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Autore: nellad    16/01/2016    2 recensioni
Pochi giorni al Natale, per Jane e Maura un caso dagli insospettabili risvolti
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Jane era parecchio nervosa in quei giorni, a Natale mancava ormai poco e come sempre non aveva acquistato nemmeno uno dei tanti regali. Odiava la frenesia che s'impossessava della città e delle persone. Korsak entrò in ufficio e osservò Jane mentre si arricciava una ciocca di capelli attorno alle dita, lo sguardo perso nel vuoto, sorrise
 
K:oh Jane, anche quest'anno ancora in alto mare coi regali?
 
J: diamine Korsak ma come...già sei un poliziotto vero?
 
K: basterebbe molto meno per leggere i tuoi pensieri, ogni anno è così. Potresti chiedere mezza giornata di ferie a Cavanaugh, il caso è risolto, mi occuperei io delle scartoffie
 
J:beh io..., dici sul serio? Jane fece per alzarsi quando il tenente Cavanaugh entrò
 
C:korsak, Jane, il rapporto del caso White passatelo a Frankie, hanno trovato un cadavere in un appartamento di sextown. Korsak guardò Jane e si strinse nelle spalle, lei sollevò lo sguardo al cielo, prese pistola e distintivo dal cassetto passando davanti al tenente senza guardarlo e lasciò cadere il verbale dell'arresto White sulla scrivania di Frankie
 
F:ehi???
 
J:che c'è, non hai sentito il tenente? Registra il rapporto con tutte le deposizioni e quando lo stampi, evita le solite macchie di caffè grazie.
 
C:che ha quella ragazza?
 
F:niente tenente è solo acida. Fece Frank scrollando la testa
 
K:no è solo l'ansia da regalo di Natale..
 
J:Korsak pensi di riuscire ad alzarti dalla scrivania o vuoi che spinga la tua sedia fino al parcheggio? Fece Jane dal corridoio della sezione omicidi.
 
Ci vollero una ventina di minuti di guida spericolata e di colpi di sirena perché Jane trovasse un po' di calma
 
J:Vince scusa per prima, io adoro il Natale, lo stare insieme, le luci colorate...ma i regali no, quelli non li capisco. Beh ma ora vediamo che ci aspetta, ho ripreso la mia calma, la guida mi rilassa, lo sai.
 
K:Jane il modo in cui guidi, rilassa solo te credimi. E dicendo questo Korsak lasciò la mano destra dalla maniglia della portiera, la sinistra dal gancio della cintura di sicurezza e un po' insicuro sulle gambe scese dall'auto.
 
Maura accovacciata accanto ai poveri resti di quella donna, pensava a quanto quella orribile scena stridesse con lo spirito natalizio che provava.
 
Un piccolo appartamento nella periferia di Boston, un'area degradata dove prostitute, spacciatori e piccola criminalità aveva trovato rifugio, un mercato del vizio e della degradazione dove la "Boston bene" appagava i suoi celati desideri.
 
L'agente della Polizia Scientifica aveva già scattato le fotografie al cadavere, Maura stava controllando la temperatura della vittima quando sentì la voce di Jane provenire dalle scale. Povero Korsak, per quanto Jane lo adorasse non poteva fare a meno di ricordargli quanto fosse in là con gli anni.
 
J: Korsak quando arriveremo all'appartamento del quarto piano la scena sarà ormai fredda.
 
K: Jane ho catturato più delinquenti con la mia arguzia che con la corsa. Disse il sergente annaspando e aggrappandosi al corrimano.
 
Maura per quanto intenta al suo lavoro, sorrise nell'ascoltare quella scenetta e ancor di più perché il detective incaricato di quell'indagine era la SUA detective.
 
Nel salire le scale del palazzo dove era avvenuto l'omicidio, Jane non poté far a meno di sorridere. Maura, la dottoressa Isles, il medico legale capo di Boston, la sua miglior amica, era già qui. Erano i suoi stessi sensi a dirglielo: il lieve profumo di camelia, l'insolito silenzio dei poliziotti assiepati sul pianerottolo, il loro sguardo da ebete rivolto all'interno dell'appartamento
 
J:ok ragazzi lo spettacolo è terminato fate largo. Beh c'è da dire che proprio colpa quei poliziotti non ne avevano..accovacciata vicino a quello che restava di una povera creatura, stava la dottoressa Isles. Indossava la tuta bianca sterile che avrebbe fatto assomigliare ad un fagotto chiunque, tranne lei ovviamente. Come la sua figura minuta e proporzionata potesse esaltarsi dentro quell'involucro informe anziché scomparire, per Jane sarebbe rimasto sempre un mistero. 
 
M:Detective Rizzoli, la sirena della sua auto e lo stridio dei pneumatici l'hanno annunciata. Disse Maura con un piccolo sorriso, alzando appena lo sguardo su Jane, che ricambiò il sorriso
 
M:Sergente Korsak sta bene? Il suo viso è pallido come se fosse in atto una sincope vaso-vagale
 
K:no dottoressa sto bene, è solo colpa del Natale
 
M: ma come?
 
