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Autore: Crepuscolina13    14/01/2016    1 recensioni
E se Emma fosse un angelo custode con il compito di vegliare, e di rendere di nuovo buona la famosa Evil Queen ?
Ovviamente SwanQueen.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo essersi assicurata di aver interrotto l esecuzione di quel povero ragazzo, Regina decise di concedersi una bella passeggiata a cavallo ed io ovviamente la seguì.
Fu solo alle stalle che il vero problema venne fuori.
Come avrei fatto a seguirla?
Di cavalcare un cavallo non se ne parlava, visto che io ero invisibile, ed un animale che si guidava da solo poteva sembrare un tantino strano, certo avrei potuto volare ma non so perché  scelsi di montare in sella con Regina.
Dopo che il cavallo fu partito ebbi una fortissima tentazione di abbracciarla, circondarle il busto con le mie braccia ed appoggiarmi alla sua schiena, sentire i suoi polmoni che si espandevano e poi si restringevano, sentire il profumo dei suoi capelli, la consistenza della sua pelle...ma non potevo e così mi tolsi subito dalla testa questi insoliti pensieri.
La cavalcata fu piacevole, e detto da me era davvero un complimento visto che non ci ero mai andata.
Per curiosità volli vedere se quei muri che spesso mi tenevano fuori fossero ancora presenti, così mi connessi alla sua anima e ci riuscì.
Subito una profonda pace mi invase e ne fui felicissima.
Questo era il tipo di emozioni che desideravo Regina potesse sempre provare.
Per qualche strana ragione il cavallo la faceva sentire bene.
Regina continuò indisturbata la passeggiata, fin quando non passammo vicino ad un villaggio e i suoi abitanti la riconobbero.
"È la regina"," la regina è qua" questi mormorii si espansero intorno a noi, mentre un piccola folla si cominció a formare intorno a noi, finché Regina non fu costretta a fermare il cavallo per non investire qualcuno.
-Levatevi plebei- ringhiò la mia protetta infastidita.
-Per favore vostra mestà aiutateci- cominciò a gridare qualcuno.
-Adesso non ho tempo per voi!- ribattè lei, cercando inutilmente di far ripartire l'animale.
-Regina sii un po' più gentile- le dissi approfittando del nostro legame ancora attivo per trasmetterle un po' di pazienza.
-Parla contadino, ma sii veloce- disse poi cambiando idea ed io sorrisi.
-I nostri campi sono sterili, da mesi ormai fatichiamo ad andare avanti, tutti i nostri bambini più piccoli stanno morendo; sappiamo che lei possiede la magia...per favore ci aiuti, li renda di nuovo coltivabili- l'uomo finì il discorso con qualche lacrima.
Un gelido silenzio scese su tutti noi,in attesa della risposta della Regina che dopo un attimo di riflessiono arrivò:
-Non posso- e detto ciò partì al trotto scappando letteralmente da quel villaggio.
Io mi rattristì, pensavo di aver fatto qualche passo avanti, ed invece mi resi conto di non aver fatto un bel niente, Regina era ancora la donna fredda e antipatica di prima, però i sentimenti che mi stavano arrivando erano strani.
Regina stava provando tristezza, malinconia...un dolore straziante..ma in teoria avrebbe dovuto provare solo menefreghismo.
La risposta a questo dubbio arrivò subito, perché la donna deviò dalla strada principale e si inoltrò in un piccolo boschetto ombroso.
Velocemente scese dal cavallo e avvicinandosi ad un albero cominciò a ....tirare pugni alla corteccia??
Cominciò ad urlare, a gridare ed a piangere a dirotto.
Era straziante vederla in quello stato, e in quel momento rimpiansi di aver ancora attivo il nostro legame.
Avrei voluto interromperlo per non sentire più queste malinconiche emozioni, ma non potevo, sarei stata una codarda ad abbandonarla in un momento del genere.
Sentì il mio cuore battere veloce, faceva male e mi mancava il fiato, mi sentivo debole e tutto quello che desideravo era piangere...ma non potevo.
-Regina per favore fermati- implorai sussurrando senza voce.
Mi avvicinai cercando di fermarla, ma le mie mani vennero oltrepassate e lei continuò a tirare pugni all'albero finché le nocche non gli si ricoprirono di sangue.
-Perché lo stai facendo?- chiesi ancora senza voce.
Mi sentivo così frustrata, avevo bisogno di far uscire da me tutti queste intense emozioni, ma l'unica valvola di sfogo mi era inaccessibile, non potevo piangere.
Avrei voluto abbracciarla, farle sapere che io ero qui, che non era sola, che qualcuno le voleva bene,  ma non potevo.
Così urlai.
Urlai per sfogarmi e riuscire a buttare fuori di me queste devastanti sensazioni.
La mia voce inudibile si espanse fra gli alberi.
Regina si fermò e si girò verso di me.
