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Autore: Robigna88    18/01/2016    2 recensioni
SEQUEL DI THE FAMILY BUSINESS
Elijah ed Allison stanno insieme da poco quando John Constantine, che di solito preferisce lavorare da solo, chiede aiuto alla cacciatrice. Lei è l'unica di cui, a parte Chas e Zed, si fida a sufficienza. E' una persona che come lui conosce le atrocità di quella vita e che nonostante tutto combatte ancora. Una persona che ha molti amici e molti nemici, che ha stabilito alleanze e ha una grande abilità nel cacciare. I loro cammini si sono incrociati diverse volte per piccoli casi risolti velocemente. Stavolta però si tratterà di lavorare fianco a fianco per lungo tempo, dare vita a nuove collaborazioni e combattere nuovi e oscuri nemici. Questa collaborazione quanto minerà gli equilibri della appena nata relazione tra l'Originale elegante e la bella cacciatrice?
IL CROSSOVER COMPRENDE, OLTRE A CONSTANTINE, ANCHE SPN E TVD.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elijah, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'The family Business'
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NDA: Nel prossimo capitolo un flashback che forse vi spezzerà il cuore e un incontro tra la nostra bella cacciatrice e... lo scoprirete nel prossimo capitolo ;D buona lettura e lasciatemi un commento se vi va :)
Roby.
PS sotto la gif pù bella che credo di aver mai creato (abbasso la modestia) e che è un'anticipazione di un futuro capitolo... speciale. Vi piace?

kiss

21.

 

 

 

 

 

Era arrivato il momento di parlare. Erano rimasti fin troppo tempo nella loro bolla di felicità, a fare l’amore e a festeggiare come la più normale delle coppie… ma la bolla era esplosa e per entrambi era arrivato il momento di affrontare la realtà.

Allison sapeva che qualcosa impensieriva Elijah; poteva leggerglielo in quegli occhi scuri ogni volta che la guardava. Nel modo in cui finiva per sorriderle ogni volta che apriva la bocca come se volesse dirle qualcosa ma poi non diceva nulla. Non sapeva cosa fosse a preoccuparlo ma sperava che non fosse la stessa cosa che preoccupava anche lei.

Voleva che quella la sentisse uscire dalla sua bocca, perché capisse quanto le costava dirlo e soprattutto quanto le faceva male sapere che era vero.

Forse, pensò, mentre lo raggiungeva fuori sul portico portandosi dietro due bicchieri di vino, anche lui sapeva che qualcosa preoccupava lei, perché in qualche strano modo lui lo sapeva sempre.

Natale era oramai passato da un paio di giorni, Victor era tornato a casa, i suoi amici alle solite cose… John non aveva ancora smesso di fare il cascamorto con Freya e il nuovo anno era alle porte. Per loro due, temeva la cacciatrice, non sarebbe iniziato nel migliore dei modi.

“Si gela, ma ho la sensazione che un buon sorso di vino italiano ci scalderà” gli disse porgendogli un bicchiere e poi prendendo posto accanto a lui su quel piccolo salottino di vimini che adornava la verandina.

Lui sorrise, poi bevve un sorso. “Rosso di Montalcino” sussurrò dopo aver deglutito. “Aroma fruttato e un po’ speziato, come piace a me.”

Allison lo imitò e bevve, poggiò il bicchiere sul tavolino di fronte e sospirò. “Mi ero ripromessa di aspettare fin quando fossimo stati entrambi abbastanza ubriachi, ma odio quando facciamo… questo” disse muovendo le dita in cerchio.

“Questo cosa?” l’Originale elegante si portò di nuovo il bicchiere alle labbra mentre si voltava piano per guardarla negli occhi.

“Fare finta che tutto vada bene quando in realtà non è così. So che c’è qualcosa che ti preoccupa e so che tu sai che c’è qualcosa che preoccupa me. E credo che sia arrivato il momento di sputare il rospo, per entrambi.”

Elijah abbozzò un sorriso prima di abbassare lo sguardo e fissarlo sulle sue mani che stringevano il bicchiere. Allison Morgan… l’unica in grado di capire che qualcosa non andava solo guardandolo negli occhi. L’unica in grado di vedere sotto la corazza che si era costruito nel corso dei secoli, attraverso quel muro che aveva messo su mattone dopo mattone dopo ogni dispiacere ed ogni perdita.

Non c’era da stupirsi d’altronde, visto che quel muro lei lo aveva completamente abbattuto senza neppure provarci. Solo standogli accanto.

Sì, quell’anello era al dito della donna giusta; la donna che amava. E quella donna meritava qualche spiegazione.

“Quello che mi hai mostrato quando credevi che saresti morta. La nostra… perfetta vita insieme.”

Finalmente il vampiro rialzò lo sguardo e lo puntò dentro gli occhi ora smarriti della sua fidanzata. Era come se si aspettasse qualcosa di diverso, non decisamente quelle parole.

“Era bellissima ed ero felice ma…” continuò.

“È stato vedere che ci immaginavo genitori vero?” lo interruppe Allison piegando poco il capo.

