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Autore: Alice_Scarlettisoverated    15/01/2016    2 recensioni
E se gli dei esistessero veramente? Come sarebbero nel ventunesimo secolo? E se l'affascinante musicista di strada che ti ammicca da dietro un paio di occhiali da sole fosse uno di loro?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Apollo, Ares, Artemide, Atena
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incest
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Un mantra buddhista recita:
Tre cose non possono essere nascoste a lungo:
il sole, la luna, la verità.
 Non ci sarebbe vita senza la luce del sole, e sarebbe un vero peccato privare il mondo del volto splendente di mia sorella, ma la verità…la verità è una questione a parte.
 
-Apollo! Che stai facendo?-
Quella voce era un ronzio fastidioso nelle mie orecchie. Era la voce dell’uomo che voleva portarmi via Artemide. La voce di quell’uomo che si rifiutava di morire.
-Sapevo che non sarei stato in grado di farti fuori così facilmente. Addirittura Ares ha ammesso che sei un osso duro. Ma che saresti sopravvissuto a Crono…-
-Di cosa stai parlando?-
Persino con una delle mie frecce nel braccio e un’altra puntata al suo cuore, quell’uomo irritante ancora non riusciva a capire.
-Sei davvero ottuso. Ma forse, se ti spiegassi tutto fin dal principio, finalmente ti decideresti a tirare le cuoia-
-Perché mi vuoi morto?! Noi siamo amici! E Artemide…-
-Non pronunciare il nome di mia sorella come se ti appartenesse!-
-Appartenere? Apollo sei impazzito?-
-Follia? No Thor, posso assicurarti che sono perfettamente lucido. E visto che ancora ti rifiuti di capire, ti concederò di sapere il perché devi morire. Ti dirò tutta la verità-
Del resto come ho già detto, la verità non può essere nascosta a lungo.
Il vichingo non sembrava intenzionato a collaborare, ma tra il peso del cielo e la corda tesa del mio arco abbandonò presto ogni tentativo di contrattaccare.
-Smettila di agitarti e ascolta. Ricordi il tatuaggio a forma di costellazione sulle costole di mia sorella?-
-So già di Orione-
-Oh davvero? Che cosa sai, dio del tuono?-
-So che lo amava, so che lo ha ucciso-
-Lo ha fatto si. Fu un tiro perfetto. Ma se è solo questo che sai, allora non sai niente- avrei dovuto ucciderlo subito, ma maledizione sono un tipo così teatrale –Millenni or sono, venni al mondo urlando come qualsiasi altro infante. Mia madre era stata costretta dalla gelosia di Hera a nascondersi su un isola nell’Egeo, e partorì li. Venni al mondo piangendo, fino a che non la vidi: una neonata come me, eppure aiutava mia madre a farmi nascere. Ero appena uscito dal ventre materno, ma sapevo già che quegli occhi grigi erano i più belli che avrei mai potuto vedere in tutta l’eternità. Mia sorella, la mia gemella, la parte mancante della mia anima. Non te ne sei accorto? Non ci limitiamo a finire l’uno le frasi dell’altra, la nostra è una vera sorta di telepatia, un’empatia fuori dall’ordinario persino per gli dei. Noi siamo complementari; nessuno dei due può esistere senza l’altro. Siamo il giorno e la notte, il sole e la luna. E per secoli è stato così. Litigavamo certo, lottavamo come fanno tutti i fratelli; ma non esiste un essere in questo universo che la ami più di quanto la ami io. Non fraintendere, non è quell’amore abbietto che c’è tra te e il dio degli inganni. Il legame che ci lega è pura luce. Una luce che lei avrebbe mantenuto in eterno, per sempre pura, per sempre innocente, per sempre soltanto mia.
Per secoli è stato così, poi è arrivato Orione. All’inizio non gli avevo dato troppo peso, era solo l’ennesimo favorito: un buon cacciatore, un uomo semplice, un animo selvaggio. Mi accorsi presto del mio errore: la mia indomita sorella sembrava ammansirsi con lui, la sua adorabile alterigia tollerava le sue battute di spirito, gli sorrideva perfino. Ma all’epoca ero giovane e ai miei occhi quel cacciatore, per quanto abile, restava pur sempre un misero mortale. Così non feci nulla quando notai che Artemide passava sempre più tempo con lui, distoglievo lo sguardo ad ogni carezza che si scambiavano, restai in silenzio quando per la prima volta li sorpresi a baciarsi al chiaro di luna. Non molto tempo dopo venni a sapere che mia sorella aveva infranto il suo voto di castità, ma ancora una volta cercai con tutto me stesso di zittire quella voce che ruggiva dentro di me, di sopprimere quel sentimento che si attorcigliava attorno al mio cuore come un rovo di spine. In fondo cosa importava, era solo la sua verginità ad essere andata persa; non potevo certo farle la predica, io che per una sveltina negata ero disposto a maledire sacerdotesse per il resto della loro vita. Orione restava sempre un umano, nulla di più, nel giro di un secolo non sarebbe diventato che un ricordo sbiadito. Finché una notte la mia adorata sorellina mi prese da parte e mi rivelò le sue vere intenzioni: preferisco un respiro mortale con lui che un’eternità da sola, fu ciò che mi disse. Sola. Come poteva usare quella parola? Non sarebbe mai stata sola, aveva me! Avrebbe sempre avuto me! Come poteva gettare via la sua immortalità così? Come poteva lasciare me da solo? E allora non fui più in grado di far finta di niente, di volgere lo sguardo altrove. Lasciai che le spire attorno al mio cuore avvelenassero il mio animo -
-Sei stato tu- mi interruppe allora Thor, guardandomi con disgusto.
