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Autore: MimiRyuugu    11/01/2016    3 recensioni
“Insieme…qualunque cosa accada…” disse sorridendo Giulia. Hermione annuì. “…sempre…” continuò, stringendo la mano. “…contro ogni difficoltà!” concluse Anna, stringendola a sua volta. Poi, si guardarono ancora.
Sesto anno. Anna Alvis Haliwell, Giulia Wyspet ed Hermione Granger si apprestano ad iniziare il penultimo anno ad Hogwarts. Ma tanti cambiamenti si prospettano per loro. A quali avventure andranno incontro i nostri Tre Uragani?
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Tre Uragani Saga'
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Buonasssssera :3
Si, sto mantenendo la promessa e vi sforno un altro aggiornamento. Avrei voluto farlo sabato, che era il compleanno del caro professore Piton, però non ho avuto tempo e ve lo schiaffo oggi u.u come già annunciato ho deciso di mettere il testo delle canzoni in un altro colore. Ho messo il rosso per aiutare le vostre diottrie XD 

Avvertenze: occtudine delirante, diabete (perchè ci sta sempre e comunque u.u). 

In questo capitolo troviamo Chanenlos di Annette Louisan (che stavo studiando in quel periodo, per cui ci ho buttato pure la canzone in tedesco XD riassunta parla di sta ragazzina un pò sfigatella con l'apparecchio, a cui piace un ragazzo ma non la ricambia), sempre la solita e bella One Thing dei Finger Eleven, Dark Secret Love degli Him feat 69 Eyes e We've Got Tonight di Roan Keating feat Giorgia. Vi ricordo che se cercate mimiryuugu su Spotify potete trovare la playlist aggiornata man man che la ff va avanti *^*

Premessa: a quell'espoca il mio ex era talmente un fidanzato pessimo che, leggendo la saga di Twilight mi fece sembrare Edward Cullen un buon partito. Immaginate in che condizioni stavo <.< per cui non prendetevela con Anna, cruciate me. 

Detto ciò vi lascio all'aggiornamento XD
Buona lettura <3



Venticinquesimo Capitolo

Anche il giorno dopo la sveglia si godette le vacanze. La prima a svegliarsi fu stranamente Anna. Che sgattaiolò in Sala Comune ancora in pigiama per poter leggere senza essere disturbata. Poi fu il turno di Hermione. Ed infine Giulia. Dopo aver aspettato che la castana si cambiasse le tre si diressero in Sala Grande per la solita colazione ritardataria. “Dobbiamo ricominciare a svegliarci ad un’ora decente…” commentò il prefetto addentando una brioche. Giulia si stiracchiò. “Herm siamo in vacanza…svegliarci ad orari non umani è il bello di essere rimaste a scuola…” osservò Anna. Per poi guardarsi in giro, con in bocca il solito cornetto al cioccolato a penzoloni. In effetti quella mattina più gente aveva osato sfidare il mondo oltre le calde coperte. C’era qualche Tassorosso in più. Due Corvonero mezzi addormentati sul tavolo. E un ragazzo al tavolo Serpeverde. Non era Draco. Però la castana l’aveva già visto parlare con il suo biondo. “Hey c’è un tipo che si gira di qui ogni due secondi…” commentò Anna. Storpiando le parole per colpa del cornetto ancora in fase di masticazione. “Quando parlerai in un modo civile ti ascolterò…” la rimproverò Hermione. Giulia seguì per un attimo lo sguardo della castana. Poi tornò alla sua colazione. Quando ebbero finito tornarono in dormitorio a recuperare eventuali libri. E dirigersi in biblioteca. Era più vuota della Sala Grande la mattina di Natale. “Ed ecco che ci apprestiamo ad entrare nel deserto del Sahara…” commentò divertita Anna. Hermione la zittì. Mentre Giulia trotterellò al bancone in cerca di vita. Non avendo molta fortuna però. Un misero cartello era posto sul bancone a sostituire la bibliotecaria. “Hey Herm! Perfino la Pince se l’è svignata!” osservò la ragazza. Il prefetto la raggiunse, poi lesse il cartello. Sbuffando infine indignata. Anna non ci badò e andò subito a sedersi al tavolo in fondo. L’ultimo prima dell’iniziare di immensi scaffali. Aveva portato il suo libro con se. Le amiche la raggiunsero non appena Hermione ebbe finito di registrare i libri riportati, nell’apposito volume che la bibliotecaria aveva lasciato accanto al cartello. “Ora mi toccherà setacciare ogni scaffale…” sbuffò sconsolata Giulia. Il prefetto poggiò la borsa sul tavolo. Poi si immerse nel muro di libri. Dopo dieci minuti l’amica l’aveva già persa di vista. “Allora Giulia, Divina Commedia o vita dantesca in generale?” esclamò d’improvviso Hermione. Sembrava molto lontana. “Tutti e due…sono curiosa…” le rispose l’altra, quasi urlando. “Già che ci sei, cerca anche un libro che si chiama New Moon…” aggiunse placida Anna. Che se ne stava con i piedi poggiati sul tavolo. La sedia a ciondoloni. E lo sguardo incollato alle pagine. Il prefetto arrivò poco dopo, con due pesanti volumi fra le braccia. Ne porse uno a Giulia. Poi si sedette. Insieme iniziarono sfogliarli. Nel giro di un’ora la seconda li analizzò. Per poi alzarsi e girare per i primi scaffali. Anna era oramai arrivata alle ultime pagine. Mentre Hermione era concentrata su un libro che Giulia aveva scartato. “Quell’uomo era davvero un genio…” sottolineò ammirante. La castana sospirò esasperata. “Voi che 'ntendendo il terzo ciel movete udite il ragionar ch' è nel mio core, ch'io nol so dire altrui, sì mi par novo.” lesse appassionata il prefetto. Anna alzò lo sguardo alzando un sopracciglio. “Che in lingua normale sarebbe...?” commentò acida. Il prefetto sbuffò. “Quanta ignoranza…” disse scuotendo la testa. Mentre la castana tornava al suo libro. “Anna sai cosa ti farebbe bene?” chiese poi Hermione. “Un po’ di sano silenzio per leggere in pace?” sbottò l’altra irritata. “Anche se mi fa piacere sentitelo dire, no…direi che sarebbe più utile una bella letta all’Inferno di Dante…il quinto Canto è uno spettacolo!” rispose con enfasi il prefetto. Poi chiuse il libro ed iniziò a sfogliare l’altro grosso volume. Anna sbuffò. “Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende, prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e ’l modo ancor m’offende…” iniziò a leggere Hermione. La castana non ebbe nemmeno il tempo di aprire bocca, che qualcuno apparve al loro fianco. “Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona.” concluse un ragazzo. Stava in piedi accanto al prefetto. Che meravigliata lo guardava a bocca aperta. Era alto. Doveva avere all’incirca diciassette anni o più. I capelli bronzei tirati su in una bassa cresta. E gli occhi di un grigio chiaro. Con un piccolo luccichio nelle pupille. “Scusate, sono stato un vero maleducato…ma quando ho sentito il poema non sono riuscito a contenermi…” si scusò, sfoderando un sorriso. Il prefetto lo guadava ancora incredula. Mentre Anna lo riconobbe subito. Era il ragazzo che le fissava in Sala Grande. “Sono Mark Wright…” si presentò. Facendo poi un cenno di saluto alla castana. Intanto Giulia sbirciava la scena da dietro lo scaffale vicino. Stava cercando qualche libro e la voce nuova l’aveva attirata. Dal primo momento però notò lo scintillio negli occhi del ragazzo. Capendo subito a chi fosse rivolto. “Ehm…Anna…vieni qui un attimo! Ho trovato il libro che cercavi!” la chiamò subito. La castana si voltò seccata. Chiuse il libro con un colpo secco, poi si trascinò fra gli scaffali dall’amica. “Dov’è?” chiese poco attiva. Giulia indicò i due rimasti soli. E le fece segno di silenzio. Anna ghignò. Intanto Mark osservava Hermione. Che ripresa dalla sorpresa cercava  di darsi un contegno. “Io…sono Hermione Granger…piacere…” si presentò finalmente. Il ragazzo sorrise