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Autore: milly92    13/03/2009    5 recensioni
Debora è una normalissima ragazza di quasi sedici anni che purtroppo non esita a sentirsi “Sfigata” in ogni occasione, così decide di partecipare ai provini per diventare la “Life coach” del suo aspirante cantante preferito di un programma musicale, Music’s Planet, che si chiama Niko. Con suo grande stupore ce la fà, ma purtroppo per lei quell’evento non è un arrivo, bensì un inizio: ce la farà a vivere nel frenetico mondo della tv, dove contano solo l’aspetto esteriore, i soldi e il potere? Resisterà alle varie offese, orari stancanti e un certo aspirante cantante che la manda in tilt? E se poi all'affetto per Niko si aggiungesse anche quello per Andrea, basato più sul sentimento che sull'aspetto esteriore?? Dedicata a tutti coloro che amano sognare un (bel) po’ e che sanno che essere adolescenti e crescere NON è assolutamente semplice… Baci, milly92 ^^
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Just Believe In Yourself- Debora's Confessions'
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Tutta Colpa Degli Incidenti

Ciao!

Sono reduce da un pomeriggio passato a studiare diritto, quindi già vi avviso del fatto che non sono responsabile di quello che vi dirò! xD

Questo capitolo apre qualche discorsetto più… Ehm… “Hot” se così vogliamo chiamarlo, ihih, ma tranquille, non c’è scritto niente di che =D.

E oltre a ciò, ci sarà una notizia bomba ed un brutto ritorno di una personaggio moooolto amato, quindi preparatevi ad un capitolo movimentato!

Grazie mille a:

vero15star: Eheh, tesoro, io lo sapevo! Anche io lo avrei ucciso se avesse letto qualcosa di personale, ma dopotutto è il nostro Andreuccio, questa gliela possiamo far passare, dai… xD Un bacione, ti voglio bene!

95_angy_95: Grazie mille, è sempre un piacere sapere che un capitolo è piaciuto! E su Andrea, beh, avevi dei dubbi?! xD xD

giunigiu95: Mi dispiace dirtelo ma il cognome di Andrea è Romani, non Tenero, ma comunque potrebbe diventare il suo secondo nome. Glielo proporrò, ok? =D  Grazie mille, bacioni!

Giulls: Giuliaaaa! Tesoro! Io lo sapevo che saresti stata curiosa circa le anticipazioni, proprio perché in questo cap scopriremo uno degli spoiler che ti dissi un mesetto fa circa… Qual è te lo lascio scoprire leggendo, ihih! !!!! *cavolo, è SPETTACOLARE questo capitolo!! * Addirittura?! *me arrossisce e abbraccia Giulia* Grazie mille tesoro, ti voglio bene!

Angel Texas Ranger: Siii, non hai visto che a breve uscirà un film intitolato proprio “Spider- Andrea”? Solo che la protagonista femminile sarà sempre Mary Jane, Deb l’hanno fatta fuori… xD xD Comunque tranquilla riguardo quella ragazza perché darà fastidio solo alla povera Deb, sigh!

Purtroppo non aggiornerò lunedì ma martedì perché ho molto da studiare e dopo devo anche andare ad una festa di diciotto anni… Ce la farò?! =(

La vostra milly92.

Capitolo 50

Tutta Colpa Degli Incidenti

Avere l’abito sporco di sabbia, i capelli arruffati, il trucco sciolto, le scarpe piene di sabbia e il mal di schiena per aver dormito sulla spiaggia  non fu niente rispetto a scendere dall’auto di Andrea sotto lo sguardo indagatore di Eliana, Rossella, Dante, Giuseppe e Francesco che ci squadravano dal balcone. Le ragazze sembravano sollevate, mentre i ragazzi erano sorpresi.

“Spero che questo ritardo di almeno sette ore sia valso a qualcosa” sghignazzò Francesco.

“Forse si, forse che no” risposi dubbiosa, facendo segno ad Andrea di zittirsi.

Uscimmo dal cortile rapidamente e ci intrufolammo furtivamente nell’ascensore. “Certo che sei cattiva, tenerli così sulle spine!” mi rimproverò affettuosamente Andrea.

“Capirai, tanto alla fine ci sei sempre tu che spiattelli tutto!” esclamai, gettandogli le braccia al collo e baciandolo come se fosse la prima volta. Aprii gli occhi e notai che anche lui mi stava guardando mentre mi baciava, così ridemmo e continuammo a scambiarci quell’ennesimo bacio.

