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Autore: Nami Nakamura    15/03/2009    1 recensioni
Una ragazza strana, particolare e lunatica. Un ragazzo solo e problematico, ma che con la sua arroganza fa battere il cuore a molte... ma chi riuscirà a far battere il suo? E cosa combineranno insieme due ragazzi così diversi?
Genere: Romantico, Azione, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio
Note: OOC, Lemon, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Lesson 30 (epilogo) Generazione di Fenomeni

LESSON 30 (EPILOGO): GENERAZIONE DI FENOMENI

 

-Tesoro, se non ti spicci non sarai mai pronto per l’arrivo degli ospiti, lo sai vero? –

Grace Amelia Parker in Malfoy, 33 anni, usciva in quel momento dal bagno, sorridendo ironica. Un bellissimo vestito lilla fasciava il suo corpo formoso di donna, le spalline sottili sostenevano un corpetto stretto e tutto ricamato, la gonna non molto ampia scendeva poco più giu del ginocchio in armoniose pieghe che facevano frusciare il raso leggero sulle gambe tornite e snelle, i lunghi boccoli viola le ricadevano sulle spalle e gli occhi di un violetto brillante luccicavano di gioia.

-Sì…sì lo so…però sai, stavo pensando, e ho perso la cognizione del tempo. –

Draco Lucius Malfoy, 33 anni, stava seduto sul loro letto matrimoniale appena rifatto con la magia. I capelli biondi ancora un po’ scompigliati, la camicia leggera semiaperta, una fotografia in mano.

-A cosa pensi? –

Chiese la donna, avvicinandosi lentamente. L’uomo sorrise.

Era bellissima.

I lucenti capelli biondi erano raccolti in un elegante chignon e nascosti dal velo che le arrivava alle spalle. Gli occhi azzurri erano valorizzati dal trucco leggero e le labbra piene erano rese brillanti dal lucido.

Il vestito con scollo a barca, color avorio, le fasciava il busto delicatamente, come una carezza di satin, e poi scendeva leggero in una gonna di media ampiezza e finiva con un piccolo strascico. Sobrio e semplice, ma comunque speciale, perché indossato da lei.

Percorreva la navata con un dolce sorriso che illuminva i suoi occhi come il sole al mattino. Il padre, che la accompagnava a braccetto, lo guardava con una muta minaccia negli occhi, se l’avesse fatta soffire, lo avrebbe ucciso.

Ma lui non lo vedeva.

Vedeva solo la sua Grace che a passo lento e deciso percorreva quella navata per dire un sì che avrebbe cambiato le loro vite.

Arrivata all’altare, il padre le aveva baciato una mano, e aveva detto al biondo:

-Te la affido Draco, abbi cura di lei. –

Lui aveva assentito con la testa e Christopher era tornato al suo posto, vicino alla moglie che già piangeva, commossa, proprio come Narcissa e la signora Weasley.

Le mani dei due ragazzi si congiunsero, e il prete iniziò a recitare le frasi di rito.

Gli occhi dell’uno erano sempre impegnati a divorare l’altro, a parte quando, ogni pochi minuti, a turno la coppia si voltava verso destra, dove la loro piccola Delia, di appena otto mesi, era impegnata a tirare i capelli sgargianti di un paziente Ronald Weasley. Non potevano fare a meno di sorridere ogni volta che incontravano lo sguardo della figlia, due occhi azzurri come un cielo d’estate e i capelli biondi come quelli di suo padre.

-I ragazzi hanno voluto scrivere da soli le loro promesse. Draco, comincia tu. – disse a un certo punto il prete, sorridendo benevolo al giovane di appena diciannove anni.

Anche lui sorrise, emozionato, guardando la sua Grace negli occhi carichi d’amore.