ancora. Ed annuì. “Lo so...Hermione Granger…del sesto anno…Grifondoro…” completò poi. Il prefetto lo guardò incredula. “Ti avevo vista in giro un po’ di tempo fa…non ti spaventare però! Non sono un invasato o cose simili…ecco…io ti trovo interessante e…carina…” spiegò Mark. Hermione a quelle parole arrossì. Lei. Interessante passi, ma addirittura carina! Sie war die Kleine auf dem Schulhof, der keiner Briefchen schreibt. “I…io?” si lasciò sfuggire. Il ragazzo sorrise. “Posso?” chiese, indicando la sedia vuota vicino a lei. Il prefetto annuì. Così Mark spostò di poco la sedia e con eleganza vi si sedette. “Ho visto che stavi sempre con la ragazza di Draco, allora ho chiesto informazioni…spero non ti dia fastidio…” continuò a raccontare Mark. Hermione imbarazzata scosse la testa. Das zahnbespangte Lächeln, das immer unerwidert bleibt. “Quindi tu…sei un Serpeverde?” chiese poi. Il ragazzo annuì. “Serpeverde, settimo anno…” precisò. Il prefetto abbassò lo sguardo. Dire che fosse sorpresa era un eufemismo. “C’è forse qualche problema?” commentò preoccupato Mark. Hermione sobbalzò. “N…no…è che…è strano…sai…tutti i vostri discorsi di stirpe...” cercò di spiegare. Il ragazzo scosse la testa sorridendo divertito. “Solo chiacchiere per vecchi fanatici…io le persone le frequento valutando con criteri miei…ed il sangue non è incluso fra questi…” specificò. Il prefetto si sentì tranquillizzata. Dessen Name niemals fällt, wenn man Sportmannschaften wählt. “Scusa…non è che io sia così paranoica di solito…è che…mi sembra strano comunque…” si scusò subito. Con un piccolo sorriso. In realtà quello che la shockava era che un ragazzo l’avesse notata. E il ragazzo in questione non era uno qualunque. Era colto. Più grande. Ed incredibilmente bello. Forse il mondo le stava inviando un segno di speranza? Hermione sospirò sconsolata. Era comunque troppo tardi. Una decisione l’aveva già presa. Chancenlos. “Allora…ti andrebbe di uscire una di queste sere?” le propose Mark. Il prefetto abbassò di nuovo lo sguardo. “Ehm…ecco…in verità…non posso…” rifiutò. Mentre fra gli scaffali si udivano chiare esclamazioni di dissenso. Eine Schleife unter vielen, dessen Knoten niemals hält. “Ah…capisco…c’è già un altro…” intuì il ragazzo. Nel tono un po’ di dispiacere. “Non proprio…non è il mio…ragazzo…però…ecco…mi piace lui…” spiegò contrita Hermione. Mark annuì. E dagli scaffali si udirono altri segni di disaccordo. Dessen Brötchen eigentlich immer auf die Butterseite fällt. “Santo Manson, ma è pazza?! Se lei non lo vuole lo prendo io!” esclamò sottovoce Anna. Giulia scosse la testa. “Non dubito che quel Mark potrebbe essere migliore di Ron…” iniziò a dire. “Infatti…Mark è migliore di Ron…” la interruppe secca la castana. La ragazza sbuffò. “Oramai Herm ha deciso…e dobbiamo rispettare le sue scelte…” concluse saggia. Anna la guardò scettica. “Ma…cioè…Giulia l’hai visto?! È…perfetto! È un Edward in carne ed ossa! Anzi, di più!” sbottò ancora. L’amica sorrise divertita. Così la castana fu costretta a spostare alcuni libri dallo scaffale davanti a loro. E puntare gli occhi di Giulia sul ragazzo. “Mark è perfetto per Herm! E poi Ron non ha fatto altro che farla soffrire fino ad adesso!” esordì Anna. L’amica sospirò. “Santo Manson…perfino i loro nomi non si possono comparare! Mark…e Ron!” rimbeccò ancora la castana. Giulia si liberò dalla sua presa e risistemò i libri. “Il cuore è di Herm…è lei che decide…” la zittì infine. Anna grugnì indispettita. Damals hat sie dich gewollt, mehr als alles auf der Welt. Intanto, fra gli altri due un silenzio imbarazzante aveva preso il posto delle prime parole. “Ecco…Hermione…lo so che ti sembrerà una richiesta strana…però…possiamo parlare un po’?” disse d’improvviso Mark. Il cuore del prefetto sobbalzò. Era agitata. Ma dopo avergli confessato il suo amore per un altro si sentiva sollevata. Chancenlos. “Per…me…non c’è problema…” gli rispose con un sorriso. Il ragazzo parve rallegrato. “Bene…ecco…ho visto che stavi leggendo Dante…è un autore che difficilmente piace…” osservò poi. Era chiaro che si era aggrappato all’unica cosa che conoscesse che piacesse ad Hermione. “Io…io lo trovo un autore fantastico…la Divina Commedia è un’opera stupenda…era da tanto che non la rileggevo…e Giulia voleva leggere un po’ di poesia…così ho approfittato…” spiegò lei. Mark annuì. “Capisco…affascina anche me…” commentò entusiasta. Das Leben spielt auf Zeit, bis es gewinnt, grad' wenn du brüllst und schreist, stellt es sich blind. “Con tutte le cose di cui possono parlare…Dante?!” sbottò annoiata Anna. Giulia le fece segno di stare in silenzio. “Ti ricordo che noi dovremmo essere impegnate nella ricerca di un qualche libro…” le precisò. “Non ci eravamo nascoste per origliare la conversazione fra i due?” chiese dubbiosa la castana. L’amica stava per farla rinsavire con un bel librone di duecento pagine atterrato casualmente sulla sua testa, quando si rese conto che era vero. In effetti lo scopo era quello. Accortasi di avere ragione Anna ghignò. So viele Dinge bekommt man erst dann wenn man sie nicht mehr gebrauchen kann. Dopo qualche minuto di attenta osservazione fu ancora quest’ultima a riprendere parola. “Certo che se Ron sapesse che un così bel ragazzo punta alla sua Mione diventerebbe pazzo di gelosia…” notò. Quasi con una vena di gioia. Giulia la fulminò con lo sguardo. “Guai a te Anna se vai a mettergli la pulce nell’orecchio!” le proibì subito. La castana ridacchiò piano. “Scommettici quello che vuoi Giulia, ma io sono certa che lo verrà a sapere prima del mio compleanno…” predisse. L’amica scosse la testa. “Non sono la Cooman, però direi che se non è amore potrebbe essere amicizia…” commentò ancora Anna. Giulia la guardò dubbiosa. “Anche se Herm ha già scelto, non c’è nulla di male se diventassero amici…e poi pensaci bene…io ho Bill…tu hai Fred…ed Herm? Non può affidarsi sempre al bradipo lentigginoso…o è il suo ragazzo o il suo amico!” ragionò seria. L’amica la guardò sbigottita. “Leggere tanto ti ha riattivato l’unico neurone buono eh?” rispose divertita. Anna sbuffò finta offesa. Das Schicksal lacht dich aus, voll Ironie, es zieht dich rein und raus, spielt Lotterie. Nel mentre Hermione e Mark avevano continuato nella loro chiacchierata. Il prefetto dovette ammettere quanto il Serpeverde fosse un ragazzo colto. La sua compagnia non le dispiaceva poi così tanto. “Mark…sai…mi dispiace per aver rifiutato un appuntamento con te…” si lasciò scappare. Il ragazzo sorrise. “Possiamo sempre uscire…da amici ovvio…” propose. Hermione lo guardò. In quegli occhi quasi ipnotici. “Sei sicuro?” gli chiese. Mark annuì. “Tutto pur di stare in tua compagnia…” rispose sicuro. Ein dummer Teenagertraum, jetzt wird er wahr warum erst jetzt, und nicht als sie sechzehn war? Il prefetto arrossì smisuratamente. Era la prima volta che qualcuno le parlava così. “Non tenterò di baciarti a tradimento o cose del genere…lo prometto…” aggiunse subito il ragazzo. Hermione abbassò la testa. Baciare? Il cuore aveva iniziato a batterle davvero forte. Non le capitava più da molto. Dall’ultima volta in cui era stata in quella biblioteca. Ma non con le sue amiche. Con lei c’era il suo lui. Che come sapeva ora non era più suo. E che forse non lo era mai stato. Mentre lei era persa ancora nei ricordi, Mark la osservava. Anche se l’aveva fatto così tante volte che oramai il viso di Hermione era impresso nella sua mente. Senza accorgersene buttò l’occhio verso l’orologio che il