-C'è qualcuno?- chiese con la voce tremante ed io mi congelai.
-Riesci a sentirmi?- chiesi incredula.
Regina si guardò ancora intorno e poi ignorandomi risalì sul suo cavallo.
Ancora una volta mi sentì una stupida, come avevo potuto pensare che lei mi avesse sentito?
Probabilmente aveva solo udito qualche animale camminare nel sottobosco o il vento muovere qualche ramo secco.
Tornammo a palazzo e Regina si rintanò nella sua stanza.
Si specchiò per osservare i suoi occhi rossi e i suoi capelli spettinati; tutto ciò la rendeva più umana, più vera ed anche più bella.
Finalmente fece caso alla sua mano e con una parola sussurrata le ferite scomparvero.
La curiosità mi stava mangiando dentro, a cosa era dovuto quello sfogo?
A cosa erano dovute quelle lacrime?
Ancora non lo sapevo ma stanotte lo avrei scoperto a tutti i costi.
All'improvviso mi mancò il fiato e il legame si interruppe, ancora una volta la sua anima si era nascosta da me.
Ciò mi dispiacque, ormai mi ero abituata a condividere le nostre emozioni ed ora, era come se ne sentissi la mancanza, mi mancava avere quel contatto intimo con la mia prote......con Regina.
Per il resto della giornata non volle vedere nessuno, semplicemente si dedicò alla lettura.
Il tempo passò lentissimo, troppo lento per i miei gusti ma alla fine la notte arrivò.
Regina indossò la camicia da notte e si coricò nel letto.
Con ansia aspettai che chiudesse gli occhi, ma di dormire Regina non ne voleva proprio sapere.
- E dai, proprio stanotte non riesci ad addormentarti?- brontolai dopo mezz'ora di pazienza.
Scocciata scesi dal letto e cominciai a camminare in cerchio.
-Si può sapere cosa ti turba?-
-Non puoi prenderti una camomilla o qualcosa del genere?-
-Ho bisogno di vederti, di parlarti, di abbracciarti...- confessai ad alta voce guardandola.
-Regina cosa mi hai fatto? Perché all'improvviso non riesco più ad accettare ciò che sono, perchè alcune volte ho voglia di rinnegare la mia stessa natura angelica?- 
Non capivo più cosa mi stesse accadendo, non riuscivo a dare un nome a queste strane sensazioni che mi invadevano ogni volta che la vedevo...cioè praticamente sempre.
Cosa c'era che non andava in me?
Forse ero malata?
Purtroppo nessuno rispose alle mie domande e scoraggiata tornai a stendermi sul letto.
Regina si rigirò nelle lenzuola per trovare una posizione più comodo ma ancora una volta di dormire non ne volle sapere.
Poi mi venne un'idea.
-Ho deciso, ti canterò una ninna nanna- e subito intonai un motivetto lento e dolce che i miei genitori mi cantavano sempre da piccola.
Avrei voluto condividere questo momento con lei, ma i muri che innalzava per tenere tutti fuori erano ancora presenti, ed io non potei farci niente.
Quei muri che usava per non provare emozioni, quei muri che le servivano ad essere una perfetta Regina Cattiva non accennavano a volersene andare.
Ovviamente lei non poteva ascoltare la mia dolce ninna nanna ma il caso volle che finalmente si addormentasse proprio durante la mia canzoncina.
"Mi ritrovai nel bosco, pioveva, anzi diluviava, Regina stava correndo con addosso uno dei suoi innumerevoli abiti neri ed ogni cinque metri inciampava in qualche radice per poi rialzarsi subito dopo, era un continuo, una strada infinita...delle cadute infinite, ma poi qualcosa infranse questa monotonia.
Un fulmine abbattè un albero lontano e per lo spavento Regina cascò per l'ennesima volta ma a differenza delle altre, questa volta non si rialzò.
Perse le speranze e si distese per terra, in mezzo al fango.
Lentamente le radici degli alberi cominciaro a crescere,si allungarono fino ad arrivare al corpo di Regina per poi crescerle addosso.
Lei urlò ed io materializzandomi nel sogno corsi a salvarla.
-Dammi una mano- le gridai togliendo le radici dalle sue gambe, lei non se lo fece ripetere due volte e finalmente ci toccammo, finalmente potei sentire le nostre pelli toccarsi.
Con un grande sforzo l'alzai da terra e scappammo via da quella strana vegetazione.
-Stai bene?- le chiesi una volta al sicuro.
-O mio dio cosa diavolo erano quelle cose?- chiese ancora spaventata.
-Non ne ho proprio idea- risposi col fiatone.
-Tu chi sei comunque?- chiese sospettosa.
-Una semplice boscaiola che ti ha salvato la vita- risposi sarcastica.
Ma lei non rise, anzi cominciò a fissarmi il viso.