-Sai Grace, la nostra storia è sempre stata atipica, fin dalla sua nascita, ma se c’è una cosa che sono riuscito a capire fin da subito, è che sei una donna speciale, unica e inimitabile. Sei sempre stata l’unica donna con cui abbia mai potuto parlare, confidarmi, che mi abbia mai ascoltato e dato il suo appoggio e il suo aiuto quando ne avevo bisogno. In te ho trovato tutto quello che mi serve per essere felice: un’amica, una confidente, un’amante, ma soprattutto una donna straordinaria, la madre di mia figlia, con la quale non ho il minimo dubbio di voler passare il resto della mia vita. Con te, ogni giorno significa imparare qualcosa di nuovo. Ho imparato a ridere, a piangere, a guardare la vita da altre prospettive, ma soprattutto, grazie a te ho imparato ad amare. Perciò io ora giuro di amarti e onorarti sempre, da qui alla fine dei miei giorni. –

Già dopo le prime parole, Grace aveva gli occhi lucidi, ma alla fine non riuscì a trattenere una lacrima di gioia e commozione, prontamente asciugata dalla carezza affettuosa di Draco.

-Prego Grace, tocca a te. –

Disse ancora il prete, sempre sorridendo. Con occhi colmi di felicità e amore, Grace iniziò le sue promesse.

-La prima cosa che ho imparato dell’amore è che è imprevedibile. Non sai quando viene, quando se ne va o chi porterà con se. Puoi solo assecondarlo. Quando mi sono resa conto di amarti, mi è sembrato strano, non avrei mai pensato a te come l’uomo della mia vita. Ma quando ti ho conosciuto per l’uomo meraviglioso che sei, non ho più saputo fare a meno di te e della tua presenza. Mi hai fatto capire che per quante avversità possiamo affrontare, il nostro amore può superarle tutte, perché è troppo grande per essere schiacciato, troppo sincero per essere messo in dubbio e troppo forte per cedere di fronte a qualsiasi cosa. Ed è con la promessa di amarti e onorarti sempre, fino all’ultimo respiro, che ti consegno il mio cuore e tutto l’amore che è in grado di provare. –

E ora, persino l’algido Draco Malfoy aveva gli occhi lucidi.

Le mise la fede al dito con mano tremante, disse sì col cuore e con l’anima quando gli fu chiesto se la voleva in sposa, e lei fece lo stesso. E infine, sotto esplicito invito del pastore, la baciò.

Un sorrisino ebete si era stampato sul viso liscio e virile del biondo.

-Pensavo alle nostre nozze, e al fatto che sono già trascorsi quindici anni…sono volati, vero? Sembra ieri che Delia ha imparato a dire papà, con quel sorrisone sdentato…e ora ha gia passato i G.U.F.O… -

Disse Draco, rispondendo alla moglie, che sorridendo dolcemente gli si era seduta accanto e gli accarezzava la nuca passando la mano nei capelli serici.

-Già, è sempre così, quando si è felici il tempo passa più in fretta. – rispose la moglie, guardando la foto nelle mani del marito.

Era per l’appunto una foto animata del loro matrimonio, dove Draco stringeva forte Grace per le vita, mentre la ragazza teneva in braccio una scalpitante Delia. Alla fine c’era una zoommata in primo piano su loro due che si baciavano, sorridendo a fior di labbra.

-Maaammaaa! –

-Diiimmiii! Che succede? –

Una ragazza di quindici anni, alta e snella, con dei bei capelli liscissimi e biondi che le arrivavano al sedere e bellissimi occhi azzurri come polle d’acqua pura si catapultò nella stanza matrimoniale dei genitori, con addosso solo una lunghissima e vecchissima maglietta di un gruppo musicale babbano.

-Che ci fai ancora conciata così? Tra poco i tuoi ospiti saranno qui, vuoi presentarti con una maglietta dei Metallica? – chiese la madre, ridacchiando.

-Non è il momento di scherzare, mamma! Quella peste di vostro figlio mi ha nascosto il vestito che mi hai preso per la promozione, e ora non lo trovo più! Esigo che tu e papà facciate qualcosa, altrimenti lo appendo per i piedi fuori dalla finestra finché non mi dice dove l’ha messo! – disse la ragazza, incrociando le braccia sotto il seno.

-Diplomatica come te, eh amore? – disse il padre, ghignando verso Grace.

-Sì, è un aspetto che ha ereditato da me. Piuttosto, renditi utile e di a tuo figlio di restituire il vestito a sua sorella, mentre io vado a vedere come se la cava il resto della banda. – disse la donna, sorridendo al marito, divertita.

-Come mai quando fa una marachella è solo mio figlio e quando si fa abbracciare tutto coccoloso è figlio tuo? – chiese Draco, un po’ contrariato.

