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Autore: Elsira    15/01/2016    4 recensioni
STORIA PROSSIMA A NUOVA STESURA
Ciao a tutto il popolo di EFP! È un piacere essere tornata, quanto tempo eh? Ma non indugiamo oltre e partiamo con questa nuova storia di Kin!
Trascorso qualche anno dalla sfida contro Vegeta, la vita della nostra sayan trascorre tranquilla: allenamenti con il padre, lavoretti di casa e commissioni con la madre, tempo ricavato da passare con Trunks. Finché una notizia dalla nipotina Pan farà scattare a Gohan quella che all'inizio pare a tutti quanti un’ottima idea, ma che presto si rivelerà più complicata del previsto e creerà tempesta tra le due giovani sayan, le quali dovranno mettere da parte risentimenti e conflitti per affrontare una nuova, incombente, minaccia.
Per scoprire questo e altro, non vi resta che entrare e leggere!
P. S. : Nel primo capitolo si trova un mini-riassunto di ciò che è accaduto nelle long precedenti, che, giunti alla terza parte della storia, è indispensabile per fare un poco il punto della situazione, rinfrescando le idee a chi mi ha sempre seguita e ‘istruendo’ chi invece sarà incuriosito e inizierà a leggere da adesso.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Goten, Nuovo personaggio, Pan, Trunks | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Gohan/Videl , Pan/Trunks
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue del padre e occhi della madre'
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Fine estate, Anno 793

Uscita da casa Brief esausta ma con il cuore alleggerito grazie alla chiacchierata con l'amica, Kin si diresse verso casa da sola. Stavolta però, decise di fare una scappata al lago per farsi una bella nuotata notturna, prima di rientrare.

Quando arrivò sopra le calme acque cristalline, spalancò gli occhi sorpresa nel vedere sua nipote in posizione di meditazione sulla sponda. Per un attimo pensò di andar via, ma poi fece un respiro profondo e si avvicinò silenziosa a lei, pronta a fare pace.

Quando le fu di fronte, si rese conto che la nipote non stava affatto meditando, ma letteralmente dormendo. Le scappò un tenero sorriso e anziché svegliarla si mise a sedere con le gambe incrociate di fianco a lei, osservandone i lineamenti rilassati alla luce della Luna e delle stelle.

Si sorprese a rendersi conto di quanto le volesse bene e del suo desiderio di proteggerla. Il sentimento di dispiacere che non le era preso ore prima, quando l'aveva vista piangere, la pervase in quel momento.

Cosa avrebbe fatto se le fosse successo qualcosa? Non ne aveva idea e non voleva pensarci.

Iniziò a credere che ciò che era accaduto non era poi così grave: in fondo, pure lei era stata coinvolta in quel bacio, nonché Goten.

A quest'ultimo pensiero Kin scosse la testa prepotentemente, per poi tirare fuori la lingua e mordersela appena, schifata, rendendosi conto di aver baciato suo fratello.

Pan fece un respiro profondo e il suo corpo fece per cascare all'indietro, così Kin la trattenne con una mano e la fece poggiare delicatamente sulla schiena. La giovane si rigirò subito da un lato, rannicchiandosi su se stessa.

Una ciocca dei lunghi capelli corvini le andò a sfiorare il naso, facendo torcere il volto della ragazza un’espressione di fastidio, perciò la maggiore gliela spostò dietro l'orecchio. Si distese di fianco a lei, chiuse gli occhi e si addormentò con un sorriso.

Spalancò gli occhi, subito vigile a se stessa, per via di un brutto presentimento. Si alzò in volo, abbastanza in alto da poter vedere molto lontano e il suo sguardo venne presto catturato da un'improvvisa colonna di fuoco che salì nel cielo. Non era un fatto normale e la cosa che la preoccupò fu che le tre potenti presenze che sentiva venivano proprio da lì.

Non attese oltre, si portò le dita alla fronte e si teletrasportò.

Riapparve all'interno della città ed ebbe un mancamento nel vederla completamente data alle fiamme. Dei brividi dei quali non seppe decifrare bene la natura, se d'ira o timore, le scossero il corpo per intero.

I suoi occhi andarono a posarsi verso il cielo, poco distante da dove si trovava lei, attirati da una risata gutturale. «Questo sì che è stato divertente!» La voce apparteneva a un colosso, dai lineamenti duri e con il volto pieno di cicatrici, che gli adornavano anche il cranio privo di capelli.