prefetto aveva al polso. E sobbalzò. Lei se ne accorse. “Tutto bene?” gli chiese preoccupata. Il ragazzo annuì. “Si…è solo che ho appena visto l’ora…dovevo passare solo per un saluto…ed invece mi sono rattenuto anche troppo…” spiegò alzandosi. Hermione sorrise comprensiva. “Capisco…i compiti?” intuì. Mark spostò la sedia al suo posto con eleganza. “Esatto…vorrei cercare di finirli prima che tornino gli altri dalle vacanze…da quando arriveranno non ci sarà più pace…” spiegò sconsolato. Il prefetto annuì. “Ti capisco…immagino che l’ultimo anno sia duro…” commentò. Il ragazzo sorrise. “Bene…allora a una di queste sere Hermione…mi ha fatto piacere parlare con te…e saluta le tue amiche appena riappaiono…” si congedò. Il prefetto gli sorrise. “Tranquillo…le saluterò con molta enfasi…” rispose. Mark rise. E si diresse all’uscita. Nel mentre Hermione non gli staccò mai gli occhi di dosso. “Quando hai finito di guardargli il sedere possiamo decidere cosa fare stasera…” ghignò Anna. Apparendo accanto all’amica. Che sobbalzò. “Io…io non gli stavo guardando il sedere!” sbottò imbarazzata. Giulia scosse la testa ridendo. “Ah giusto…gli stavi solo facendo una radiografia completa del fondoschiena…” si corresse la castana. Hermione sbuffò. “Comunque tu sei matta Herm…ma l’hai visto bene?!” esclamò ancora Anna. Giulia le diede una gomitata nelle costole. “No Anna…non sono matta…sono stupida, che è diverso…” commentò sconsolata il prefetto. La castana le diede un leggero pugno sulla testa. “Non direi…se tu sei stupida, io cosa sono?” sbottò. “Appunto Herm…” concordò Giulia. Il prefetto rise. Mentre Anna sbuffava offesa. “Comunque…parlando di cose più costruttive…cosa si fa stasera?” chiese poi. “Anche se hai imparato una nuova parola non serve che la usi dappertutto…soprattutto se non sai il significato…” osservò maligna Hermione. La castana le diede uno spintone. Facendola quasi cadere dalla sedia. “Che ne dite di una bella serata fra noi?” propose Giulia. Le amiche annuirono, per poi tornare alle loro ricerche e libri. I tre uragani rimasero in biblioteca fino all’ora di cena. Tornarono in dormitorio per poggiare le borse. Poi si diressero in Sala Grande. Quando arrivarono sembrava che il letargo natalizio fosse tornato. Le tavole come al solito erano imbandite di ogni prelibatezza, ma gli studenti che si erano spinti ad assaggiarle erano pochi. “Che spreco! Ci sono più piatti che presenti!” commentò Giulia. Hermione annuì. “Per non parlare di quanta fatica hanno fatto gli elfi domestici per preparare tutto…e quegli ingrati non si alzano dal letto nemmeno per i pasti!” sbottò acida. Anna annuì. Iniziando a servirsi di una bella bistecca rossa. “Anna…non so se hai notato che ogni volta che tagli un pezzo escono spruzzi di sangue…” osservò disgustata il prefetto. La castana ghignò. “Stasera avevo voglia di una bella bistecca al sangue! Se ci fosse anche del buon vino elfico sarebbe l’ideale…” rispose. Giulia scosse la testa divertita. Hermione si allontanò di poco. Iniziando a guardare i possibili piatti da cui servirsi. Mentre Anna aveva tagliato l’ennesimo pezzo dalla bistecca, lasciandolo sulla forchetta a mezz’aria. Gocciolante. Il prefetto si voltò dall’altra parte. “Davvero buona! Considerando poi che la carne è fornita direttamente dalla cantina del negozio di Mr Lovett…” esclamò, divorando subito il boccone. “Perfetto…dopo questa battuta credo che ora mangerò pesce…” rimbeccò Hermione. E finalmente trovò un bel piatto di filetti di platessa impanati. “Allora, stasera che si fa? Partita a Uno o tv?” propose Anna. Giulia alzò le spalle. Mentre il prefetto gustava il primo pezzo, un gufetto famigliare atterrò sulla sua testa. “Archimede!” esclamò sorpresa la castana. Giulia si affrettò a prendere l’animaletto e a poggiarlo sulla tavola. Tremava infreddolito. La ragazza lo avvolse in un paio di tovaglioli. “Ha legato qualcosa alla zampa!” notò Hermione. Anna allungò una mano e slegò il laccio che teneva legata una lettera ad una delle zampette. Poi aprì svelta la busta. La prima cosa che tirò fuori fu una lettera. Le diede una veloce occhiata  “Ragazze, ci sono notizie da casa!” annunciò con poco entusiasmo. Giulia la guardò preoccupata. “È successo qualcosa di grave?” chiese subito Hermione. La castana scosse la testa. “Sentono la nostra mancanza…voglio sapere se mangiamo regolarmente e facciamo i compiti…se non facciamo troppo casino…e che a quanto pare stasera dovremmo ricevere una loro chiamata…” elencò. Le amiche la guardarono dubbiose. Così Anna frugò nella busta. E ne tirò fuori una carta da gioco. “Bene ragazze…anche per stasera siamo impegnate…” esordì infine poco entusiasta. Giulia tirò un sospiro di sollievo. Dopo che ognuna ebbe letto la lettera tornarono alla cena. Rimasero a crogiolarsi e a giocare con Archimede fino a che i dolci non sparirono. Poi tornarono in dormitorio. Ebbero solo il tempo di infilarsi il pigiama che nell’aria iniziò a trillare il solito squillo. “Acceptio…” sospirò Anna. Ed ecco che dalla carta poggiata per terra davanti a loro apparve un ologramma a grandezza naturale. Era Ilary. La castana sentì una sensazione di pace invaderla. “Ciao Anna! Oh vedo che ci siete tutte e tre!” sorrise la donna, salutando con una mano. “Ciao mamma…” rispose un po’ più allegra la castana. La donna sorrise. “Abbiamo interrotto una serata di sole donne a quanto vedo…” osservò curiosa. “Hey Ilary! Hai già iniziato?” la chiamò una voce. Giulia la riconobbe subito. “Si, sbrigatevi!” esclamò ancora la donna. E subito si aggiunsero a lei altre due figure. Mary stava alla sua destra, avvolta in uno dei suoi soliti vestiti rossi. I lunghi capelli lasciati sciolti. Dall’altra parte un’altra donna stava in piedi. Era altra, con i folti capelli castani in un mucchio di boccoli a contorlarle il viso. Era vestita in modo piuttosto formale. Nel vederla Hermione spalancò la bocca e gli occhi le si riempirono di lacrime. In quei giorni non aveva mai pensato a sua madre. Però solo ora che se l’era trovata davanti si era accorta di quanto le mancasse. “State tranquille…Sebastian, Andrew e John sono a giocare a carte di la…” aggiunse subito Mary. “Volevamo risparmiarvi le solite scenate tragiche…” aggiunse Jane. I tre uragani si scambiarono uno sguardo sollevato. E divertito. Sapevano che le loro madri erano a caccia di particolari amorosi. “Bambina mia ti vedo rilassata sai? Sono felice che tu ti stia riposando…” osservò subito Jane. Il prefetto arrossì. “Spero non l’abbiate contagiata con le vostre cattive abitudini…” commentò subito Ilary. Anna fece finta di nulla. “È chiaro che stiamo morendo dalla curiosità…quindi direi di dare iniziò ai racconti…” esclamò Mary. Giulia arrossì. Da un punto vicino alle tre donne si udirono dei rumori. “Andate a tenere a bada gli uomini…appena finisco con Giulia vi chiamo…” propose ancora la donna. Ilary e Jane annuirono e sparirono dall’ologramma. “Allora tesoro…raccontami, com’è andata la Vigilia?” chiese subito Mary. Giulia stavolta divampò. La prima cosa che le era tornata alla mente era stato il bacio di mezzanotte. E ciò alla madre non era di certo sfuggito. “Avanti…cos’è successo?” chiese curiosa. Più rivolta ad Anna ed Hermione che alla propria figlia. “Diciamo solo che Giulia ed il suo centenario innamorato si sono scambiati un dolce bacio d’amore sotto il vischio…” tossicchiò la castana. Giulia strabuzzò gli occhi e le diede un piccolo spintone. Mary iniziò a saltellare dalla felicità