-Perché certi atteggiamenti sono di voi serpeverde non certo miei. – rispose lei, dicolpandosi.

-Ma sentila! Come se lei non avesse mai fatto diventare i miei capelli verde fluorescente! – disse Draco, ironico, facendo scoppiare a ridere la figlia. La madre si atteggiò a finta offesa.

-Insomma, avevi cominciato tu! Non potevo mica lasciartela passare liscia! –

-Mamma sei una grande! –

-Come sarebbe? Vado da Ed, che almeno lui mi capisce! – disse Draco, indignato, lasciando le due ragazze a ridacchiare alle sue spalle e uscendo dalla camera.

Arrivò nei pressi di una stanza piuttosto grande, che sembrava tagliata a metà da una linea invisibile. Metà era tutta dipinta di un rosa pastello classico piuttosto delicato, l’altra di azzurro pallido.

Una parte era piena di disegni bellissimi di fatine e creature magiche varie, l’altra piena di poster di quidditch.

C’erano due scrivanie ai due lati opposti della stanza, una carica di libri ordinatamente disposti in ordine alfabetico, l’ altra colma di libri di pozioni e fumetti babbani.

C’erano due finestre che rendevano l’ambiente luminoso e solare, e tende scure da tirare quando si voleva poltrire fino a tardi la mattina.

Due letti a una piazza e mezza troneggiavano, simmetricamente disposti, vicino alla linea di demarcazione immaginaria, e su uno di essi stava un ragazzino di tredici anni dal viso affilato e la pelle lattea, i biondi e corti capelli platinati coprivano un poco la fronte, gli occhi grigio-azzurri scorrevano veloci le pagine di un libro di pozioni prestatogli dalla madre.

-Eh-Ehm. Edward? Tua madre mi ha mandato a dire di restituire il vestito a tua sorella Delia, prima che ti appenda per i piedi fuori dal balcone. – disse Draco, divertito e segretamente fiero del figlio, entrando nella stanza.

Il ragazzino alzò lo sguardo soddisfatto incrociando gli occhi del padre, ghignando.

-Vuoi davvero che si metta quello pseudo-vestito, papà? È talmente corto, pensavo non approvassi! – rispose il figlio, con quell’aria strafottente e tipicamente Malfoy.

Edward Ace Malfoy era un vero serpeverde fino al midollo, proprio come suo padre. Infatti, oltre ad esserne una copia sputata fisicamente, era anche caratterialmente molto simile a Draco, e aveva ereditato da entrambi i genitori la fastidiosa dote di saper macchinare scherzi incredibili, e quindi la capacità di far impazzire la sorella maggiore.

-Perché, è tanto corto? A me non l’hanno fatto vedere. Se è davvero troppo corto non ridarglielo, ok? –

-Draco! Non dire scemenze e non istigare nostro figlio a farsi uccidere da Delia! –

Si sentì Grace urlare per il corridoio proprio quelle parole. Draco ridacchiò, e si fece restituire il vestito dal figlio, che l’aveva incastrato sotto le doghe dello stesso letto su cui stava placidamente seduto.

-Ah, ancora una cosa. La McGranitt mi ha scritto una lettera dove mi intimava di dire a te e tua sorella di smettere di barare quando giochi a quidditch. Ha detto che usate la telepatia per comunicarvi dove sta il boccino. Un vero cercatore non bara, sai? – disse Draco, severo.

-È successo solo una volta! E non l’abbiamo nemmeno fatto apposta! Sai che a Elly nemmeno piace il quidditch! Solo che una volta mentre mi guardava giocare ha viso il boccino, ha pensato a dove fosse e io l’ho sentita, l’ho preso e abbiamo vinto, tutto qui. –

Spiegò Edward, ghignando. Il padre gliela diede per buona, raccomandandogli di non approfittare più della telepatia con la sorella gemella per vincere a quidditch, portando poi il vestito alla figlia maggiore.

