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Autore: giuliabaron    15/03/2009    4 recensioni
Tornava a casa come tutte le sere, questa volta però era stato un turno davvero estenuante: certo non era la prima volta che saltava il pranzo per adempiere al suo dovere di medimaga, ma si sa nel cuore di Londra raramente si vedevano draghi scorrazzare deliranti per la città!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6

CAPITOLO 6

 

 

Stavano ballando da quanto?

Un minuto, un’ora… un secolo?

Si sentiva così bene ed in pace con se stessa che le sembrava di esserci nata tra le braccia di Malfoy… quella presa così salda e vigorosa la faceva sentire protetta e per la prima volta nella sua vita fiera di mostrarsi per la donna che era.

Gli occhi del’intera Sala erano puntati su di loro. Le signore sedute ai divanetti non facevano che squadrarli e parlottare fitto fitto tra loro, mentre le giovani streghe si rodevano il fegato e sbuffavano incredule sul fatto che un manzo come Malfoy avesse preferito la Sanguesporco Granger a delle puledre di razza come loro. Ah, che enorme spreco di carne!

 

 

 

 

Intanto Draco non toglieva gli occhi di dosso da quella splendida creatura che teneva tra le braccia.

Iniziava a capire ora le parole di suo padre.

 

“Donna è colei con la quale puoi divertirti per un ballo o due, ma compagna, la tua compagna, è l’unica con la quale puoi lasciarti andare tanto da farti condurre nella danza della vita…

 

Eh sì, perché la Granger non voleva proprio saperne di farsi condurre, era più forte di lei, sebbene fosse lui fisicamente a farla volteggiare leggiadra sul parquet della pista, era lei che dettava il ritmo, lei che decideva come e quando e dove girare.

Che inguaribile spirito battagliero…

Perso in questi strani pensieri, inconsueti per un Casanova del suo calibro s’intende, nemmeno si accorse della fine della musica se non quando Hermione si fermò. Erano davanti a Theo e Blaise.

 

“Tutto bene Furetto?”

 

“Furetto?!? Draco non dirmi che è questo il soprannome che la cara Hermione usa nei momenti di intimità…

 

Draco si risvegliò dai suoi pensieri e, fulminando la Granger con lo sguardo tanto velocemente che solo la diretta interessata se ne accorse, rispose all’amico con fare noncurante:

 

“In realtà quando siamo soli dice che è veramente felice di stare con un Basilisc…ehm… con una serpe come me… non so se mi sono spiegato…” – e gli strizzò l’occhio con fare complice sotto lo sguardo noncurante di Nott ed il viso rosso e lampeggiante come le lucine di Natale della Granger.

 

“Scusaci Hermione, ma tra maschietti… per di più erano ben due anni che lo stronzo qui presente non si faceva vivo da queste part…”

 

Blaise non riuscì a terminare la frase, che un ammasso rosso di lustrini e paillettes non identificato gli si era buttato contro stritolandolo in un soffocante ed appiccicoso abbraccio.

 

“Blaaaaaaise!!! Mio caro, dolce Blaise ma come, come hai potuto ignorare il mio arrivo e soprattutto, non mi inviti nemmeno per un ballo?!?”

 

Quella specie di tornado in calore era una ragazza bionda, piuttosto slanciata, vestita (!?) con un miniabito, o meglio con un fazzoletto di stoffa rossa che poco si addiceva alla classe ed al castello di carte basato sulle apparenze che rappresentava il Country Club.

 

“Astoria, lasciami respirare ti prego. Non vedi che sono occupato a parlare con il mio ritrovato amico Draco? E poi scusa, che ci fai qui da sola? Non sei venuta con Daphne e Pansy?”

 

Ma Astoria non gli rispose.

Draco.

Draco Abraxas Malfoy, lo scapolo d’oro dell’Inghilterra Magica era finalmente tornato da quell’insulso stato così poco alla moda e privo di attrattive.

Finalmente!