battendo le mani. “E le ha anche regalato un libro prezioso che lei desiderava molto…” aggiunse Hermione. La donna trattenne un urlo di gioia. Mentre Giulia era così rossa da fare concorrenza al vestito della madre. “E non solo! Ieri sera le ha letto delle poesie!” precisò ancora Anna. Mary sorrise soddisfatta. “Molto bene…sto cominciando a dare molti punti simpatia a Severus…sarà un ottimo genero…” ragionò. Giulia fece un piccolo sorriso. “Sono felice di sapere che ti tratta bene…” commentò ancora. La ragazza annuì. “E da voi come va?” chiese. La donna alzò le spalle. “Oramai è come se ci fossimo trasferiti dagli Haliwell…è dalla Vigilia che non facciamo altro che festeggiare, mangiare…c’è un caos incredibile!” raccontò entusiasta. Giulia rise. “Ora però è finito il turno…hey Jane, io qui ho finito!” la chiamò. La donna apparve poco dopo. Giulia fece un ultimo saluto alla madre, per lasciare il posto ad Hermione. “Allora bimba…come va?” le chiese. Il prefetto abbassò lo sguardo. “Non ti sarai data pena per Ronald fino ad oggi spero!” sbottò Jane. “Non tutti i giorni…quando finalmente ha deciso cosa fare le è piombato addosso un pretendente…” disse Giulia. La donna strabuzzò gli occhi. “Un pretendente? Chi?” esordì curiosa. “Mark Wright, del settimo anno Serpeverde…” rispose imbarazzata Hermione. Jane sospirò entusiasta. “Però lei lo ha rifiutato…rimarranno solo buoni amici…” commentò acida Anna. L’entusiasmo della donna si spense di poco. “Gli ho detto che ci sarei uscita una di queste sere…secondo te ho fatto bene? Cioè…non è che lo sto sfruttando?” chiese il prefetto. Jane scosse la testa. “Un buon amico è quello che ti serve per lasciare stare l’argomento Ron…ti sei già data pena abbastanza bambina, è ora di divertirsi non credi?” rispose seria. Hermione annuì felice. “Poi dimmi com’è andata…ed ora, Ilary!” la chiamò la donna. Ed anche stavolta una madre prese il posto dell’altra. “Allora Anna…com’è andato l’anniversario?” chiese subito Ilary. La castana arrossì. Senza preavviso le amiche le presero la mano e la avvicinarono all’ologramma. La donna rimase a bocca aperta vedendo l’anello. “Ma Anna…hai sbagliato posto, quello è l’anulare!” osservò dubbiosa. Anna alzò lo sguardo. Anche lei ora era rossa al livello di vestito natalizio. “No mamma…è giusto così…” riuscì solo a dire. Ilary strabuzzò gli occhi incredula. “Quindi quello è…un…un anello di fidanzamento?” chiese. La castana annuì. Gli occhi della donna si fecero lucidi. Poi non seppe più tenere un urlo di gioia. “Mamma piantala di fare casino!” la rimproverò subito Anna. “Non ci posso credere! Diventerò cognata dei Malfoy! Oddio Anna…ti rendi conto?” squittì ancora Ilary. La castana la guardò storto. “Ma se quando mi sono messa con Draco non volevate saperne nulla…” sbuffò acida. La donna scosse la testa. “Mi stai dicendo che dovrei mettermi a piangere dalla disperazione? Ma per favore Anna! Io sono felicissima per te! Certo, i Malfoy ora come ora non hanno una bella fama, ma sono due persone a modo…e poi…” elencò ancora. Anna sorrise divertita. “Avanti mamma…dillo…” le permise. Sul viso di Ilary si aprì un ghigno degno della figlia. “Sarai ricchissima! Castelli, elfi domestici, immense proprietà!” concluse. La castana scosse la testa. Ed ecco che un altro rumore arrivò dalle vicinanze della donna. “Scusa tesoro ma i padri sospettano…ancora congratulazioni! E aggiornami!” esordì infine Ilary. Anna annuì. Così l’ologramma sparì del tutto. “Non credo che mio padre ne sarà così felice…” sbuffò la castana. “Però tua madre era felicissima…” precisò Hermione. “Ma l’hai raccontato a Bill?” chiese d’improvviso Giulia. Anna trasalì. “Forse una bella chiamata a tre risolverebbe molte cose…” suggerì il prefetto. “Hai detto una cosa molto ambigua Herm…” le fece notare la castana. Il prefetto scosse la testa, dandole poi una piccola sberla sulla testa. “Conoscendo Bill vorrà che Draco chieda a lui la tua mano…” spiegò. Giulia annuì. “Certo…Bill penserà che Draco gli voglia chiedere qualcos’altro di me…altro che la mano…” rimbeccò ambigua Anna. Hermione sbuffò esasperata. Mentre Giulia sorrise divertita. Le ragazze passarono l’ora successiva a parlare. Poi si abbandonarono allo zapping. Successivamente a qualche partita a carte, giusto per passare il tempo. Andarono a dormire a tarda ora. Per poi svegliarsi tardi anche il giorno dopo. Trascorsero anche quel giorno in biblioteca, per finire gli ultimi compiti e girovagare fra i polverosi scaffali. Uscirono che era oramai ora di cena, dirette subito verso la Sala Grande. Hermione non vide Mark in tutto il giorno. Anche se una piccola parte di lei sperava di trovarlo in biblioteca. Anna non sentiva Draco dalla sera trascorsa fuori. Aveva deciso di lasciargli i suoi spazi. O più semplicemente lo voleva torturare un po’. Mentre Giulia cercava di documentarsi sulla poesia, come aveva promesso a Piton. Ovviamente aveva una voglia matta di vederlo. Però sapeva che non poteva stargli addosso ogni giorno. Era davvero impegnato! Le ore volarono ed un altro giorno giunse al termine. Facendo ritrovare le ragazze in dormitorio, sdraiate sui propri letti, la vigilia di Capodanno. “Anna abbassa quel coso! Starei leggendo…” la rimproverò Hermione. Con il solito librone appoggiato sulle ginocchia. La castana invece se ne stava a pancia in giù. Gli occhi fissi sulla mini tv. Giulia alternava la lettura a sprazzi di programmi scelti da quest’ultima. “Ragazze…domani è l’ultimo dell’anno!” esclamò all’improvviso la ragazza. “Che novità…” ribeccò annoiata Anna. “Cavolo…certo che il tempo scorre veloce…è già finito un anno! Mi sembrava fosse ieri quando siamo salite sull’Espresso per Hogwarts…” osservò pensierosa Giulia. La castana si voltò. Spense la tv e lasciò cadere il telecomando a terra. “Santo Manson…l’ultimo anno da minorenni…” precisò. Anche Hermione stavolta alzò la testa dal libro. “Stiamo diventando grandi…” sorrise intenerita. “Certo che abbiamo accumulato un bel po’ di ricordi!” notò Giulia. Anna si mise a sedere. “Vero…belli e brutti…ed indelebili…” concordò. Alzando il dorso della mano destra. Delle cicatrici di una scritta erano ancora impresse nella sua pelle. Giulia ed Hermione fecero lo stesso. “Peggio di un tatuaggio…” sbuffò il prefetto. “Per non parlare delle cicatrici della battaglia al Ministero…” aggiunse ancora la castana. Evitando però di far vedere le sue. Ognuna di loro aveva quella ferita incancellabile sulla pelle. Giulia sul braccio. Anna sul fianco. Hermione sulla schiena. “Però ci sono anche ricordi belli!” si affrettò a ricordare la prima. Le amiche sorrisero. “Lo sapete vero che questo potrebbe essere l’ultimo anno tranquillo che abbiamo trascorso?” commentò poi la castana. Giulia la tirò per un braccio. “Non fare l’uccellaccio del malaugurio Anna!” la rimproverò. Senza però cancellare il suo sorriso dal viso. Tutte e tre non ce la facevano a cambiare espressione. Solo il fatto di essere riunite tutte assieme in quella stanza. Che era stata la casa e l’inizio della loro amicizia. Da quelle tre bambine che erano. “Hey sapete una cosa?” esordì piano Anna. Hermione e Giulia si voltarono. “Ecco…vi voglio davvero bene…” sussurrò, abbassando lo sguardo imbarazzata. Il prefetto abbandonò subito il pesante volume ed andò ad abbracciare la castana. Così come Giulia. Si staccarono dopo dieci minuti. “Cambiamo argomento che è meglio…” suggerì Hermione. Le amiche annuirono. “Che fate voi domani sera?” chiese subito