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Autore: Helen    16/01/2016    0 recensioni
Londra è fredda e grigia eppure è conosciuta come la bellissima Londra, la città al centro del mondo, la metropoli dalle mille speranze ma io che conosco le sue strade e la sua gente posso dirvi che non è assolutamente così.
Sono Annie, una normale ragazza cresciuta tra i vicoli di questa città, ed ecco come ho conosciuto i Rooks.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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L'ho seguita con lo sguardo per qualche secondo, era una ragazza diversa da quelle che frequentavo solitamente, non era una di quelle che si gettava nella mischia era più il tipo che osserva, valutava bene la situazione prima di agire ma su una cosa ero sicuro, era veramente carina.

Nessuno, eccetto mia sorella quando eravamo bambini si era mai preoccupata così per me, proprio come aveva fatto lei, con dolcezza eppure non mi aveva neanche guardato negli occhi, non mi aveva proprio guardato. Io al contrario era stata la prima cosa che avevo fatto, avevo studiato con attenzione il suo volto cercando di capire qualcosa di più.

Ho fatto un passo avanti.

Nessuno ha detto niente, io non ho detto niente, poi ne ho fatto un altro e un altro ancora fino a quando non mi sono ritrovato fuori a correre, avevo aspettato troppo e lei non c'era più, ero solo per le vie semi deserte di quella cupa città illuminata, sono salito in alto sui tetti per avere un visuale migliore e l'ho vista. Non ha voluto che l'accompagnassi per molto, solo qualche isolato ma mi ha assicurato di essere ormai vicino a casa.

Con un senso di inquietudine a me estraneo l'ho lasciata lì da sola, come voleva, mi sono girato e lei era ancora lì a fissarmi, mi sono allontanato ancora e mi sono voltato nuovamente ma lei non 'cera più.

 

IL GIORNO DOPO

 

“da quando ho bisogno di una scusa per incontrare una ragazza?!” la domanda mi era sorta spontanea mentre osservavo la sua sciarpa, un semplice pezzo di tessuto divenuto il mio lascia passare su quel tavolo, sapevo che se sarei stato paziente lei sarebbe entrata da quella porta ma non sono il primo a dirlo che non ho pazienza, così mi sono avvicinato all'uomo dietro il bancone del locale, lo stesso della sera prima.

- La ragazza di ieri - ho iniziato – cosa sa dirmi di lei?-

La conversazione è durata poco niente ed è stata pressoché inutile, quella ragazza stava diventando un mistero da risolvere.

Ormai deluso e deciso a cambiare strategia stavo per uscire dal locale quando ho sentito la sua voce provenire dall'esterno e lì non ho fatto a meno di darmi dello stupido “ ha detto che sarebbe tornata a controllare il figlio dell'uomo non lui, quindi... ovviamente... un altro ingresso, stupido!” scossi la testa.

Sono corso fuori e quasi non ci siamo scontrati.

- Voi?!- mi chiese sorpresa

- Io! - risposi non curante e felice di averla davanti a me – Vi ho portato la vostra sciarpa – cercai di sembrare il più gentiluomo possibile mentre lei mi guardava titubante, ha preso la sciarpa e per un attimo le nostre mani si sono sfiorate, Annie ha sussurrato un timido e impacciato grazie e cercato subito di allontanarsi da me, da quella strada, da tutto.

- Aspettate! Sono stato qui ore ad aspettarvi! Mi dovete almeno un passeggiata non credete? - sfoggiai il mio sguardo migliore

- Nessuno ve la chiesto signor Frye e sono sicura che la birra vi ha tenuto buona compagnia - ok, ammetto che non mi spettavo una risposta del genere, la guardai, era bella e con il timido e pallido sole di Londra che le illuminava il viso lo era ancora di più, non dissi niente in attesa della mia condanna, ero sicuro che si sarebbe voltata da un momento all'altro e invece mi ha stupito ancora, mi ha sorriso e mi ha preso per un braccio come sono solite fare le dame con i propri cavalieri.

- Solo un passeggiata, Eh... mi chiese con un sorriso beffardo poi continuò – Allora? Dove siamo diretti?-

Rimasi stupefatto, di nuovo, giuro non so cosa passi per la testa di questa ragazza ma è completamente fuori dagli schemi, inoltre mi aveva fregato e con il mio stesso modo di fare.

Abbiamo camminato per un bel po' passando dai quartieri popolari a quelli industriali dove abbiamo incontrato alcuni dei bambini di Clara, a quanto pare conoscevano già Annie, quei piccoli mocciosi non si sono lasciati sfuggire l'occasione di prendermi in giro, canticchiando canzoncine stupide e irritanti su noi due, a volte sanno essere delle vere e proprie pesti e io non potevo certo rispondergli avendo una ragazza al mio fianco così siamo andati oltre.

