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Autore: io_sono_nessuno    12/01/2016    1 recensioni
Adrenalina, paura, terrore, velocità, limiti, questa storia parla di tutto questo e molto di più, parla di come si deva sempre superare i limiti del possibile ma mai quelli dell'impossibile, parla di una ragazza pazza e dei suoi amici ancora più pazzi che la seguono, o forse parla di quello di cui nessuno vuole parlare, parla di viaggi, di amicizia e di morte.
Spero di avervi incuriositi!
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Giorno 2

 

Anna

 

Fisso le punte dei miei piedi confondersi con il vuoto sottostante, saranno cento metri, o anche di più, sicuramente di più. Su una guida mi sembra di aver letto qualcosa a proposito di chilometri, ma non so a quale degli strapiombi in questa catena montuosa si riferisse.

Mi sporgo più fuori per guardare più in basso, o solo per non vedere i miei piedi, ho il cuore in gola e so benissimo che basterebbe un semplice soffio di vento per farmi perdere l'equilibrio e mettere fine alla mia vita, potrei anche farlo da sola: basta un passo e addio Anna; ma non succederà, ho il controllo perfetto del mio corpo e di tutto quello che mi circonda. Da qualche parte un uccello si mette a cinguettare e quel rumore mi fa uscire dal trans che mi aveva portata il precipizio e mi ricordo improvvisamente di avere le vertigini quindi faccio un passo indietro, il problema delle vertigini è che in casi gravi mi portano a lacrimare e quindi vederci male, cosa che eviterei volentieri sull'orlo di un precipizio.

Mi giro verso i miei amici sorridendo al settimo cielo: non avevo mai guardato giù da un burrone ed è stato fantastico, ma a giudicare da gli sguardi dei miei amici non sono d'accordo.

-Anna, lo sai di soffrire di vertigini?-

Scuoto la testa senza rispondere, dalla faccia di Oliver capisco che non varrebbe nemmeno la pena di replicare e quindi evito, non mi piace iniziare discussioni inutili. Mentre invece mi piace molto urlare, da sola o contro la gente, mi è indifferente, una volta ho urlato alle stelle e devo ammettere che è stato soddisfacente. Matt interrompe improvvisamente i miei pensieri:

-Ho sentito di un luna park abbandonato in un paesino a circa dieci ore, potremmo andarci domani-

-Si! Io amo i luna park, e se abbandonati è ancora meglio- commenta Percy, ed in effetti si era fatto una mappa con tutti i luna park da visitare, chissà se comprende anche quelli abbandonati.

-Lo sappiamo Percy, lo ripeti spesso- Oliver fa ridere tutti e quattro, poi i tre si girano verso di me per una conferma e io alzo le spalle:

-Per me va bene, ma voglio salire sulla ruota!-

Il discorso finisce così e ci mettiamo a parlare del primo giorno, delle nostre emozioni e di quello che faremo. Dopo un po' andiamo tutti nei sacchi a pelo e ci addormentiamo fissando le stelle.

 

Matt

 

Quando sento tutti dormire esco dal sacco a pelo e mi metto la giacca, per quanto sia estate comunque la notte fa fresco. Inizio a camminare nello spiazzo che ci siamo trovati, avete presente quelle radure con un precipizio alla fine che si vedono nei film? Ecco, sono sicuro che siano tutte ambientate in Polonia e un paio magari proprio dove stiamo noi in questo momento. Non riesco a dormire, un po' perché siamo all'inizio di un'avventura, e a me piacciono le avventure, un po' perché siamo accanto alla strada e non mi sento affatto al sicuro, dopo un paio di giri a vuoto decido di aspettare semplicemente, mi siedo su un tronco tagliato e aspetto che gli altri si sveglino, dormirò per strada.

Mi svegliano i raggi del sole che sta sorgendo, alla fine devo essermi addormentato. Anna è seduta sull'orlo del precipizio con Oliver e guardano l'alba in silenzio, non so da quanto sono lì ma so benissimo quanto adorino entrambi l'alba, spesso mio fratello esce di nascosto per guardarla dal tetto, mentre Anna, è Anna, ama tutto quello che dà emozioni, anche se preferisce la paura.