“Ehm, ehm, e meno male che avevi detto: “Forse si, forse che no”, cara” disse la voce di Francesco.

Ci separammo di botto: non ci eravamo resi conto che l’ascensore era arrivata a destinazione ed aveva aperto le porte automaticamente, rivelando tutta la banda davanti a noi.

“Va bene, gente, stiamo insieme, contenti?” affermò Andrea prendendomi per mano mentre uscivamo dall’ascensore.

“E certo che lo siamo!” urlò Eliana, accompagnata a ruota da Rossella. Entrambe mi guardarono radiose e mi abbracciarono.

Invece i ragazzi guardarono Andrea tra lo sconvolto e l’ammirato; solo Dante gli diede una pacca sulla spalla.

Rientrammo nel nostro appartamento, mentre le ragazze mi chiedevano i dettagli, e trovammo Niko che ci veniva incontro con indosso solo dei pantaloncini. “Cavoli, mi avete svegliato con le vostre urla…”.

“No, è che io e Andrea ci siamo appena messi insieme e allora le ragazze stavano festeggiando…” spiegai.

Allargò gli occhi per la sorpresa. “Davvero? Wow, auguri allora!”.

Ci sorrise, prima di aggiungere: “Allora se ti fermerai a dormire qui, Andrea, ricorda che la precedenza nel bagno la mattina va prima a me, poi a Pierre e infine a te, che sei l’ultimo arrivato…” ridendo.

“No, io e Deb siamo stati insieme già tre anni fa, quindi si potrebbe dire che l’ultimo arrivato è Pierre!”.

“E che c’entra…”.

“Ragazzi, tranquilli, il problema non si pone visto che Andrea dormirà a casa sua per ancora molto tempo” li fermai, ponendo fine a quella subdola affermazione. Le ragazze mi guardarono senza capire, e subito mi fecero il terzo grado quando ci riunimmo nella mia stanza un’ora dopo, quando Andrea andò con gli altri tre ad un’intervista e Niko andò ad un incontro con il produttore.

“Cosa vorresti dire con il fatto che Andrea dormirà a casa sua per ancora un po’ di tempo?” attaccò subito Rossella, stringendo un cuscino.

“Voglio dire che preferirei aspettare un po’ prima di…” iniziai, ma Eliana mi interruppe.

“Cioè, stai cercando di dirci che siete stati tutta la notte fuori e non avete fatto niente?” domandò sconvolta.

“Si, cosa c’è di male? Insomma, abbiamo guardato le stelle, abbiamo parlato…” dissi senza capire. “E poi io non l’ho mai fatto” aggiunsi a mò di spiegazione.

Inutile dire che mi guardarono sbalordite, come se avessero davanti un fantasma.

“Cioè, hai diciannove anni e non hai mai… Oddio” fece Rossella.

“Ehi, non ci vedo nulla di male” mi difesi. “Per certe cose bisogna aspettare il momento giusto, no?”.

“Oh, ma certo, si” si affrettò a rispondere Eliana. “Solo che sei la prima persona che conosco che è ancora vergine a diciannove anni, a parte mia nonna” aggiunse pensierosa, scatenando le risate di Rossella.

Le guardai con il sopracciglio levato, un po’ offesa. “Scusate se non l’ho data in giro al primo che capitava, eh, ma io ci tengo a certi valori, proprio come tua nonna” ribattei.

Rossella si zittì all’istante ed Eliana fece una faccia seria. 

“Hai ragione, anzi, io ti invidio un po’ ad essere onesta, la mia prima volta è stata una schifo” disse Eliana, mettendomi una mano sulla spalla. “Avevo diciassette anni e stavo con questo tipo da sei mesi, ero convinta che fosse vero amore… Ma il giorno dopo lui mi mollò”.

“Beh, vale lo stesso per me, solo che avevo quindici anni e stavo con questo ragazzo da quattro giorni” rivelò Rossella, abbassando lo sguardo, imbarazzata.

Sentire le loro storie mi rilassò, mi dissi che avevo fatto bene ad aspettare. “Mi dispiace, ragazze…” dissi, senza sapere cosa dire.

