Il primo Novembre, il giorno della partenza, era tutto pronto.
Helena era eccitatissima, Silente aveva detto che sarebbe venuto qualcuno a
prenderla così si mise davanti alla finestra ad aspettare. Alle dieci in punto
il campanello squillò Helena corse ad aprire e non poté credere ai suoi occhi.
Un uomo gigantesco si trovava davanti alla sua porta. Aveva la barba nera e
capelli lunghi fino al collo dello stesso colore. Portava un cappotto lungo e
pesante e un ombrello.
-Ciao, tu devi essere Helena, davvero avevano ragione a dire che sei
tale e quale tua madre-disse con un gran sorriso- io sono Hagrid- e le tese la
mano. Helena gli tese la sua e per poco non gliela fracassò. Entrarono in casa e
gli zii rimasero di stucco vedendolo destreggiarsi tra i lampadari.
-Oh, salve io sono Hagrid- e strinse anche a loro la mano-ah, che
bella casa un po’ piccolina per i miei gusti. Allora Helena hai preso tutto ? è
meglio se andiamo il treno parte alle dodici in punto.
Helena si girò verso gli zii che la abbracciarono forte.
-Mi raccomando copriti bene e facci avere tue notizie, ci manderai
la tua civetta bianca, vero?-chiese la zia.
-Si certo ho deciso di chiamarla Edwige.
-Fai vedere a tutti di che pasta sei fatta? Sono sicuro che rimarranno
a bocca aperta- disse lo zio. Petunia che era rimasta in disparte si avvicinò e
la stinse forte e disse:-Mi racconterai tutto?vero?
-Certo!-rispose Helena subito.
-Ti voglio tanto bene.
-Anch’io.
Quando Helena si sciolse dall’abbraccio di Petunia vide Hagrid con
le lacrime agli occhi.
-Scusate-disse-ma vedere come volete bene a Helena è commovente.
Sua madre sarebbe felice se fosse qui.-e si soffiò il naso sonoramente. Poi si
alzò e preso il baule di Helena che pesava diversi chili come se fosse una
piuma salutò gli zii e uscì. Helena lo seguiva abbottonandosi il cappotto e
portando la gabbia di Edwige. Si girò a guardare gli zii e Petunia sulla porta
di casa e provò un senso di nostalgia. Si diressero lungo la strada fino a una
casa vecchia e disabitata. Arrivati sul retro Hagrid disse:
-Bene non è ancora partita.
-Chi non è ancora partita?-chiese Helena che non capiva perché
fossero venuti lì e di che parlasse Hagrid dato che lì non c’era anima viva.
-Ma la passaporta naturalmente.-disse Hagrid prendendo da terra una
vecchia scarpa da tennis- dovrebbe partire tra dieci minuti. E si sedette
sull’erba.
-Che cos’è una passaporta, Hagrid?
-Oh, scusa non ricordavo che tu non sai di queste cose. Una
passaporta è un oggetto che permette di trasportarti dal luogo in cui ti trovi
ad un altro luogo prefissato. Di solito si usano cianfrusaglie cose di poco
valore che ai babbani non interessano. Oggi la maggior parte delle passaporte
porta alla stazione di king cross per via di Hogwarts. Vedrai ti piacerà lì ti
insegneranno tante cose.
-Tu sei un insegnante? -chiese Helena.
-No, sono il guardacaccia.-rispose un po’ in imbarazzo.- oh ecco
che s’illumina presto appoggia la mano.- disse afferrando il baule con una
manona e la passaporta con l’altra. Helena appoggiò la sua sulla vecchia scarpa
e in un momento fu abbagliata da una luce e si ritrovò sul marciapiede della
stazione.
-C’è l’abbiamo fatta! Da questa parte.- disse Hagrid facendosi
strada tra la folla. La stazione era piena di maghi e streghe con i figli e un
grande treno rosso aspettava la partenza.
-Bene non ci vorrà molto. Tieni il biglietto e ricorda di mettere
la divisa prima di arrivare a Hogwarts. Io sarò lì per prendere le matricole.
Tutto a posto?
-Sì- rispose Helena che intanto aveva già visto tra la folla
Severus e la signora Piton.
-Bene allora vieni ti aiuto a salire sul treno.
Non appena l’ebbe issata su, Helena lo ringraziò di tutto.
-Stai scherzando! Questo ed altro per la figlia di Lily. Ci vediamo
stasera. Buon viaggio.- Detto questo si allontanò e scomparve. Helena cercò uno
scompartimento libero e vi sistemò il suo baule. Dopo non molto il treno si
mosse e Severus arrivò trascinando il suo baule.