Era tornato e lei, Astoria Greengrass, non se lo sarebbe di certo lasciato scappare… era già suo marito!

Astoria Greengrass in Malfoy, suonava dannatamente bene… ma, un attimo!

Chi era quella insignificante e bruttina ragazza al fianco del suo Principe, che la stava guardando in cagnesco???!!?? Bah, forse si trattava di qualche inutile Purosangue decaduta della bigotta e per nulla trendy borghesia rumena… ma avrebbe perdonato Draco anche per questo… povero caro…

 

“Oh Draco caro, ma quanto tempo! – e si gettò melensa tra le sue braccia, o per meglio dire, gli si avvinghiò contro come la Piovra Gigante del Lago Nero – e questa chi è?

 

“Astoria – e con la massima eleganza se la staccò di dosso – vedo che non cambi mai, sei sempre così… simpaticamente… curiosa…comunque aspetta che vi presento, cara – e si rivolse ad Hermione che solo quando lui le rivolse la parola staccò gli occhi che balenavano istinti omicidi dalla più piccola delle sorelle Greengrass – lei è Astoria Greengrass, sorella minore di Daphne, nostra compagna ad Hogwarts. Astoria, anche se credo tu la conosca già per la sua fama, ti presento Hermione Granger, la mia ragazza.

 

A quelle parole la mascella della bionda precipitò fino a raggiungere l’Emisfero Australe.

Granger.

Ragazza.

Draco.         

Granger.

Ragazza.

Draco.

Granger.

Ragazza.

Draco.

Granger.

Ragazz

 

“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Non si era nemmeno resa conto di averlo urlato.

 

“Astoria, ti senti bene?” – a parlare era stato Blaise.

 

“Eh? Oh sì, scusatemi, è che non posso crederci… Draco ha una ragazza… sì insomma una fissa intendo, anche se dovevo immaginarmelo che si sarebbe scelto qualcuna che non avrebbe potuto distogliere l’attenzione dalla sua bellezza! Tranquilla cara, goditela finché sei in tempo, prima o poi si stancherà anche di te…

 

A quella battuta velenosa Hermione fumò di rabbia e stava per replicare a dovere quando Draco, accortosi dell’imminente catastrofe, poggiando una mano sul braccio della riccia per calmarla, chiese all’altra:

 

“E dimmi, tua sorella è qui nei paraggi? È un po’ che non la vedo…”

 

“Oh, ma come siete tutti noiosi oggi… cosa te ne fai di Daphne quando ci sono qua io?” – rispose civettuola la piccola di casa Greengrass.

 

“Che strano – si ritrovò a pensare Hermione – non diresti mai che quest’ochetta giuliva-brutta copia di una Banshee sia sorella di Daphne Greengrass.”

 

L’algida e regale Serpeverde negli anni ad Hogwarts era stata, nonostante tutto, sempre ammirata e rispettata dalla riccia per il suo carisma e la sua intelligenza al di sopra della media e quest’ultima si era trovata spesso a “gareggiare” con lei su chi avesse i voti più alti, nonostante la sfida non si fosse mai palesata apertamente.

Astoria era… l’esatto opposto.

Fisicamente aveva tutte le caratteristiche che denotavano il “marchio registrato Greengrass”: alta, bionda, occhi verdi, fisico da modella… ma in lei non c’era la compostezza e la grazia che rendevano la sorella maggiore così perfetta ed inarrivabile… no, lei era soltanto una ricca ragazzina viziata che giocava a prendersi tutto quello che voleva, ma non aveva fatto i conti con la furia di una giovane donna ferita nell’orgoglio quale si sentiva Hermione… forse un po’ per la sfida che involontariamente Astoria le aveva lanciato, o per il suo carattere così dannatamente Grifondoro, la giovane Medimaga neppure si era resa conto di aver pensato a Draco come a qualcosa di sua proprietà e giurisdizione, si era scordata della messinscena ed era entrata così tanto nella parte da prendersela sul serio.