L'immagine al suo fianco, molto più minuta e dalla voce elegante, gli si rivolse con velato disprezzo. «Araik, non pensi di aver un po' esagerato?»

L'uomo si portò le braccia ai fianchi, con aria soddisfatta in volto. «Ammiro la tua calma sorella, ma la risposta è no, non credo affatto di aver esagerato.»

Lei scosse la testa nervosa, poi disse come disgustata. «Lasciamo perdere, sei solo uno scimmione totalmente privo di autocontr...» Si era interrotta all’improvviso, perché il rilevatore che portava sull’occhio aveva iniziato a illuminarsi.

«Che succede, Sakiara?» Chiese atona la terza figura, dai capelli lunghi neri raccolti in una coda alta, massiccia ma non quanto Araik.

Senza dire nulla, Sakiara tirò un sorriso e indicò verso nord. Gli occhi degli altri due si posarono interrogativi in quella direzione.

«Capo, arriva un sayan.» Li informò Sakiara.

«Fantastico! Chi dei du...» Iniziò entusiasta Araik, che venne però subito interrotto dalla sorella: «No, non sono loro. Non è nemmeno un sayan completo, è sangue sporco, ma è comunque un discendente di Kakaroth.»

«Discendente...» Sussurrò il sayan dai lunghi capelli tra le labbra, incurvate appena in un malvagio sorriso.

Pan arrivò in quel momento e guardò con occhi spalancati la scena della città distrutta, dopodiché puntò lo sguardo colmo d'ira sui tre sconosciuti di fronte a lei.

Nessuno fece in tempo a dire una sola parola, che davanti a Pan si parò l'immagine di Kin.

Araik fu il primo a parlare. «Un'altra sayan?»

Sakiara lavorò sullo scouter, per poi esporre il risultato che questi riportava: «Sì, una mezza sayan per la precisione.»

«Di chi?» Chiese il capo. L'altra rispose senza distogliere gli occhi dalle due: «Kakaroth.»

Araik batté i propri pugni tra loro, parlando con la sua voce profonda: «Il sayan di infima classe si è riprodotto un sacco! Bene, avrò più carne con cui divertirmi!»

«Datti una calmata, Araik. Loro non sono nemiche. Siamo tutti parte della stessa razza, ti divertirai in un altro modo.» Lo riprese il capo, guadagnandosi un’espressione sconsolata del colosso, per poi rivolgersi alle due e proporre con tono caloroso: «Siamo lieti di conoscervi, sayan.»

«Noi non siamo affatto liete, invece! Perché avete distrutto questa città? E chi siet...» Il tono ostile di Pan fu interrotto da quello freddo della zia: «Mantieni il controllo, Pan. E guardali bene.»

La più giovane li osservò più attentamente e notò le code avvolte attorno alle loro vite. Prima che si chiedesse come fosse possibile, Kin parlò: «Siete sayan anche voi, perché siete venuti qui?»

«Siamo qui perché vogliamo le sfere del drago, per riportare in vita la nostra razza e il nostro Pianeta. Sapete dove possiamo trovarle?» Chiese gentilmente il capo.

«Non abbiamo idea di dove siano le sfere, ma ad ogni modo, come fate a conoscerne l'esistenza? Chi siete voi e come fate a sapere che siamo sayan?» Chiese Kin, per nulla rincuorata dal tono amichevole dell’individuo.

A rispondere fu però la sorella del colosso: «Io sono Sakiara, lui è Araik e questo è il nostro capo. Siamo sayan, come voi, solo purosangue. Sappiamo delle sfere da parecchi anni e saremmo venuti prima a prendercele se non avessimo avuto qualche contrattempo di cui non deve importarvi. E sappiamo che siete sayan grazie a questi gioiellini.» Indicò l’apparecchio altamente tecnologico che teneva sull’occhio, per poi aggiungere: «Sono rilevatori che non solo mostrano la forza combattiva, ma riescono a leggere le traccie di DNA che hanno nella loro memoria in qualsiasi individuo. Nel vostro caso hanno ritrovato traccie di quello di Kakaroth.»

«Pan...» Sussurrò Kin alla nipote, dandole ancora le spalle, che la guardò interrogativa. «Va' via. Immediatamente.»

«Cosa? Perché?» Chiese confusa lei. Gli occhi di Kin si strinsero un istante. «Perché questi non sono avversari alla tua portata.» Si voltò e le sorrise dolce e sicura allo stesso tempo: «Vattene via da qui, a loro ci penso io.»