Grace invece si era avventurata nel bagno che avevano deciso di lasciare in possesso delle donne di casa. Dentro stava una ragazzina di tredici anni, i capelli che arrivavano a metà schiena castano scuro, con dei bei riflessi ramati, e gli occhi di un profondo marrone che ti incatenavano a se quando la fissavi troppo a lungo, le lentiggini della madre chiaramente visibili sul nasino dritto e sottile e sulle guance. Si sistemava i capelli e brontolava una qualche minaccia se non si fossero messi a posto più che decentemente in meno di tre secondi. La madre ridacchiò, entrando nel bagno.

-Serve una mano, principessa? – chiese la donna, prendendole la spazzola di mano, sorridendo.

-Oh, sì, magari! Non li sopporto più questi capelli! E la treccia non vuole saperne di venire come si deve! Beata te, che li cambi come ti pare, i capelli! – proruppe la figlia, voltandosi verso di lei, un po’ arrabbiata. Lei rise ancora.

Elisabeth Kallisto Malfoy era la sorella gemella di Ed, ed erano come il giorno e la notte. Erano gemelli eterozigoti, e lei era l’antitesi del fratello, ma chissà perché, andavano d’amore e d’accordo. Lei era una grifondoro, un tipo pignolo e perfettivo, che da se stessa pretendeva sempre il massimo. Orgoglio e coraggio all’ennessima potenza, e una faccia tosta senza eguali l’avevano resa una vera grifondoro, e la miglior nemica di Piton, proprio come Grace ai suoi tempi. E quindi, il suo profondissimo legame col fratello era ancora più strano, dato che univa le due casate più cariche di contrasti, grifondoro e serpeverde. Erano talmente in sintonia, che riuscivano a percepire l’uno i pensieri dell’altra, e quando si annoiavano durante le lezioni intrattenevano intere conversazioni, divertendosi un sacco.

-Come mai hai messo questa camicetta qui? Credevo volessi mettere quella rosa. – disse ad un certo punto la donna. La ragazzina storse il naso.

-Ed me l’aveva un po’ stropicciata, così ho messo questa che è appena stirata. – la donna ridacchiò ancora, legando la treccia della figlia con un nastrino azzurro che si abbinava alla camicetta azzurra che indossava e alla gonna blu.

-Sei proprio la mia Elly-perfettina! –

-Mamma! Io non sono una perfettina! Mi piace solo essere in ordine quando abbiamo ospiti in casa, è così sbagliato? –

-No, piccola, no. Ma sei comunque la mia bambina-perfettina! – disse la madre, divertendosi a guardare il broncio della figlia.

TOC TOC!

-Sei presentabile, signorina? Ho il tuo vestito. – disse Draco attraverso la porta di Delia, che come una saetta corse ad aprire, con un accappatoio verde scuro avvolto addosso.

-Grazie papà. – disse la ragazza, entrando in bagno con l’abito.

Il padre diede un occhio nella camera della figlia. La sua materia preferita era astronomia, e si vedeva lontano un miglio. C’erano poster di costellazioni e cartine astronomiche ovunque, e il soffitto era stato incantato dalla madre in modo che riproducesse sempre il cielo, come quello di Hogwarts, così Delia, la notte, poteva vedere le sue amate stelle. Nessuno sapeva come avesse fatto Grace a scoprire quale fosse l’incantesimo usato a scuola, fatto sta che Delia era l’unica ad avere il privilegio di vedere il cielo notturno al caldo e al coperto ogni notte. Lei e sua madre avevano un rapporto stupendo, non inferiore a quello col padre, ma diverso, perché Grace era anche un’amica oltre che una mamma, era speciale.

La giovane strega aveva una vera passione per il quidditch e giocava con il fratello per serpeverde, la sua casa, come battitrice. Lei era stata più difficile da collocare per il cappello parlante, era un perfetto connubio tra i genitori, ma in lei prevalevano più la furbizia e l’ironia sarcastica. L’unica che riusciva a strapparle un po’ di dolcezza e con cui si lasciava andare un po’ era la madre, ma lei era un’altra storia.

Uscì dal bagno con addosso un bel vestitino verde acqua, che arrivava al ginocchio. Si legava dietro il collo coprendo completamente il petto, ma lasciando nuda la schiena fino ai fianchi, dove cominciava la gonnellina leggera e frusciante. I capelli li aveva resi boccolosi e scendevano morbidi sulle spalle e a coprire parte della schiena. Una linea di eyliner faceva risaltare gli occhi azzurri e il lucidalabbra rendeva luminose le labbra disegnate e rosee. Ai piedi aveva delle scarpe nere con un tacco piuttosto basso, era un tipo pratico, anche se un po’ vanitosa, come suo padre.