A Draco, del resto, nemmeno sembrava vero che la Sanguesporco se la prendesse a quel modo per una mocciosa del calibro di Astoria, tutti sapevano che il suo unico pensiero da quando aveva undici anni era quello di accasarsi, possibilmente con un giovane Purosangue ricco sfondato, così da essere sulla bocca di tutti (d'altronde quello era l’unico modo che conosceva per risaltare rispetto alla sorella).

Ma questo lei non poteva ovviamente saperlo, motivo in più per testare la sua pazienza Grifondoro… Così decise di giocare un po’ con le due, del resto l’occasione fa l’uomo ladro e poi quando più gli capitava di vedere la Granger gelosa di lui?

 

“Hai ragione Astoria, ci sei tu, che sei anche più carina di tua sorella… complimenti, vedo che ti sei fatta proprio una bella ragazza… sei all’ultimo anno di Hogwarts ora?”

 

A quelle parole la bionda gongolò tutta contenta, mettendo in evidenza il poco coperto décolleté, mentre Blaise se la rideva avendo capito al volo le intenzioni dell’amico e Theodore scuoteva il capo.

Hermione… beh, ci era cascata con tutte le scarpe.

In quel momento assomigliava molto a Fuffi, quel tenerissimo cane a tre teste che lei ed i suoi amici avevano affrontato durante il loro primo anno ad Hogwarts e badate bene, assomigliava molto ad un Fuffi decisamente incazzato.

 Sì, in quel momento avrebbe volentieri fatto sparire dalla faccia della terra una cazzutissima testa platinata a caso…

A quella reazione Draco osò ancora di più, per vedere fino a che punto la Granger avrebbe sopportato l’affronto.

In pista stava suonando un lento e lui ne approfittò per invitare la Greengrass, che ovviamente non se lo fece ripetere due volte, lanciandosi insieme nelle danze.

 

La scena non poteva di certo essere paragonabile alla precedente. Se prima quando Draco aveva danzato con Hermione aveva diffuso un’armonia ed un’atmosfera di grazia negli animi di coloro che li guardavano, ora se qualcuno puntava lo sguardo su quella coppia così male assortita, non poteva che ridere.

Astoria Greengrass era l’anti ballo: come, come poteva essere la sorella di Daphne? A volte se lo chiedeva pure lui…

Avvinghiata stretta stretta alla sua vita, come un folletto della Gringott all’oro, non mancava di pestargli i piedi ogni mezzo secondo con quei dannati tacchi alti e si stava pentendo di essere arrivato a tanto e di rischiare i suoi bellissimi e nobili piedini d’oro solo per punzecchiare la sua So-tutto-io preferita.

 

Hermione guardando la faccia di Draco, che era ormai più simile ad una maschera tante le smorfie di dolore che faceva, aveva finalmente capito e non poteva che ridersela sotto i baffi.

Malferret credeva di essere stato più furbo, ma quella volta il suo “piano” gli si era ritorto contro.

Era lì tra Blaise e Theo a sghignazzare sadica godendosi la scena, quando una voce distrasse tutti e tre dallo spettacolo.

 

“Non ditemi che il damerino sfigato con cui sta ballando Astry è quel borioso di Malfoy…

 

Daphne, Pansy! Era ora che arrivaste anche voi…” Blaise accolse con un bacio tenero la prima e con un perfetto baciamano la seconda.

 

“Theo, tesoro, sempre con la luna storta?” – lo stuzzicò amorevolmente Pansy, prima di dargli un buffetto sulla guancia.

 

Hermione alla vista di quelle attenzioni così ordinarie tra fidanzati, ma così imbarazzanti per una come lei, si sentì di troppo e, per richiamare l’attenzione diede un colpo di tosse alla Umbridge.

 

“Ah ragazze, che sciocchi, Draco ovviamente si presenta dopo due anni qui e chi ci porta? Niente popò di meno che Hermione Granger, la sua ragazza.”

 

Le giovani ammutolirono e per un istante sembrò di tornare ai tempi della scuola, quando Serpeverde e Grifondoro erano in guerra perenne.

