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Autore: Frannie_17    18/01/2016    4 recensioni
Può un unico errore cambiare la propria vita per sempre? Teo ed Erica lo sanno bene. Si conoscono solo di vista a scuola, ma una festa, un po' di alcol, qualche complimento e si ritrovano a tradire i rispettivi partner nella maniera più spregevole. E il prezzo da pagare sarà altrettanto alto e amaro: una vita generata per sbaglio, senza amore, che unirà i loro destini inesorabilmente.
Dal Prologo:
"Ecco, la mia vita finisce qui. In questa macchina, comprata due anni fa dai genitori di Teo. Teo, che in questo momento mi sta scopando come se non ci fosse un domani. Potrei dire qualsiasi cosa a mia discolpa: mi ha sedotto lui, ero mezza ubriaca, è stata l'influenza negativa delle stelle - nonna mi aveva detto che oggi il mio oroscopo portava grandi sventure. Ma la realtà è che sono solo un verme. Vorrei prendermi a pugni, e prendere a pugni Teo e gridargli in faccia il mio disgusto perché non lo amo e sto avendo la mia prima volta con lui nello squallido parcheggio di un supermercato. E invece l'unica cosa che riesco a fare è sospirare con lui, sorridendo."
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 20


-Non ci posso credere, era a un passo da te, come diamine hai fatto non vederlo?-, strepita Virginia aggrappata al braccio di Teo, ridendo.

-Bastava un solo colpo e sarebbe cascato come una pera, non è che ti ha afferrato da dietro…-, rincara la dose Francesco con un finto accento drammatico.

-La smettete di prendermi in giro, voi due? Sapete che non sono tagliato per queste cose!-, brontola Teo mollando il joystick nel momento in cui sullo schermo appare la scritta “Sei stato eliminato”. Niente da fare, i videogiochi di guerra gli mettono ansia e non gli permettono di concentrarsi. –Tra l’altro ci sono cose in cui è importante essere bravi, come chimica per il nostro compito di lunedì, signorina Valenti.

-E se in questi anni fossi diventata una sorta di Marie Curie?-, sbuffa Virgi alzandosi dal grande divano e afferrando un libro abbandonato sul bracciolo. Francesco allunga la mano e le tira una pacca sul sedere.

-A studiare, somarella!-, ride guardando la faccia della ragazzina tingersi di rosso. Virgi si siede ubbidiente al tavolo di cucina, seguita da Teo, mentre Francesco estrae il cellulare dalla tasca appoggiato allo stipite della porta. Sul suo viso si allarga un sorrisetto e, dopo aver scritto due parole in risposta a un messaggio, prende la giacca che aveva lasciato sulla sedia.

-Dove vai?-, chiede Teo. –Jennifer?

-Ci vediamo domani! Grazie per il pranzo, Vivì!-, dice soltanto uscendo di corsa. Teo e Virgi si guardano straniti quando sentono il rombo del motore della sua macchina che esce dal viale e si allontana.

-Ha la ragazza?-, chiede Virgi incuriosita dalla buffa e repentina uscita di scena di Francesco.

-No, o almeno non che io sappia.-, risponde evasivo Teo.

-A proposito di quella ragazza di stamattina, Erica…adesso me lo dici com’è andata dopo scuola?-, dice la ragazzina mettendo i piedi sul tavolo e iniziando a dondolare la sedia con aria apparentemente svagata. In realtà Teo sa benissimo che ha le orecchie più drizze di quelle di un cane da caccia. Soppesa cosa dire, sperava non gliel’avrebbe chiesto. Virginia è appena tornata e a quanto pare i suoi sentimenti non sono mutati, può farle conoscere così presto la verità? Decide di tergiversare ancora un po’.

-Lascia perdere.-, sbotta, accrescendo la curiosità di Virginia, che smette di dondolarsi per poterlo osservare.

-Ti piace?-, chiede ancora, giusto per infastidirlo. In effetti Teo si muove nervoso sulla sedia e guarda verso l’ampia finestra che dà sulla strada, incrociando le braccia come un bambino offeso.