“Invece scommetto che la tua prima volta sarà fantastica, Andrea ci sa davvero fare…” disse Rossella, prima di tapparsi la bocca.

“Rossella!” la rimproverai, arrossendo, mentre questa a ridere fu Eliana.

“Scusami, scusami… Ma è vero!” aggiunse.

“Farò finta di non aver sentito” dichiarai. Immaginare Rossella e Andrea insieme mi faceva ancora un po’ male, per questo mi imposi di non pensarci la settimana dopo, mentre  ero da sola in casa con lui, dato che le ragazze erano andate a provare i nuovi brani. Andrea era venuto con l’intenzione di aiutarmi a ripetere spagnolo per i test di ammissione all’Università, ma dopo dieci minuti ci eravamo ritrovati a pomiciare senza ritegno.

Inizialmente avevamo iniziato a baciarci innocentemente, ma tre secondi dopo mi ero ritrovata a cavalcioni su di lui sul divano del soggiorno.

Improvvisamente sentii tutte le mie paure scemare, abbandonarmi. Ci lanciammo uno sguardo, senza dirci nulla, e presi ad accarezzargli il torace come compromesso, mentre lui faceva vagare le sue mani sotto la mia camicetta e mi slacciava il reggiseno.

“Io… Non l’ho mai fatto” rivelai a bassa voce, mentre mi baciava freneticamente il collo.

Si fermò di botto, alzandosi sui gomiti. “Lo immaginavo” rivelò, sussurrando anch’egli con il fiato corto. “Sei sicura di volerlo fare con me?”.

“Certo che lo voglio, so che non me ne pentirò” decisi, ritornando a baciarlo e slacciandogli la camicia.

“Sicurissima? Perché altrimenti non riuscirei a tornare indietro…” mi avvisò.

“Si” riconfermai. Ci guardammo, e mi persi nel suo sguardo sexy mentre stava per sfilarmi anch’egli la camicetta. Lo assecondai, sentendomi beatamente obliata, quando il rumore insistente del campanello ci costrinse a dividerci.

“Cavoli, chi è?” domandai, mentre Andrea per un pelo non mi buttava giù dal divano.

“Non lo so, ma farai meglio a darti una sistemata” disse lui. “Io vado in bagno” aggiunse.

Scocciata, urlai un: “Vengo subito!”, mi aggiustai la camicia, infilandomi rapidamente il reggiseno, e aggiustai i capelli, anche se ero ancora rossa in viso.

Aprii la porta e mi ritrovai davanti Niko, che aveva una faccia sconvolta. “C’è Eliana?” domandò subito.

“No, è andata allo studio di registrazione, perché?” domandai, quando in realtà non me ne fregava nulla, dato che i miei pensieri vagavano ancora su Andrea.

“Perchè?! Ma non hai letto l’articolo su “Donne&VIP?” chiese, come se fosse la cosa più logica del mondo, mostrandomi un giornale.

“No, comunque entra” lo invitai, prendendo la rivista e restando scioccata appena vidi la foto sulla copertina: c’era Eliana in una farmacia che teneva tra le mani un test di gravidanza e sotto c’era scritto: “Eliana mamma? Probabilmente è un arrivo un piccolo D’Aiello!”.

Niko prese posto in cucina, con aria affranta, mentre io lo guardavo  sconcertata.

“Ma… non ne sapevi nulla?” domandai.

“No! Perché tu ne sapevi qualcosa?” chiese precipitosamente, sgranando gli occhi.

“No, no” dissi, sedendomi a mia volta. Il fatto che Eliana pensasse di essere incinta quasi mi fece dimenticare di Andrea, che entrò in cucina. Sembrava ancora un po’ stordito, per cui non incrociai il suo sguardo.

“Ciao Niko” disse. “E’ successo qualcosa?” aggiunse, notando che era parecchio sconvolto.

Per tutta risposta gli passò il giornale; Andrea indugiò un secondo prima di cacciare gli occhi fuori dalle orbite ed esibire un’espressione sconvolta.

“Ma lei te ne ha parlato?” domandò subito, sedendosi al mio fianco.

“No!” rispose con uno scatto. “Io non ne sapevo nulla, me lo ha detto mia madre, era furiosa, preoccupata… Mi ha chiamato stamattina, e quando sono andato dal giornalaio quello mi ha guardato con un’espressione beffarda che lo avrei preso a pugni, nervoso com’ero!” spiegò, mettendosi il capo tra le mani.