-Sei bellissima, tesoro. – disse il padre, baciandola tra i capelli. Lei fece un sorriso un po’ imbarazzato.

-Lo so papà, sono pur sempre tua figlia, no? – disse lei, con aria spavalda. Lui ghignò, fiero.

-Già, una vera Malfoy, il nostro orgoglio. Sono fiero di te, sai bambina? –

disse Draco, stranamente dolce. Ci teneva a far sapere ai suoi figli quanto li amasse e quanto lo rendessero orgoglioso.

La ragazza non rispose, ma abbracciò forte il padre. In quei momenti, conoscendolo, poteva fare uno strappo alla regola e dimostrargli un po’ d’affetto, era uno dei loro momenti d’intesa, e non andavano sprecati.

-Se hai invitato quel Bred di cui parli sempre, fa che non ti metta le mani addosso o lo disintegro, chiaro? –

Disse Draco, serio, ad un certo punto, facendo però scoppiare a ridere la ragazza.

-Sei incorreggibile, papà! –

 

TOC TOC!

-Sveglia, pigrone, è tardi e devi ancora prepararti! –

Grace aveva fatto irruzione in un'altra camera da letto. Erano le undici ma quello scansafatiche del figlio minore, Alan, era ancora a letto, anche se tra poco meno di un’ora si sarebbe tenuta la festa che avevano organizzato per festeggiare il superamento dei G.U.F.O di Delia col massimo dei voti.

-Mmm…mamma…ancora cinque minuti, dai… - si sentì una voce impastata di sonno superare le coperte che sommergevano il ragazzino, sul letto piuttosto grande al centro della stanza.

-Scherzi? Tra poco il salotto sarà pieno di amici che vorranno vedere i Malfoy al completo tirati a lucido, ti devi alzare ora, Al. – disse la madre, spalancando le finestre.

-Ci sarà anche lo zio Blaise, vero? – chiese il bambino, emergendo appena da sotto le coperte leggere.

-Certo, vengono tutti: i miei fratelli, lo zio Harry e la zia Dafne, Ron e Lavanda, Blaise ed Emily, la zia Hermione e lo zio Micheal e viene anche la zia Ginny con lo zio Dean, e poi i nonni, tutti gli amici dell’Ordine… -

-Sì, mamma, ho capito…non elencarmeli tutti, l’importante è che ci sia lo zio Blaise, che mi deve portare il mio videogioco… ci si diverte da qualche mese ormai… - la interruppe il ragazzino, ancora un po’ assonnato.

-No, l’importante è che tu sia pronto per quando arriva. – disse la madre, seria.

Il ragazzino allora si alzò dal letto, con ancora gli occhi socchiusi. I capelli erano castano chiaro e gli occhi verdi, i colori della nonna materna. O almeno, erano così prima che diventassero blu scuro per essere stato costretto ad alzarsi controvoglia. Già, il piccolo Alan Ray Malfoy era un metamorfomagus come la madre, e aveva undici anni. Era un grifondoro doc, caratterialmente identico alla madre, era la sua piccola copia al maschile, meno che per le lentiggini, quelle le aveva solo Elly, e l’istinto omicida, quello lo aveva solo Grace. Era fissato coi babbani, gli piaceva studiare le loro abitudini e soprattutto la loro teconologia, infatti in camera sua c’era la tv, un telefono e persino un computer, che però usavano un po’ tutti, persino Draco a volte si era divertito a farsi insegnare dal figlio ad usarlo. Però fin da piccolo, quando provava forti emozioni, gli oggetti intorno a lui prendevano a levitare.

-Sono in piedi…YAHHHUUN… contenta? – chiese il ragazzino, sbadigliando sonoramente. La madre rise.

-Sarò più contenta se ti andrai a cambiare prima di subito e se ti deciderai a pettinare quella zazzera di capelli che porti in testa. – disse Grace, scappando poi fuori dalla stanza, ridacchiando.

