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Autore: nellad    16/01/2016    1 recensioni
Pochi giorni al Natale, per Jane e Maura un caso dagli insospettabili risvolti
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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~~Maura sapeva dove si rifugiava Jane quando voleva stare sola, e preso il pesante giubbotto della Polizia, salì sull'ascensore.
Jane sulla terrazza del Dipartimento di Boston, guardava il sole spegnersi e le nuvole cariche di tempesta calare sulla città, e su di lei.
Il vento gelido da nord, portava odore di neve e trasformava le lacrime che le rigavano il viso, in lame taglienti.
Maura raggiunta la terrazza, vide quella figura alta e sottile stagliarsi contro il cielo. Pantaloni e giacca aderivano al corpo di Jane, spinti da un vento freddo, che le scompigliava i lunghi capelli ondulati. Le mani strette al parapetto, il mento sollevato a quel cielo plumbeo, Jane agli occhi di Maura, pareva prepararsi ad un'onda che la volesse travolgere. Una mano invisibile strinse il suo cuore in un pugno.
Appoggiò il giaccone sulle spalle di Jane.
J: Maura, ti prego..
Maura non la sentì. Le prese le mani dal parapetto infilandole nelle maniche
J: lasciami sola, ok?
Maura, nemmeno la guardava. Sistemò il colletto sollevandolo per coprirla
J: Maura per favore...
Maura strinse il giaccone, agganciò le due estremità della zip chiudendola fino in fondo.
Poi guardò Jane negli occhi e parlò
M: ho paura sai? Ho paura quando esci dalla porta della sala autopsie dopo che mi hai portato il caffè per andare non so dove a fare non so chè, ho paura quando un proiettile di pistola trapassa il tuo corpo, ho paura quando ti lanci in un fiume per salvare un uomo, ho paura quando vedo le cicatrici sui palmi delle tue mani e ho paura che un giorno Korsak venga da me piangendo. Io so' cos'è la paura.
J: Maura è diverso, io sono un poliziotto.
M: credi che questo mi consoli Jane? Mi allontani dalla paura? No, io accetto che tu sia ANCHE  un poliziotto, ma tu SEI JANE.
Maura che per tutto il tempo non aveva lasciato il bavero del giaccone di Jane, appoggiò la fronte sulla sua spalla, e il poliziotto, e la sua Jane, non poté far altro che stringersela addosso.
Poi il tempo tornò a scorrere..
M: ci vorrà un giorno o due, andrà tutto per il meglio, a Natale ci abbufferemo con le lasagne di tua madre, te lo prometto.
Jane la strinse ancora di più a sè.

L'agente Di Nozzo stava bevendo un caffè nell'attesa che il suo capo e il tenente uscissero dall'ufficio. Non aveva sentito arrivare nessuno alle sue spalle, ma aveva imparato ormai a cogliere le lievi differenze.
D: detective Rizzoli...Disse ancor prima di girarsi.
J: non permetterai che le capiti qualcosa vero?
D: non lo permetterò.

Maura prese dal suo ufficio tutto quanto le sarebbe servito col dottor Mallard, lasciò disposizioni per Susie e per come collegarsi con Washington in videoconferenza.
Per tutto il viaggio fino a casa di Maura, ne lei ne Jane parlarono.
M: Jane, puoi restare da me questa notte, ed essere già qui per accompagnarmi all'aeroporto.
J: Sì, va bene.
Maura lasciò a Jane l'incombenza di pensare a qualcosa per cena, mentre dopo essersi fatta una doccia, preparava la valigia per Washington.
J: ho pensato che una pizza andasse bene, l'ho appena ordinata. Disse Jane a Maura vedendola entrare in cucina con indosso un pantalone morbido, una maglia leggera a maniche lunghe e al di sotto una  canottiera con una profonda scollatura a V.
M: è proprio quello che volevo. Non ci sono basi scientifiche ma la pizza mi mette sempre di buon umore, certo a causa dei carboidrati presenti non bisogna esagerare. Sai che possono dare dipendenza? I carboidrati intendo.
Diceva tutto questo apparecchiando il bancone della cucina, mentre Jane seduta sul divano, era preda di uno zapping compulsivo.
Maura le si parò davanti.
J: così non vedo.
Maura con finto cipiglio allungò un braccio verso Jane per farsi consegnare il telecomando.
M: niente televisione signorina se prima di cena non vai a farti una doccia.
Maura stava cercando di stemperare la tensione di quei giorni, i timori di Jane per la partenza di domani, quel silenzio che le aveva accompagnate dalla Centrale fino a casa.
Jane capì.
J: uffa.
Allungò le braccia verso Maura
J: sono a pezzi, aiutami..
Maura aiutò l'amica a sollevarsi prendendole le mani e tirando verso sè, con Jane che per gioco non collaborava. Barcollando e ridendo, si trovarono una di fronte all'altra.
Nessuna delle due era intenzionata a sciogliere quel contatto troppo presto, e anche se per loro non era un gesto abituale, ora ne avevano bisogno.
Guardare gli occhi di Maura, da qualche tempo, rendeva Jane strana. Vedeva cose che non aveva mai visto prima, temeva che potessero leggerle dentro, se ne sentiva attratta e al contempo li rifuggiva.
Jane abbassò gli occhi, guardò quelle mani sottili che stringevano le sue e senza lasciarle, abbracciò Maura.
Jane, Jane che non sopportava di essere abbracciata nemmeno da sua madre, Jane che in passato aveva subito i suoi abbracci, e quelli dei suoi fratelli, con smorfie e battute sarcastiche, Jane ora la stava abbracciando.
Maura tenne strette quelle mani, quelle braccia attorno a sè, piegò il capo accarezzando delicatamente con la guancia quella di Jane.
Un dolce calore pervase Jane nel sentire sul suo viso la pelle morbida e fresca di Maura, assecondò per un attimo quella carezza, poi si staccò da quella guancia per posarvi un bacio, un altro,  e un altro ancora.
Poi il telefono di casa Isles suonò.
Maura non sapeva se maledire quello squillo o ringraziarlo, ma quando Jane allentò la stretta dell'abbraccio, la bionda col viso arrossato ne approfittò per andare a rispondere al telefono, mentre una Jane un po' confusa corse di sopra a farsi la doccia.
Dopo cena, come capitava spesso, guardarono la tv sedute sul divano. Con nessuna che parlava, il frastuono dei loro pensieri era assordante.
M: Jane dovremmo provare a riposarci un po'.
Si salutarono sulla porta della camera degli ospiti che Jane occupava quando si fermava da Maura.
Jane stesa sul letto pensava agli ultimi giorni trascorsi, ai prossimi che l'attendevano e a quanto stava o non stava accadendo tra lei e Maura .
Maura cercava di distrarsi leggendo, ma non poteva  non ripensare a quell'abbraccio di Jane e a come lei era di fatto fuggita. Ora dalla camera accanto alla sua, le pareva di sentire Jane rigirarsi di continuo nel letto. Come avrebbe interpretato quella fuga? E la carezza che l'aveva preceduta?
La porta di Jane si aprì lasciando filtrare un poco di luce dalla finestra del corridoio.
Maura scostò le coperte, Jane le fece spazio accogliendo l'amica che sdraiatale accanto, poggiava la testa sulla sua spalla abbracciandola.
M: almeno adesso smetterai di girarti e rigirarti e potremo dormire un po'.
Maura pur non vedendolo, poteva sentire il sorriso di Jane

   
 
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