 

L'ultimo ad alzarsi è Percy che ci guarda scocciato come se per colpa nostra gli è toccato alzarsi. Propongo a Oliver di dargli il cambio al volante, tanto chi vuoi che controlli in queste mini stradine? Ma mi fa notare che sono più stanco di lui, e ha ragione: ieri notte prima di crollare sono rimasto sveglio un bel po', in totale avrò dormito tre ore. Si propone anche Anna ma la spingiamo nel sedile posteriore di forza, lei guiderà solo in caso di emergenza, grave, tanto grave, se ci stesse rincorrendo un velociraptor allora faremmo guidare a lei, ma solo in quel caso.

Alla fine facciamo guidare Percy, nonostante anche non sia una cima al volante.

Durante il viaggio continuiamo a passare per paesini minuscoli che nemmeno il tempo di leggere il nome e già e finito, che per di più sono tutti nomi tipo: “Skijliaki”, un nome facile no?

Presto sia io che Anna c addormentiamo mentre invece davanti i ragazzi continuano a parlare tra di loro.

 

Anna

 

Mi sveglio quando il pulmino si ferma e guardo davanti per capire che succede.

-Percy, che succede?-

-Oliver doveva pisciare-

-A pensarci bene scappa anche a me, aspetto che torni e poi vado-

Sento il ragazzo davanti sbuffare, magari sperava di partire al più presto, come se avessimo fretta.

-Senti...che ne dici di mettere i Green Day dopo?-

-Matt dorme?-

-Sì-

-Per me va bene- Scoppio a ridere, i genitori hanno mandato lui convinti che ci tenesse d'occhio, io a suo tempo non ho commentato, ma sapevo che sarebbe finita così: sarebbe stato il primo ad esultare all'idea di entrare in un luna park abbandonato da anni e sarebbe stato lui a mettere la musica al massimo per svegliare Matt che dorme beato. Nel frattempo Oliver è tornato quindi salto fuori dalla macchina armata di carta e mi addentro nel bosco, da quando abbiamo passato il confine il panorama è stato costituito solo da bosco, ogni tanto interrotto da qualche paesino, poi di nuovo alberi su alberi.

Torno dai ragazzi che mi aspettano già con la musica accesa, purtroppo Matt si è svegliato. Ripartiamo subito e dopo pochi minuti inizio ad annoiarmi quindi apro il buco (credo si chiami finestrino anche in questo caso) sul tetto e mi siedo fuori lasciando le gambe dondolare tra Percy e Oliver che mi tirano quasi contemporaneamente un pugno scherzoso.

-Se la polizia ci beccasse ci arresterebbero sicuro- Commenta Matt con un tono finto rassegnato provocando una risata generale, in effetti non ha nemmeno tutti i torti: abbiamo un pulmino vecchissimo, alla guida un ragazzo senza patente, ma almeno è maggiorenne, con uno patentato seduto accanto senza cintura, così come il ragazzo steso sui sedili dietro, e poi c'è una pazza che è seduta sul tetto; e per completare il tutto “Kill the DJ” a massimo volume. Ci arresterebbero sicuro, e sarebbe divertente probabilmente, nessuno capirebbe nulla, Percy cercherebbe di chiarire le cose e farebbe solo più confusione, Matt si chiederebbe cosa gli era preso quel giorno che aveva deciso di diventare nostro amico, Oliver farebbe colpo su mezzo reparto di polizia e io, io farei qualcosa di particolarmente idiota per farmi puntare una pistola alla testa.

Parte il ritornello della canzone e tutti iniziamo a cantare a squarciagola nonostante nessuno di noi sia minimamente intonato, ma non importa a nessuno, così come non ci importa di essere arrestati.

Dopo un bel po' di canzoni mi tirano giù perché stiamo per entrare in un centro abitato dove dovremmo fermarci per comprare un po' di roba -E mangiare- ci ricorda Oliver, e in effetti sono le quattro e noi non abbiamo ancora mangiato.

