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Autore: ARed    12/01/2016    2 recensioni
Bella ed Edward sono una famosa coppia di attori, famosi per essere i protagonisti di una delle saghe di più successo degli ultimi anni.
Sono felici e innamorati, ma qualcuno gli vede come delle semplici macchine da soldi. Persone senza scrupoli, a cui non importerà nulla di far soffrire i due protagonisti, colpiti da un tradimento che come un fulmine a ciel sereno gli separerà.
“Era un inferno che visto dall’esterno poteva sembrare il paradiso”
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Girovagai per Los Angeles per non so quante ore, poi mi decisi e andai nel mio appartamento. Il cellulare continuava a squillare, era Edward. Ad un semaforo rosso decisi di mandarli un messaggio, non volevo che si preoccupasse per me:
Sono in macchina, sto bene, sto andando nel mio appartamento.
Ti prego non mi venire a cercare.

Pochi secondi dopo mi rispose:
Va bene, non ti cercherò finché non sarai tu a chiedermelo.
Buona notte, ti amo, perdonami.
Raggiunsi il mio appartamento, dalla fretta non avevo neanche preso le chiavi. Suonai, solo allora mi accorsi che erano le due di notte. Dopo pochi minuti Rosalie mi aprì.
<< Bella?>>, mi disse sorpresa e assonnata, mi guardava preoccupata, dovevo essere uno straccio.
<< Cosa è successo?>>, entrai. << Ho lasciato Edward >>.
<< Come?>>, era sconvolta. Non parlai riuscì a raggiungere il divano.
<< Bella sei sconvolta, cosa ti ha fatto?>>, si sedette accanto a me.
<< Lo scoprirai con il resto del mondo cosa mi ha fatto>>, tremavo, non di freddo.
<< Ti ha picchiata?>>.
<< No! Edward lo farebbe mai! Come puoi averlo solo pensato?>>, il mio Edward non era violento, traditore, si purtroppo.
<< Spiegami, tesoro>>, insistette.
<< Rose..>> e il pianto mi travolse completamente.
<< Shhh>>, mi abbracciò, << Calmati>>.
Un cellulare squillò, non era il mio. << Rispondi>>, riuscì a dire.
<< No, è Edward>>, aveva detto che non mi avrebbe cercato. Me,però, non le altre.
<< Rispondi>>, perché volevo che lei rispondesse?
<< Sei sicura?>>, feci cenno di si.
<< Pronto. Si è qui, non voglio sapere cosa le hai fatto. Si, le starò vicino. Buonanotte>>.
Sentire la sua voce, mi aveva provocato un altro colpo duro e crudele al petto.
<< Voleva sapere se stavi bene, è preoccupato>>.
<< Ho sonno>>, mentii, volevo rimanere da sola. <>.
<< Vuoi che venga a dormire con te?>>.
<< No, e scusami per averti svegliata>>, e me ne andai in camera mia.
Era rimasta uguale, non ci dormivo da quando, io e lui, avevamo comprato la casa assieme. Mi misi sul letto, non mi cambiai. Lasciai che il dolore mi travolgesse.
Quelle foto continuavano a riaffiorare nella mia testa, lei era, così bella, così sexy. Con le forme al punto giusto. Io al confronto ero nulla, come poteva lui non resisterle, non esserne attratto? Come poteva aver scelto me? Lui era bellissimo, People lo aveva inserito nella classifica delle 50 persone più belle del pianeta, non a torto. Era tra gli uomini più desiderati al mondo, ed io mi ero illusa di farlo mio.
Non dormì, continuavo a vedere lui e lei che facevano l’amore nel nostro letto. Non sapevo dove l’avessero fatto, ma solo il pensiero di lei nella nostra casa mi faceva male.
Mi sentivo sporca e decisi di farmi una doccia, forse l’acqua avrebbe fatto scivolare via tutte quelle schifose sensazioni. Usci dalla doccia e con ancora addosso l’accappatoio mi raggomitolai sul letto.
L’avevo anche invitata a casa , la stronza, chissà quante risate alle mie spalle. Avevo cucinato per la coppietta, ero così ceca da non essermi accorta di nulla? Lo amavo così tanto da crederli ogni volta che mi diceva ‘’ torno tardi oggi’’?
Certo che tornava tardi dove stare con la sua.. amante. Tanto, poi, a casa ci sarei stata io  a fare la parte della fidanzata innamorata, ingenua, stupida e non all’altezza.
Non ero abbastanza per lui, questo l’avevo capito, e me lo aveva dimostrato. A questo pensiero un altro colpo violento arrivò al mio petto e le lacrime, ormai famigliari tornarono.
Decisi di mettermi qualcosa, e di scrivere ai miei, non volevo che lo sapessero dai giornali:

Mamma, Papà ho lasciato Edward, sto bene, non vi preoccupate.
Ora vado a dormire, domani vi chiamo.

 
Conoscevo mio padre, se solo glielo avessi permesso sarebbe venuto qui subito e avrebbe reso la faccia di Edward irriconoscibile, per un attore sarebbe la fine: il pensiero mi fece sorridere.
Jacob era anche peggio, dovevo scrivere anche a lui, questo riguardava solo me e Dan, nessuno doveva intervenire.
Jake, ho lasciato Edward, non chiedermi il perché te ne prego, tanto presto lo scoprirai.
Non fare, progettare cose stupide. È una cosa che riguarda solo me e lui. Buon appetito ☺.

In Italia era ora di pranzo, qui la notte sembrava infinita, una notte buia senza stelle, il mio sole personale si era diretto verso un’altra galassia, lasciando la mia vuota,fredda e al buio.
Il telefono cominciò a suonare, era mamma. Quale parte di ‘’ ti chiamo domani’’ non era chiara? Non risposi, benché ne avessi voglia, ma non sarei riuscita a dire più di un semplice ‘’pronto’’.
Misi l’I Phone in modalità silenzioso. Avrei tanto voluto fare la stessa cosa con i miei pensieri, volevo dormire e non svegliarmi per un bel po’, almeno fino alla fine dello scandalo.
Quello si, era un altro paio di manche. I giornalisti e  i paparazzi non mi avrebbero fatta fare un passo, i fan, i miei adorati fan.. lo avrebbero odiato, più di me, sicuramente.
E con questi pensieri mi addormentai, per modo di dire, perché ogni tre per due mi svegliavo, assalita dagli incubi.
Vedevo lui con lei, in casa mia, che si baciavano, facevano l’amore mentre ridevano di me.
Perché? Perché aveva rovinato tutto?
Mi sveglia di colpo, erano le 6:00, mi ero addormentata?  Era l’unica risposta possibile perché non mi ero accorta che Rose fosse entrata in camera mia. Era seduta ai piedi del letto mi fissava, con lo sguardo preoccupato, << Sono le sei, continua a dormire>>.
<< Rose che cosa ci fai qui?>>, parlai e mi accorsi di avere la gola secca, le lacrime mi avevano completamente prosciugata.
<< Sono venuta a vedere come stavi, quando sei arrivata eri sconvolta>>. Si avvicinò a me.
<< Ero preoccupata, non ti ho mai visto così>>.
No, non poteva essere. Rose non poteva preoccuparsi per me, passare le notti in bianco. Avevo sbagliato a tornare li. Perché non riuscivo a farne una giusta?
<< Perdonami>>.
<< Di cosa?>>
<< Non volevo farti preoccupare, mi dispiace, sto bene>>.
<< No, non è vero. Tu non stai bene>>. Mi conosceva troppo bene, non potevo mentirle.
<< Sono una pessima attrice, fuori dal set, neh?>>, cercai di alleggerire la situazione.
<< Già, hai ragione!>>, si alzò dal letto, << Ti preparo una tisana>>. Le sue tisane facevano.. beh non erano il massimo.
<< Una delle tue tisane?>>
<< Cos’hanno di male le mie tisane?>>, domandò offesa, speravo di no. Si diresse in cucina.
<< Nulla, parola di amica!>>, mentì, in altre occasioni mi sarei rifiutata di berla, ma per come stavo, probabilmente non ne avrei sentito neanche il sapore.
