vuoto, Liz schiocca le dita più volte di fronte al suo viso facendola trasalire, quando ebbe la sua attenzione lo domandò senza peli sulla lingua - Ti piace mio zio?- Hanna spalanca gli occhi colta all'improvviso, la guarda con le guance che le si colorano di rosso improvvisamente, Liz non può non sorridere di fronte ad una scena del genere, la Hanna dal cuore di ghiaccio era diventata un peperone rosso, lo stesso rosso del suo maglione, pensò. 

- Sei fuori di testa, ma l'hai visto, cioè è carino, sexy è biondo, ha gli occhi azzurri 

Liz scoppia a ridere di colpo, mentre Hanna si rende conto di quello che ha appena elencato, sono tutti pregi del ragazzo, ma lei voleva elencare i difetti, arrossendo ancora di più ingoia con ferocia i biscotti che ha di fronte. 

- Non c'è nulla di male se ti piace, sei una bellissima ragazza e lui un bellissimo ragazzo, o Dio vi ho appena immaginati insieme…- Liz si prende una pausa facendo un enorme sorriso che spaventa l'amica - siete perfetti, oh mio Dio devi chiedergli di uscire- Liz chiude gli occhi con sicurezza, Hanna invece per poco non sputava un polmone nel piatto, la guarda basita - Sei completamente impazzita?- Liz la guarda non capendo dove sia il problema, con un espressione ingenua sul volto, Hanna allora ne approfitta, nota Liam entrare nel locale è fa un sorriso malizioso, beffardo. 

- Ammetti che ti manca Liam è io ammetto che…insomma quello che hai detto- Hanna incrocia le braccia sicura di se, Liz la guarda in modo malinconico, non si aspettava quello sguardo così profondo e doloroso. Gli occhi verdi e cristallini di Liz si ricoprono di uno strato di malinconia, abbassa lo sguardo lungo il suo caffè-latte, socchiude gli occhi, ripensa a quella sera, al ballo quando lei è andata via da lui, in quel momento le cose si erano rotte, come un vetro che va in frantumi, qualcosa in lei le fa alzare lo sguardo, Hanna la guarda, cerca di darle tutto il suo supporto con lo sguardo.

 

https://www.youtube.com/watch?v=kTv8TojcgDE

 

 La voce proveniente da lontano di Liam costringe Liz a voltarsi, i due si guardano per un istante, sembra interminabile, ma Liam rompe quel momento, si volta di scatto, con rudezza, non voleva guardarla, si rivolta verso Tom, il suo migliore amico, ha bisogno di distrarsi e vedere Liz su quel tavolo a pochi metri da lui non aiutava. Liz si alza di colpo, deve andare via da li, deve lasciare quel posto, Hanna alza lo sguardo preoccupata, non l'aveva mai vista così disorientata, nemmeno quando ha saputo dei suoi genitori, Liz sposta la sedia, fa rumore, prende nervosamente la sua giacca, decisamente troppo leggera per il freddo che fa di sera. Hanna si alza con lei, deve seguirla, deve starle vicino - Resta qui…di a Neal che torno a casa sola, grazie Hanna- Liz le sorride e si allontana lasciandola li, da sola. Liam ha notato la scena, resta immobile a fissare la sedia vuota di Liz, poi qualcosa lo smuove, gli dice che deve andare, che deve muoversi. Si alza di colpo, cammina quasi correndo, la nota andare verso la strada principale, deve fermarla. 

- LIZZIE 

Urla il suo nome, era da tanto che voleva farlo, urlarlo al mondo intero, aveva un suono bello è buffo allo stesso tempo. Liz si blocca di colpo, il cuore già agitato inizia a battere più forte, si volta lentamente, quasi ad avere paura che sia stato solo nella sua testa. Ma lui era li, un paio di metri da lei, era li davanti a lei. Gli occhi verdi di lei si spalancano, non ci crede, non capisce, ha solo confusione nella testa, ma di una cosa è certa, lui è li, è corso dietro di lei. Liam la guarda, ora che è la non sa che dire, non sa che fare, sapeva solo che doveva correrle dietro, che doveva fermarla, come se, se non lo avrebbe fatto sarebbe tutto finito, tutto cosa? si ritrova a pensare, in fin dei conti tra i due non c'è niente, anzi non sarebbe dovuto essere li, sarebbe dovuto andare da Eve, a parlare dei suoi problemi con lei, ma invece è andato da lei, di nuovo, qualcosa lo spinge verso la gemella bionda impacciata e insicura.

