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Autore: Chrome    15/03/2009    3 recensioni
"Presto diventeremo delle star, vero Nana? – le chiese poi, alzando gli occhi al cielo.
- Certo. – rispose lei, mentre la stanchezza andava pian piano facendosi pesante.
- E saremo felici…? – continuò lui; la luce delle stelle, ben visibili dalla riva del fiume, lo rendeva malinconico. Lei non rispose."
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nana Osaki, Nobuo Terashima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le accarezzò i capelli con un gesto delicato della mano.

Barcollavano entrambi, guidati dall’alcool che scorreva loro nelle vene.
Lui era quello tra i due che si ubriacava prima, ma in una situazione del genere doveva per forza far la parte del più forte. Inoltre, si era trattenuto dal bere tanto.
Le braccia esili di lei lo circondavano in una stretta che le permetteva di non cadere a terra. Dal canto suo, il ragazzo la sosteneva in modo da facilitarle la camminata. Entrambi ridevano; le loro conversazioni in quel preciso istante non avevano la possibilità di essere brillanti, quindi si limitavano a ciarlare su argomenti non pretenziosi.
In quei momenti, uno dei loro passatempi era fare le imitazioni dei loro compagni.
Ubriachi, non si accorgevano neanche della gente che gli passava vicino e delle loro basse considerazioni per due giovani così belli e così demenziali.
Ma loro due, in quel momento, si sentivano i sovrani del mondo.
La strada verso casa era ancora lunga. Il buio della notte li avvolgeva in un freddo calore.
- Nobu, ricordati la sensazione di camminare in pubblico senza la folla che ti perseguita. Quando saremo famosi, non ci capiterà più una cosa del genere! – disse – anzi, urlò – Nana, alzando il braccio che non circondava il compagno.
Lui rise, e lei fece lo stesso; le due voci si accompagnavano benissimo, quella maschile e squillante e quella femminile e roca si mescolavano creando un unico suono melodioso.
Ad un certo punto lei si fermò, trattenendo anche lui, che si voltò a guardarla curioso.
- Perché ti sei fermata? -
Lei teneva gli occhi chiusi ed era senza espressione. Qualche secondo prima rideva, ancora prima imprecava contro qualcuno: adesso cosa avrebbe fatto?
- Prendimi in braccio. – disse soltanto. Lui ridacchiò, in un misto di imbarazzo e presa in giro.
- Cammina sulle tue gambe! -
- Sono stanca! – gli urlò lei, tanto che il ragazzo sussultò. Poi Nana allungò l’altro braccio e lo posò sulla spalla dell’amico, aggrappandosi al suo collo, per poi lasciarsi andare di peso. Lui non poté far a meno di sollevarla e di stringerla al petto tenendola tra le braccia.
- Ma che fai, mi metti in imbarazzo! – le sussurrò, guardando per la prima volta i visi delle altre persone che erano su quella strada. Fortunatamente, grazie all’ora tarda e alla strada isolata che avevano imboccato poco prima, non è che fossero poi molti.
- Nobu, se sei un uomo, comportati da tale! – impose lei, tenendo gli occhi chiusi.
L’odore di pelle della giacca del ragazzo la rassicurava.
Lui sospirò, sorridendo. – Hai bevuto molto oggi, eh? – socchiuse gli occhi, guardandole il viso. – Presto diventeremo delle star, vero Nana? – le chiese poi, alzando gli occhi al cielo.
- Certo. – rispose lei, mentre la stanchezza andava pian piano facendosi pesante.
- E saremo felici…? – continuò lui; la luce delle stelle, ben visibili dalla riva del fiume, lo rendeva malinconico. Lei non rispose.
Nobu si avviò verso l’acqua, per osservare meglio il cielo.
Quel posto gli ricordava fin troppo Hachiko. La sua dichiarazione, il suo amore. E Takumi.
Il respiro gli andò via per qualche attimo, la tristezza gli confuse la mente.