Anna. Giulia alzò le spalle. “Vado da Severus…mi manca…” sorrise. Rossa in viso. La castana scosse la testa divertita. Poi si voltò verso Hermione. “Io…esco…” rispose solo. Anna la guardò dubbiosa. “Non serve che fai la ronda Herm…non c’è praticamente nessuno…” osservò Giulia. Il prefetto scosse la testa. “No…ecco…io…ho…ho chiesto di uscire…a…Mark…” spiegò. Era al massimo del suo imbarazzo. Anche perché detto in questo modo aveva tutta l’aria di un appuntamento romantico! “Gliel’hai chiesto!! Quando?” esclamò entusiasta Anna. “Stamattina…gli ho mandato un bigliettino…spero che gli sia arrivato…” raccontò timida Hermione. Giulia battè le mani felice. “Cosa gli hai scritto?” chiese curiosa. Il prefetto alzò le spalle. “Ecco…che…se gli andava…potevamo passare la sera di Capodanno assieme…faremo un semplice giro del giardino, nulla di più…” biascicò sempre più imbarazzata. Anna per poco si mise a saltare sul letto. “La nostra Herm sta crescendo!” commentò Giulia. A mo di madre commossa. La castana intanto aveva stretto fra le braccia un ignaro cuscino. “E se ti bacia tu che cosa fai?” esclamò all’improvviso. Hermione arrossì smisuratamente. Nascondendosi poi la faccia fra le mani. “Lui…ha detto…che non lo farà…” farfugliò. La castana scosse la testa delusa. Così Giulia le tirò una cuscinata. “E tu donna della notte, che fai?” le chiese poi. “Vado a vedere se Draco è vivo…se gli sono mancata…o se è in putrefazione sotto una miriade di libri di uso scolastico…” rispose con tono quasi ovvio Anna. Giulia sorrise divertita. Mentre Hermione era ancora in fase lampadina di Natale. La castana si avventò su di lei. Iniziando a farle il solletico. Poi si aggiunse Giulia. Con la sua arma cuscino. Così passò anche la vigilia di Capodanno. Quando le ragazze si svegliarono il giorno dopo trovarono il giardino coperto di quattro strati di neve in più. Dal giorno di Natale non aveva smesso un secondo di nevicare. I tre uragani rimasero al caldo nella Torre di Grifondoro fino all’ora di cena. Scesero in Sala Grande per uno spuntino. E poi di nuovo di sopra a cambiarsi per le rispettive uscite. Anna si infilò un vestito nero. Non era proprio elegante. “E questo da dove salta fuori?” chiese stupita Hermione. La castana alzò le spalle. “Regalo di Natale da Bill e Fleur…mi sono trovata un gufo fuori dalla finestra stamattina…mentre voi dormivate ancora…” raccontò in breve. Per poi posizionarsi davanti allo specchio. Era un vestito semplice. La gonna le arrivava al ginocchio. La stoffa le ricadeva morbida dai fianchi, con del pizzo sull’orlo infondo. Mentre la parte sopra aveva una scollatura non molto profonda. Chiusa con dei raffinati nastri di seta. Le maniche a sbuffo sulle spalle. Per poi stringersi sulle braccia. “Questi vestiti ti fanno più grande sai?” osservò Giulia. Anna fece un cenno con la testa. Dopo un’attenta analisi andò al suo comodino. Iniziò a frugare nel portagioie a forma di bara. E ne tirò fuori un collarino in pizzo. Sottile. Lo sistemò stretto al collo. A far compagnia alle altre due collane poste più in basso. Intanto Giulia aveva tirato fuori una maglia rimasta troppo tempo nel baule. Sembrava la parte sopra del vestito della castana. Solo che era viola. Con le maniche più piatte. Ed un unico laccio a chiudere la scollatura. Se la infilò veloce. Per poi abbinarci una gonna a pieghe. A fantasia scozzese. Viola e nera. Un paio di calze a righe. Dello stesso colore della gonna. Ed infine le sue amate Converse sbiadite. Che però non si sarebbe mai sognata di lasciare in camera. Hermione fu quella più indecisa. Dopo aver passato cinque minuti buoni in rassegna il baule arrivò ad una conclusione troppo scontata. Ma che faceva al caso suo. Qualunque cosa si fosse messa Mark non l’avrebbe vista. Doveva mettersi il cappotto. Così si mise il solito maglione azzurro. Una gonna blu a pieghe, di velluto. Calze bianche. E gli immancabili stivaletti azzurri con i pon pon. “Hey Herm stai davvero bene!” commentò Giulia. Il prefetto prese il cappotto beige. Lungo fino al ginocchio. Lo indossò e si diede una controllata nello specchio della camera. Non stava male in effetti. “Bene allora! Io credo di tornare a dormire…” esordì Anna. Giulia ed Hermione annuirono. Così uscirono tutte assieme. Come al solito fecero metà strada assieme. Poi Giulia ed Anna si incamminarono verso i sotterranei. Mentre il prefetto andava verso l’atrio che dava sul giardino. Hermione si sentiva abbastanza tranquilla. Era una visita fra amici dopotutto. Il prefetto prese un profondo respiro. Pian piano arrivò al luogo prestabilito. Mark era già li, appoggiato ad una colonna. Restless tonight, cause I wasted the light. Aveva indosso un cappotto lungo fino alle caviglie, nero. Aperto. Lasciava vedere un maglione marrone a collo altro e un paio di jeans scuri. Le guance di Hermione si colorarono. Si avvicinò e prese coraggio. “Ci…ciao…scusa, ti ho fatto aspettare…” lo salutò titubante. Il ragazzo si voltò. Era davvero alto! La ragazza non l’avena notato in biblioteca. Between both these times I drew a really thin line. “Tranquilla, sono appena arrivato anche io…” le sorrise. Il cuore di Hermione iniziò a battere forte. Non riusciva più a controllarlo. Eppure non era amore. Aveva un incredibile impulso di avvicinarsi ancora ed abbracciarlo. Ma non era di certo un pensiero da lei! Ciò la sconvolgeva non poco. “Allora…ti va di andare a fare un giro?” propose Mark. Hermione sobbalzò, ripescata dalla sua battaglia interiore. Ed annuì. Così i due uscirono dal portico. Iniziando ad affondare nella neve fresca ad ogni passo. It’s nothing I planned and not that I can. Dopo qualche minuto di silenzio fu Mark a prendere parola. “È davvero imbarazzante…ecco, spero di non farti sentire a disagio…” disse. Hermione scosse subito la testa. Quello che era davvero imbarazzante per lei erano quegli stupidi pensieri. Lei. Il cui unico pregio era la ragione. “No è che…sai…non sono abituata ad uscire…con…ecco…ragazzi…” rispose timida. Mark sorrise intenerito. But you should be mine across that line. “Sai…forse è meglio se ci andiamo a sedere sul muretto…altrimenti i tuoi poveri stivali finiranno male…” osservò ancora il ragazzo. Il prefetto annuì. Così i due tornarono sotto al portico. Con un salto elegante Mark si sedette sui mattoni. Mentre ad Hermione ci volle più di un minuto. “Forse non sono normale sai?” disse d’improvviso lei, una volta seduta. Mark la guardò dubbioso. “Sono così psicotica da stentare ancora a credere che…che tu sia qui con me…” spiegò. Con un ironico sorriso. “Io sono qui infatti...cosa c’è di strano?” chiese ancora lui. La ragazza sospirò divertita. If I traded it all, If I gave it all away for one thing. “Io non sono una campionessa di bellezza, diciamoci la verità…la mia autostima è molto bassa…sono una ragazza petulante, saccente e vengo da una famiglia di babbani…non sono forse delle buone motivazioni?” elencò affranta. Mark scosse la testa e si avvicinò. “È questo quello che pensi di te stessa quando ti guardi allo specchio?” le chiese. Hermione abbassò lo sguardo. “Ultimamente si…” sussurrò. D’impulso il ragazzo le prese il mento fra le mani. Just for one thing. “Hermione Granger…ti ho osservata molto ultimamente…e trovo che tu sia una ragazza intelligente, giudiziosa, bella…” esordì Mark sicuro. Il prefetto strabuzzò incredula i grandi occhi castani. “Ogni volta che ti vedo io…penso questo…” aggiunse infine lui. Lasciandole il viso piano. Hermione