-No.-, stabilisce perentorio. Virginia ride silenziosamente. Ha imparato a non soffrire più per le sbandate di Teo. Ha imparato a tenere il suo amore per lui tutto per sé. Ha imparato ad essere felice se a Teo piace una persona. Quello che ancora non riesce ad apprendere è la maniera di essere comunque felice se Teo si innamora. Non può impedirsi di gioire –provando poi disgusto per se stessa-, al pensiero che Teo e Stella si siano lasciati, semplicemente perché Teo era innamorato di lei.

-Però è molto carina.-, lo provoca. –Quei capelli biondi sono la fine del mondo. E poi non è anoressica come Stella, Dio mio, meno male che qualche curva ce l’ha.

-Invidiosa.-, la stuzzica Teo. –Non ha solo curve, ma anche una bella pancetta.-, aggiunge con un sospiro teatrale per poi rendersi conto con un groppo alla gola che il filo di pancia di Erica (che a lui dopotutto non dispiace, la rende tenera –ma che vai a pensare, Teo!) tra qualche mese sarà un bel pancione.

-Che stronzo, mica è grassa!-, lo rimbecca lei facendogli una linguaccia divertita. Teo alza le mani.

-Mai detto che lo fosse.

-Allora, come mai così di cattivo umore? Non te l’ha data? In effetti mi pare una di quelle verginelle bigotte del cazzo…

-Non ti azzardare a parlarle così.-, ringhia Teo d’improvviso, per poi rendersi conto della sua reazione esagerata e ricomporsi. –Scusa.

-Ti piace sul serio, allora.-, sussurra Virginia carezzandogli i capelli con dolcezza. Teo la guarda e sorride, stanco.

-Le volevo chiedere di stare insieme, oggi.-, mormora controvoglia. Le parole arrivano come coltellate una ad una nel cuore già martoriato della ragazza, ma decide di resistere stoicamente, ricacciando indietro le lacrime.

-Addirittura? Pensavo fosse una delle tue scopate e via…-, commenta tentando di non far trapelare dalla voce il suo stato d’animo.

-Lo pensavo anche io, prima di conoscerla davvero.

-Ci sei andato a letto, allora?

-Si. Ma vorrei non averlo mai fatto. Non per ciò che ne è seguito, ma perché Erica meritava una prima volta come si deve, con una persona che le avrebbe fatto scoprire il suo corpo con tenerezza, con amore. Non con uno stronzo come me. Perché lei, lei meritava di essere amata, e non usata.

Teo non sa perché, ma è sull’orlo delle lacrime. Forse perché per la prima volta si rende conto davvero del male che le ha fatto, che continua a farle. E vorrebbe sbattere la testa contro il muro e guardare coi propri occhi tutta lo schifo che ne esce, perché non merita Erica, quella ragazza dolce e fragile, così timida eppure così forte da sopportare tutto. Così tenera da riuscire ad amare un bambino creato per errore, così determinata da difendere la sua piccola vita da tutto, anche andando contro se stessa. Quella ragazza così speciale amava il suo bambino, il loro bambino più di qualunque altra cosa al mondo, e lui non perdeva occasione per ferirla. Esattamente come quella mattina.

-Ti ha rifiutato?-, chiede Virginia assetata di risposte, guardando Teo rabbuiarsi.

-Scusa Virgi, ripeteremo chimica domani, purtroppo sono già le 17 e devo assolutamente fare una cosa.-, disse lui alzandosi, raccattando la giacca e uscendo. Come era successo poco prima con Francesco, a Virginia non rimase altro che sentire il rombo della macchina allontanarsi, senza alcuna spiegazione. Ma dopotutto cosa si aspettava? Gli anni erano passati, loro erano cresciuti e avevano i loro affari per la mente. Ricostruire un rapporto avrebbe richiesto del tempo, ma dopotutto era felice di aver passato con loro il pomeriggio e sperava la chiamasse almeno uno dei due per uscire, odiava stare a casa il sabato sera. Diligentemente, iniziò a rassettare la sua stanza, si mise a leggere, a scrivere il suo diario, guardò un po’ di tv, fece i compiti. Nulla, però, riuscì a distrarla dal pensiero che Teo, il suo Teo, l’aveva lasciata per correre da quella maledetta biondina, e Dio solo sapeva cosa stavano combinando in quel momento. Rannicchiata nel divano, minuta come una bambola, si strinse le ginocchia al petto come se tutto il freddo del mondo le si fosse infiltrato nel cuore.


