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Autore: clairefraser    14/03/2009    1 recensioni
é una fan fiction con un nuovo personaggio ispirato a lily potter, gli altri personaggi sono gli stessi...non voglio anticipare nulla spero vi piaccia commentate!!!!
Genere: Generale, Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Hogwarts

Il primo Novembre, il giorno della partenza, era tutto pronto. Helena era eccitatissima, Silente aveva detto che sarebbe venuto qualcuno a prenderla così si mise davanti alla finestra ad aspettare. Alle dieci in punto il campanello squillò Helena corse ad aprire e non poté credere ai suoi occhi. Un uomo gigantesco si trovava davanti alla sua porta. Aveva la barba nera e capelli lunghi fino al collo dello stesso colore. Portava un cappotto lungo e pesante e un ombrello.

-Ciao, tu devi essere Helena, davvero avevano ragione a dire che sei tale e quale tua madre-disse con un gran sorriso- io sono Hagrid- e le tese la mano. Helena gli tese la sua e per poco non gliela fracassò. Entrarono in casa e gli zii rimasero di stucco vedendolo destreggiarsi tra i lampadari.

-Oh, salve io sono Hagrid- e strinse anche a loro la mano-ah, che bella casa un po’ piccolina per i miei gusti. Allora Helena hai preso tutto ? è meglio se andiamo il treno parte alle dodici in punto.

Helena si girò verso gli zii che la abbracciarono forte.

-Mi raccomando copriti bene e facci avere tue notizie, ci manderai la tua civetta bianca, vero?-chiese la zia.

-Si certo ho deciso di chiamarla Edwige.

-Fai vedere a tutti di che pasta sei fatta? Sono sicuro che rimarranno a bocca aperta- disse lo zio. Petunia che era rimasta in disparte si avvicinò e la stinse forte e disse:-Mi racconterai tutto?vero?

-Certo!-rispose Helena subito.

-Ti voglio tanto bene.

-Anch’io.

Quando Helena si sciolse dall’abbraccio di Petunia vide Hagrid con le lacrime agli occhi.

-Scusate-disse-ma vedere come volete bene a Helena è commovente. Sua madre sarebbe felice se fosse qui.-e si soffiò il naso sonoramente. Poi si alzò e preso il baule di Helena che pesava diversi chili come se fosse una piuma salutò gli zii e uscì. Helena lo seguiva abbottonandosi il cappotto e portando la gabbia di Edwige. Si girò a guardare gli zii e Petunia sulla porta di casa e provò un senso di nostalgia. Si diressero lungo la strada fino a una casa vecchia e disabitata. Arrivati sul retro Hagrid disse:

-Bene non è ancora partita.

-Chi non è ancora partita?-chiese Helena che non capiva perché fossero venuti lì e di che parlasse Hagrid dato che lì non c’era anima viva.

-Ma la passaporta naturalmente.-disse Hagrid prendendo da terra una vecchia scarpa da tennis- dovrebbe partire tra dieci minuti. E si sedette sull’erba.

-Che cos’è una passaporta, Hagrid?

-Oh, scusa non ricordavo che tu non sai di queste cose. Una passaporta è un oggetto che permette di trasportarti dal luogo in cui ti trovi ad un altro luogo prefissato. Di solito si usano cianfrusaglie cose di poco valore che ai babbani non interessano. Oggi la maggior parte delle passaporte porta alla stazione di king cross per via di Hogwarts. Vedrai ti piacerà lì ti insegneranno tante cose.

-Tu sei un insegnante? -chiese Helena.

-No, sono il guardacaccia.-rispose un po’ in imbarazzo.- oh ecco che s’illumina presto appoggia la mano.- disse afferrando il baule con una manona e la passaporta con l’altra. Helena appoggiò la sua sulla vecchia scarpa e in un momento fu abbagliata da una luce e si ritrovò sul marciapiede della stazione.

-C’è l’abbiamo fatta! Da questa parte.- disse Hagrid facendosi strada tra la folla. La stazione era piena di maghi e streghe con i figli e un grande treno rosso aspettava la partenza.

-Bene non ci vorrà molto. Tieni il biglietto e ricorda di mettere la divisa prima di arrivare a Hogwarts. Io sarò lì per prendere le matricole. Tutto a posto?

-Sì- rispose Helena che intanto aveva già visto tra la folla Severus e la signora Piton.

-Bene allora vieni ti aiuto a salire sul treno.

Non appena l’ebbe issata su, Helena lo ringraziò di tutto.