- Allora Miss – iniziai – Com'è possibile che io non ti abbia mai visto ? Tutti sembrano conoscerti, tutti tranne me - sorrisi

- Strano eh? Non sembri un tipo cauto e come minimo avresti dovuto venire da me con un braccio rotto o chissà cosa anni fa – la osservai a quanto pare non voleva dirmi niente di lei e sembrava a disagio così decisi di non insistere, rimanemmo in silenzio per qualche isolato.

- Verde? - la sua voce ruppe il silenzio – Come mai?-

- Perché mi dona! Non trovi? - lei scoppio a ridere – Onestamente non lo so, speranza... forse - proposi e lei annui forse avevo risposto giusto. Passammo vicino ad una fabbrica dove lavoravano dei bambini

- A volte... - mi confessò – penso che avrei potuto finire come loro e non è giusto... ma non posso fare molto per aiutarli -

-Ma io si! – lo stupore nei suoi occhi mi regalò un emozione nuova

- Senza farti uccidere? - io di tutta risposta alzai le spalle

Doveva essere solo una passeggiata tranquilla ed ora stavo per infiltrarmi in una fabbrica che sfruttava i bambini per liberarli, scossi la testa, ma trovare un gattino ferito per le vie di Londra e aiutarlo no? Sarebbe stato meno faticoso e più eroico.

 

Il tempo passa in fretta e senza che me ne rendessi conto Jacob Frye era entrato nella mia vita da quasi un mese, devo ammettere che in quel periodo Londra stava cambiando e mai mi sarei aspettata di ritrovarmi senza lavoro a causa di questi cambiamenti. Quella mattina mentre camminavo per raggiungere il manicomio di Lambeth non riuscivo a credere alle voci dei bambini a bordo strada, urlavano cercando di attirare l'attenzione dei passanti per vendere i propri giornali. Anch'io ne avevo preso uno quella mattina e avevo letto con orrore il titolo “scandalo a Lambeth” ero arrivata presto al manicomio, avevo aggirato la polizia, i curiosi al cancello e avevo cercato Miss Lux.

E come farò? Mi chiesi mentre camminavo senza un meta precisa, quando non sapevo dove andare normalmente mi dirigevo alla stazione più vicina, il fischio dei treni, il continuo vociare dei passeggeri, le urla dei bambini e dei venditori e la musica di qualche strumento perché c'è sempre qualcuno che suona, tutti questi rumori per me erano vita, erano normalità ma se quel giorno avessi saputo che il suo treno sarebbe arrivato in stazione non ci sarei mai andata, per fortuna non lo sapevo.

Per la prima volta vidi Evie, era veramente bellissima ed era chiaramente l'opposto di suo fratello, andammo subito d'accordo, era divertente prendere in giro insieme Jacob discutendo dei suoi modi di fare poco ortodossi, della sua incapacità di fare come gli veniva chiesto e tutto ciò con lui affianco a noi.

- Già! Ed è un tale testone! - mi confermo la sorella

- Però... seppur con qualche danno riesce a risolvere la situazione, prendi quella fabbrica..-

- Ah! Lo sapevo! - esultò Evie – non poteva essere andata a fuoco così facilmente

- Hey! Ti ho già spiegato che non era colpa mia – cercò di difendersi Jacob

- Sei il solito casinista! -

- Il fatto che io crei problemi non significa che abbia anche la soluzione, per quella ci sei tu cara sorellina - batté una mano sulla sua spalla. Io li osservavo mi sarebbe piaciuto avere qualcuno su cui fare sempre affidamento come loro due, litigavano ma si capiva chiaramente che in caso di necessità uno sarebbe andato incontro all'altro.

- Lavora con Noi! - propose Evie

rimasi interdetta, l'idea non era male

- Ottima idea sorella, c'è sempre qualcun da ricucire tra i Rooks-

L'idea mi piaceva.

- E poi almeno Evie avrà un altra ragazza con cui parlare del suo amato Greene, non ne posso più di sentirla – commentò esasperato tirando frecciatine alla sorella

- E io avrò qualcuno a cui affidarti dopo averti dato una bella lezione!- ribatté lei

Risi, ormai ero convinta

– ok !- dissi consapevole del fatto che da li a poco i due fratelli avrebbero iniziato una rissa ed il mio nuovo lavoro sarebbe iniziato subito.

 

   
 
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