sorrise. “Grazie…” sussurrò. Mark ricambiò il sorriso. Poi allungò piano una mano e le fece una carezza sulla testa. If I sorted it out  If I knew all about this one thing. La ragazza chiuse gli occhi. Il cuore le batteva normalmente ora. Però lo sentiva leggero. Quel gesto. Solo una persona glielo aveva donato: Ron. Però non era la stessa cosa. Con Mark era diverso. E mentre le sue guance erano in fiamme ed il cuore galleggiava trasportato da una lieve brezza, finalmente capì. Wouldn’t that be something. Era bastato poco per arrivare alla soluzione. Mark era il suo Bill. Il suo Fred. Era così che si sentivano Giulia ed Anna con loro. Con quel fratello maggiore che non avevano mai avuto. Che lei non aveva mai avuto. E così, rendendosene conto, finalmente Hermione ne capì il segreto. I promise I might not walk on by. “Hermione…posso chiederti una cosa?” disse piano Mark. La ragazza annuì. Ancora avvolta dal calore lasciatole dalla carezza di poco prima. “Chi è il ragazzo che ti fa tanto stare male?” chiese. Lei sorrise di poco. “Te lo dico solo se prometti di non ridere…” rispose. Il ragazzo annuì serio. “Ron Weasley…” disse d’un fiato il prefetto. Il Serpeverde dovette davvero trattenere il fiato per non scoppiare a ridere. “Ma…non sta con Lavanda Brown?” precisò poi. Hermione abbassò lo sguardo alle punte degli stivali. “Hai ragione, scusa…non volevo infierire…” si scusò subito Mark. La ragazza scosse la testa. “Tranquillo, dopotutto è la verità…sono io che sono stata stupida ed ingenua…” sospirò. Il ragazzo sbuffò ed alzò gli occhi al cielo. “No, lo stupido è lui, che si è lasciato scappare una persona speciale come te…” sbottò. Maybe next time but not this time. “Anche io la pensavo così, però c’è stato un malinteso…è una lunga storia…” tagliò corto Hermione. Il ragazzo annuì. “Scusa…non vorrei farti stare male…” si scusò poi lei. Mark scosse la testa. “Non ti devi scusare, in questo momento sono felice…però sai…ora come ora l’unica cosa che vorrei è poterti dare un serio abbraccio…perché da quanto ho sentito quell’idiota ti ha trattato davvero male, ti ha fatto creare delle paranoie assurde…e davvero non ti meriti tutto questo Hermione…” spiegò. Il prefetto sorrise. Poi puntò le iridi castane su quelle di lui. “Allora per favore, dammi quello che merito…perché io non lo so più…” sussurrò. Even though I know I don’t want to know. Così Mark si avvicinò e la prese fra le sue braccia. Tenendola stretta in un lungo e caldo abbraccio. Quando si staccarono rimasero vicini. “Dunque…io sto ancora aspettando quella storia…” precisò il ragazzo. Hermione scosse la testa divertita. “È davvero lunga…” lo avvertì. “Quanto?” chiese divertito Mark. “Cinque anni e mezzo…” sorrise la ragazza. “Abbiamo tutta la sera no?” esordì infine lui. Hermione annuì. Ed iniziò a raccontare. Mentre una nuova sensazione aveva avvolto il suo cuore come una calda coperta. Una sensazione che non se ne sarebbe più andata. Yeah I guess I know I just hate how it sounds.
Nel mentre Giulia e Anna avevano percorso la strada che le separava dai sotterranei. Avevano fatto assieme gli scivolosi scalini e si erano immerse nel buio. Per poi separarsi al solito bivio. La castana aveva girato a destra. I suoi passi pesanti riecheggiavano nel corridoio. Accompagnati dal gocciolio dei muri. Dal fondo del tunnel una sagoma bianca iniziò ad avvicinarsi, mentre Anna continuava tranquilla la sua camminata. Pian piano l’ectoplasma le fu davanti. “Buonasera Alvis…” la salutò il Barone Sanguinario. La castana si fermò. Poi fece un piccolo elegante inchino per ricambiare il saluto. “Vedo che cresci a vista d’occhio, stai proprio diventando una bella fanciulla…a che anno sei?” le chiese. Anna rimase con la solita espressione seria ed imperturbabile. “Sono al sesto anno, signore…” rispose educata. Il fantasma fece un cenno di assenso. “E dimmi mia cara, vai a trovare il tuo amato?” chiese infine. La castana annuì. “Dunque non ti trattengo oltre cara fanciulla, buona serata…” la congedò. Anna fece ancora un piccolo inchino. Poi proseguì per la sua via. I pesanti anfibi strascicati sulla fredda roccia. Dopo qualche minuto si trovò davanti all’entrata. Senza alcuna difficoltà disse la parola d’ordine ed entrò. La Sala Comune era deserta. Ma il fuoco era comunque acceso. La castana sorpassò l’enorme stanza e andò a passo veloce alle scale. Fece i gradini saltellando, arrivando finalmente alla porta del dormitorio. Con un leggero gesto della mano aprì la porta. Tutti i letti erano vuoti. Tutti tranne uno. Anna si infilò nella stanza leggera come uno spirito. Richiudendosi la porta alle spalle. Draco non si accorse di nulla. Sdraiato sul suo letto, gli occhi fissi al soffitto. La castana si fermò a pochi passi da lui. Immobile. Il biondo si voltò e sobbalzò. “Accidenti Anna! Mi vuoi far prendere un infarto!” sbottò. La castana ghignò. “Sono solo venuta a vedere se eri vivo…” commentò. Draco si alzò a sedere e la guardò. Non si vedevano dal giorno di Santo Stefano. Lei non gli aveva scritto. E lui non era sceso in Sala Grande per i pasti. “Davvero simpatica…un’altra tua apparizione così e giuro che ci rimango secco…” rimbeccò acido. Anna alzò le spalle. “Allora me ne vado…” esordì pacata, voltandosi. Il biondo scosse la testa. “Avanti spiritello notturno, vieni qui…” la chiamò subito. La castana fece qualche passo saltellante. Piano si slegò i pesanti anfibi. Lasciandoli abbandonati accanto al comodino. Con fare distinto si sedette sul letto. Le gambe accavallate. “Sei elegante…” osservò Draco. Per poi squadrarla da capo a piedi per una decina di volte. Anna arrossì. “È l’ultimo dell’anno dopotutto no? Bisogna festeggiarlo come si deve…” spiegò. Il biondo sorrise. Le era mancata quella vocetta. Per non parlare di quel visino pallido. Ma solo quando vi soffermò gli occhi lo notò. Dietro alle lenti degli occhiali. Solo quelle iridi castane. Meravigliose. Le lunghe ciglia. Nemmeno l’ombra di matita nera. “Anna…non ti sei truccata!” sorrise Draco. La ragazza arrossì. “Non…non avevo voglia…” farfugliò. Il biondo la guardò intenerito. Allungò una mano e le prese piano un polso. Anche i pesanti bracciali erano rimasti in camera. Solo un semplice collarino di pizzo. E le due croci. For a moment the world turns its back and you let me come closer. Anna si voltò. “Pensavo di non mancarti più…” disse sottovoce. Il biondo la guardò dubbioso. “Non mi hai mai cercato in questi giorni…” spiegò la castana. Draco sospirò. “Io pensavo fossi impegnata a fare casino con le altre in dormitorio…sai, quelle riunioni tra ragazze che fate voi no? Non volevo disturbare…” rispose. Sviando su cosa avesse fatto realmente lui. Anna abbassò lo sguardo. “È palese dire che mi sei mancata davvero…” aggiunse poi il biondo. La ragazza stava con gli occhi bassi. Ed il cuore di Draco ebbe un crampo di dolore. Perché sapeva benissimo che non l’aveva chiamata per evitare di metterla in mezzo ai suoi piani loschi. Though the hearts were filled with fear for this Dark Secret Love. Piano il biondo la portò a se. Anna si lasciò muovere come una bambola. Era talmente leggera e fragile che era semplice trascinarla da un posto all’altro senza fare fatica. Draco la strinse fra le sue braccia. Ma la ragazza era immobile. Non ricambiava. Oh let the world turn its back and please let me come closer. Dentro di se Anna sentì muovere qualcosa. Se avesse fatto l’indifferente per ancora un solo minuto il suo cuore sarebbe scoppiato dalla