J: dai Maura sta bene, vuole solo fare lo spiritoso. Allora che puoi dirmi?
 
Come Capo Medico Legale, Maura aveva molti casi da seguire, delegando ai suoi collaboratori quelli a suo giudizio meno complicati, molti detective con cui relazionarsi, ma di certo Jane Rizzoli era in cima alle sue preferenze, non solo per il rapporto d'amicizia instauratosi tra loro da anni, ma per la sua professionalità, per la sua intelligenza, per la sua tenacia.
 
J: allora? Jane era sulla soglia dell'appartamento, piazzatasi lì appositamente per impedire agli agenti di continuare a fissare Maura, senza accorgersi che aveva solo sostituito il loro primo interesse con un altro. Korsak si girò verso di loro.
 
K: dai ragazzi non perdiamo tempo, voglio le solite informazioni; chi era, i vicini hanno visto o sentito qualcosa... Così dicendo dissipò quella piccola folla di ammiratori delle due ragazze.
 
Korsak capiva quei ragazzi, quando era un giovane agente, le rare colleghe avevano fianchi pesanti e modi da scaricatore di porto, per non parlare del medico legale, in genere un medico ormai vicino alla pensione, dalla pancia prominente e dal viso rubicondo.
 
Sentiva per Jane e Maura un vero affetto paterno che non gli impediva di ammirarne le diverse bellezze.
 
Jane, alta, mora un fisico asciutto e felino, rapiva gli uomini con la sua femminilità per nulla ostentata, ma comunque tangibile. Quando entrava in una stanza non c'era persona, uomo o donna che fosse, che non si sentisse attratta ed allo stesso tempo a disagio.
 
Maura era più minuta, più morbida nelle forme, dai colori tipicamente irlandesi, una pelle chiara accesa da splendidi occhi verdi e capelli biondi dai riflessi ramati. Maura non attraeva le persone, le affascinava; i gesti aggraziati con cui si muoveva, lo sguardo dolce seppur malizioso, il sorriso che rivolgeva alle persone, tutto in lei mostrava eleganza e fascino
 
M: Jane sei il detective più impaziente di Boston. Disse con un'aria fintamente imbronciata.
 
M: L'unica cosa che posso dirti è che la morte, tenendo conto della temperatura del...
 
J:Maura ti prego...lo so' la temperatura del fegato, quella esterna...quando Maur, quando è morta?
 
M: Jane la tua impazienza non ti farà assaporare appieno i piaceri della vita, lo sai? Mentre lo diceva Maura fissava i suoi negli occhi di Jane per il tempo necessario a lasciarla come sospesa, incapace di capire, confusa.
 
M: per tua fortuna, mia cara, ho pazienza per entrambe. E con una risata e uno sguardo più rassicurante permise a Jane di tornare a respirare.
 
M: il decesso è avvenuto tra le ventitre e l'una di questa notte. Ha ricevuto diversi colpi con un oggetto appuntito, almeno una ventina, ma è solo un esame sommario questo.
 
J: quindi è morta pugnalata, povera ragazza.
 
M: affatto. I colpi le sono stati inferti dopo il decesso.
 
J:quindi cosa l'ha uccisa?
 
M: sarebbe più corretto, in questa fase preliminare, chiedermi come è morta. Non è possibile stabilire al momento se sia stata uccisa o no.
 
J: ok Maura... come è morta questa ragazza? Disse Jane dopo un sospiro profondo ed un sorriso tirato
 
M: Jane appena avrò i risultati dell'autopsia, prometto che mi metterò a correre per portarteli. E detto questo, si alzò, prese i suoi strumenti, diede disposizioni per portare il corpo all'obitorio lasciando a Jane il sorriso di una bambina felice nell'aver fatto una marachella.
 
J: Maura sei insopportabile, faresti bene ad avere quei risultati il prima possibile, altrimenti..
 
M: altrimenti cosa detective Rizzoli? Maura così dicendo si era fermata di scatto, anche lei sulla soglia dell'appartamento, guardando Jane con aria di sfida, costringendo questa spalle al muro, nel vano tentativo di sottrarsi da quello sguardo. Il tempo che si era fermato, riprese a scorrere dopo un attimo che pareva interminabile, e Jane, dopo che Maura le sorrise, riprese a respirare per la seconda volta in pochi minuti.
 
Il modo di stuzzicarsi a vicenda era la maniera che avevano di creare affinità, la parte divertente di un lavoro altrimenti troppo pesante e si ripercuoteva benevolmente anche verso chi stava loro attorno. Maura non poteva resistere dal mettere Jane in imbarazzo, far vacillare almeno per poco la spavalda sicurezza dell'amica, Jane dal canto suo , per quanto in difficoltà, adorava il modo dolce e familiare di Maura nel "prenderla un po' in giro".
 
 
   
 
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