***

 
-Finalmente mi hai contattato. Pensavo che il mio messaggio fosse caduto nel vuoto.-, dice Francesco divertito sistemandosi sul divano e ringraziando con un caldo sorriso per il mojito fatto in casa che gli è stato appena posato davanti, sul basso tavolino di vetro del soggiorno. Ne beve un sorso generoso. –E se avessi saputo prima della tua bravura coi cocktail, non avrei neanche aspettato un messaggio.

Il suo sguardo corre lungo le gambe toniche e lisce lasciate scoperte dal semplice vestito azzurro. I ricci scuri le ricadono come una nera cascata lungo le spalle, gli occhi azzurri sono ingranditi da un adorabile e sensuale velo di eye-liner. Francesco si sente il ragazzo più fortunato al mondo a poter beneficiare impunemente di una tale bellezza. È sicuramente la ragazza più bella con cui sia mai stato a letto.

-Scusami, aspettavo che uscissero i miei. Il sabato vanno sempre fuori con gli amici e tornano tardi.-, spiega Linda con la sua voce calda e vellutata. Non ha detto nulla di fraintendibile eppure Francesco già si sente andare a fuoco. Lei gli si siede accanto, accavallando lentamente quelle meravigliose gambe. –Che hai fatto di bello oggi?

-Di bello nulla, fino ad ora.-, mormora lui fissandola bramoso. Linda si sente rimescolare la passione dentro, così gli afferra il viso con entrambe le mani e unisce le loro bocche in un bacio bollente, colmo di desiderio.

-Sei bellissima.-, sussurra ancora Francesco tra un bacio e l’altro sapendo che, prima della fine della loro serata, lo ripeterà un altro centinaio di volte. La sente sorridere contro le sue labbra e per un istante, uno solo, pensa a lei. Chissà cosa staranno facendo adesso, si lascerà prendere dal momento oppure no? Ma no, non può pensarci ora, è una storia chiusa anni prima, punto. Ora è il momento di Linda, e vuole goderselo fino in fondo.
 

***


Stella non avrebbe mai immaginato che un giorno avrebbe spiato qualcuno. Eppure vedere quella troietta uscire soddisfatta da scuola, non poteva proprio sopportarlo. Se ne frega se è contenta o scontenta di essere tornata, ma non si intrometterà nel fragile equilibrio che stanno tentando di costruire. Non quando manca così poco al raggiungimento dell’obiettivo e alla propria liberazione. Domani Erica si opererà, e Teo smetterà finalmente di starle dietro e taglierà i ponti con tutta la storia. E adesso torna questa cagna a rovinarle i piani. Piani bene architettati assieme a Benny dalla sera della discoteca: far soffrire Teo per fargli capire quanto faccia male essere traditi, in maniera che non ripeta l'errore, attendere l'operazione e riprenderselo. Non ha mai davvero avuto l'intenzione di lasciarlo andare. Così quando ha visto quella lì insieme a lui, pronta a fargli perdere la testa e tradirla ancora, ha deciso che l'avrebbe avvertita su con chi aveva a che fare.

E' riuscita ad avere il nuovo indirizzo di Virginia ed è andata a dirgliene quattro, quando ha scoperto che non è sola, ma c’è Teo con lei: ha riconosciuto la macchina. Meglio, attenderà che esca e poi fingerà di trovarsi lì per caso, e infine gli dirà che lo ama ancora, e che alla fine e nonostante tutto, vuole ricominciare. Già immagina la scena: Teo che sorride commosso, la elogia per la sua magnanimità e la bacia, la bacia in quella maniera tenera e passionale che gli è propria.

Eccolo: Teo esce trafelato dalla casa e si infila in macchina, accendendo alla svelta il motore. Sta per allontanarsi quando la nota, una figura esile sul ciglio della strada che lo fissa, apparentemente sorpresa di vederlo. Accosta.

