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Autore: Nlc    15/03/2009    1 recensioni
“L’allegria è uno stato dell’animo che cresce e sostiene la forza del corpo ad agire, la tristezza è al contrario uno stato d’animo che diminuisce e ostacola la forza dell’agire. L’ allegria è dunque cosa buona.” ( Baruch Spinoza )
Ringrazio innanzitutto a Fanny 87 che ha contribuito occasionalmente alla stesura del racconto. Ho cominciato questo racconto come revisione di un altro che era un vero e proprio flop,credo che questo sia migliore. Non è stato facile per me questo racconto. Ho interrotto spesso. Ho dovuto affrontare cose a me non facili. Ho cominciato in un periodo di luglio e l’ho finito il 15 aprile 2005. Buona lettura!
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 2

2.

Un uomo seduto su una panchina stava leggendo un giornale. Era una giornata di primavera e si sentivano le voci dei bambini che correvano per il giardino.

Una bambina dagli occhi verdi e i capelli castani s’avvicinò. Avrebbe avuto circa 6 anni. I suoi grandi occhi s’ illuminarono e le sue fossette intorno alla bocca le donavano una sensazione di spensieratezza e gioia.

“ Papà,mi compri il palloncino?” poco più in là,di fronte al giardino, un signore anziano con un grosso naso e pelato vendeva dei palloncini colorati.

“ Va bene,tesoro!” L’uomo ripiegò il giornale,se lo mise in tasca ed avanzò insieme alla sua bambina. Era un bell’uomo,occhi verde smeraldo,capelli biondi,alto,scolpito,spalle larghe indossava una camicia bianca- azzurra e jeans.

“ Voglio quello blu! Come il cielo” disse la piccola.

Il padre lo prese e lo pagò. La bambina lo prese,ma se lo fece scappare dalle mani.

“ Oh no!”esclamò la bimba.

“ Non ti preoccupare,il palloncino vola sicuro nell’ aria. Arriverà in paradiso dove le anime lo accoglieranno con festa e a quel punto esploderà per spargere i sorrisi dei bambini di tutto il mondo e si ricorderanno per sempre….”

 

Ania Piange…piange…le sue lacrime fanno rinascere ricordi magici uno dopo l’ altro. Il dolore si propaga come un sassolino caduto in acqua che crea onde…un vortice di emozioni.

 

Era un giorno d’ estate. Il sole caldo era alto nel cielo. La famiglia Caminetti si trovava nel giardino di casa dove Giorgio stava facendo il barbecue,mentre Stefania e la piccola Ania giocavano con l’ acqua. Stavano annaffiando le piante del giardino.

“ Stefania,Ania…è pronto!”Le chiamò.

“ Ora veniamo! Tesoro,vatti a cambiare,sei tutta bagnata!” La piccola mise giù il tubo dell’ acqua.

Dopo 10 minuti arrivò correndo. “ Ehi,papà è arrivato il mio pianoforte?”chiese

“ Ancora con sto piano. Giorgio è troppo piccola…non metterle in testa strane idee,non può fare la pianista…ehi,mi ascolti?” La madre parlava a vuoto

“ L’ ho ordinato,ma nel frattempo puoi suonare sul mio!” disse rigirando le bistecche.

“ Urrà!” urlò con gioia.

“ Giorgio…non va bene…” disse risentita girando la testa dall’ altra parte.

“ Perché è negato sognare?” rispose.

“ No,però te ne preoccuperai tu in futuro se non avrà successo! La piccola ha talento,ha ereditato da te ma non basta..” ribatté.

“ C’è la passione e la passione è il sale della vita! Senza di essa tutto è insipido! Come sai che t’amo pazzamente !” disse lui.

“ Ti amo!”Si baciarono. Si sentì uno strano odore di bruciato.

“ Papà…le bistecche…stanno bruciando…”

“ Oh,caspita!” Le tolse velocemente con un guanto per non scottarsi e le porse nei piatti.

“ Mettici la salsa,è più buona!”le consigliò il padre.

“ okay!” disse contenta.

“ Giorgio!” lo chiamò indispettita lanciandogli una fulminata.

“ Che c’è?” le chiese placidamente.

“ La vizi troppo!”ripose.