-Ciao, quello era Hagrid?- chiese sedendosi.
-Lo conosci?
-No, me l'ha detto mia madre?
Sembrava molto eccitato e parlava velocemente e a voce alta.
-Ma ci pensi- disse Severus- ci stiamo andando!
Helena non poté fare a meno
di sorridere. Passarono la maggior parte del tempo a chiacchierare finche
Severus disse che ormai mancava poco e andarono a indossare le divise. Quando
Helena tornò nello scompartimento, vi trovò due ragazzi che ridevano. Erano
molto giovani dovevano essere anche loro del primo anno. Entrambi avevano i
capelli neri uno portava gli occhiali e l’altro aveva un’aria affascinante. Helena
li sorpassò e si sedette vicino al finestrino. Poco dopo Severus la raggiunse.
Si sedette di fronte a lei con un’aria felice e ripresero a parlare di Hogwarts
e dello smistamento nelle varie case.
- Speriamo che tu sia una Serpeverde- disse Severus.
-Chi vuole diventare Serpeverde?-chiese il ragazzo con gli
occhiali-io credo che lascerei la scuola, e tu?-chiese all’amico.
-Tutta la mia famiglia è stata in Serpeverde.-rispose a malincuore.
-Cavoli sembravi uno a posto-e risero
-Se potessi scegliere dove vorresti andare?-chiese al ragazzo con
gli occhiali.
-Grifondoro culla dei coraggiosi e puri di cuore- disse con voce
solenne.
-Certo se t’interessano più i muscoli del cervello- disse
sarcastico Severus.
-E tu dove vuoi andare dato che non hai né l’uno né l’altro?- disse
e risero. Helena si alzò dal sedile e disse:
-Andiamo via Severus cerchiamoci un altro posto.
E se ne andarono mentre gli altri due le facevano il verso. Non ci
volle molto per arrivare alla stazione di Hogsmade, la cittadina ai piedi del
castello di Hogwarts abitata interamente da maghi. Lì Hagrid li aspettava
quando vide Helena le chiese:
-Tutto a posto il viaggio?
-Sì grazie- rispose
-Vedrai il meglio deve ancora venire
Si mise a raggruppare le
matricole e si diresse verso il fiume, dove li aspettavano delle barche. Vi
salirono in quattro per ognuna e risalirono il fiume. Videro subito Hogwarts un
castello immenso, ai suoi piedi vi era un lago dove approdarono.
-State attenti alla piovra gigante- disse Hagrid tranquillo.
-Piovra gigante?- disse Helena preoccupata.
-Si dovresti vederla che carina.
Helena si chiese se stesse scherzando e iniziò a salire verso il
castello. Nell’atrio immenso li aspettava una donna alta con degli austeri
occhialini. Dopo aver fatto silenzio disse:
-Io sono la professoressa Mc Granitt, adesso entreremo in sala dei
banchetti e quando chiamerò il vostro nome sarete smistati nelle varie case. Da
quel momento in poi la vostra casa sarà la vostra famiglia e il vostro
comportamento le farà acquistare o perdere punti.
Mentre la Mc Granitt parlava, senti Severus fremere d’eccitazione e
vide che anche tutti gli altri erano molto nervosi. Helena, forse perché per
lei era tutto nuovo e si metteva ad osservare ogni cosa, non aveva pensato allo
smistamento più di tanto; ma adesso si sentiva anche lei nervosa. La Mc Granitt
disse loro di seguirla ed entrarono nella sala. Era immensa con quattro tavoli
su cui sedevano gli studenti delle loro case e in fondo un tavolo
perpendicolare a questi, dove sedevano gli insegnanti. Il soffitto era incantato,
infatti, si poteva vedere il cielo stellato.
Il gruppo di ragazzi si fermò davanti ad uno sgabello al centro
della stanza sopra il quale vi era un cappello al centro della stanza. La Mc
Granitt si mise a chiamare i ragazzi in ordine alfabetico, i ragazzi chiamati
si sedevano sullo sgabello e il cappello parlante li assegnava alle varie case,
dove erano accolti dagli applausi degli altri studenti. Anche i due ragazzi che
avevano incontrato sul treno furono chiamati Sirius Black e James Fraser (il
ragazzo con gli occhiali) e andarono a Grifondoro entrambi. Anche Severus fu
chiamato e andò invece a Serpeverde. Intanto Helena era diventata sempre più
nervosa. Dove l’avrebbe assegnata il cappello parlante?
-Helena Potter- chiamò la Mc Granitt.
Tutti si zittirono, Helena si avviò verso lo sgabello con gli occhi
di tutti addosso, si sedette e la Mc Granitt le mise il cappello che le andava
grande.