-Ciao.-, dice semplicemente.

-Ciao.-, risponde lei meccanicamente, fingendo indifferenza anche se il suo cuore fa una capriola.

-Che ci fai qui?-, le chiede poco elegantemente.

-Ero da un ragazzo che abita all'angolo della strada, e ora cercavo una fermata del pullman per tornare a casa.-, spiega. Ha mentito poco prima alla migliore amica Barbara chiedendole di accompagnarla lì e ora mente anche a lui. Ormai è diventata abile con le bugie. Vede la sua faccia rabbuiarsi inesorabilmente.

-Da chi cazzo eri?-, ringhia Teo, incapace di trattenere la dolorosa morsa che gli ha attanagliato lo stomaco. 

-Non sono affari tuoi.-, risponde. Teo si rilassa un po’, ripetendosi come un mantra di darsi una calmata, perché ha già fatto le sue scelte. E ciò che fa Stella non lo riguarda più, anche se il suo cuore nega in maniera piuttosto sofferta.

-Vuoi un passaggio?-, le chiede tentando di darsi un tono gentile ma distaccato. Lei sorride trionfante per quella inattesa possibilità.

-Si…grazie.-, mormora aprendo lo sportello e sistemandosi sul sedile di pelle. A Teo viene un groppo alla gola sentendo il suo familiare e adorabile e dolciastro profumo di vaniglia. Gli ricorda quando baciava ogni centimetro di pelle e si inebriava di quell’odore così tenero, così suo. E i ricordi gli si conficcano nell’anima facendola sanguinare, come piccole schegge di vetro. Dà gas senza dire una parola e sono sulla strada. Il ragazzo calcola mentalmente che sarà giusto una deviazione di dieci minuti, di non perdere il suo appiglio con la realtà: sta andando da Erica.

-Bè, come te la passi?-, esordisce Stella, tentando di essere il più naturale possibile.

-Tutto sommato bene. Tu?

-Tutto sommato bene.

Restano in silenzio per un po’, gli occhi fissi sulla strada, poi lei non riesce più a trattenersi.

-Ho visto che Virginia è tornata. Cioè, mezza scuola l’ha vista saltarti addosso.-, dice acida. –Cos’è, ancora innamorata? È un po’ penosa dopo tutti questi anni.

-Mi era mancata la tua gelosia.-, ribatte Teo dispettoso, con un sorrisetto divertito, velato di profonda nostalgia. Lei inizia a torturarsi il labbro inferiore, mordicchiandolo, come fa quando è in imbarazzo: questo dettaglio ha sempre mandato Teo su di giri. Meno male che sono arrivati sotto casa di lei e non deve più lottare con la spasmodica voglia di averla. Ma lei non scende, anzi, lo fissa. Teo la guarda nervoso e impaziente: se non si sbriga Erica uscirà coi suoi per la famosa pizza e non le potrà più parlare.

-Teo, sai, ci ho pensato e ho capito che non ti odio più così tanto.-, dice gustandosi appieno la faccia sorpresa di Teo, felice di averlo preso in contropiede. –Pensavo…visto che Guarini domani si opera e tu non avrai mai più a che fare con lei, magari…magari potremmo provarci ancora. Insomma, sempre se hai imparato la lezione e mi rimarrai fedele, stavolta…

Teo si sente improvvisamente come investito da un treno, o come se si fosse svegliato per una secchiata d’acqua gelida in pieno viso. Il mondo inizia a girargli intorno, la testa minaccia di scoppiare: tutto ciò che ha ardentemente sognato e sperato nelle ultime settimane si sta concretizzando sotto i suoi occhi. Stella gli sta offrendo una seconda occasione. E poi rivede la faccia minuscola del suo bambino, nell’ecografia. Sente l’eco del suo cuore che batte, che vive, che respira all’interno del grembo di Erica, di quella ragazza che ha imparato a rispettare, a cui ora vuole bene…

