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Autore: PaperHero    13/01/2016    1 recensioni
-Chef! Chef! Dov’è finito quell’incompetente?- chiamava un adirato Chris McLean, vagando per la sua gigantesca villa.
Era appena uscito dalla sua Jacuzzi e cercava il collega perché quest’ultimo aveva avuto la brillante idea di nascondergli il suo prezioso gel per capelli, nonostante sapesse che era una cosa che lo faceva impazzire. .
Arrivato in cucina, trovò la tanto agognata boccetta, nascosta dietro alla tazza con sopra disegnato il suo volto. Ma la sua attenzione fu catturata da uno strano biglietto bianco che era proprio sotto la boccetta. Incuriosito, lo prese e lesse:
Questo biglietto può essere attivato solo da chi si rivelerà, essere il Prescelto dalle tenebre e successore del grande dio Erebo.
-Erebo? Chi è... – Chris McLean non poté terminare la sua frase che il biglietto diventò nero e compari un tunnel magico color rosa che lo teletrasportò da un’altra parte.
-Chris, ti ho sentito chiamarmi. Che cosa…?- entrò in quel momento Chef, guardandosi intorno e non vedendo nessuno – Oh, cavolo- aggiunse, quando notò il biglietto a terra e completamente bianco.
Genere: Generale, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaineley, Chef Hatchet, Chris McLean, Nuovo Personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Tortura Chris digrignò i denti. Non poteva permettere che i suoi cari soffrissero e venissero prese di mira da una divinità psicopatica come Erebo.
– E dimmi una cosa. Se io prendessi il loro posto e tu mi torturassi, lasceresti in pace Honey e gli altri?-
Erebo stette in silenzio come a valutare la proposta del conduttore che continuò:- Tanto in un modo o nell’altro, sono destinato a morire e cosi rispetterò anche l’altro accordo che mi hai proposto-                                                                                                                                                                        

Alle parole del conduttore, Erebo ci rifletté un attimo su per poi sospirare e dire:- Sarebbe davvero un peccato perdere un elemento valido come te. Hai le qualità necessarie per diventare la nuova divinità dell’Oscurità ma se hai proprio l’intenzione di suicidarti… -
-Si, lo voglio- pronunciò Chris, convinto.
– D’accordo, allora. Come vuoi tu- scrollò le spalle e chiuse gli occhi Erebo, preparandosi a far comparire tutto il necessario
-Aspetta, cosa mi assicura che rispetterai la parola?-                                                                                                                                             
-Davvero mi credi cosi crudele, Chris? Mi offendi cosi-                                                                              
-Bè, hai appena bruciato vivo un mago e sei la divinità dell’Oscurità. Scusa se sono diffidente-
 -Non potrei mai tradirti. Sei il mio successore e mi servi. Ti basta come garanzia?- rise Erebo, schioccando le dita.
– Vedrò di farmela bastare-            


Nel frattempo, Honey ed Ermes erano in viaggio, diretti verso la radura, dove si stava svolgendo l’incontro.
Chef era stato contrario alla loro decisione di andare da soli e solo l’intervento deciso e determinato di Honey l’aveva fatto desistere dal proprio intento, ovvero quello di accompagnarli e aveva promesso che sarebbe rimasto a casa.
– Ermes, mi senti?- proruppe una voce nella mente del messaggero che riconoscendo la voce si affrettò subito a rispondere.
– Sì, capo. Sono in viaggio con Honey. Com’è la situazione?-                                                                                                             
-Non è delle migliori, purtroppo. Erebo si prepara a torturare Chris-                                                           
Il messaggero sussultò e Honey, accorgendosene, chiese:- Ermes, è successo qualcosa?-                                                                     
Lui scosse la testa e sospirò. Sapeva che doveva dirgli la verità, anche se sarebbe stata dolorosa. – Erebo si sta preparando per torturare Chris-
Honey s’irrigidì a quelle parole. Non poteva essere vero…                                                                                                                      
-Sbrighiamoci, allora- pronunciò, chinando la testa e facendosi scendere i capelli davanti agli occhi. Ma nei suoi occhi non vi erano lacrime bensì rabbia.
Erebo l’avrebbe pagata cara.                                                                                                                                    
Senza dire una parola, Ermes apri un passaggio che li avrebbe fatti arrivare sul luogo in pochi secondi.


Chris urlò con tutto il fiato che aveva in corpo quando l’ennesima frustata colpi il suo corpo, già ricoperto di strisce rossastre. Il suo corpo era stato incatenato a una ruota e uno degli uomini di Erebo si occupava di torturarlo mentre la divinità se ne stava seduta a guardare.
Il capo del conduttore si abbassò mentre quest’ultimo riprendeva fiato. Gli faceva male dappertutto ma non avrebbe mai ceduto di fronte ad Erebo. Doveva arrivare fino in fondo.                  
– Allora, Chris, non hai ancora intenzione di cedere, vero? Ti basta dire una sola parola ed io farò finire questa tortura-
-Scordatelo. Non permetterò che persone innocenti vengano coinvolte in tutto questo casino-
- Tsk. Cosa ti spinge a difendere cosi delle persone? Tu sei freddo, sadico e incurante dei sentimenti altrui. Un comportamento del genere non è da te-
-Bè, le persone cambiano-                                                                                                                              
-Forse ma io so che non è cosi. Lo fai per la tua famiglia.- ribattè Erebo, pronunciando con una nota di disprezzo l’ultima parola. Nota che non sfuggì a Chris ma non poté dire niente perché la divinità continuò:- La famiglia è solo un peso e gli affetti una perdita di tempo-
- Su questo non sono d’accordo con te. Ma forse tu ti senti cosi perché sei stato tradito dalla tua. - Chris vide un lampo di rabbia attraversare gli occhi dell’altro e capì di aver centrato il punto. – Ho ragione, vero?-                                                                                                    
-Basta cosi. Torniamo a te e alla tua tortura- rispose Erebo, facendo sparire il suo uomo e ghignando davanti alla faccia stupita del conduttore – Oh, non preoccuparti. Adesso tu ed io ci divertiremo-                                                                                                                           
Chris tremò leggermente dalla paura. Cos’aveva in mente Erebo?                                                                                                                        
La risposta alla sua domanda arrivò pochi minuti dopo quando l’altro posò le sue mani sulla sua testa e disse:-Sai cosa c’è di peggio della tortura fisica? Quella mentale-.
Il conduttore gridò dal dolore finchè non perse conoscenza e si ritrovò in un luogo oscuro.    Incominciò a osservarsi intorno e a un certo punto vide la figura di Honey materializzarsi davanti ai suoi occhi.
– Honey... -                                                                                                                                                  


-Chris, il fratello prodigio, colui che crede di poter salvare le persone. Non sai quanto ti sbagli-
- Che cosa intendi dire?-                                                                                                                      
- Che cosa intendo dire? Te lo dico subito. Tu sei convinto di fare del bene, vero? Bè, sappi che non è cosi. Riflettici bene. Quante persone sono rimaste coinvolte per colpa tua? Quante volte ho rischiato io stessa di morire? E’ tutta colpa tua. Tua e dei tuoi stupidi poteri!-
-Honey, io…- sussurrò Chris, colpito dalle parole della sorella. Aveva ragione.  Tremendamente ragione.
Le parole che Honey pronunciò in seguito frantumarono in mille pezzi il cuore di Chris                                             
- Sai cosa ti dico? Mi vergogno di avere un fratello come te. Non voglio avere più niente a che fare con te e sappi che non ti ho mai voluto veramente bene. Per me, sei morto-

   
 
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