-Stai scherzando! Questo ed altro per la figlia di Lily. Ci vediamo stasera. Buon viaggio.- Detto questo si allontanò e scomparve. Helena cercò uno scompartimento libero e vi sistemò il suo baule. Dopo non molto il treno si mosse e Severus arrivò trascinando il suo baule.

-Ciao, quello era Hagrid?- chiese sedendosi.

-Lo conosci?

-No, me l'ha detto mia madre?

Sembrava molto eccitato e parlava velocemente e a voce alta.

-Ma ci pensi- disse Severus- ci stiamo andando!

 Helena non poté fare a meno di sorridere. Passarono la maggior parte del tempo a chiacchierare finche Severus disse che ormai mancava poco e andarono a indossare le divise. Quando Helena tornò nello scompartimento, vi trovò due ragazzi che ridevano. Erano molto giovani dovevano essere anche loro del primo anno. Entrambi avevano i capelli neri uno portava gli occhiali e l’altro aveva un’aria affascinante. Helena li sorpassò e si sedette vicino al finestrino. Poco dopo Severus la raggiunse. Si sedette di fronte a lei con un’aria felice e ripresero a parlare di Hogwarts e dello smistamento nelle varie case.

- Speriamo che tu sia una Serpeverde- disse Severus.

-Chi vuole diventare Serpeverde?-chiese il ragazzo con gli occhiali-io credo che lascerei la scuola, e tu?-chiese all’amico.

-Tutta la mia famiglia è stata in Serpeverde.-rispose a malincuore.

-Cavoli sembravi uno a posto-e risero

-Se potessi scegliere dove vorresti andare?-chiese al ragazzo con gli occhiali.

-Grifondoro culla dei coraggiosi e puri di cuore- disse con voce solenne.

-Certo se t’interessano più i muscoli del cervello- disse sarcastico Severus.

-E tu dove vuoi andare dato che non hai né l’uno né l’altro?- disse e risero. Helena si alzò dal sedile e disse:

-Andiamo via Severus cerchiamoci un altro posto.

E se ne andarono mentre gli altri due le facevano il verso. Non ci volle molto per arrivare alla stazione di Hogsmade, la cittadina ai piedi del castello di Hogwarts abitata interamente da maghi. Lì Hagrid li aspettava quando vide Helena le chiese:

-Tutto a posto il viaggio?

-Sì grazie- rispose

-Vedrai il meglio deve ancora venire

 Si mise a raggruppare le matricole e si diresse verso il fiume, dove li aspettavano delle barche. Vi salirono in quattro per ognuna e risalirono il fiume. Videro subito Hogwarts un castello immenso, ai suoi piedi vi era un lago dove approdarono.

-State attenti alla piovra gigante- disse Hagrid tranquillo.

-Piovra gigante?- disse Helena preoccupata.

-Si dovresti vederla che carina.

Helena si chiese se stesse scherzando e iniziò a salire verso il castello. Nell’atrio immenso li aspettava una donna alta con degli austeri occhialini. Dopo aver fatto silenzio disse:

-Io sono la professoressa Mc Granitt, adesso entreremo in sala dei banchetti e quando chiamerò il vostro nome sarete smistati nelle varie case. Da quel momento in poi la vostra casa sarà la vostra famiglia e il vostro comportamento le farà acquistare o perdere punti.

Mentre la Mc Granitt parlava, senti Severus fremere d’eccitazione e vide che anche tutti gli altri erano molto nervosi. Helena, forse perché per lei era tutto nuovo e si metteva ad osservare ogni cosa, non aveva pensato allo smistamento più di tanto; ma adesso si sentiva anche lei nervosa. La Mc Granitt disse loro di seguirla ed entrarono nella sala. Era immensa con quattro tavoli su cui sedevano gli studenti delle loro case e in fondo un tavolo perpendicolare a questi, dove sedevano gli insegnanti. Il soffitto era incantato, infatti, si poteva vedere il cielo stellato.

Il gruppo di ragazzi si fermò davanti ad uno sgabello al centro della stanza sopra il quale vi era un cappello al centro della stanza. La Mc Granitt si mise a chiamare i ragazzi in ordine alfabetico, i ragazzi chiamati si sedevano sullo sgabello e il cappello parlante li assegnava alle varie case, dove erano accolti dagli applausi degli altri studenti. Anche i due ragazzi che avevano incontrato sul treno furono chiamati Sirius Black e James Fraser (il ragazzo con gli occhiali) e andarono a Grifondoro entrambi. Anche Severus fu chiamato e andò invece a Serpeverde. Intanto Helena era diventata sempre più nervosa. Dove l’avrebbe assegnata il cappello parlante?

-Helena Potter- chiamò la Mc Granitt.