Ma se questo lampo di ricordi balenò per un istante negli occhi delle due ex Serpi, altrettanto repentinamente si avvicinarono ad Hermione e con tutta la cordialità di cui disponevano, la salutarono stringendole la mano.

La Grifondoro quasi non credeva ai suoi occhi quando la Parkinson le sorrise.

 

“Beh, credo che ormai siamo abbastanza adulte per sotterrare l’ascia di guerra, ne è passata di acqua sotto i ponti, quindi…come hai conosciuto Draco?

 

Il sorriso che era appena nato tra le labbra le si congelò all’istante. Già, come l’aveva conosciuto?!?

Allarme.

Codice rosso.

May-day.

Certo che le Serpi non ci giravano per niente attorno quando volevano sapere qualcosa.

E ora cosa si inventava? Cosa raccontava alla Parkinson?

Gli uomini, beh loro è facile ingannarli, ma con le donne, soprattutto se ex Serpeverde che non si sarebbero lasciate convincere tanto facilmente, come faceva ora?

Stupida. Non ci aveva pensato, non ci avevano pensato.

Non sapeva da che parte cominciare… stava mentalmente insultando con i peggiori epiteti che le venissero in mente quel dannatissimo Furetto per non aver pensato ad una situazione del genere, quando l’oggetto delle sue maledizioni la raggiunse.

 

“Pansy, Daphne, che piacere vedervi.”

 

Alla fine della canzone era riuscito a cavarsi da quell’agognante ballo con Astoria proprio grazie al provvidenziale arrivo delle sue ex compagne. E a giudicare dalla faccia della Granger doveva averle parato il culo per qualcosa…

 

“Questo è tutto quello che sai dire dopo due anni di silenzio?! – lo apostrofò con tono di finto rimprovero la mora – vieni qui principe di ghiaccio e fatti abbracciare.”

 

Pansy gli gettò le braccia al collo e gli diede un bacio sulla guancia, sporcandolo volutamente di rossetto: una piccola vendetta per tutto quel tempo senza avere sue notizie.

Daphne fu più discreta; un fugace abbraccio ed un sorriso.

 

“Bene, e ora che ci sei anche tu Draco, stavamo per sentire dalla tua ragazza come e quando vi siete conosciuti, diciamo in modo diverso rispetto a come lo avevate fatto ad Hogwarts.”

 

Dritta al sodo, senza tanti preamboli e giri di parole la cara vecchia Pansy.

Cazzo.

Cazzo, cazzo e cazzo.

Merda!

Come aveva fatto la Sanguesporco a dimenticarsi di inventare una storia abbastanza credibile su come si erano conosciuti e poi innamorati?

Lui adesso cosa diceva a quella lì? Mica era una che si poteva fregare tanto facilmente, mica era Potty o Carota o quel cerebroleso di Paciock…

Cazzo e stracazzo.

 

“Beh, Pansy sai com’è… dopo tanto tempo passato ad odiarci… un giorno…

 

“…in Romania – continuò Hermione avendo notato la difficoltà del biondo a proseguire – mentre ero là per svolgere la mia tesi di laurea sugli effetti delle ferite di drago, l’ho incontrato per caso in una locanda e dovete sapere che subito ho pensato “tra tutti i locali dei paesini sperduti dell’est europeo, dovevo trovare proprio quello in cui c’è anche Malfoy?!?”, ma poi lui si è avvicinato e non so come abbiamo intrattenuto una conversazione civile e perciò…”- e continuò così sfornando balle su balle sulla loro “love story” e sul corteggiamento fino all’ora di andarsene.

 

Fu Draco a farla smettere proprio perché era quasi mezzanotte, altrimenti lei avrebbe continuato così chissà ancora per quanto.