Alan aveva sviluppato una psicocinesi piuttosto forte, fin dai primi anni di vita, e ora sapeva gestirla alla perfezione, perciò mentre andava in bagno non fece lo sforzo di portarsi dietro i panni, ma furono i panni a seguirlo in bagno, levitando poco dietro di lui.

-Mamma, suona il campanello! – urlò Delia ad un certo punto, cercando la madre.

-Ma io non ho sentito nulla! – urlò Draco.

DLIN DLON!

Dopo pochi secondi era suonato il campanello, e Grace era andata ad aprire. Delia aveva questa specie di sesto senso, che Draco definiva istinto femminile, che l’avvertiva prima delle cose che sarebbero successe nell’immediato futuro. In realtà aveva ereditato dalla bisnonna materna una leggera preveggenza, con cui sentiva prima cosa sarebbe accaduto.

 

In men che non si dica tutti i piccoli Malfoy e Draco si prepararono davanti alla scala per scendere, prima Delia, la festeggiata, poi i fatellini e infine il padrone di casa.

-Che la festa abbia inizio! – disse Draco, scendendo le scale, ritrovando la moglie e abbracciandola, baciandola a stampo.

Due maschi e due femmine, due serpeverde e due grifondoro.

Una veggente, due telepatici e uno psicocinetico.

Ognuno con la sua personalità, i suoi pregi e i suoi difetti, ma tutti speciali e cresciuti con lo stesso amore, i loro figli erano tutto questo e molto di più, ed erano tutta la loro vita.

Anche se Draco era a capo di una squadra di spionaggio degli auror, e Grace gestiva un laboratorio di ricerca pozionistica del Ministero, era il momento delle vacanze estive o quelle natalizie, quando arrivavano i loro “piccoli” da Hogwarts che bramavano più di tutti, perché per quanti screzi ci potessero essere, stare insieme era uno dei loro più grandi piaceri. Erano una vera famiglia. Ed ora che c’erano proprio tutti, parenti e amici, ora si che cominciava la festa!

 

 

 

Antro dell’autrice

Eccoci qui, epilogo della mia epica avventura…devo dire che come prima long fiction sono soddisfatta, poteva uscire peggio… ho maltrattato parecchio i miei poveri eroi, e a dire la verità ora stanno scioperando perché il loro sindacato pretende che gli dia più ferie e che alzi gli stipendi…( Secondo me c’è lo zampino di Hermione, con le sue manie sindacaliste -.-)… ora rispondo alla mia fedele fan:

X lady lululu: allora come al solito sono felicissima che il capitolo ti piaccia, anche perché lo aspettavi da non so quante lesson ^.^ spero che anche l’epilogo sia di tuo gusto, e per quanto riguarda il seguito, non lo so, ci devo pensare bene comunque sono stata ben attenta a dare ai miei due tesori dei bimbi pestiferi, nel caso mi venisse voglia di proseguire…

Passiamo ai ringraziamenti…

Innanzitutto ringrazio tutti coloro che hanno messo la fan tra i preferiti (ben 31, al momento!):

1 - 19sunflower88
2 - alice brendon cullen
3 - amante pazza
4 - beabi
5 - bella95
6 - CallieAM
7 - danswife
8 - DarkHiwatari
9 - deisy87
10 - Devily
11 - doval79
12 - Dubhe92
13 - fly girl_HH
14 - gajta
15 - gemlye
16 - huli
17 - Impetuosa
18 - lady lululu
19 - Lady85
20 - leo miao
21 - littlelove
22 - lucia_hp
23 - meeko
24 - Meredith91
25 - miiRU
26 - mirichan
27 - mustardgirl
28 - samuel87
29 - tigre
30 - Uzira
31 - virgi_lycanthrope

in particolare poi voglio dire un caloroso grazie a tutti coloro che hanno recensito:

Devily

cassandra 287

Sere XX

lady lululu

ashleys

lucia_hp

19sunflower88

Perchè le recensioni sono sempre un valido sostegno, che siano critiche positive o meno, sono sempre utili e fa piacere riceverne.

Inoltre, voglio ringraziare più genericamente tutti coloro che la leggono, e che l’hanno seguita fino alla fine.

Forse ci rileggeremo, in un prossimo futuro, un bacio graande grande a tutti!!

Firmato: Nami l’autrice non più troppo insonne

  
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