-Ci conosciamo per caso?- chiese dubbiosa.
-Cosa? No!-  risposi subito, forse un po troppo veloce, veloce come i battiti del mio cuore che stranamente stavano aumentando.
-Aspetta!......tu..tu ti chiami Emma!- disse questa volta sicura di se.
Non potei evitare di rimanere a bocca aperta.
Non potevo crederci, lei..lei..si ricordava di me.
-No!Cosa? Chi è emma?- mentì con poco impegno.
-Io sono Lucy- aggiunsi poi, questa volta fingendomi più sicura.
-Ne sei sicura?- ed io annuì.
-Scusa è che...io non ti conosco, ma è come se ti conoscessi- spiegò in imbarazzo.
-Non è che per caso hai un familiare...o qualcuno che ti assomiglia ..e che si chiama...Emma?- insistette ancora.
-Mh..no- risposi io, ancora incredula che si ricordasse il mio nome, ma adesso non era il momento di pensare a queste cose dovevo mettere in azione il mio piano.
-Scusa, siccome sono appena arrivata in queste terre, potresti farmi il nome di qualche strega che è in grado di rendere di nuovo fertili i miei campi? Non conosco nessuno qua, ed ho veramente bisogno di procurarmi del cibo- spiegai fingendomi triste.
-No mi dispiace non ne conosco- rispose irrigidendosi.
-Ah ..qualcuno mi aveva parlato di una certa Regina Cattiva per caso sapresti indicarmi dove abita?- provai ancora.
-Lei non può aiutarti- rispose fredda.
-Davvero?Ma me ne avevano parlato così bene- insistetti delusa.
-Lei non può aiutarti- ripeté atona.
-Ma mi hanno detto che lei e potentissima e che...-
-Lei non possiede quel tipo di magia!- esclamò perdendo la pazienza.
-Ma come? Lei è una strega, può praticamente fare di tutto- continuai sicura che presto avrebbe ceduto e infatti fu così.
-Non può ok? Le piante che crescono dalla terra sono pura vita, lei possiede magia nera, e quel tipo di magia non può far nascere qualcosa, solo la luce può, ma lei non la possiede- mi spiegò malinconica e finalmente capì ciò che era successo oggi.
-Credimi lei vorrebbe davvero aiutarti..ma semplicemente non può..è troppo cattiva- aggiunse ancora versando qualche lacrima.
-Da come ne parli sembra che tu la conosca- dissi triste ma felice.
Triste perché Regina stava soffrendo.
Felice perché allora non avevo fallito, Regina non è che non voleva aiutare quella povera gente, semplicemente non poteva, per questo era così distrutta nel bosco...per colpa della sua cattiveria il suo stesso popolo stava morendo.
-Non proprio- rispose asciugandosi le lacrime, ma se ne dimenticò una, ed io come traianata da un filo invisibile mi avvicinai, forse troppo perché potei sentire il suo fiato scontrarsi con il mio, e con una mano raccolsi la lacrima dimenticata.
-Gr..grazie- balbettò incastrando i suoi occhi nei miei.
I battiti del mio cuore aumentarono ancora di più e un intenso calore mi invase lo stomaco, fortunatamente lei distolse lo sguardo interrompendo tutto ciò.
-Se per caso la vedi potresti suggerirgli una cosa da parte mia?- chiesi una volta riacquistata la voce.
-Certo-
-La magia non è tutto, può fare molto anche senza, per esempio condividere il cibo del suo palazzo con il popolo, o concedergli altri territori dove coltivare-
-Già potrebbe- mormorò pensierosa.
-Aspetta! Ma tu come sai del suo popolo?- esclamò poi sospettosa.
-Io....- cavolo mi ero tradita con le mie stesse parole.
-Chi sei tu veramente?- chiese con un tono cattivo.
-Io....- ma scappai.
Cominciai a correre, ero entrata nel panico, e l'unica idea che mi era venuta in mente era quella di scappare.
Regina purtoppo si lanciò alla rincorsa ed io per non farmi prendere dovetti aumentare il numero dei passi.
Corsi, corsi e corsi finché sentendo un lamento guardai alle mie spalle e notai la mia protetta per terra, ancora una volta era inciampata nelle radici.
-Regina!- gridai tornando subito indietro per vedere se si fosse fatta del male, ma questa volta non si fece aiutare a rialzarsi.
-Come fai a conoscere il mio nome? Non te l'ho mai detto-
-Io....- merda, merda, possibile che non riuscissi più a parlare senza tradirmi?.
-Sei Emma vero?- chiese speranzosa.
Ma questa volta non ci fu bisogno di rispondere perché Regina svenne tra le mie braccia e il sogno si interruppe."
Di colpo aprimmo gli occhi e la mia protetta alzando la testa dal cuscino mormorò:
-Chi diavolo sei Emma??!!-.


 

 
  
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