 

 

 

 

 

 

 

“E brava la Sanguesporco, mica la facevo così capace di recitare! E pensare che i Grifoni sono i paladini della verità…”

 

Hermione dal canto suo non sapeva come fosse riuscita a districarsi così abilmente da quella situazione e come, nonostante le enormi cavolate sparate, si fosse trovata bene con coloro i quali erano considerati lo zoccolo duro della Casata di Serpeverde ad Hogwarts.

Dopo lo choc iniziale, vedendo che anche loro si comportavano come lei stessa faceva con Ron Harry e Ginny, o forse più per il fatto che Malfoy si comportasse così come un qualsiasi essere umano con i propri amici, si era sciolta un po’, aveva messo in moto il cervello ed architettato una scusa plausibile per spiegare come mai lei ed il suo peggior nemico stessero insieme. E c’era anche da dire che ripensando a tutto quello che aveva inventato, si era resa conto che le sarebbe davvero piaciuto aver avuto l’opportunità di conoscere Malfoy in un’occasione di quel tipo; forse, e sottolineò mentalmente forse, sarebbe davvero potuto nascere qualcosa tra loro in quella circostanza.

 

Mentre si lambiccava il cervello con queste congetture, stretta al braccio dell’oggetto dei suoi pensieri, stavano raggiungendo l’uscita, dopo aver salutato gli altri e dopo che Astoria avesse tenuto a ricordare che si sarebbero rivisti presto alla festa a Malfoy Manor che Narcissa aveva organizzato per il ritorno di suo figlio.

 

Giunti all’uscita, Draco tirò fuori dal taschino  l’anello dei Black e lo porse ad Hermione.

 

“Questa volta Sanguesporco voglio che sia tu a tenerlo, è un grande privilegio questo, ma dopotutto in qualche modo dovevo dimostrarti la mia gratitudine per questa sera…

 

“Sei sempre il solito Malfoy!” – ed infilò il gioiello all’anulare.

 

Il biondo le prese la mano e le fece segno di avvicinarsi, poi con un po’ di imbarazzo lei posò le labbra sulla pietra ed in quel preciso momento Draco, vedendo quelle labbra carnose e morbide così a pochi centimetri dalle sue, senza un reale motivo la strinse in un forte abbraccio e si impossessò della sua bocca. A quel contatto Hermione spalancò incredula gli occhi, ma non fece in tempo a fare altro perché la passaporta stava compiendo il suo dovere.

 

 

 

 

 

 

 

 

Rimasero così finché non si ritrovarono nell’appartamento di Draco.

Infatti, non appena la ragazza si rese conto di essere arrivata a destinazione, si staccò come scottata dalle labbra così sottili ed eleganti della bionda serpe. Ma le sue braccia restavano comunque artigliate alle sue spalle, come se avessero avuto una volontà propria.

I loro sguardi rimasero a specchiarsi occhi negli occhi per interminabili istanti, poi Draco riacquistò il controllo di sé, o almeno così credeva, perché se è vero che si risvegliò da quello stato di trance, altrettanto vero è che quello che fece dopo fu tutt’altro ciò che ci si sarebbe aspettati da un Malfoy.

Strinse di nuovo forte a sé Hermione, che era come sotto l’incantesimo della pietrificazione, e si smaterializzò con lei nella sua stanza da letto, anzi proprio sul letto con la giovane strega sotto di lui.

Non fece nulla che avrebbe potuto attentare alla sua virtù Grifondoro, la teneva semplicemente stretta, stretta a sé in quell’abbraccio che voleva illuderlo che quello che era scattato durante la serata al Club potesse andare oltre a quello stupido patto, che mai come ora riteneva inutile ma allo stesso tempo benediva per averlo messo in quella situazione.

Spostò il viso sui morbidi boccoli di lei ed inspirò forte il loro profumo, poi sottovoce formulò un incantesimo che li sciolse dall’acconciatura, di modo che scendessero a solleticare nuovamente il volto della loro proprietaria.

 

Solo quando una ciocca le ricadde sul viso, Hermione si riprese e non appena si rese conto di essere schiacciata su di un letto da un Malfoy versione romantica in piena contemplazione dei suoi capelli, spalancò gli occhi e cacciò un urlo che fece perdere dieci anni di vita al giovane rampollo.

