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Autore: the dreamergirl    15/01/2016    3 recensioni
[Post Mockinjay - Pre pilogo - Everlark]
La storia è ambientata dopo il ritorno di Peeta nel Distretto 12. Ho immaginato come avrebbero potuto reagire Peeta e Katniss al ritorno di Gale nel Distretto 12.
Dalla storia:
Peeta mi accompagna alla porta ma prima di aprirla si avvicina a me, mettendo le sue mani sulle mie spalle. Mi sta guardando negli occhi con un’intensità perforante quasi volesse imparare a memoria il mio viso. Poi lentamente fa salire le sue mani sul mio collo e poi sul mio viso. Questo semplice gesto fa esplodere in me tanti piccoli brividi che partono dal punto in cui le sue mani hanno toccato la mia pelle e si irradiano in tutto il corpo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Suzanne Collins; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro

POV Katniss
 
La caccia con Gale è stata davvero rilassante e bella. Mi mancava andare a caccia con il mio amico. Non abbiamo parlato molto. Non ce n’era bisogno. Io e lui a caccia possiamo leggerci la mente, prevedere ognuno le mosse dell’altro e per quanto riguarda altri argomenti non volevamo di certo rovinare questo nostro ritrovarci con argomenti tristi. Non riesco ancora del tutto a non associare Gale alla morte di mia sorella, ma cerco in tutti i modi di non pensarci.
Gale mi ha accompagnata a casa ma poi è andato subito via per andare a casa di Thom. Credo che mi voglia lasciare un po’ di tempo per me e non sembrare troppo invadente.
Quando metto piede nella mia cucina per prendere un bicchier d’acqua noto le focaccine al formaggio che ha portato Peeta stamattina e uno strano senso di colpa si impadronisce di me. In realtà sono anche un po’ arrabbiata con lui per come si è comportato stamattina. Non ha voluto che gli dicessi niente e se ne è andato di corsa con una scusa. Il ricordo della tristezza che ho visto nei suoi occhi però mi fa scemare la rabbia nei suoi confronti velocemente. Chissà come deve essersi sentito vedendo Gale che usciva da casa mia dopo la notte. Avrà pensato che abbiamo dormito assieme? Il sol pensiero che lui possa credere una cosa del genere mi fa arrossire ma al contempo arrabbiare. Se ha pensato una cosa del genere, è un problema suo! E poi come potrebbe mai aver pensato che io e Gale abbiamo dormito assieme?! Certo in passato, neanche troppo passato, avrebbe potuto pensarlo visto che non gli ho mai dato certezze e in certi momenti ha potuto credere che amassi Gale, l’ho creduto anch’io. Ma adesso? No! Anche se una vocina dentro di me mi dice che in realtà non gli ho dato alcun motivo per non credere una cosa del genere. Da quando è ritornato non c’è stato niente fra noi, nemmeno un bacio. Certo abbiamo dormito assieme ma solo per scacciare via gli incubi. Poi se guardo il mio comportamento da ieri sera ad oggi, devo ammettere che Peeta potrebbe pensare a un mio riavvicinamento a Gale. Ma poi perché ci tengo così tanto che Peeta non pensi una cosa del genere?
Non voglio troppo soffermarmi a riflettere sulla risposta per questo decido di agire e andare a trovare Peeta. Questa volta dovrà sentire le mie motivazioni.
Quando giungo a casa sua, busso ma non ho risposta. La porta non è chiusa a chiave, come sempre. Nemmeno io chiudo mai a chiave la porta di casa. Non c’è pericolo di furti qui al Distretto 12.
Quando entro in casa noto che le tende sono abbassate e una certa oscurità pervade la casa. Mi dirigo verso il salone chiamando Peeta, non voglio spaventarlo, sempre se ci sia, visto che non si sente nemmeno volare una mosca.
Quando arrivo in salone lo vedo seduto al tavolo. Ha i gomiti appoggiati sul tavolo e la testa tra le mani. Si dondola con il corpo e sta mormorando qualcosa. Sembra quasi una preghiera. Mi avvicino pian piano.
- Peeta –
Nessuna risposta.
- Peeta – ripeto mentre mi avvicino sempre più.