“Dai, Niko, calmati, nessuno può dire che sia una cosa certa, forse lei lo ha preso per precauzione…”.

“Anche se le precauzioni le avresti dovute prenderle tu, amico” borbottò Andrea. Gli diedi una gomitata tra le costole per farlo zittire, certo che i ragazzi erano molto solidali tra loro in certe situazioni!

“Guarda che le uso sempre, è stato un incidente!” dichiarò lui. “Io non ho nulla in contrario, solo che un diventare genitori così, senza averlo premeditato! Siamo maggiorenni e vaccinati, certo, abbiamo ventidue anni, ma una gravidanza intralcerebbe le nostre carriere…”.

“Ma nel remoto caso che fosse incinta, non dirmi che la faresti abortire!” gli dissi, incredula.

“E’ facile parlare così, per te!” mi attaccò subito. “Non puoi capire…”.

“No, non posso capire, ma ho un cervello per pensare! Insomma, come hai detto tu siete maggiorenni e vaccinati, avete un lavoro, potreste tirar su un eventuale figlio nel migliore dei modi!” ribattei.

Niko fece un verso scettico, mentre Andrea accorse in mio aiuto dicendo: “Calma, amico. E poi dovresti prima parlare con Eli, non credi?”.

L’altro annuì, sconsolato. “Ma ci pensate? Se così fosse, tra nove mesi a quest’ora sarò in ospedale ad aspettare…”.

Sorrisi a quell’idea. “Vedi? Fai tutto il duro ma inconsciamente già sai di voler bene a quella creatura…” dissi, in stile psicologa. 

Udendo ciò Niko alzò il capo, preoccupato e allarmato, e Andrea subito si parò le mani avanti precisando: “Quella creatura che non si sa ancora se è nella pancia della tua fidanzata” .

Stavo aprendo bocca per dire altro quando bussarono alla porta. Scattai su, preoccupata. “Se è lei noi usciamo e vi lasciamo da soli, ok?”.

“No, vi prego” mi implorò, scuotendo il capo.

“Va bene” acconsenti Andrea.

Mi diressi alla porta d’ingresso ed aprii, trovandomi Rossella ed Eliana davanti. Sembravano silenziose ed Eliana aveva gli occhi rossi.

Chissà perché all’improvviso sono contenta di non essere andata oltre con Andrea, almeno tra un mese non avrò questa preoccupazione! Pensai subito, sentendomi totalmente egoista.

“Ehi, venite, c’è Niko di là” dissi. Nell’istante in cui pronunciai quelle parole Eliana divenne scarlatta mentre entrava in casa.

Ci dirigemmo tutte e tre in cucina; nessuno aveva accennato niente circa ciò che stava per succedere ma era come se si captasse già nell’aria.

“Ciao, amo…” iniziò Eliana, ma si bloccò vedendo la rivista poggiata sul tavolo, mentre io scuotevo il capo con aria di disapprovazione dietro le spalle, facendo segno a Niko di essere un idiota, visto che avrebbe dovuta nasconderla.

Inspirò violentemente, mentre Rossella le prese un braccio e prese ad accarezzarglielo.

L’aria era tesa più che mai; io, Andrea e Rossella ci appiattimmo contro il mobiletto dove c’era la tv mentre la coppia si guardava.

“Allora hai saputo” disse infine Eliana, abbassando lo sguardo.

“Si, ho saputo. Anche se avrei preferito saperlo da te!” ribattè Niko alzandosi.

Al suono di quelle parole lei scoppiò a piangere, aggrappandosi al tavolo. Mi faceva male il cuore nel vedere quella scena, tanto che non feci nemmeno caso a Rossella che si affrettava a prendere un fazzoletto e porgerglielo.  

“Guarda c-che è successo i-ieri, v-volevo a-aspettare di esserne c-certa p-prima di a-allarmarti…” singhiozzò.

Niko parve sciogliersi, perché la abbracciò e le accarezzò la schiena.

“E… allora?” domandò, cercando di essere cauto.

“Allora… C’è che sono incinta, incinta!” strillò istericamente, aumentando la stretta attorno al suo collo.

Io ed Andrea trattenemmo il respiro, e si sentì tale e quale visto che era piombato il silenzio.