Come se gli avessero lanciato contro una Mandragola appena nata strappata dal terreno, Malfoy si alzò di scatto dal letto e, resosi conto solo in quel momento di ciò che era successo, non trovò altra soluzione se non sparirsene con un sonoro “crack” per un po’ nel suo studio.

 

“Brutto porco, idiota, approfittatore di un Furetto tinto! Come hai potuto pensare di approfittare di me in un momento di… d… d… debolezza?!?!?!?”

 

Hermione si era alzata e con un diavolo per capello aveva deciso di inseguire il codardo per dirgliene quattro.

Furente come non mai entrò sbraitando e gesticolando come la Cooman durante le sue lezioni nello studio di Malfuretto che, seduto alla sua poltrona, si stava bevendo del Firewisky riflettendo sull’accaduto.

 

“Con questo hai passato ogni limite! Ogni limite Malfoy! Passi questa assurda situazione del debito di riconoscenza, passi il fatto che mi hai e che mi stai tenendo tutt’ora in ostaggio, passi che non mi hai restituito subito la mia bacchetta, che mi hai costretta a venire con te in quel Country Club di Purosangue che mi guardavano come se avessi una qualche orrenda fattura lanciatami da Ginny in persona, passino pure i sette anni di Inferno che mi hai fatto passare ad Hogwarts, quella volta che ho pianto perché tu mi hai chiamato Sanguesporco e quella volta che mi hai fatto arrabbiare al punto di arrivare alle mani, umiliandomi come il più rude dei Troll – e dicendo questo la sua voce si era incrinata – ma non ti permetterò mai più di trattarmi come la tua bambola personale, o peggio come una delle tue… PUTTANE! Come mi sono sentita poco fa…” e detto questo prese la prima cosa che le capitò a tiro e la scagliò forte per terra, poi con le lacrime che ormai non riuscivano più a trattenersi, uscì con la stessa furia con la quale era venuta sbattendo la porta per andare non si sa dove.

 

I cocci della sua statuetta preferita della “Collezione delle Ragazze di Play Wizard” – quella con i morbidi boccoli scuri che inginocchiata in una posa audace con un micro costume verde smeraldo ammiccava maliziosa ogni volta che la si guardava (No! Proprio quella!) – che facevano bella mostra di sé sul tappeto lo fecero rinsavire.

Si alzò dalla poltrona con la sua perfetta freddezza acquisita in anni ed anni di altera educazione, mormorò un Reparo, ripose con cura il suppellettile, che ora ogni volta che vi poggiava lo sguardo lo guardava in stile Mc Grannitt infoiata, e si diresse alla ricerca di quella cocciuta Sanguesporco.

 

No, non poteva permetterle di trattarlo così, lui era Draco Malfoy! E poi no, la sua Play Witch preferita no! E che cazzo!

Anche se per la prima volta nella sua vita avvertiva un leggerissimo senso di colpa nei suoi confronti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio Autore

 

Ragazze scusate, scusatemi davvero, il capitolo era pronto da un po’ ma io…sono PIGRISSIMA (e ho poco tempo)!

Mi sono messa solo oggi a trascriverlo sul PC e, dopo un pomeriggio (non ho mai fatto dattilografia, scusate!) finalmente ce l’ho fatta!

Eccolo bell’e pronto per voi, spero vi piaccia!

Non ho proprio le forze per rispondere alle singole recensioni, scusatemi immensamente!(PIGRA PIGRA PIGRA) ma sappiate che le ho lette tutte e mi fanno molto piacere!

Ringrazio coloro che nonostante tutto questo tempo mi hanno ancora tra i preferiti, ovviamente i magnanimi che recensiscono e coloro che leggono soltanto ;)

Scusate gli eventuali orrori di ortografia

 

Non ho idea di quando aggiornerò, il settimo capitolo è in fase di stesura…

 

 

 

 

 

 

 

 

  

  
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