Forse suggestionato dal silenzio, la sensazione di essere osservato lo fece voltare a guardarsi le spalle più di una volta. Cominciò a sentirsi irrequieto, possibile che nessuno passasse di li in quel momento? Nemmeno un cagnolino randagio?
(...)
Riuscì a fare circa due passi poi sentì due mani stringergli le spalle e un fortissimo dolore al collo, come se qualcuno lo avesse morso. Con un energico scatto si liberò dalla presa voltandosi e portando una mano al punto dolente: davanti a lui un ragazzo dalla pelle grigiastra, forse della sua età, alto e sottile lo guardava impassibile, come se non gli avesse dato nessun fottuto morso!
“ma sei impazzito? Che ti è saltato in mente?” urlò Gert
l'altro non si mosse di un solo centimetro, pareva aspettasse qualcosa.
Il biondo lo guardò dalla testa ai piedi, cominciava a sentirsi pesante. Sbatté le palpebre un paio di volte, notò che dei fili sottilissimi e candidi uscivano dalle dita dello strano ragazzo, nella sua mentre si domandò qualcosa di indefinito, poi il buio.
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Gert ha venti anni quando inizia a vivere il suo incubo, il suo incubo striato. Si lascia andare tentando di resistere come meglio crede, poi arriva il Bianco.