-Oh, piccola, pensavo che questo momento non sarebbe mai arrivato, e non sai quanto l’ho sognato, ma…-, inizia, pronto a spiegarle che quel bambino lo tengono, che saranno una famiglia, che deve dirle addio. Addio per sempre. Ma lei gli posa un dito sulle labbra e sorride, per poi spostare la mano sulla sua guancia, iniziando a carezzarla. Teo si bea di quelle ultime carezze, vorrebbe tornare indietro anche se sa che non è possibile. In un istante le labbra di lei si posano su quelle di lui, muovendosi delicatamente, con dolcezza. Un ultimo bacio. Per Teo è insopportabile quel sapore così familiare, così tenero, eppure non riesce a sottrarsi e le passa le mani tra i capelli, risale lungo le braccia, le carezza lentamente il viso, tentando di imprimere bene nella mente ogni particolare, ogni sfumatura dei suoi sospiri, della consistenza delle sue labbra. Quando, dopo diverso tempo, lei interrompe il bacio e torna a sedersi al suo posto, lui ha un groppo alla gola, ma si impone un po’ di coraggio per dirle la verità.

-Questo è stato il nostro ultimo bacio.-, afferma e non sa da dove sta traendo le ultime forze. La vede trattenere il fiato e probabilmente le lacrime, in attesa di spiegazioni. –Io ed Erica teniamo il bambino, e il mio compito da oggi in avanti sarà occuparmi di loro. Probabilmente me ne pentirò o forse andrà tutto bene, in ogni caso voglio provarci davvero. Mi dispiace per tutto, puoi odiarmi se vuoi, ma ora devo dimenticarti. Addio, amore mio.

Stella non l’ha mai visto piangere, e si rende conto di star piangendo anche lei. Addio. Sta per dire addio all’amore della sua vita. Sta per vederlo crescere il figlio di un’altra. Magari sposarsi con lei. Avere una casa, andare in vacanza insieme. È troppo, non può sopportarlo, il dolore la fa piegare in due come per un pugno nello stomaco.

-Era con me che dovevi avere una famiglia, stronzo! Dovevo essere io! Dovevo essere io!-, grida, come delirante, e scaccia con uno schiaffo la mano di Teo che le porge dei fazzoletti. Rimangono a piangere entrambi vicini, senza avere il coraggio di toccarsi, di confortarsi, si sono fatti troppo male. Quando Stella inizia a sentir scemare i singhiozzi, prende un po’ di coraggio per aprire lo sportello dell’auto, facendo girare Teo verso di lei. Col viso rigato di lacrime e macchiato di trucco colato, Stella prende un bel respiro e gli dice:

-Spero che non dovrai mai pentirti delle tue decisioni. Spero ti vada sempre tutto bene.

Dopo queste parole faticose, esce dall’abitacolo sbattendo lo sportello e va via senza voltarsi. Teo rimane a guardarla come trasognato finché non varca il portone del palazzo e poi svanisce. Riscuotendosi, si rende conto che è passata più di un’ora e mette in moto l’auto: deve assolutamente andare da Erica, deve dirle tutto. Deve dirle che vuole stare con lei, stavolta sul serio. Che proverà a comportarsi da bravo fidanzato e poi da bravo padre e metterà la testa a posto. Perché lei tra poco darà alla luce suo figlio, e Teo non vuole che, come succede a lui da quando ne ha memoria, un giorno pensi a suo padre con rancore. Vuole essere il padre che avrebbe voluto per se stesso.

La macchina accelera nel buio crescente, che inghiottisce la luce, stritolandola tra le sue spire. I lampioni iniziano ad accendersi, uno dopo l’altro, i ragazzi iniziano a uscire come formichine colorate per vivere il loro sabato sera, mentre Teo corre come un pazzo. Corre da lei e spera solo che i carabinieri non lo fermino per non perdere altro tempo. Ne ha già sprecato abbastanza.

Quando suona il campanello, prega di non essere arrivato tardi. L’attesa lo innervosisce tanto che inizia a girare su se stesso tentando di ricordare quale fosse la macchina dei genitori di Erica, ma poi sente la voce della signora Guarini rispondere e tira un sospiro di sollievo.

-Salve, ehm…sono Teo. Ho bisogno di parlare per qualche minuto con Erica, ci metterò poco.-, dice in imbarazzo. Sente ridacchiare dall’altro lato e poi il rumore metallico del portone che viene aperto.

