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Autore: Pegasis    12/01/2016    0 recensioni
E siamo di nuovo qui, alla fine ho deciso di scrivere una mini-storia di 5 capitoli, dove parlerò di vari personaggi presente in questo mondo (dalla oneshot "La rinascita"). Sto somministrando a dosi, senza fretta e senza stare a spiegare troppo. Le recensioni saranno sempre gradite, di qualsiasi natura.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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-Cercate per bene, memorizzate i tratti del suo viso che avete visto sulla pergamena!
Grida la guardia al capo del piccolo plotone di ricerca, mentre il resto si guarda intorno osservando le staccionate di legno quasi marcio delle case, i bambini che li guardano attoniti, con i piedi nel fango scuro.
Delle palle di fango arrivano senza preavviso sporcando l’armatura di un malcapitato; per poi sopraggiungere una risata.
-Prendetelo cosa state aspettando!
Sgrida il capo, mentre le guardie si buttano all’inseguimento del ragazzino che cerca di fuggire passando per i tetti delle casa, correndo sugli assi scivolosi di legno.
Saltò dall’altro tetto di una casa mentre gli uomini cercano di raggiungerlo, però un piede perde aderenza e scivola cascando; mentre una guardia lo afferra in tempo prima che toccasse terra.
-Preso! Dove pensavi di andare birbante!
Esulta la guardia mentre un’altra prende il ritratto e guarda il ragazzo.
-Dovrebbe essere lui!
Il capo osserva facendo il confronto.
-Sì e lui.
 
**
-Ragazzo, abbi coraggio.
Un’uomo di età mise dolcemente la mano sulla spalla del ragazzo catturato poco fa in uno dei quartieri poveri di Aberath, camminano lentamente con dietro una piccola legione di uomini che li scortano, mentre i passanti li guardano con curiosità quel strano spettacolo.
Il ragazzo moro lo guarda con sguardo perso.
-Perché proprio io?
L’uomo pensò prima di rispondergli.
-Se ti vogliono e perché gli servi, o hai fatto qualcosa che non dovevi fare.
-Ma io non mi sono mai avvicinato nemmeno casualmente al palazzo reale! Perché??
Il comandante gli strinse una spalla.
-Abbi fiducia dei tuoi regnanti e alla divinità Grigia, Doufon.
Il ragazzo abbassa la testa rassegnato.
 
**
-Doufon…e questo il tuo nome?
-Sì mio Re.
Il ragazzino fece un breve inchino, per poi continuare a parlare.
-Mi e stato detto che voi mi avete cercato, mio Re…
La Regina si volta a guardare suo marito, il Re a sua volta la guarda.
-Sì…Doufon.
La Regina Defena fece segno di smettere di parlare.
-Nostra figlia ha meno anni di te sai? Solo che lei è molto chiusa in se stessa, non si e fatta nessun amico da quando è in vita. Abbiamo pregato molto alla divinità Grigia, implorando che nostra figlia diventasse un pochino più estroversa e avesse un’infanzia spensierata, come tutti gli altri bambini.
Fu così che una notte che la divinità Grigia venne nel mio sogno, dicendomi espressamente di te Doufon…Tu puoi far addolcire Vesia, così tale da aprirsi e fare nuove amicizie.
La Regina Defena fece una pausa, mente Doufon la guarda ancora più confuso di prima.
-E per questo che tu sei qui
Prese le mani del ragazzo e le strinse.
-Noi ti imploriamo, che tu diventi il suo maggiordomo personale.
Doufon sobbalzò a quella frase.
-M-maggiordomo??
La Regina continuò a parlare.
-Non vivrai mai più in strada, quando avrai la maggiore età ti sarà dato una paga mensile buona…
-Se è ciò quello che desiderate mia Regina.
Doufon inchinò brevemente la testa.
 
**
Doufon fu condotto davanti a una portone di pietra bianca, con la divisa reale nuova dai colori vivaci.
Gli inservienti dopo averlo condotto lo lasciarono che entrasse da solo nella stanza della principessa Vesia.
Spinse lentamente un anta del portone, per poi divincolarsi per entrare dentro.
Una bambina dai cappelli castani scuri stava in piedi, vestendo un lungo abito grigio impreziosito da pietre incolori.
Cerca in tutti i modi di farsi la coda con i cappelli ma non riesce.
-Vuole che la aiuto princi…
Non fece in tempo a finire la frase che la bambina sbalzò dal spavento per poi girarsi di scatto. Lo guarda spaurita per poi ricomporsi.
-Tu sei…
-Il vostro maggiordomo personale; penso che i vostri genitori vi abbia messo a corrente…
-Pff loro non sono miei genitori
Rispose Vesia con tono spavaldo. Mentre il ragazzo fa un passo verso di lei.
-E allora chi sono i tuoi genitori?
-Il magma! Sì. Lo conosco da quando ero piccola quindi dovrebbe essere mia made
Doufon sorrise a quella frase.
-Allora non mi dica che il Lupo Grigio è suo padre.
-Beh questo non lo so ma chi lo sa
Vesia fece spallucce mentre il ragazzo sorride ancora.
-Allora Principessa…
-Chiamami solo Vesia, non mi piace essere chiamata in quel modo.
Si voltò di nuovo e riprese a fare la coda, Doufon la osserva.
-Ovviamente la posso chiamarla così quando siamo da soli…
-Sì certo però parla normale, sembri buffo quando parli in quel modo.
Doufon vedendo che la bambina non riesce ancora a fare il nodo per la coda, si avvicinò prendendo i cappelli per poi fare il nodo. Vesia si volta lentamente verso lui sconcertata da quel gesto, il ragazzo si limitò a sorridere.
-Ci avresti messo ancora un po’ di tempo a farlo
-Grazie, tu come ti chiami?
Esitò un attimo prima di rispondere.
-Mi…chiamo Doufon.
Vesia prese la mano per poi scrollarla facendo poi un grande sorriso.
-Piacere di conoscerti Doufon. 
  
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