Noto dei segni sulle sue mani e vengo sopraffatta da un tuffo al cuore. Cosa hai fatto Peeta?
Si è graffiato per resistere al buio, ai suoi ricordi modificati. Perché so che in questo momento sta rivivendo chissà quale incubo dentro di sé e so anche di quanto pericoloso sia per me stare qui, ora, ma non voglio abbandonarlo.
Quando sono abbastanza vicina gli accarezzo una mano. Un brivido lo scuote prima di alzarsi di scatto e allontanarsi da me. La cosa che più mi colpisce è il suo sguardo. È spaventato e contemporaneamente carico di odio. Odio nei miei riguardi.
- Peeta –
- Va via Katniss – non sembra nemmeno la sua voce questa. È roca, senza la minima traccia della dolcezza che la caratterizza.
- No, Peeta. Non vado via. Non ti lascio così-
Ride sprezzante alle mie parole.
- Non mi lasci così come, Katniss? Vuoi prima assicurarti che il pazzo non ti crei problemi così puoi ritornare tranquillamente da Gale? –
- Peeta ma cosa stai dicendo?- dico con una punta di rabbia nella voce. Ma come si permette di dirmi certe cose?
Cerco di calmarmi e di ricordarmi che è stato depistato. Depistato per colpa mia.
Così mi avvicino lentamente e cerco di sfiorargli un braccio. Ma Peeta nuovamente si discosta dal mio tocco, quasi fosse fuoco.
- Non toccarmi – urla - Va via Katniss. Non sono il tuo animaletto da compagnia o il cucciolo ferito che va coccolato. Vattene via. Va da Gale. È con lui che vuoi stare, no?-
- Peeta ma cosa dici?- inizio seriamente ad arrabbiarmi.
- Non mentirmi! So che vuoi stare con Gale. Va da lui, stai con lui come facevi al 13 quando io ero torturato a Capitol City per colpa tua. Non ti è importato mai niente di me. Non fingere ora. Non ci sono telecamere-
Questa cosa mi ferisce davvero, quindi faccio l’unica cosa che so fare. Scappo via.
Corro fuori da questa casa, dal Villaggio dei vincitori. Corro per le strade del distretto. Le lacrime che solcano il mio viso. Sento le parole di Peeta rimbombarmi nella testa. Come ha potuto dirmi quelle cose? Dire che non mi è mai importato niente di lui. Rinfacciarmi che è stato torturato per colpa mia. Me ne frego se è stato depistato, mi ha ferito davvero questa volta. Senza essermene accorta sono arrivata al Prato ed è qui che la mia corsa finisce. Mi siedo e lascio libero sfogo alle mie lacrime. Peeta non tornerà più quello di prima, mi vedrà sempre per quella che sono. Egoista, pericolosa, sospettosa.
Sento dei passi avvicinarsi ma non mi volto a guardare. Ho paura che sia Peeta. Ma non è lui è Gale. Si siede vicino a me.
- Ti ho vista sfrecciare per il distretto e ti ho seguita. Cosa è successo?-
- Non ne voglio parlare –
- Come preferisci – mi dice mentre mi asciuga le lacrime con il pollice.
La sua presenza è confortante. Lui non mi urlerà mai contro dicendomi cose orribili, pensando che sia una persona meschina. Per questo mi protendo e lo bacio. Le sue labbra hanno un sapore e un calore famigliare. Mi perdo in questo momento che allontana da me qualsiasi altro pensiero almeno per un istante. Solo quando sento il suo bacio farsi più insistente mi stacco e realizzo ciò che sto facendo. Sono terrorizzata dalle  mie azioni.
- Scusami. Io non avrei dovuto – sussurro.
E inizio nuovamente a scappare.

Note dell'autrice:
So che mi odierete per questo bacio e chiedo venia! Credo però che Katniss abbia bisogno anche di questo per capire chi ama veramente! 
In questo capitolo Katniss è disorientata e ferita dalle parole di Peeta, soprattutto perchè le ha rinfacciato il fatto che lui è stato depistato per colpa sua. E' una delle tante cose per cui Katniss non riesce a perdonarsi e per questo se la prende con Peeta e fugge via da lui e dai suoi sensi di colpa, finendo fra le braccia di Gale. 
Ringrazio tutti quelli che hanno letto e recensito la mia storia e chi l'ha inserita fra le seguite e le ricordate. 
  
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