Pan aveva capito che la zia l'aveva perdonata per ciò che era successo quel giorno, ma non aveva intenzione di lasciarla sola, a maggior ragione che quelli non erano avversari da sottovalutare. Le si parò perciò di fronte e la guardò dritta negli occhi, con la testardaggine che aveva sempre contraddistinto la loro famiglia: «No! Non ho intenzione di lasciarti da sola! Anche tu non avresti possibilità contro loro tre, ma assieme possiamo unirci e...» Non riuscì a concludere la frase perché Kin le assestò una fulminea chop al lato del collo, facendola svenire.

La maggiore prese al volo tra le braccia il corpo della nipote e si teletrasportò al lago, dove la lasciò distesa a terra e le disse con un sorriso dolce, accarezzandole i capelli: «Potresti farti del male, non posso permettere ti accada nulla.»

Si alzò in piedi e riapparve di fronte ai tre, con espressione seria in volto. Si mise in posizione d'attacco, per poi chiedere con tono fermo: «Chi è il primo?»

I tre la osservarono sorpresi per qualche istante, dopodiché Araik scoppiò a ridere: «Che cosa vorresti fare tu, moscerino mezzosangue?»

Gli occhi di Kin si strinsero un istante e quello dopo il suo pugno si trovava sullo stomaco del sayan, il cui corpo si incurvò prendendo la forma di una parabola che guardava verso il basso. Nel mentre, gli altri due sayan si erano distanziati e osservavano lo spettacolo con un sorriso in volto.

Le labbra di Kin si mossero in un sussurro, ancora ferma con il braccio ad angolo retto e il pugno a contatto con la pelle dell'uomo, oltre l'armatura: «Non osare più chiamarmi moscerino, né tanto meno mezzosangue, razza di scimmione sotto steroidi.»

Araik tossì del sangue, dopodiché disse in modo strozzato: «Hai... Distrutto la mia armatura... Con un semplice pugno... Non credevo... Fossi così forte...» Un ghigno irrisorio gli si dipinse in volto: «Peccato per te che il mio corpo sia molto più resistente di queste inutili battle suite...» Le prese la testa tra le mani enormi e la mise in verticale sopra di sé. «Ricordatelo bene, moscherino mezzosangue!»

La scaraventò in avanti, ma a metà strada la vide sparire e il secondo dopo si ritrovò il piede dell'avversaria sul lato della faccia. Il colpo lo fece voltare appena, dopodiché afferrò la caviglia e iniziò a ruotare su se stesso sempre più velocemente, per fermarsi solo quando sentì la caviglia scomparire nel nulla. Si guardò attorno confuso, gridando: «Dove ti sei nascosta, dannata mezzosangue? Esci fuori!»

Alzò lo sguardo, attirato da una sfera di luce azzurra. «...Ha!» Kin lanciò l'onda energetica addosso ad Araik, ma l'istante dopo sentì la sua voce all'orecchio: «Cucù...»

Non fece in tempo a reagire, che un colpo al collo la fece collassare a terra, priva di sensi.

I tre sayan scesero di quota e atterrarono attorno al corpo di Kin. Sakiara si rivolse al fratello, rimproverandolo: «Sei un'idiota!»

«Ma che stai dicendo? È lei che ha iniziato! E poi chi poteva sapere che fosse così poco resistente?» Si difese lui, con tanto di broncio ma la sorella non si arrese, continuando petulante: «Sapevi benissimo di essere più forte! E oltretutto adesso non potremo più sapere se le sf...»

«Adesso tacete, entrambi!» Li riprese il capo, facendo sì che i due si mettessero sull'attenti in meno di un istante. Gli occhi scuri tornarono ad osservare la schiena della sayan a terra, dopodiché proclamò: «Ho in mente un'idea che ci farà ottenere ciò che vogliamo.»

Si mise Kin su una spalla, per poi rivolgersi alla ragazza: «Sakiara, dov'è l'altra?»

La sayan armeggiò al rilevatore, dopodiché disse: «Non molto distante da qui, pochi minuti di volo in direzione kesht.»

«Bene, andiamo.» Disse il sayan, alzandosi in volo e venendo seguito subito dagli altri due.

Atterarrono sulle rive del lago, gli occhi di tutti e tre trovarono subito il corpo addormentato della giovane sayan.

«Sakiara, svegliala.» Disse il capo rivolto alla compagna, per poi lasciar cadere a terra il corpo di Kin. La sayan ubbidì e si diresse verso Pan, le osservò per qualche istante il collo dopodiché fece pressione con le dita in punti ben specifici, facendo riaprire gli occhi alla ragazza.