- Cosa vuoi?- in un attimo di lucidità Liz risponde con prepotenza, vuole un po' vendicarsi dal modo brusco in cui il ragazzo si è rivolto a lei, lui la guarda, sembra una corsa contro il tempo. Sente come qualcosa che lo spingere ad avanzare verso di lei, fa quei pochi passi e le arriva a pochi centimetri, non si avvicina più di così, ha paura di cosa potrebbe succedere se lei fosse troppo vicina. 

- mi dispiace per come ti ho trattato…la mia vita è un casino è me la sono presa con te perché tu…- Liam si blocca di colpo, con lei le parole gli scivolano dalla bocca, non si trattiene, le racconterebbe tutto di lui, vuole raccontargli tutto. Sospira nervoso e poi riprende a parlare. 

- sono stato uno stronzo quando tu non mi hai fatto niente…hai tutto il diritto di essere arrabbiata con me…- Liam poi dice qualcosa che non vorrebbe dire, qualcosa che gli fa male solo al pronunciarlo - torniamo amici come prima, era bello parlare con te- Liam si morde la lingua, fa troppo male immaginarla solo per un istante con un altro, ma deve farlo, non può lasciare Eve, si sente in dovere di stare con lei, non vuole rovinare il rapporto crescente delle gemelle, se lui si mette in mezzo tutti gli sforzi che le due hanno fatto finiranno li. Liz lo guarda, lui non sa ben dire cosa pensa, ma legge chiaro nei suoi occhi un dolore immenso, come se le abbiano appena pugnalato il cuore, più volte. Lei ingoia quelle parole e poi sorride, un sorriso finto, lui lo sa bene, vorrebbe abbracciarla, dirle che andrà tutto bene, ma resta fermo li dov'è.

- Certo siamo amici, gli amici litigano- Liz sorride nuovamente, annuendo, poi si volta, cammina andando via, lontano da lui. Liz si sente a pezzi, molto peggio di come si sentiva prima, non riesce a non lasciarsi sfuggire quell'unica lacrima che le riga il lato sinistro del viso, l'asciuga di colpo continuando a camminare. Liam la osserva fin quando non sparisce dietro l'angolo della strada, anche lui, come lei, ha il cuore a pezzi. 


 

Neal scende dal palco, cantare gli da sempre un carica di adrenalina. Va verso il tavolo dove era seduto prima, c'è ancora il suo giubbotto di pelle, cerca con lo sguardo Lizzie, ma non la vede, sul palco era talmente concentrato sulla canzone che non si è accorto di nulla, immaginando che fosse in bagno si dirige verso il tavolo prendendo la giacca in mano, sente una voce, lieve, sembra quasi che se lo sia immaginato, si volta per sicurezza, in effetti è Hanna, ha uno sguardo corrucciato e impacciato, fa fatica a parlare con lui, soprattutto per via delle parole che le ha detto al ballo, imbarazzata cerca di non guardarlo mai negli occhi, parla in modo diretto e nervoso.

- Liz è andata via ha detto di andare a casa da solo…bene posso andare 

Hanna si volta di scatto, si incammina, rigida, sembra quasi un robot, Neal sorride, quella ragazza lo incuriosisce troppo - Hanna?- la ragazza si volta, ha un espressione ingenua sul volto, sembra un cucciolo, Neal sorride avanzando verso di lei - Da quando ti ho detto che sei bellissima ti comporti in maniera strana, prima non facevi altro che rispondermi male adesso scappi come un coniglio- Hanna alza le sopracciglia sbianchendo in volto, la rabbia le percorre tutto il volto, come poteva aver detto tutte quelle cose belle su di lui? come era stata così stupida? - Sai una cosa hai ragione volevo solo essere meno acida visto che sei stato gentile, ma visto che è un problema ti accontento subito- Hanna si volta incamminandosi verso l'uscita, ma di nuovo il ragazzo la raggiunge, questa volta sono fuori dalla locanda, Neal la fa voltare prendendola dal braccio e costringendola a guardarlo negli occhi - Smettila di fare la bambina capricciosa…non ho mai detto che non mi andava bene, solo volevo capire il perché fuggi sempre, ogni volta che mi vedi ti volti dall'altro lato facendo finta che non mi hai visto, dovrei essere io quello arrabbiato qui non tu…- Neal sposta di poco il capo di lato, cerca una spiegazione, gli occhi blu elettrici di lei lo guardano quasi impauriti, Hanna non era mai stata così vicina ad un ragazzo, mai, e lui era li, ha pochissimi centimetri da lei, i suoi occhi celesti come il mare la fissavano attendendo una risposta che lei non era capace di dare. Neal rilassa i muscoli allontanandosi di poco, quel poco per vedere meglio l'espressione arrossata e imbarazzata della ragazza, era lui ha provocare quella reazione contrastante, solo adesso capiva meglio il comportamento furtivo della bionda, quel suo scappare ogni volta che lo vedeva, era lui che la metteva a disagio, abbassa il capo amareggiato, poi sospira guardandola negli occhi. 