Niko si staccò violentemente dalla ragazza e si sedette, senza battere ciglio. Subito mi affrettai a prendergli un bicchiere di acqua e glielo passai, ma lui non mosse nemmeno un muscolo.

“E-ecco, e-ecco, cosa t-ti avevo d-detto, R-Ross? C-cosa?! L-lui non lo v-vuole, m-mi mollerà, mi lascerà d-da s-sola con il b-bambino…” continuò a piangere Eliana, mentre io mi avvicinavo e la stringevo.

“Questo mai, Eli, ma sei impazzita? Come potrei?” esclamò Niko, rialzandosi. “Sarà difficile, certo, ma io ti amo e amerò questo bambino allo stesso modo, non potrei mai…” aggiunse con la faccia più seria che gli avessi mai visto stampata in faccia.

“Ma è sicuro? Voglio dire, non sarebbe meglio andare da un dottore…” proposi, cercando di suonare speranzosa.

“Già fatto, siamo appena tornate dal ginecologo che ha confermato, è già incinta di 40 giorni” rispose per lei Rossella.

“Ah”.

Annuii, senza sapere cosa dire o fare, e mi strinsi ad Andrea, che mi circondò le braccia con le spalle.

Il fatto che Niko ed Eliana stessero per diventare genitori sconvolse un po’ la nostra vita; io e Rossella passavamo le giornate a servirla, ad impedirle di sforzarsi, mentre i ragazzi cercavano di tirar su Niko ed impedirgli di leggeri libri come “Il manuale del papà perfetto”.

I loro genitori non l’avevano presa nel migliore dei modi, ma fatto sta che all’inizio di settembre ci trovammo entrambe le famiglie a casa.

Fu quindi in quest’atmosfera un po’ tesa che affrontai i test di ingresso all’Università il dieci settembre.

“Allora, com’è andata?” mi domandò Andrea ansioso mentre salivo in auto al termine del test.

“Credo bene” risposi, scoccandogli un rapido bacio e salutando una ragazza che avevo conosciuto quella mattina, che quando vide che ero in auto con Andrea sgranò gli occhi.

“Come sarebbe credi?” domandò, ancora più ansioso, mettendo in moto.

“Sono solo un po’ incerta su due domande di letteratura” dissi.

“Ah, meno male” decretò. “Comunque lunedì ti aspetta il tuo primo giorno di lavoro”  mi informò. “Ho parlato con la casa discografica ed è tutto ok”.

“Davvero?” chiesi entusiasta.

“Si, ma ora sei quasi una mia collega, quindi dovremmo mantenere un rapporto un po’ più professionale…” scherzò.

“Ah-ah, scemo!” lo rimproverai, gettandomi addosso a lui nel vero senso della parola, facendogli sbagliare a fare una curva…

Bum.

“Oddio!” urlai.

“Cazzo! E’ tutto ok?” domandò Andrea, affacciandosi dal finestrino, rivolto alla conducente dell’auto contro cui avevamo urtato lievemente.

Dalla macchina uscì una ragazza dalla chioma bionda e luminosa, tutta arrabbiata. “Ma dico io, chi gliel’ha data la patente?” urlò, avvicinandosi.

Vedendola restai di sasso, trattenendo il respiro: davanti a me non c’era nient’altro che Paris, più cresciuta e arrabbiata che mai.

Anche lei mi vide, perché il suo ghigno si trasformò subito in un sorriso sdolcinato.

“Oh, Debora!” esclamò. Fece una risata cristallina, scuotendo la chioma come era suo solito fare. “Lei è fortunato, mi accontenterò di un caffè con la sua compagna invece che mettere in mezzo l’assicurazione per l'incidente” dichiarò, sorridendo ad Andrea che mi guardava senza capire, mentre io sentivo il colorito abbandonarmi insieme alla mia fortuna.

 

Qualche Anticipazione:

“Eccomi. Comunque ho deciso di andare da Paris, non voglio che pensi che ho paura di lei” lo informai, mentre il cameriere mi serviva il cappuccino.

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“Sei più sexy quando cucini” disse, a bassa voce.

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Andrea restò immobile, confuso. “Tu… Mi ami?” domandò, incredulo.

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“L’articolo che io ti farò fare…?” domandai, sarcastica.

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“Ah, a proposito! Ti saluta tanto Daniele, siamo colleghi, sai?” mi informò, con falso tono mieloso.

  
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