Pan fu subito presente a se stessa, provò a rimettersi in piedi, ma per quanto si sforzasse non riusciva a muovere un muscolo, nemmeno a parlare.

«È inutile che provi a muoverti, ti ho temporaneamente bloccato i muscoli volontari. Riprenderai a controllare il tuo corpo tra qualche ora.» Disse seria Sakiara, ancora chinata di fronte a lei.

«Senti un po'... Pan... È così che ti chiami, vero?» Esordì il capo, avvicinandosi con le braccia incrociate al petto. Si chinò su un ginocchio, per avere il volto più vicino al suo e aggiunse con tono maligno: «Araik ha steso la tua amica con un colpo solo e non è nemmeno il più forte di noi tre, quindi vedi di fare la brava e collaborare. Se non vuoi vederla morta, presta molta attenzione alle mie parole.» Le alzò il volto, tirandole i capelli e parlandole poi scandendo bene le parole: «Voglio le sfere del drago.»

«Altrimenti...» Aggiunse Sakiara, prendendole il mento con una mano e voltandola verso Kin, il cui corpo veniva preso sotto braccio da Araik. «Non la vedrai più viva. Dopo che ha fatto di tutto per proteggerti, non vorrai lasciarla nelle grinfie dei nemici, vero?»

Il capo sorrise, per poi lasciare la presa dei capelli, alzarsi in piedi e dirigersi verso Araik, seguito da Sakiara. «Ti do 3 giorni di tempo, trova le sette sfere del drago e portamele qui entro l'alba del quarto giorno. Se non farai in tempo, uccideremo prima questa mezzosangue, dopodiché inizieremo a distruggere una città dopo l'altra, finché non ti troveremo. A te la scelta.» Si alzò in volo, dando le spalle alla ragazza, per venir seguito dai due compagni.

Pan riuscì a fare i primi movimenti quando ormai stava albeggiando e riavere il pieno controllo del proprio corpo solo dopo qualche ora. Si alzò in volo con un po' di difficoltà, ma si costrinse ad andare avanti e si diresse a casa Brief, perché vi sentiva le auree di Goten e Trunks.

Il primo pensiero era stato quello di dirigersi da suo padre o suo nonno, ma si era ricordata il discorso di sua madre e aveva deciso di andare ad avvertire prima i due giovani.

Arrivò nel giardino di casa Brief con la vista confusa, riuscendo appena a distinguere le sagome.

«Pan? Pan, che hai?» La voce dolce che aveva udito e l'immagine sfocata ce le veniva incontro a corsa fu l'ultima cosa che ricordò prima di svenire nuovamente.

 

Kin aprì gli occhi lentamente, sbattendoli più volte, con un dolore assurdo che le faceva rimbombare la testa ad ogni battito del cuore, come se il sangue le affluisse al cervello con troppa foga. Si guardò attorno, sforzandosi di ricordare cosa fosse successo, quando si rese conto di essere all'interno di una specie di bolla.

D'improvviso i ricordi dello scontro contro il colosso tornarono vividi nella sua mente, facendole intuire dove si trovasse e facendola tornare presente a se stessa. La sua attenzione venne catturata dal brontolio di Araik, che si rivolse lamentoso al proprio capo: «Mi annoio! Non posso stare con le mani in mano per tre giorni! Perché le hai dato così tanto tempo?»

«Piantala Araik e vedi di imparare a controllarti. Gli ordini sono ordini, non si discutono. Vedi di metterti il cuore in pace e aspetta un altro maledetto giorno riposandoti, senza rovinarlo a noi possibilmente.» Gli disse la sorella. Posando gli occhi su di lei, Kin si accorse che la sayan teneva un braccio teso verso di lei, facendole inevitabilmente pensare che fosse lei a tenere attiva quella prigione. Pensò di riuscire facilmente a scappare, usando il teletrasporto, ma d'altra parte il colosso aveva appena detto che se ne sarebbero stati buoni fino all'indomani, perciò tanto valeva restare un altro po' e tentare di capire come fare per batterli, provando a scoprire qualche punto debole visto l'esito dell'ultimo scontro.

«Sai, in effetti credo di averle dato troppo tempo, ma almeno in questo modo forse riusciremo a far saltare allo scoperto anche Kakaroth e Vegeta.» Disse il capo, seduto sulla punta del precipizio con una gamba penzoloni. Solo in quel momento Kin si guardò attorno per tentare di capire dove si trovassero. Era un posto verde, probabilmente il limitare di una foresta, che però non rientrava nei suoi ricordi. Probabilmente, non c'era mai stata.