La raggiunsi in cucina e mi sedetti sullo sgabello, non parlai. Non avevo nulla da dire. Pochi minuti dopo mi passò una tazza.
<< The verde, zenzero e arancia>>, disse entusiasta.
<< Sei sicura che sia legale?>>, l’odore non era male, ma non glielo avrei mai detto.
<< È legale, è legale. Ora bevi e non fare storie. Hai bisogno di energie. Hai un aspetto orrendo!>>
<< Hey!>>, rise. L’avevo fatta ridere, bene. Aveva ragione, però, ero orrenda. Ecco perché lui se ne era cercata un’altra.
Per farle piacere, la assaggiai, non era male, il pizzicare delle zenzero sulla lingua mi fece  sentire viva per la prima volta dal giorno prima.
Calò il silenzio, lei non parlava, figuriamoci io. Mi offrì dei biscotti, gli rifiutati, non ne capivo il perché; non avevo fame, non mi piacevano. Non lo sapevo. Se non riuscivo a capirmi io, come potevano capirmi gli altri?  Mi aveva distrutta completamente.
L’entrata di Alice mi distolse da quei pensieri senza senso.
<< Bella?!>>, mi chiamo Lella confusa. Le accennai un debole sorriso.
<< Sono le 6:15 di mattina? Cosa ci fai qui?>>, era incazzata, stupita, confusa? E chi la capiva?
<< È ancora casa mia, se non mi sbaglio!>>, le dissi sorridendo.
<< Scusa, scusa, scusa. Hai ragione. Ma che ci fai qui?>>, corse di verso me e mi strinse in un forte abbraccio.
Volevo parlare, sfogarmi e loro mi avrebbero ascoltato, forse non capito, ma ascoltato si.
Mi volevano bene, non potevo tenermi tutto dentro, sarei esplosa. E nulla e nessuno avrebbe potuto rimediare.
<< Sediamoci sul divano>>, no! Perché stavo utilizzando le sue stesse parole? << O restiamo qui, come volete>>, mi corressi.
<< Sediamoci, potrei addormentarmi in piedi!>>
<< Alice!>>, la riprese Rose.
<< Il divano è più comodo>>, mi fece sorridere, ne avevo bisogno, come i polmoni d’ossigeno.
Ci sedemmo, feci un profondo respiro, che mi si bloccò in gola. Il dolore al petto minacciava di tornare.
<< Allora..>>, non riuscì a parlare perché le lacrime inondarono il mio viso.
<< Hey >>, Alice mi abbracciò.
<< Tesoro non sei obbligata a parlarne>>, mi disse Rose, ma io volevo parlare era il mio corpo che si rifiutava di collaborare.
<< Edward.. Edward mi ha tradito..>>, riuscì a dirlo e un altro colpo mi squarciò il petto.
Dirlo ad alta voce rese tutto reale, più delle foto.
<< Oh, mio Dio! Mi dispiace. Quel bastardo come ha potuto farti questo? Come?>>
<< Rose calmati>>, le disse Alice, gliene fui grata.
<< Mi dispiace, solo che.. oh Bella..>>, mi abbracciò e lo fece anche Alice.
<< Ti staremo vicino. Promesso >>.
<< Non permetteremo più a nessuno di farti del male>>.
<< Grazie>>, e altre lacrime iniziarono a percorrere il mio viso.
Mi avrebbero protetta dagli altri, ma chi mi avrebbe protetta da me stessa? Conoscevo la risposta, nessuno.
Restammo li immobili sul divano, senza parlare. I primi raggi di sole entrarono dalla finestra, quella lunga notte stava per finire.


Ditemi se vi piace, 
alla prossima!
AlmaRed
   
 
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