Decidiamo di dividerci, non dopo aver sentito tutte le perplessità di Percy secondo cui nessuno capisce nulla e quindi dovremmo stare insieme, obbiezione respinta, ognuno si prende 50 euro e una parte della lista della spesa, con il resto può comprarsi da mangiare. Io devo comprare:

 

Una cartina siamo davvero partiti senza cartina?

Un cappello con visiera Matt deve imparare a farsi la valigia

Formaggio e quale?

Ketchup può sempre tornare utile

 

Prendo una stradina a caso sperando di trovare un centro commerciale, anche se dubito che ci sia. Trovo invece un negozio per turisti, o almeno credo, ed entro sperando di trovare almeno la cartina.

-Cześć! Czego chcesz?- Guardo l'uomo confusa, sembro davvero una che capisce il polacco? Scuota la testa con fare dispiaciuto e dalla sua faccia deduca che abbia capito, anche perché si mette a gesticolare indicando il negozio e la cassa, io intanto annuisco e vado dalle cartine. Prendo la più grande e poi mi metto a esaminare il negozio alla ricerca di un cappello, ma al massimo posso comprare una cartolina con un cappello, che poi: chi compra una cartolina con un cappello?

Pago velocemente e esco mentre l'uomo mi saluta:

-Wrócić wkrótce!- Se lo dice lui.

Attraverso la strada senza guardare provocando un concerto di clacson ma li ignoro e continuo a camminare alla ricerca di un qualche negozio di cibo, ne vedo uno a cinquanta metri e vado sicura, sembra il tipo di posto dove si può comprare del Ketchup. Una volta dentro la commessa si mette a parlare in polacco ma dopo poco si ferma e mi guarda in imbarazzo, sono sempre più convinta che in questo paesino non sia mai passato una straniero.

Mi avvio alla ricerca del Ketchup e nel frattempo trovo il formaggio che per un qualche strano motivo si trova insieme ai pomodori, aveva ragione Percy: non ci sto capendo nulla. Comunque recupero in fretta anche il resto sulla lista più un panino a quello che sia prosciutto per me e prendo una strada a caso cercando di tornare al pulmino.

 

Matt

 

Sono poggiato al pulmino chiuso da quasi mezz'ora, ho trovato subito tutto (Libro, felpa nera, carne) in una specie di supermercato e sono tornato indietro miracolosamente senza perdermi. Non ho la più pallida idea di come faccia Percy a capire il polacco, a me sembrano tutte k e c con qualche r in mezzo, per complicare la cosa; a proposito di Percy: sta arrivando con Oliver, entrambi con una busta, ridono e quando mi vedono accelerano il passo.

-Comprato tutto?-

-Si, voi?-

-Anche, anche se ho avuto un po' di problemi con la lingua-

-Diciamo pure che senza di me non avresti preso un cazzo- Oliver borbotta qualcosa ma non ci è dato sapere quindi io e il mio migliore amico ci guardiamo ridendo.

-Anna?- Bravo, cambia discorso.

-La conosci, si sarà persa-

-Ma vaffaculo! Ho avuto solo un paio di problemi con il tuo cappellino!- Ci giriamo tutti e la vediamo sbucare dall'altra parte del veicolo con un cappello con la visiera rosa, una bottiglia enorme di Ketchup, una cartina tutta stropicciata e un pezzo di formaggio in mano.

-Non riuscivo a chiedere una busta-

-Io l'avevo detto! Su, tutti a bordo, si parte: verso il luna park!-

-E oltre…- Aggiungo mentre tengo aperta la portiera ad Anna.

 

Appena partiti mettiamo subito la musica, per poi alzarla appena usciti dalla città, secondo il navigatore ci vogliono circa tre ore per raggiungere la città, più dieci minuti per trovare il parco (immagino che non ci voglia molto per trovare una ruota enorme), contando che sono le cinque passate arriveremo alle nove, sarà buio.

Approfittiamo tutti di queste ore per dormire visto che probabilmente passeremo la notte in bianco.