Decise di voler sapere di più, perciò chiese: «Che cosa volete da mio padre e il Principe?»

Tutti e tre si voltarono verso di lei e Sakiara fu la prima a parlare in un ghigno: «Oh, ma guarda. La mezzosangue si è svegliata finalmente. Dormito bene negli ultimi due giorni?»

«Vi ho detto di non chiamarmi mezzosangue!» Gridò Kin, dando un pugno alla parete della prigione, producendo solo una risata commiseratoria nella sayan, che disse: «Dagli pure calci e pugni con quanta forza vuoi, non riuscirai a liberarti dalla mia barriera d'aura.»

«Voglio che si uniscano a me.» Disse il capo, rispondendo alla domanda di Kin. Alzò la mano e un uccellino vi si posò sul dito, intonando la propria canzone mattutina. Il sayan lo guardò per qualche secondo e aprì piano il palmo in modo che la creaturina vi si posasse all'interno, aggiungendo: «Facendo tornare la razza sayan la più forte, temuta e spietata dell'Universo.» Chiuse il pugno, stendendo poi in avanti il braccio e aprendo palmo, facendo cadere il corpo spezzato del piccolo animale nel precipizio.

 

«Paaaaan... Pan mi senti? Paaaan!»

«E piantala, idiota! Non lo vedi da solo che non è ancora sveglia?»

«Non potremmo darle un senzu e far prima? È due giorni che se la dorme...»

«Come fa a mangiarlo se è svenuta, genio?»

«E allora una secchiata d'acqua ghiaccia e poi le diamo il fagiolo...»

«Certo che sei davvero un cretino, tu...»

«E allontanatevi voi due, lasciatela respirare una buona volta!»

La ragazza aprì gli occhi e si guardò attorno confusa. La prima cosa che riuscì a distinguere fu il sorriso dolce che Bra le stava rivolgendo. «Allora, come ti senti?» Le disse dolce, con Trunks e Goten che facevano curiosi capolino da dietro di lei.

La ragazza si portò una mano alla fronte, confusa. «Io... Bene... Credo...»

«Tieni, questo ti aiuterà.» Disse la turchina, porgendole un fagiolo di Balzar. Pan lo mangiò senza complimenti e con il tornare delle energie, si ricordò anche di cosa era accaduto. Gli occhi le si spalancarono increduli, per poi rivolgersi ai tre sayan, gridando: «Kin!»

«Sì, appunto...» Disse Trunks, scostando la sorella e facendola mettere da parte. Poggiò le mani sulle spalle della ragazza e puntò i propri occhi seri in quella della giovane e chiese: «Dov’è Kin?»

Pan abbassò lo sguardo, incapace di sostenere quegli occhi di ghiaccio, poi sussurrò: «L’hanno presa…»

Gli sguardi dei tre si fecero contemporaneamente interrogativi. «Di chi stai parlando?»

«Dei sayan…» Sussurrò terrorizzata Pan. Prese le spalle del giovane, stringendole tra le proprie mani, per poi dire preoccupata: «Sono arrivati e l’hanno portata via! Hanno detto che se non porto loro le sfere del drago la uccideranno e distruggeranno tutto!»

Gli occhi di Trunks si strinsero impercettibilmente, cercando di metabolizzare e comprendere ciò che era accaduto, quando sua sorella si fece avanti, poggiandogli una mano sulla schiena e dicendo alla più piccola: «Pan, adesso calmati e raccontaci tutto, dall’inizio.»

La mora annuì, respirò a fondo e narrò loro ciò che era accaduto due notti precedenti.
 

Elsira #17

Il nome di Sakiara è by felinala (Grazie ancora, stella ;*)
Mi odio profondamente per la fine che ho fatto fare a quel povero uccellino, ma mi serviva qualcosa per mostrare in breve il carattere del capo, di cui si mostrerà l'identità nel prossimo capitolo... Ma mi odio comunque.
Ehm... Non ho altro da dire ^^'
Alla prossima!


 


Se lasciate una recensione con i vostri pensieri non potete che farmi piacere :) Se notate degli errori o avete dei consigli, non esitate a farmelo sapere; voglio davvero migliorare il mio modo di scrivere e ve ne sarei davvero grata se mi aiutaste ^^ 
   
 
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