- Mi dispiace se ti metto in imbarazzo…- fa un sorriso tirato, forzato - Ci vediamo a scuola- Neal si volta andando verso la porta di vetro del Granny's. Hanna riprende a respirare, aveva trattenuto il fiato per tutto il tempo, il cuore invece non la smetteva di battere all'impazzata, si sentiva colpevole, voleva dirgli che non era quello il vero motivo, non era in imbarazzo per via sua, o meglio non in senso negativo come credeva lui. Si porta le mani sul volto confusa, guarda al strada vuota, deserta, ha un po' di paura ad attraversarla da sola, si chiede come Liz non ne abbia avuto, poi un pensiero le arrivò in mente, aveva notato Liam correrle dietro, doveva sapere cosa era successo, se stava bene, si incammina anche lei, verso quelle vie buie. Neal la osserva dalla vetrata, si sente deluso, Hanna iniziava a piacergli sul serio, ma se lei non ricambiava era inutile anche solo parlarle visto come si comportava. 

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Liam entra in casa, la discussione con Liz lo ha reso più triste di prima, sale il primo scalino quando sente un rumore in cucina. Ritorna indietro, Philip è ancora in piedi, ha una bottiglia in mano, sembra davvero messo male, avrà bevuto tutta la serata, pensò il figlio. Liam corre verso di lui che è crollato a terra seduto vicino al frigorifero. Lo chiama "papà" dopo tanto correndo verso di lui, lo aiuta ad alzarsi, è davvero messo malissimo, con fatica lo fa camminare fino al divano del piccolo soggiorno, lo aiuta a sdraiarsi, era raro che capitassero questi momenti, ma succedeva. 

- perché lo hai fatto?- Liam con tono di rimprovero si siede sul pavimento, le parole dell'altro Liam rimbombavano nella sua testa, gli ha detto di stargli vicino, forse voleva avvertirlo di qualcosa che sarebbe successo, qualcosa di brutto. Liam non ci aveva mai pensato a cosa sarebbe successo se avesse perso suo padre, nonostante tutto era l'unica famiglia che aveva, l'unica su questa terra. - mi dispiace Liam…sono un pessimo padre..- Liam alza di poco il volto, quanto basta per vedere gli occhi tristi di suo padre, quel verde scuro fissare il vuoto del soffitto, non lo aveva mai visto così sofferente - Lei mi manca ogni giorno, ma non è questo il vero problema…- Liam annuisce, sa benissimo di cosa sta parlando, ma lui quel dolore non può conoscerlo, non lo ha mai visto. 

- avrei tanto voluto crescerlo, chissà adesso come sarà, se assomiglia almeno un po' a me…o ha preso tutto da sua madre…- Philip fa un sorriso, ha gli occhi lucidi, Liam lo vede bene, abbassa il capo, per tutta la sua vita ha vissuto con il fantasma della sua vecchia famiglia, di sua madre che non è riuscita a passare il portale insieme a loro, arrivata troppo tardi. Una famiglia divisa in due, da una parte Liam e suo padre, liberi sulla Terra e dall'altra Aurore e il primogenito, il fratello maggiore di Liam, quel fratello di cui non ricorda neppure il volto, ma quel ricordo aveva divorato il piccolo Liam già da piccolo, i racconti di suo padre, la tristezza nel parlare di loro. Liam prende il telefono - Hey, so che sono un'egoista e non dovrei chiamarti, ma ho bisogno di te, ti prego…- Liam attacca il telefono, guarda suo padre caduto in un sonno profondo, non lo avrà neppure sentito parlare. Una decina di minuti dopo Liam sente il campanello suonare, aprendo la porta la vede, è li, nonostante tutto quello che si sono detti Lizzie è di fronte quella porta, per lui. Ha un espressione preoccupata e triste allo stesso tempo. 