tristezza. Moriva dalla voglia di contraccambiare i suoi gesti. “Stai tranquilla amore…non potrei mai vivere senza di te…” le sussurrò piano ad un orecchio. E la magia avvenne. Come fossero state le parole fatate per una qualche serratura segreta. Il cuore della ragazza si aprì. Permettendole di ricadere finalmente fra le braccia del suo Draco. Though the hearts filled with fear for this love. Rimasero abbracciati per dieci minuti. Ma che a loro sembravano essere stati molto meno. Quando si staccarono il biondo sorrise. “Allora, ci sono novità dal mondo esterno?” chiese. Anna si buttò di peso con la testa sul cuscino. “Nulla di che…mi sono arrivati i regali dei tuoi…ieri ho mandato il bigliettino di ringraziamento…” raccontò spiccia. Draco si sdraiò accanto a lei. “Davvero? E cosa ti hanno regalato?” disse ancora curioso. La castana fece un piccolo sorriso. “Tua madre un libro, che per altro ho già finito di leggere…e tuo padre un orologio…sembra molto prezioso…” descrisse. Il biondo sospirò esasperato. “Conoscendo mio padre lo è…gli avevo detto di non esagerare...” sbuffò. Anna scosse la testa. “A me piace…” precisò divertita. Draco sorrise. La prese per i fianchi e l’avvicinò. “Ne sono felice…” commentò infine. Poi la baciò. Our 666 has got a name we burn in its flames again and again for it is our Dark Secret Love. Nella camera regnava un’atmosfera tranquilla. Placida. Il calore emanato dal camino della Sala Comune saliva sulle scale, entrando nel dormitorio. Li avvolgeva. Mentre fuori la neve ancora cadeva. Più lentamente. “Non sarebbe male stare per sempre così…” osservò Anna. Draco annuì. Per poi baciarla ancora. Passando lentamente sulla guancia. E poi sul collo. Mentre un dito scorreva sul fianco. E seguiva l’esile profilo della ragazza. Finendo sulla chiusura del collarino di pizzo. Set me as a seal upon thine heart, as a seal upon thine arm, for love is strong as death jealousy is cruel as the grave. Dopo averglielo tolto Draco continuò a far scorrere l’indice sul collo vellutato della ragazza. La pelle di Anna era così morbida. Così candida. Perfino più della sua. “Sembri davvero uno spirito lo sai?” commentò divertito. La castana sorrise. “Infatti tra poco sparirò…” rispose. Il biondo ghignò. “Non ce la faresti a lasciarmi qui da solo…” rimbeccò. Anna sospirò esasperata. “Draco Malfoy...possibile che tu sia sempre così sicuro di te?” esordì. Il ragazzo scosse la testa. “È solo apparenza…e tu lo sai bene…” sussurrò. Per poi scivolare piano accanto ad Anna. Fino ad appoggiare la fronte sul suo petto. La castana abbassò di poco la testa. Rimasero in silenzio per qualche minuto. The coals thereof are coals of fire, which hath a most vehement flame. “Ti amo…” mormorò Anna. Draco chiuse gli occhi. “Più di ogni altra cosa al mondo…” continuò la ragazza. I love you - I love you. “Più della mia stessa vita…” proseguì la castana. Mentre in una mano Draco stringeva un lembo del vestito. I love you - I love you. “Oramai io sono legata a te…” sussurrò ancora lei. Il biondo alzò lo sguardo. “Per sempre?” chiese. Anna sorrise dolce. “Per sempre…” ripetè. Per poi chinarsi e dagli un piccolo bacio sulla fronte. I love you - I love you. Draco sorrise. Si sentiva più sereno. Tranquillo. Quando era con lei si sentiva sempre così. “Mi mancavi davvero…” disse ancora il biondo. La ragazza annuì. “Anche tu…” rispose. Mentre le loro mani si univano. Per tenersi strette. E riscaldarsi a vicenda. For a moment the world turns its back and you let me come closer though the hearts touched with joy.
Giulia invece aveva continuato la sua strada dritta. Trotterellando come solo lei poteva fare. In quel luogo così buio ed inospitale. I suoi passi svelti e leggeri echeggiavano per il corridoio. Un rumore così lieve da poter essere confrontato al battito di una farfalla. Piano era arrivata alla porta oramai per lei famigliare. Sorridendo bussò sul duro legno. Poi iniziò a dondolare sui talloni. Le braccia dietro la schiena. Gli occhi fissi sulle punte delle Converse, aspettando una risposta. “Avanti…” esordì una voce. La sua voce. Quella che Giulia attendeva con impazienza. Così la ragazza aprì la porta. Come al solito il professore se ne stava alla scrivania. Chino sulle immancabili scartoffie. Richiudendosi la porta alle spalle Giulia si avvicinò. “Buonasera professore!” lo salutò sorridendo. Piton alzò di poco lo sguardo. “Buonasera…dovevo immaginare che la pace sarebbe finita presto…” commentò acido. La ragazza trotterellò da lui curiosa. “Sta correggendo compiti?” gli chiese. Severus annuì. “Non faccio altro da giorni…” precisò. Giulia si posizionò dietro di lui. Poi appoggiò il mento sulla sua spalla per sbirciare. Erano dei compiti del quarto anno. “Non si stanca a correggere sempre?” domandò perplessa. Piton scosse la testa divertito. “È il mio lavoro signorina Wyspet…” rispose spiccio. “Ma sono davvero tanti!” osservò ancora stupita. Notando la pila di fogli alla sua destra. “Tanti quanti sono gli errori che queste sottospecie di amebe commettono in ogni compito…dopo anni e anni nulla mi può più sconvolgere…” sbuffò stufo Piton. Giulia annuì. “Però oggi è Capodanno! Non può rimanere tutta la sera a correggere compiti!” osservò. Il professore la guardò alzando un sopracciglio. “Chi corregge compiti a Capodanno li corregge tutto l’anno!” esordì saggia la ragazza. Severus sorrise. “Si sieda e stia buona signorina Wyspet…” le ordinò. Indicando la sedia davanti a lui. Giulia ubbidì. Trotterellando al posto. Un beato silenzio regnò per qualche minuto. Fino a quando fu Severus a spezzarlo. “E lei che cos’ha fatto per tutti questi giorni? Si è stabilita nel suo letto parlando con i peluche?” chiese maligno. La ragazza scosse la testa. “Sono stata in biblioteca con Herm ed Anna…” rispose. Il professore alzò la testa. “Volevo cercare qualche libro sulla poesia…ne ho trovato uno che parlava delle opere di Dante…La Vita Nova e la Divina Commedia…Herm li sa quasi a memoria…” spiegò fiera. Piton poggiò la penna sulla scrivania. Poi incrociò le mani in grembo. “E come le sono sembrate?” le chiese curioso. Giulia alzò le spalle. “La Vita Nova non è male…parla soprattutto dell’amore che lui prova a Beatrice, dell’importanza del suo saluto…ci sono le cose che mi aveva detto lei sullo Stilnovo…però non mi è piaciuto il fatto della donna-schermo…” spiegò. Severus annuì interessato. “Avanti, continui…” la invitò. “Non mi pare una cosa bella fingere di amare un’altra donna per sviare le maldicenze altrui…ho approvato in pieno la scelta di Beatrice di togliergli il saluto, però mi è anche dispiaciuto per Dante…” ragionò la ragazza. Il professore sorrise soddisfatto. “L’amore a quei tempi era un vero casino…” sospirò infine Giulia. Piton scosse la testa divertito. “Avrei voluto cercare altri autori però la biblioteca non è molto fornita…mi piacevano le lettere d’amore del suo libro professore…” commentò poi lei. Severus annuì. Era incredibile come quella ragazza riuscisse ad assorbire concetti simili come fossero semplici filastrocche. Per la sua età poi. Doveva ammettere che stava iniziando a rivalutare le nuove generazioni. O semplicemente stava iniziando a valutare Giulia sotto una luce diversa. Oramai non era quasi più quella ragazzina che se ne sgattaiolava ogni sera da lui. Stava diventando una giovane donna. Intelligente. Capace di risolvere situazioni complicate. Mantenendo sempre quell’innocenza e sincerità che di solito si perdevano con