-Sali, secondo piano.

Teo entra dubbioso. Non è mai stato a casa di Erica e si sente un po’ teso. Sperava scendesse lei. L’ascensore è di un giallo acceso che fa quasi male alla vista, ma Teo si sente troppo stanco e indolenzito per fare le scale, come se avesse corso una maratona. C’erano state davvero troppe emozioni tutte in una giornata.

La madre di Erica, già pronta per uscire, lo attende sulla soglia di casa, dalla quale si infiltra sul pavimento del pianerottolo un rivolo chiaro di luce. Quando lo vede gli sorride e Teo riconosce un sorriso piuttosto sincero.

-Buonasera, Teo. Come stai? Com’è andata a scuola?-, chiede come fosse sua madre. Lui sorride a sua volta, un po’ divertito e un po’ in imbarazzo.

-Tutto bene, grazie. So che stasera uscite e non vorrei disturbare, ho bisogno giusto di pochi minuti.-, dice fissandosi le scarpe. Lui che di solito è così spavaldo, davanti ad un così palese esempio di gentilezza onesta, si vergogna di quanto gli è accaduto poco prima. Lei apre la porta in un muto invito ad entrare.

-Prenditi tutto il tempo che ti serve, tanto mio marito ha avuto un contrattempo a lavoro e così potremo uscire solo tra un paio d’ore.-, gli comunica mentre Teo entra nell’ampio salone e lei gli chiude la porta alle spalle. La casa non è molto grande, ma è arredata con uno spiccato gusto e nessun dettaglio è di troppo o lasciato al caso. Sembra uscita da un catalogo. Accanto al salone c’è la cucina, separata da una porta scorrevole e la porta di quello che si intravede essere uno studiolo. Gli piace immediatamente e non manca di farlo notare, guardandosi intorno.

-Complimenti per la casa. È…bellissima.-, dice sinceramente provocando un risolino nella signora Guarini. Si vede che è orgogliosa della sua dimora e del lavoro fatto per sistemarla e arredarla.

-Grazie. Mi ci sono impegnata.-, dice infatti con un sorriso. –Erica è in camera sua e sospetto stia sonnecchiando, ha finito i compiti poco fa. Sai, il dottore le ha consigliato di riposare molto.-, aggiunge e nei suoi occhi Teo vede un lampo di preoccupazione. –Vieni, ti accompagno.

Lo conduce attraverso un corridoio che dà su due bagni e tre camere da letto. La stanza di Erica è l’ultima a sinistra. Desi, appena uscita dalla propria, accanto a quella della sorella, lo saluta sottovoce con un sorriso, probabilmente per non svegliarla. Sua madre lo lascia davanti a quella porta, sparendo con Desi nel salone. Teo fissa la maniglia, poi si fa coraggio, l’afferra e apre la porta.






Ciao a tutti, gentili lettori che avete deciso di dedicare a questa storia un po' del vostro tempo. Pensavate che non mi sarei più fatta viva, eh? Lo pensavo anche io. So di essere imperdonabile, di aver lasciato passare molti mesi e probabilmente di essermi fatta un po' odiare. Purtroppo ho passato un periodo orribile per varie ragioni e non ho più avuto (fino a poco fa) voglia o tempo di dedicarmi alla storia o in generale al mio hobby preferito: scrivere. In realtà questo capitolo è nato grazie al mio ragazzo, che dopo aver letto tutta la storia fin qui mi ha minacciata di morte se non avessi continuato ed ecco...dopo un inizio un po' forzato, ho ripreso la mano e la passione ed è stato bellissimo.
Spero vi faccia piacere questo ritorno e che ci sia ancora qualcuno dei miei vecchi lettori disposto a perdonare questa assenza e ricominciare a seguirmi in questa follia.
Un abbraccio e grazie come sempre a tutti coloro che leggeranno, e a chi la metterà nelle seguite/preferite/ricordate. Grazie a chi deciderà di dirmi cosa ne pensa attraverso una recensione. Insomma, grazie a tutti!
La vostra Frannie :)
  
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