-Uno zotico come te osa biasimarmi?- gli risi in faccia –Io non ho torto un capello ad Orione. Credevo lo sapessi, è stata lei ad ucciderlo. Dopo che mi rivelò di voler diventare mortale, invecchiare e morire, escogitai un piano. Dissi ad Orione che Artemide aveva perso una freccia su un isola in mezzo ad un lago, e che sarebbe stata entusiasta se gliel’avesse riportata. L’idiota mi credette e iniziò a nuoto la traversata. Allora raggiunsi mia sorella e la sfidai per decidere chi fosse l’arciere migliore. Sono sicuro che persino tu hai notato quanto sa essere orgogliosa. Le dissi che se avesse centrato il puntino scuro tra le onde del lago avrebbe vinto. E devo ammetterlo, mia sorella è sempre stata più brava di me con arco e frecce. Quando scoprì che il puntino tra le onde era la testa di Orione, l’anima di quel miserabile era già ben oltre lo Stige-
-Brutto verme- Thor era livido. Nonostante il pesante fardello si alzò in piedi, ma non poteva lasciar cadere il cielo per avventarsi su di me.
-Resisti qualche altro minuto, ho quasi finito- mi avvicinai ed estrassi la freccia nella sua spalla, causandogli un gemito di dolore –Non posso lasciare prove compromettenti. Dovrò prendere il tuo posto non appena sarai morto. Ma non temere, dirò che hai combattuto come un leone, prima di essere sopraffatto dai sicari di Crono-
-Come hai potuto farle questo?-
-Ancora questo tono di predica…Sei ancora più stupido di Orione. Prova a far funzionare quei due neuroni che hai in testa, dovresti ringraziarmi! Se non li avessi fermati, non avresti mai incontrato Artemide! Avrebbe abbandonato la scintilla divina per lui, sarebbe avvizzita come un fiore che sfiorisce, sarebbe morta da almeno un millennio ora! Io l’ho salvata! Non è forse questo che fa un fratello? Proteggersi sempre, anche da se stessi?-
-Le hai spezzato il cuore, brutto bastardo!-
-Si, questo te lo concedo. Ma per l’ennesima volta, ti ripeto: Orione era soltanto un uomo, io sono suo fratello. Quando si rese conto di quello che aveva fatto, era a pezzi. Non l’ho mai vista piangere tanto. Mio padre per consolarla fece di ciò che restava di Orione le stelle che brillano oggi in cielo. E quando è venuta a conoscenza del mio coinvolgimento, forse allora mi ha odiato davvero. Non mi ha rivolto la parola per duecento anni. Ma in fondo al suo cuore sapeva che l’avevo fatto solo per lei, e alla fine mi ha perdonato-
-Per lei? Ipocrita meschino! Non sopportavi l’idea di perderla! Non sono stupido come credi, e di bugiardi che usano belle parole per mascherare le loro azioni ignobili ne ho visti di migliori di te! Posso capire che allora non volessi che Artemide si lasciasse morire, ma cosa mi dici delle tue azioni del presente? Arrivare a liberare i titani! Essere disposto a guardare il mondo bruciare!-
-Io e lei avremo comunque salva la vita. Il mondo possiamo ricostruirlo…-
-E il resto della tua famiglia? I tuoi amici?-
-Nessuno è importante quanto lei-
-La tua follia l’ha fatta ammalare. Le tue azioni la stanno uccidendo-
-Sarà con la tua morte che si riprenderà-
-Tutto solo per sbarazzarti di me? Con me la scusa della scintilla divina non regge, io non sono mortale, le starei accanto in eterno-
-No non lo faresti! Conosco la tua reputazione Thor! Conosco quella di tuo padre! Quanto amore era rimasto tra lui e tua madre al momento della sua dipartita? La faresti soffrire in modo anche peggiore! Per quanto tu possa amarla, ci sono cose che valuti più di lei. Per me invece è la cosa più importante! Del resto, tu sei un eroe, io sono solo un poeta-
Estrassi il pugnale che avevo con me, pronto a piantarglielo nel cuore.
-Sei solo un bambino geloso del suo giocattolo. Non sopporti che possa amare qualcuno più di quanto ama te-
-Non amerà mai nessuno più di quanto ama me, sbruffone-
-Non ti perdonerà mai-
-Col tempo, lo farà-
-No invece-
Il suono di quella terza voce mi paralizzò, la lama ferma a mezz’aria. Thor fissava a bocca aperta un punto alle mie spalle. Mi voltai: aveva una veste bianca, i capelli rossi sciolti sulle spalle, i lucenti occhi grigi carichi di tristezza.
-Adesso basta fratello-
   
 
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