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Autore: egypta    15/03/2009    4 recensioni
"Ormai erano ore che camminavo per il bosco, con gli occhi consumati della lacrime che ancora adesso continuano a scendere, solcandomi le guance ormai arrossate e scheletriche.
Non mangiavo, non bevevo, mi limitavo solo a continuare a esistere, sperando che l’angelo della morte si accorga di quest’anima in pena e la porti con se, in un mondo fatto di felicità e spensieratezza, dove mi auguro possa essere più felice.
Ma ormai anche la felicità è voltata via, con il nome di Edward Cullen, che se l’è portata via con se. La mia vita, si è portato via con se. E ormai non c’è modo di riprendermela."
Una Bella consumata dalla perdita di Edward, si ritroverà nel filo di una parentela di vampiri molto speciali, che perfino i vampiri stessi credevano fossero leggenda, o solo un altro modo per identificare i Volturi... Ma forse le cose stavano diversamente...
Mia seconda ficcy su Twilight... Spero che vi possa piacere^^
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Hunters

Mi sciugai una goccia di veleno nero che mi rigava il mento, sazia ed appagata.
Il prigioniero non era davvero niente male.
Dopo l'incontro con i vegetariani, decisi di lasciare perdere la caccia all'aria aperta e sfamarmi con il progioniero che avevano catturato i miei fratelli qualche giorno prima.
Aveva un buon sapore, ovviamente sempre con quel retrogusto amaro, ma pur sempre prelibato.
Era buffo il fatto di disprezzare un odore sgradevole, quasi insopportabile, ma allo stesso tempo desiderarlo con ardore.
Guardai per l'ultima volta il mio pasto quasi del tutto squarciato ed irriconoscibile, del tutto lontano dall'affascinante giovane di qualche ora prima.
Tsk, e meno male che erano forti e indistruttibili..., pensai, scettica.

Le mura di pietra nera erano ricoperte di graffi e profonde incisioni, risultato di una lotta appena conclusa.
E meno male che erano resistenti, sennò dalle botte che gli avevo fatto prendere a ques't ora della torre non ci sarebbe rimasto niente, a parte un mucchietto di pietre spaccate e sbriciolate.
Uscì dalla prigione con disinvoltura, come se non fosse successo niente, e mi avviai verso il piano superiore, verso la mia stanza.
Raggiunsi la scalinata, e in quel momento buttai un'occhiata alla porta ancora sigillata, che non avevo avuto ancora il tempo di visitare, e come me, i miei fratelli.
Mi fermai di colpo, con una mano sulla ringhiera a fissare la porta.

Aveva la forma di un arco a tutto sesto, decorato con motivi floreali neri e dorati.
In tutto il giro dell'arco, in Latino, vi era incisa la preghiera del Padre Nostro, in un oro sbiadito ma pur sempre brillante.
Incima all'arco, vi era incastonata una pietra di Onice nera con disconnesse venature dorate.
Era bellissima, un vero e proprio capolavoro che richiamava il Medioevo, il gotico.
Le rifiniture della porta, della pietra d'Onice, e di quant'altro, erano perfettamente curate e levigate.
Non vi erano maniglie, quindi intesi che per aprirla bisognava spingere.

Mi avvicinai lentamente alla porta, scrutando ancora con occhio critico tutte le minime rifiniture, e mi decisi ad aprirla.
Portai lentamente una mano verso l'apertura, ma prima che potessi raggiungerla, qualcosa dentro il telaio di sostentamento si mosse con un sonoro crack.
Un secondo dopo, le due aperture si aprirono.
Quando furono del tutto spalancate, rimasi meravigliata da quello che vidi: una stanza grandissima e spaziosa, con come luce dei grandi calici di fuoco, attaccati alle pareti di pietra nera.
A riempire l'ambiente, c'erano immensi scaffali pieni di libri, alcuni anche molto vecchi, a giudicare dal loro stato. Le file di scaffali erano innumerevoli e di legno di quercia.

Mi risvegliai dal mio stato di mummificazione, e entrando dentro la stanza, percorsi quella che doveva essere la via principale, dritta, davanti a me, per arrivare al centro della biblioteca.
Man mano che procedevo, mi accostavo ai libri e ne sfioravo alcuni. Erano polverosi e fragili, come le ossa degli esseri umani a contatto con le mani dei vampiri.
Erano innumerevoli, e di epoche diverse, dal Medioevo al Rinascimento, dal '700 al '900, e così via.
Arrivai al centro della stanza, e mi farmai.
Li gli scaffali si interrompevano, e lasciavano spazio a un grande tavolo tondo, di vetro scuro e molto spesso, con introrno un muretto di pietra circolare con sopra dei cuscinetti neri a rifinitura dorata.
In due punti precisi, il tavolo e il muretto, si smezzavano in due parti, e il tavolo si tagliava a cerchio nel mezzo, lasciando uno spazio vuoto.
Nel centro, si alzava una specie di scalinata fatta di un gradone solo, e sopra, vi era depositato un bellissimo pianoforte nero lucidissimo, con davanti alla tastiera un seggiolino rifinito in nero.
Strano, il pianoforte era stato inventato molto tempo dopo il Medioevo, chissà come c'era finito lì.
Poco più in la del tavolo, gli scaffali riprendevano il loro corso.
Rimasi per la seconda volta affascinata da quello che vidi. Prima la porta, poi la Biblioteca.
Cavoli, la Biblioteca dei miei sogni!
Piena di libri che soddisfano le curiosità più complicate, che rispondevano ai miei quesiti!

<< Wow >>, mi sfuggì, intanto che continuavo a guardarmi intorno.
Sulle mie labbra si disegnò un enorme sorriso: non vedevo l'ora di farlo vedere ad Alicia, lei adorava le Biblioteche, diceva che un buon libro e l'odore di pagine stampate che si trovava nell'aria l'aiutava a rilassarsi.

<< Quanti libri pensi che ci siano qua dentro? >>, chiese, una voce squillante, dietro di me.

<< Non ne ho idea. Di sicuro non pochi >>, risposi, prima di voltarmi e trovarmi faccia a faccia con lei.

Alicia aveva un'espressione sognante ed eccitata, ed intanto che si guardava intorno il suo sorriso cresceva. Man mano che sfogliava con lo sguardo gli scaffali pieni di libri, un qualcosa dentro i suoi occhi, umani, prese a luccicare costantemente.
Ci guardammo negli occhi, e dopo esserci scambiate uno sguardo d'intesa ci buttammo a capofitto dentro le pagine dei libri.


.Angolino.

Lo so, lo so, sono un POCHETTO in ritardo con l'aggiornamento, ma purtroppo, il mio computerino straripava dai virus, che tra l'altro non so nemmeno come ho fatto a prenderli -_- , e quindi mi è toccato resettare il computer e riportarlo a zero -.-... Se non esistessero gli zii bisognerebbe inventarli...
Cooomunque, questo capitolo è solo di passaggio, dal prossimo capitolo, udite udite, la famiglia Cullen farà la sua comparsa^.^
XD comunque grazie dei vostri bellissimi commenti, ne sono davvero onorata^^
Mi raccomando, continuate a commentare^^
Ciaooo, Egypta
  
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