- mi hai chiamato- Liam cerca di sorridere, ma proprio non ci riesce - e tu sei venuta- Liam apre l'anta della porta facendola entrare, Liz nota il corpo addormentato sul divano, era facile capire che si trattasse di suo padre. I due ragazzi sono seduti sulle scale del soggiorno, uno di fianco all'altro, stanno stretti, ma in fondo non importa a nessuno dei due, anzi è piacevole sentire quel calore che trasmettono. 

- Mio padre è il principe Philip, quello di Aurora…- Liz non ha lo sguardo entusiasti che aveva avuto Eveline appena glielo ha detto, ma le circostanze sono ben diverse, Liam continua a parlare - Ho un fratello più grande, nel momento che dovevamo entrare tutti nel portale lui beh è scappato, non so cosa sia successo effettivamente, mia madre gli è corsa dietro, mentre io era in braccio a mio padre, ma non c'era più tempo, la maledizione è arrivata in un lampo, quando mio padre si è risvegliato sulla Terra, qui a Storybook loro non cerano più…- Liam ha gli occhi lucidi, Liz sente un magone alla gola, come se quel dolore fosse anche suo - Per tutta la vita non ha fatto altro che prendersi la colpa per non essere andato con loro, per essere rimasto li con me…è tutta colpa mia Liz, lui sarebbe felice se io non fossi stato d'impedimento…se io…- Liz urla, non ha paura di svegliare il padre, vuole che lui la sente bene - NON è VERO- Liz lo guarda arrabbiata in volto, lo costringe a guardarla negli occhi, ma Liam non riesce più a trattenere quelle lacrime che per anni ha trattenuto, anche Liz ha gli occhi lucidi, ma vuole dargli forza, quindi riprende a parlare affermando quello che ha sempre pensato - Tu non hai la colpa di nulla, se il destino è stato uno stronzo, se non hai conosciuto tua madre non è colpa tua okay, non sei il carnefice sei la vittima Liam….- la voce di Liz si spezza, ha cercato di essere forte, ma non ci riesce, Liam lascia per la prima volta che qualcuno lo veda piangere, la guarda trattenendo il fiato, ha a paura ad abbracciarla, non risponderebbe delle sue azioni, non con lei che lo guarda così, con quello sguardo che dice tutto. Ma è Liz che si avvicina, porge il volto del ragazzo sulla sua spalla abbracciandolo, cullandolo quasi, come si fa con i bambini quando si fanno male, Liam spalanca gli occhi, Liz lo sorprendeva ogni volta. Si lascia stringere a lei, assaporando il profumo di vaniglia dolce che la caratterizza. 

 

 

Hanna è quasi arrivata a casa, sua madre sarà furiosa per via dell'orario, veloce percorre il giardino, un rumore di foglie pestate la fa voltare, sobbalza appena vede una donna di fronte a se, una bella donna dai capelli rossi. Con il cuore a mille e la voce tremante domanda - chi sei?- Hanna fa dei passi indietro, la donna fa un'espressione delusa, arrabbiata - Ma come non riconosci nemmeno tua madre? 

Zelena si avvicina ad Hanna, la ragazza corruccia la fronte e fa altri due passi indietro confusa continua a chiedere - di cosa stai parlando? mia madre è Regina

Gli occhi celesti di Zelena diventano furenti - Deve sempre prendersi tutto ciò che è mio, mia madre, il regno, la gloria, tutto lei, tutti scelgono sempre Regina…- con sguardo furente riprende a guardare la figlia ormai terrorizzata da quella donna che sembra impazzita.

- Ma questa volta mi riprenderò tutto, iniziando da te che tu lo voglia o no tesoro sono io tua madre 

Zelena la guarda con occhi spiritati, sembra una pazza agli occhi della povera Hanna che non fa altro che indietreggiare, mentre la donna avanza. 











Salve a tutti, siamo arrivato già a metà storia, sono sicura che tra i nostri amici del futuro adesso avete le cose un pò più chiare, ma dobbiamo anche scoprire cosa sta succedendo a Eve per tutto questo tempo che è rimasta un pò piatta ultimamente, ma la vedremo presto in azione, grazie per le recenzioni, sono importanti per me, mi fanno capire che la storia piace e mi aiutano a crescre, a livello di struttura. Ma sono curiosa di sapere cosa ne pensate voi di questo triangolo che si sta formando, chi è il vostro personaggio preferito? Adesso vi lascio in pace xD al prossimo capitolo.
Baci.

  
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