 

Sento qualcuno chiamarmi e apro lentamente gli occhi, avevo immaginato che sarebbe stato buio, ma non così buio: sembra piena notte, non di certo le nove di sera.

-Ma che cazz…-

-Imprevisti vari ci hanno rallentati, siamo davanti al parco, ti cambi o resti vestito così?-

Mi guardo un attimo: jeans scuri, maglietta rossa, felpa blu e giacca nera, decido di restare così.

-Perfetto, allora raggiungiamo gli altri- In effetti Anna e Percy sono già davanti e stanno scavalcando un cancello ridicolo, sarà si e no tre metri e le sbarre sembrano posizionate per farci da scalini, gli unici problemi potrebbero essere gli spuntoni in cima ma sono facili da evitare, come sta agilmente dimostrando Percy. Io e mio fratello imitiamo gli altri due velocemente, nel caso arrivi qualcuno e ci veda entrare in un luna park abbandonato, anche se non sono nemmeno sicuro sia vietato.

Per prima cosa andiamo tutti sicuri verso la ruota panoramica, è davvero enorme e vista da sotto lo sembra ancora di più. Anna non chiede nemmeno, inizia a salire sulla scala che una volta probabilmente serviva per la manutenzione, adesso serve a noi.

 

Anna

 

Mancano alcuni pioli dalla scala quindi spesso mi capita di dovermi tirare su solo con la forza delle braccia, ma non è faticoso, anzi, a ogni gradino sento l'adrenalina salire con me, ho un vuoto nello stomaco e il cuore mi salta in gola ogni metro. Sento un venticello leggero passarmi tra i capelli e raffreddarmi le mani, anzi, sento freddo ovunque, visto che sono solo a maniche corte e pantaloni, ma è voluto: mi piace provare più sensazioni possibili contemporaneamente, e il freddo è una di queste.

La scala arriva solo fino al centro della ruota, ma io voglio arrivare fino su, fino in cima, quindi mi inizio ad arrampicare sui pali che sostengono le cabine, sono messi a x quindi non è molto difficile: basta usarli come una scala inclinata. Mi graffio un paio di volte con il metallo ma non mi sembra arrugginito e quindi vado avanti, finalmente arrivo in cima e posso salire su uno di quei seggiolini, mi ci metto in piedi, a dir la verità, da qui sopra si riesce a vedere quasi tutta la città e parte di bosco intorno, vedo persone minuscole affrettasi per tornare a casa dalla famiglia, bambini correre a casa per cena e uomini chiudere i negozi, ogni tanto mi arrivano dei rumori o spezzoni di musica, ma per il resto c'è un silenzio assoluto interrotto solo dal cigolare della ruota che mi fa tremare ogni volta. Mi sento in cima al mondo, so benissimo che esistono palazzi molto più alti o altra roba fatta apposta per sentirsi in capo al mondo, ma questa è tutt'altra sensazione perché sono sola e ci sono arrivata da sola e quindi è come essermi conquistata il posto in cima al mondo.

Prendo un sassolino che avevo in tasca e lo lascio cadere e rimbalzare sulla ruota, cerco di immedesinarmici e ogni saltello immagino di essere io a rimbalzare sul metallo, mi riesce abbastanza bene e continuo a fissarlo finché non si perde nell'oscurità, a questo punto mi finisce lo sguardo su i miei amici che aspettano al centro e decido di raggiungerli.

Mi faccio scivolare sulle barre con le gambe a penzoloni, basterebbe perdere l'equilibrio per un secondo e morirei spiaccicata in un luna park abbandonato in una città sperduta da qualche parte della Polonia, mi piace ripetermelo perché fa crescere la paura e mi piace avere paura.

Una volta arrivata da gli altri mi siedo con loro su una sbarra e apro lo zaino che mi sono portata dietro per tutto il “viaggio” e ne tiro fuori una birra ciascuno, le passo a tutti e poi alzo la mia verso la città:

-A…- gli altri avvicinano le loro e completiamo quasi in coro:

-Le nostre cazzate-

   
 
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