 “ Lo so,ma è una bambina!I suoi sorrisi mi riempiono di gioia e sono felice che la musica è dentro il suo cuore.”  disse guardandola,mentre andava a sedersi. Presero i piatti e si misero a mangiare sul tavolo pieghevole.

Le finestre erano aperte e sì sentì suonare il telefono.

“ Vado a rispondere! Voi fate i bravi” esclamò Stefania. Giorgio era una sagoma: si mise a tirare i pezzetti di pane alla figlia e lei li ritirava facendo diventare un pranzo o una cena una battaglia navale di molliche di pane. Ed ogni volta Stefania doveva rimettere a posto.

Stefania ritornò. Vide il casino,ma lasciò perdere.

“ Era mia madre. Ha detto che il suo aereo è arrivato con un’ora d’anticipo…”

“ Ma quella donna le ali non ce l’ha?” Stefania lo guardò contrariata per la battuta.

“Ho capito…la vado a prendere..” disse esasperato.

“ Caro,non ce n’è bisogno! Prenderà un taxi e…”

“ e ?” chiese lui. La bimba era intenta a mangiare e non li stava a sentire. “ E ha detto che la devi andare a prendere!” continuò.

“ Lo sapevo! Quella donna non si smentisce mai! Neanche tuo padre se la stingeva con lei.”disse scherzando.

“ Ti amo,finisco di mangiare e parto per l’ aeroporto di Fiumicino!”

La madre di Stefania s’era trasferita dopo la morte del marito a  Instabul dove abitava una sua cugina ed una volta al mese veniva giù a trovare la figlia. E quel giorno era  arrivato.

Finita la cena,Giorgio si preparò e tirò fuori la macchina dal garage.

“ Guida con prudenza!” consigliò Stefania.

“ Papà,posso venire con te?” chiese la piccola.

“ Il viaggio è lungo,ti stancheresti. Resta con la mamma,le farai compagnia!”

“ Papà..”

“ Si,che c’è?”

“ Ti voglio bene!” manifestò Ania.

“ Te ne voglio anch’io! Ciao!”

Partì.  Poche ore dopo arrivò la notizia. Erano le 11,30 di sera e non erano ancora arrivati. Stefania ,con addosso un vestito celeste chiaro, girava per le stanze preoccupata chiamando il cellulare del marito,ma non rispondeva e il cellulare della madre faceva irraggiungibile. Era nel panico  totale . il cuore le batteva all’ impazzata.

 La piccola si svegliò  reggendo l’orsacchiotto in mano,sentendo la madre girare come una forsennata. “ Mamma,papà non è ancora tornato?”Si stropicciò gli occhi. “ No,tesoro no . Torna a dormire.”rispondeva facendo finta di niente,ma…Il campanello suonò.

“ Eccolo è lui!” Aprì la porta: era la madre.

“ Mamma…ciao!” L’ abbracciò. L’ abbracciò anche lei caldamente.

“ Mamma,cos’hai? Sembri sconvolta,dov’è Giorgio? A mettere la macchina in garage?” La madre fece cenno di no con la testa e chiuse la porta. La sua faccia era bianca come il latte:fece sedere Stefania sul divano e le disse la notizia.

Stefania si sentì gelare,urlò, scoppiò in lacrime e si contorse dal dolore,mentre la nonna piangeva con lei tenendola stretta tra le sue braccia. Non pensando che la piccola era un piedi, la piccola Ania era lì a sentire  tutto stringendo il suo orsacchiotto forte .

In autostrada Giorgio guidava con la sua alfa romeo….

il traffico era regolare.. forse un colpo di sonno,un malore non so…improvvisamente la macchina ha sbandato e si è schiantata contro un tir fermo su una piazzola di sosta.

Dopo un po’ dei poliziotti arrivarono all’aeroporto di Fiumicino dove la nonna aspettava spazientita e preoccupata. I poliziotti avevano rilevato la targa della macchina e capito dove di dirigeva accompagnando la nonna fino a casa.

In quel momento Ania,vicino al pianoforte del padre,vedeva sua madre piangere ed urlare. Da quell’ attimo lei percepì che la musica sarebbe stata la sua vita.

 

 

  
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