-Oh-disse-qui non c’è dubbio, Grifondoro!
Helena si tolse il cappello e si diresse verso il tavolo di
Grifondoro. Lanciò uno sguardo triste a Severus anche lui era deluso. Arrivata
al tavolo vide Sirius farle posto ma lei preferì sedersi più in là tra due
ragazzi che si presentarono come Neville Paciok e Remus Lupin. Dopo che lo
smistamento fu terminato, per magia le tavole si riempirono di ogni sorta di
cibo. Helena iniziò a cenare intanto cercava di fare la conoscenza dei suoi due
compagni.
-Potter? Questo nome mi dice qualcosa non sarai per caso parente di
Lily Potter?-chiese Neville.
-Ehmm, si era mia madre.-rispose Helena.
-Tua madre?-chiese sbalordito- mia madre la conosceva dice che era
la migliore strega che avesse mai incontrato.
Helena era imbarazzata tutti sembravano conoscere sua madre meglio
di lei che era sua figlia. Non appena ebbero finito di cenare. Silente prese la
parola e disse:
-Prima che andiate un paio di avvertimenti. Mastro Gazza mi chiede
di avvertirvi che è severamente vietato sostare la notte fuori dalle rispettive
Sale comuni, e che sono vietate qualsiasi tipo di burla o scherzo nei corridoi.
Aggiungo che la foresta proibita è vietata a tutti gli studenti. Detto ciò
potete andare nelle rispettive case. Buona notte a tutti.-li salutò con un
sorriso.
I prefetti delle varie case li portarono alla sala comune di
Grifondoro, il loro si chiamava Percy Wisley. Arrivati vi erano due scale che
portavano ai dormitori maschili e femminili. Helena avrebbe voluto salutare
Severus ma non riuscì a vederlo nella confusione anche perché Percy li spingeva
tutti su per le scale. Helena divideva la stanza con altre tre ragazze di primo
anno: Mary Finch, Jenny Wisley (sorella di Percy) e Elisabeth Danes.
Soprattutto con quest’ultima Helena si sentiva particolarmente a suo agio
perché anche lei veniva da una famiglia di babbani. Restarono un po’ a parlare
ma poi crollarono addormentate. Helena guardò fuori dalla finestra e vide il
cielo sgombro di nuvole e la luna splendente come non la vedeva da molto tempo
e così si addormentò tranquilla.
Al primo anno gli studenti seguivano le lezioni d’incantesimi,
pozioni, difesa contro le arti oscure, erbologia, storia della magia e un corso
di volo su manici di scopa. Le lezioni si svolgevano con gli studenti delle
altre case. Scesero per la colazione dove trovarono gli altri ragazzi.
-Buongiorno,-dissero due ragazzi perfettamente identici- noi siamo
Fred e George e un vero piacere fare la vostra conoscenza.
-Smettetela volete farle scappare ancora prima che vi abbiano
veramente conosciuto-disse un terzo ragazzo che si presentò come Lee Jordan.
Helena non riusciva a distinguere Fred da George e si ripromise di non
chiamarli per nome per non fare delle gafes.
-Allora primo anno?-chiesero i gemelli-ah, il migliore non come il
secondo quando ci sono gli esami GUFO.
-Siete del primo anno?-chiese Percy con un fascio di carte in
mano-ecco i vostri orari, non perdeteli!
Poi si voltò a guardare Helena, si avvicinò e gli tese la mano e
con un sorriso gli disse:
-Percy Wisley, piacere.
Forse si era dimenticato che si era già presentato ieri, decise di
non farglielo notare.
-Helena Potter- rispose.
-Helena per qualsiasi cosa sono a tua disposizione.
Helena credeva che avrebbe fatto lo stesso per gli altri ragazzi
del primo anno invece dopo aver distribuito gli orari uscì.
-Oh, a quanto pare hai fatto colpo sul nostro prefetto-disse uno
dei gemelli-non è mai stato così gentile.
Helena finse di non ascoltarli e dopo aver finito di mangiare
andarono alla loro prima lezione di pozioni. Si teneva in un’aula sempre impregnata
di strani odori e di fumo, che fuori usciva dai calderoni. Era insieme ai
Serpeverde, difatti trovò Severus già in aula che le teneva un posto.
-Ciao-la salutò non appena la vide-com’è andata ieri? Non ti ho più
visto.
-Nemmeno io. Volevo dirti che è un peccato che non siamo nella
stessa casa, ma non cambia niente, giusto?
-Certo-rispose sicuro.
Helena sorrise e un attimo dopo iniziò la lezione.