Lui annuì, perché mentire con lei era inutile e perché nonostante tutto vigeva ancora la regola numero uno tra loro; nessun segreto. “Non c’è niente che mi farebbe più felice di darti quella vita. Ma se è quella la felicità che ti aspetti di avere con me, io non posso dartela. Perché non potrò mai darti quella bellissima bambina che ho visto nei tuoi pensieri. E ci penso da allora… perché tu la meriti, meriti di essere madre e io…”

“Elijah” Allison gli prese una mano e la strinse forte, l’altra gliela poggiò sul viso con delicatezza. “Il punto di quella fantasia non era la bambina. Io non ho mai neppure pensato di avere una vita felice come quella. Non ho mai neppure osato sperare in un lieto fine per me e per la mia storia, non prima di te” gli disse. “Il punto è che tu mi fai sentire amata e protetta e felice… così felice da credere che possa esserci un futuro normale e bello anche per me. So quello che puoi darmi ed è più di quanto avrei mai sperato. Io ti amo, ti amo esattamente per come sei e non voglio niente di più.”

L’Originale sospirò, poggiò il suo bicchiere di vino accanto a quello di Allison e con dolcezza le si avvicinò fino a poggiare la bocca sulla sua. Il sapore del vino, unito al calore della sua lingua gli provocarono un brivido lungo la schiena e in un attimo ogni cosa tornò al proprio posto.

Con riluttanza staccò la bocca dalla sua e la prese in braccio. Baciandola ancora, la portò dentro.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

“Tristan!” la voce di Aurora riecheggiò nell’edificio vuoto seguita da alcuni passi veloci ma leggeri.

L’uomo alzò gli occhi per guardare sua sorella ma non lasciò andare la penna che stava stringendo in mano, né mise di lato tutte quelle scartoffie di cui ancora doveva occuparsi. Dannata burocrazia. Essere a capo di una grande organizzazione come la Strige comportava anche quello, che il capo fosse un vampiro oppure un semplice uomo.

“Sorella cara,” le disse sorridendo. “Che succede?”

“Non riesco a trovare la mia collana.”

“Mi dispiace ma non vedo quale sia il problema. Hai parecchi gioielli, indossane un’altra.”

Aurora lo fissò perplessa, poi sul suo viso delicato si affacciò un’espressione feroce. “L’hai riportata a quella cacciatrice non è vero?”

“Ah” Tristan tornò ad occuparsi dei documenti che stava firmando. “Quella collana. Sì, l’ho riportata alla signorina Morgan perché appartiene a lei. E tu non ne hai bisogno; come ho già detto, hai parecchi gioielli sorellina.”

La donna strinse i pugni. “La rivoglio e andrò a riprendermela. E ucciderò quella dannata cacciatrice, perchè in fondo era quello che avremmo dovuto fare già molto tempo fa, quando abbiamo scoperto che era lei la minaccia per la famiglia originale.”

“Lei non è più una minaccia, possiamo tenere Elijah e gli atri al sicuro grazie alla serratura, li rinchiuderemo lì dentro e il gioco sarà fatto.”

“La serratura è il piano B e potrebbe andare storto, non sappiamo come funzioni davvero quell’aggeggio e adesso, per giunta, è nelle mani di Klaus. Siamo tutti in pericolo Tristan. Propongo una votazione, dovremmo chiedere anche a Lucien cosa ne pensa… in fondo la sua vita è in pericolo tanto quanto le nostre. Qualcosa mi dice che starà dalla mia parte.”

Tristan tirò fuori dalla tasca il piano B e lo poggiò sul bancone di quell’improvvisato bar che era diventato il loro rifugio. “Ti senti più tranquilla ora?” chiese a sua sorella tornando a guardarla. “Scordati di quella collana, te ne comprerò una uguale. La signorina Morgan è off-limits Aurora, non le verrà torto un capello. Sono stato abbastanza chiaro?”

Aurora strinse tra le dita la serratura, poi abbozzò un sorriso un po’ più rilassato. “I tuoi sentimenti per quella donna stanno diventando un problema fratello. Ricomponiti! Lei non ti ricambierà mai.”

Mentre lei si allontanava, Tristan afferrò il telefono e corrugò la fronte leggendo il messaggio appena arrivato. Sorpreso si alzò e afferrò il cappotto pronto ad uscire.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Klaus pensò che se era quello il sapore della felicità non lo aveva mai sperimentato prima. Neppure da bambino, neppure quando aveva deciso di prendersi le cose che voleva senza chiedere permesso a nessuno. Neppure quando Caroline si era lasciata andare tra le sue braccia.

Eppure lui quella giovane donna bionda l’aveva desiderata e aveva creduto di amarla… creduto.

Perché solo ora mentre stringeva tra le braccia Cami si rendeva conto che per la bella Caroline Forbes non era mai stato amore. Non lo era stato neppure per Aurora o forse sì ma era passato troppo tempo e se ne era scordato.

Con la bionda barista stretta al suo corpo aveva passato le due notti più belle e tranquille della sua vita, aveva chiuso gli occhi e si era sentito al sicuro… non si era sentito solo.

Quando li aveva riaperti quella specifica notte, lo aveva fatto per guardarla dormire serenamente, come faceva sempre; con le labbra distese in un sorriso, quella pelle candida e quel viso bello. Ma non appena aveva puntato gli occhi su di lei, la sua felicità era svanita e si era sentito di nuovo solo, come mai prima.

“Camille” le sussurrò stringendola tra le braccia mentre il sangue gli macchiava le mani e macchiava il bianco candido delle lenzuola sotto di loro. “Camille!” urlò.

Ma lei non aprì gli occhi, né si mosse.

Camille era morta e lui ne stava stringendo il corpo inerme tra le braccia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


love
   
 
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