Tutti si zittirono, Helena si avviò verso lo sgabello con gli occhi di tutti addosso, si sedette e la Mc Granitt le mise il cappello che le andava grande.

-Oh-disse-qui non c’è dubbio, Grifondoro!

Helena si tolse il cappello e si diresse verso il tavolo di Grifondoro. Lanciò uno sguardo triste a Severus anche lui era deluso. Arrivata al tavolo vide Sirius farle posto ma lei preferì sedersi più in là tra due ragazzi che si presentarono come Neville Paciok e Remus Lupin. Dopo che lo smistamento fu terminato, per magia le tavole si riempirono di ogni sorta di cibo. Helena iniziò a cenare intanto cercava di fare la conoscenza dei suoi due compagni.

-Potter? Questo nome mi dice qualcosa non sarai per caso parente di Lily Potter?-chiese Neville.

-Ehmm, si era mia madre.-rispose Helena.

-Tua madre?-chiese sbalordito- mia madre la conosceva dice che era la migliore strega che avesse mai incontrato.

Helena era imbarazzata tutti sembravano conoscere sua madre meglio di lei che era sua figlia. Non appena ebbero finito di cenare. Silente prese la parola e disse:

-Prima che andiate un paio di avvertimenti. Mastro Gazza mi chiede di avvertirvi che è severamente vietato sostare la notte fuori dalle rispettive Sale comuni, e che sono vietate qualsiasi tipo di burla o scherzo nei corridoi. Aggiungo che la foresta proibita è vietata a tutti gli studenti. Detto ciò potete andare nelle rispettive case. Buona notte a tutti.-li salutò con un sorriso.

I prefetti delle varie case li portarono alla sala comune di Grifondoro, il loro si chiamava Percy Wisley. Arrivati vi erano due scale che portavano ai dormitori maschili e femminili. Helena avrebbe voluto salutare Severus ma non riuscì a vederlo nella confusione anche perché Percy li spingeva tutti su per le scale. Helena divideva la stanza con altre tre ragazze di primo anno: Mary Finch, Jenny Wisley (sorella di Percy) e Elisabeth Danes. Soprattutto con quest’ultima Helena si sentiva particolarmente a suo agio perché anche lei veniva da una famiglia di babbani. Restarono un po’ a parlare ma poi crollarono addormentate. Helena guardò fuori dalla finestra e vide il cielo sgombro di nuvole e la luna splendente come non la vedeva da molto tempo e così si addormentò tranquilla.

Al primo anno gli studenti seguivano le lezioni d’incantesimi, pozioni, difesa contro le arti oscure, erbologia, storia della magia e un corso di volo su manici di scopa. Le lezioni si svolgevano con gli studenti delle altre case. Scesero per la colazione dove trovarono gli altri ragazzi.

-Buongiorno,-dissero due ragazzi perfettamente identici- noi siamo Fred e George e un vero piacere fare la vostra conoscenza.

-Smettetela volete farle scappare ancora prima che vi abbiano veramente conosciuto-disse un terzo ragazzo che si presentò come Lee Jordan. Helena non riusciva a distinguere Fred da George e si ripromise di non chiamarli per nome per non fare delle gafes.

-Allora primo anno?-chiesero i gemelli-ah, il migliore non come il secondo quando ci sono gli esami GUFO.

-Siete del primo anno?-chiese Percy con un fascio di carte in mano-ecco i vostri orari, non perdeteli!

Poi si voltò a guardare Helena, si avvicinò e gli tese la mano e con un sorriso gli disse:

 -Percy Wisley, piacere.

Forse si era dimenticato che si era già presentato ieri, decise di non farglielo notare.

-Helena Potter- rispose.

-Helena per qualsiasi cosa sono a tua disposizione.

Helena credeva che avrebbe fatto lo stesso per gli altri ragazzi del primo anno invece dopo aver distribuito gli orari uscì.

-Oh, a quanto pare hai fatto colpo sul nostro prefetto-disse uno dei gemelli-non è mai stato così gentile.

Helena finse di non ascoltarli e dopo aver finito di mangiare andarono alla loro prima lezione di pozioni. Si teneva in un’aula sempre impregnata di strani odori e di fumo, che fuori usciva dai calderoni. Era insieme ai Serpeverde, difatti trovò Severus già in aula che le teneva un posto.

-Ciao-la salutò non appena la vide-com’è andata ieri? Non ti ho più visto.

-Nemmeno io. Volevo dirti che è un peccato che non siamo nella stessa casa, ma non cambia niente, giusto?

-Certo-rispose sicuro.

Helena sorrise e un attimo dopo iniziò la lezione.

  
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