Si inginocchiò, e Nana finì seduta sull’erba. Si svegliò di colpo, quando ormai era addormentata. Agitata, cercò nel buio lo sguardo dell’amico.
- Nobu..? -
Lui guardava l’acqua fluire verso un’unica direzione. Il riflesso della luna era luminoso e limpido. Il pensiero di Hachiko occupava gran parte della sua giornata, ma in momenti come quello, quando l’alcool prevaleva sulla ragione, un luogo pieno di ricordi ed un atmosfera romantica, era inevitabile che si abbattesse.
Perso nelle nostalgie, la mano fredda di Nana sulla sua guancia lo fece sussultare. Ricambiò lo sguardo di lei, preoccupato. Cercò di sorriderle, di tranquillizzarla.
- Pensi ad Hachiko? – gli chiese lei, a bruciapelo.
Dopo qualche secondo di indecisione, sospirò. – Si. –
Un’espressione dispiaciuta di manifestò sul suo viso. Ma non disse niente. Dopo qualche secondo di silenzio, interrotto solo dallo scorrere dell’acqua, lui tornò a guardarla.
- Non mi dici niente? Non mi dici di continuare ad insistere? – le chiese, sorridendo tra se e se. Ma lei non disse niente.
Questo lo lasciò stupefatto; nessuna frase carica di fervore, nessun incoraggiamento carico d’energia. Quando lui era giù di morale, era lei a riportarlo sulla via del pensiero positivo.
Il pensiero si focalizzò su Nana.
Erano come due facce della stessa medaglia, compensavano a vicenda le proprie mancanze. Era così dagli anni del liceo, da quando lui aveva promesso a sua nonna di badare a lei. Fino a quel momento, avevano entrambi contribuito alla loro reciproca felicità. Nobu le aveva presentato Ren, e Nana gli aveva presentato Hachi. E si erano aiutati in tanti altri modi.
Ad un certo punto, le braccia di lei lo circondarono. Le loro guance si sfiorarono in un abbraccio. Lui, all’inizio un po’ sorpreso, qualche attimo dopo ricambiò la stretta, sorridendo. I singhiozzi di lei erano silenziosi, ma attraverso la giacca riusciva a percepirli.
- Che fai, piangi? – le sussurrò in un orecchio, mentre con le braccia la coccolava. Lei fece di no con la testa, poi posò la fronte sulla spalla del ragazzo, lasciando le lacrime scorrere.
- Non ti preoccupare, non muoio mica! – disse, ricevendo subito dopo un colpo alla nuca da parte della ragazza. Ridacchiò, sollevato dal fatto che il carattere combattivo di Nana non era completamente scomparso.
Lei si allontanò da lui, e lo guardò negli occhi. La luna faceva scintillare le lacrime; Nobu con un dito ne prese una.
- Nobu, anche se con Hachiko non finisce come vorresti… - iniziò lei. Ma fu interrotta.
- Lo so, non devo arrendermi. – sospirò il ragazzo, rassegnandosi. Ma lei lo zittì, posandogli un dito sulle labbra.
- …sappi che io ci sarò sempre. – terminò.
Lui rimase spiazzato, lei non era un tipo di ragazza che si lasciava andare a frasi affettuose come queste. La guardò con gli occhi sbarrati, un po’ per il buio e un po’ per la sorpresa, mentre lei si alzava e si staccava da lui. Gli disse di muoversi, era stanca e voleva farsi un bagno.
Anche lui si alzò, e la guardo avviarsi verso casa.
Le corse dietro, e le si affiancò sorridendole mentre lei con un espressione fredda mascherava il suo imbarazzo. Nana era fatta così, preferiva mostrare il suo lato più rude che quello più sensibile.
Ma era felice che, in un momento per lui difficile come quello, era riuscito a farlo sentire meglio, ad alleviargli il dolore.
Dubitava della sua storia con Hachiko, dubitava della sua scelta di scappare di casa, dubitava del suo futuro.
Ma non dubitava di Nana.



Fan fiction scritta su due piedi, e in tutta sincerità non mi soddisfa per niente. Ma sentivo il bisogno di scrivere qualcosa su loro due perché li amo profondamente. <3
Grazie per aver letto!
  
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