l’arrivo dell’adolescenza. I know it's late, I know you're weary, I know your plans don't include me. “Le piaceva davvero il libro che le ho letto l’altra sera signorina Wyspet?” le chiese. Giulia annuì sicura. Severus sorrise. Piano allungò una mano e aprì il cassetto accanto a lui. Estraendone un libricino. “Ecco qui, tutto per lei…” disse solo. Porgendo il volumetto alla ragazza, che lo guardò stupita. “Me…me lo presta?” esclamò incredula. Piton le appoggiò il libro davanti. “Ovviamente lo dovrà trattare con estrema cura…me lo promette?” rispose. Giulia sorrise felice. Still here we are, both of us lonely, longing for shelter from all that we see. Il professore tornò così ai suoi compiti. Anche se la concentrazione se n’era andata. Come ogni volta che quell’angelo varcava la soglia del suo ufficio. “Professore?” lo chiamò Giulia. “Si?” rispose Piton. “Lei li ha fatti i propositi per l’anno nuovo?” gli chiese. L’uomo alzò la testa. “Non ne faccio più da anni oramai…non li manterrei comunque…” sbottò. La ragazza scosse la testa. “Se parte con questo atteggiamento è ovvio che non li manterrà!” osservò. Severus sorrise. “Allora sentiamo i suoi…così magari potrò trovare ispirazione…” ribeccò. Giulia prese il libro fra le mani. Tenendolo stretto. Why should we worry, no one will care. “Ecco…io mi sono ripromessa di essere più giudiziosa e di aiutare più persone possibile…e di lottare con tutte le mie forze quando servirà…e poi…” iniziò a dire la ragazza. Il professore rimase in attesa. “…e poi…di…essere una buona madre…per Eveline…e una buona moglie…per…lei…” concluse Giulia. Le guance rosse dall’imbarazzo. Severus sorrise. Poi allungò una mano e le fece una carezza sulla testa. “Sono sicura che li manterrà…” commentò. La ragazza annuì fiera. Look at the stars so far away. Ci fu qualche minuto di silenzio. “Allora…lei che cosa di ripromette?” chiese Giulia. Piton la guardò scettico. “Non c’è proprio nulla che vuole fare con tutto il cuore?” lo spronò ancora la ragazza. Severus ci pensò per qualche minuto, iniziando a guardarsi intorno. “Potrei…cercare di arricchire ancora la mia biblioteca personale…” osservò poco concentrato. Passando in rassegna lo scaffale dei libri con gli occhi. Giulia annuì rallegrata. “E poi?” disse. Il professore continuò a vagare con lo sguardo. Fino a passare sui fogli che aveva fra le mani. “Cercare di essere meno indulgente con gli alunni fannulloni…” continuò. La ragazza ridacchiò. Mentre Piton dava via libera ai suoi occhi. Solo una cosa era rimasta di cui parlare nell’ufficio. Però ci aveva girato intorno fino ad ora. Lei. We've got tonight, who needs tomorrow? Giulia. Che se ne stava seduta davanti a lui in attesa. Curiosa. E sorridente. Ma cosa poter promettere a quella meravigliosa creatura? Felicità? Sicurezza? Vita? Severus non poteva permettersi di dire la prima cosa che gli fosse passata per la testa. E non voleva nemmeno illuderla. Però una cosa era vera. Sarebbe stato disposto a morire per lei. We've got tonight, why don't you stay? Se lo ripeteva ogni sera. Ogni volta che sentiva i suoi passi leggeri nel corridoio. Il bussare impaziente alla sua porta. Per poi vederla entrare. Sentire la sua voce. E vedere il suo sorriso. Sarebbe stato disposto a tutto pur di continuare a tenersi stretto Giulia. Tutto. Deep in my soul, I've been so lonely. “Professore?” lo chiamò Giulia. Severus scosse la testa e sbattè le palpebre. Probabilmente si era perso con lo sguardo. Troppo concentrato nei suoi pensieri. “Tutto bene?” chiese preoccupata la ragazza. Il professore sorrise ed annuì. “Ha altri propositi per l’anno nuovo?” esordì ancora Giulia. Severus prese ad osservarsi le mani. In realtà era solo un gesto strategico. Lo faceva fin da quando era ragazzo. I capelli gli ricaddero di poco sul viso. Coprendo le guance. “In realtà ce ne sarebbe ancora uno…” rispose. Giulia sorrise. “E qual è?” chiese infine. Piton alzò di poco gli occhi. “Voglio continuare a rispettare tutte le promesse che le ho fatto fino ad ora signorina Wyspet…ma soprattutto una…” iniziò a dire. Il solito colorito prese posto sulle sue guance. Mentre la ragazza lo guardava. “Voglio continuare a proteggerla, voglio garantire un futuro…a lei…a noi…ed Eveline…” disse infine. All of my hopes, fading away. Gli occhi di Giulia si velarono di lacrime. Di scatto si alzò in piedi e andò ad abbracciare Severus. Che si lasciò circondare da quelle braccia piene di amore per lui. Rimanendo così per minuti e minuti. Quando si staccarono la ragazza tornò a sedersi. Asciugandosi le lacrime di commozione con una manica della maglietta. “Professore?” lo chiamò piano. Piton si voltò. “Grazie…” sorrise Giulia. Severus scosse la testa divertito. “Grazie a lei signorina Wyspet…” le rispose. Per poi sciogliersi anche lui in un dolce sorriso. I've longed for love, like everyone else does. Ancora sotto l’effetto di quell’attimo di languida felicità il professore tornò ai suoi compiti. Mentre Giulia aveva aperto il libro. Lesse qualche poesia. Poi tornò a guardare Piton. Spostando lo sguardo anche sull’orologio posizionato sulla parete di destra. All’ennesimo controllo dopo qualche tempo però la ragazza sobbalzò. Severus alzò lo sguardo dubbioso. “Professore! È quasi mezzanotte! Dobbiamo festeggiare!” esclamò agitata Giulia. Piton scosse la testa divertito. “E come dovremmo festeggiare, sentiamo…” rimbeccò. “Con un brindisi! E dei fuochi artificiali!” rispose sicura la ragazza. Il professore sospirò. impilò tutti i compiti sulla scrivania, mettendoli poi nel cassetto vicino a lui. “E va bene…festeggiamo allora!” commentò arreso. Giulia saltò in piedi battendo le mani felice. I know I'll keep searching, even after today. Piton prese la bacchetta. Facendo poi apparire un pacco di piccoli fuochi d’artificio. Una bottiglia di spumante. Ed un bicchiere di succo di zucca. Accanto a lui. “Ecco qui…” esordì. Passando il misero bicchiere alla ragazza. Che lo guardò dubbiosa. “Non pretenderà di bere alcolici in mia presenza spero…” osservò maligno il professore. Giulia guardò affranta il contenuto del suo bicchiere. “Avanti, non faccia quella faccia signorina Wyspet! Le brave bambine bevono il loro succo senza lamentarsi…” ghignò ancora Piton. La ragazza gli fece la linguaccia. “Lei è cattivo professore!” sbottò offesa. Severus sorrise fiero. “Sono solo realista…” commentò ancora. So that there it is, we've got it all now. Giulia abbassò lo sguardo. Tra le mani il bicchiere pieno. Piton la guardò, poi sbuffò. “Lei mi delude signorina Wyspet…senza un minimo di resistenza non c’è divertimento nell’umiliarla moralmente…” si lamentò. La ragazza scosse la testa divertita. Mentre il professore impugnava ancora la bacchetta. E faceva sparire il suo bicchiere. Per farne apparire altri due. Più eleganti. Ci versò piano lo spumante. Ed ecco che subito la lancetta dell’orologio si mosse. Annunciando così il nuovo anno. We've got tonight, who needs tomorrow? I due si guardarono, prendendo i bicchieri. “Buon anno professor Piton!” sorrise Giulia. “Buon anno signorina Wyspet…” rispose divertito Severus. Alzando i bicchieri. Per poi farli scontrare piano. Da soli. Nell’ufficio in cui era stato dimora di tanti ricordi. Belli. Brutti. Di emozioni. Risa. Lacrime. Ma sopratutto. Era stato il caldo rifugio dei sentimenti. Di quella coppia che avrebbe continuato ad amarsi. Per l’eternità. We've got tonight, why don't you stay?
  
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