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Autore: nellad    20/01/2016    5 recensioni
Pochi giorni al Natale, per Jane e Maura un caso dagli insospettabili risvolti
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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~~Ok, siamo arrivate all'ultimo capitolo, ne sono felice ma al contempo mi dispiace.
Immaginare questa piccola storia, scriverne durante il Natale, con la giusta atmosfera di candele accese e calore in casa, mi ha tenuto compagnia.
Avevo l'impressione, una volta tornata a casa, che i personaggi mi mettessero fretta, che avessero voglia di vivere ciò che io avevo pensato mentre guidando nel traffico tornavo dall'ufficio.
Spero che sia piaciuto almeno un poco anche a voi, spero che troverete nella vostra vita, ciambelle piene di zucchero e pioggia di primavera.
Nella.

M: svegliati Jane, svegliati è Natale!!!!
Maura in preda ad un'euforia fanciullesca, aveva spalancato la persiana di camera, cercando di svegliare a suon di baci Jane. Questa, aperto a malapena un occhio, protestava per il sonno mancato ma non per altro.
J: Maur...ti prego, ancora cinque minuti!
M: daiiiii dobbiamo aprire i regali!
Assonnata, spettinata e trascinata, Jane arrivò in qualche modo in salotto.
Maura prese le due scatole ben confezionate da sotto l'albero, porgendone una alla mora.
J: ma questi sono i doni che ha portato tua madre?
M: uno è il loro per me, questo è il tuo da me.
J: ma non dovevi...
M: dai aprilo!
Nel tempo che Jane impiegò per levare il nastro, Maura aveva già aperto il suo.
Dalla scatola estrasse un abito blu, con scollo a cuore e bolerino dello stesso colore, abbinato a scarpe con un tacco vertiginoso aperte sul davanti con plateau.
M: guarda Jane!!
J: è splendido, sarai un incanto.
M: ora apri il tuo.
Maura le si mise accanto, più impaziente ancora.
Dalla preziosa confezione uscì un abito color rosso bordeaux,  scollato a barchetta e con maniche  trequarti,  oltre ad uno splendido paio di scarpe nere e alto tacco.
J: Maur...io non ho parole, è magnifico.
M: ti piace davvero? Avevo qualche dubbio, ho chiesto a mia madre un parere e beh, è piaciuto anche a lei. Jane, sarai ancora più bella oggi, e io se possibile, più orgogliosa.
J: oggi??? Ma...No Maur, non vorrai che lo indossi per il pranzo da mia madre? Sarebbe sprecato!
M: non dire sciocchezze, vedrai che successo!
J: ci sono i miei fratelli, Cavanaugh, Korsak!! Korsak mi prenderà in giro a vita! Non sono abituati a vedermi così.
Maura lo sguardo basso, parve delusa.
M: non voglio che ti senta a disagio, se non ti piace..
J: lo adoro, è solo che mi sembra troppo bello..
M: ok Jane, come vuoi.
J: dai Maur...non mettermi il muso...Ok senti, se mi prenderanno in giro...userò i tacchi in modo improprio!
Il viso di Maura s'illuminò di nuovo e abbracciò la sua detective.
M: ti adoro, lo sai vero?
J: Maura, non mettermi alla prova, perderesti! Io ti adoro molto di più.
Il tragitto verso casa Rizzoli fu un lamentio continuo di Jane per i tacchi alti con cui non riusciva a guidare e il freddo che le si era insinuato sotto l'abito. Maura la consolava, tenendole la mano sulle propria ginocchia e con continue carezze.
K: dottoressa Isles...è. ..è bellissima!
M: grazie sergente, anche lei sta molto bene.
Tommy sentito il commento di Korsak, si precipò seguito da Frankie, alla porta.
T: Maura sei...lasci senza fiato! E subito l'abbracciò. Frankie, che davvero non era riuscito a proferire verbo, si limitò ad abbracciare Maura.
J: quando lor signori si degneranno di togliere quelle ventose da Maura, gradirei essere aiutata con questi regali.
Jane fece il suo ingresso semi coperta da pacchetti regalo di ogni sorta e dimensione, poi i fratelli la aiutarono...
F: mio dio Jane....sei tu???
T: Mà vieni a vedere Jane!!!!! Si è vestita da donna!!!!
Tommy non aveva ancora terminato la frase, che lo raggiunse uno scappellotto dalla sorella.
A: bambina mia...sei bellissima!!!
J: Mà, non stringermi così,  mi sgualcisci l'abito!
Maura orgogliosa guardava Jane, era davvero splendida.
A: Maura anche tu....siete bellissime ragazze mie.
C: dottoressa Isles, Rizzoli...complimenti! Se vi doveste presentare così in ufficio...aumenterebbero i corpi al lobitorio e le confessioni degli assassini. Esordì Cavanaugh
Tutti risero...tranne Jane più rossa dell'abito che indossava.
Mentre gli altri sistemavano i regali, Angela portò con sé in cucina Maura.
A: ha fatto storie?
M: un po'. Poi ho fatto come mi hai detto tu.
A: che ti avevo detto? È da quando sono piccoli che gestisco Jane e Frankie col senso di colpa. Con Tommy purtroppo non attacca.
Lidia, la compagna d Tommy, entrò in  cucina col piccolo TJ singhiozzante
L: scusate ma TJ reclama il biberon
A: oh si è svegliato il piccolino.
L: siamo arrivati che ancora dormiva, l'abbiamo messo in camera, ma è ora di pranzo anche per lui, e come il padre, non ha pazienza.
M: è bellissimo Lidia.
L: sì, è adorabile, quando non piange.
Lidia passò il piccolo ad Angela, per scaldare il biberon.
T: Mà vieni, c'è zio Pete! Urlò Tommy dal soggiorno.
A: scusa Maura, tieni TJ. Questa casa è così grande che se non si urla non ci si sente da una camera all'altra. Disse Angela in tono sarcastico.
M: come vanno le cose con Tommy?
L: non è facile, ma ci stiamo provando. Per TJ e per noi.
Maura, come gli altri, non avrebbe scommesso su quel rapporto, ma per fortuna, i due ragazzi si stavano impegnando, dimostrando di essere buoni genitori.
M: sono davvero contenta, per voi e per lui.
E sollevando un poco TJ
M: perché questo angioletto, se lo merita di essere felice, vero TJ?
L: vieni piccolapeste, torniamo in camera per la pappa.
Maura passò alla madre il piccolo che subito iniziò la poppata.
Angela entrata in cucina, chiese a Lidia e Maura di seguirla in salotto per conoscere lo zio Pete.
L: andate voi, TJ non ama gli estranei quando sta mangiando, non vorrei riprendesse a piangere.
M: se vuoi penso io al piccolo.
L: lo faresti? Grazie, ci metto un attimo.
Le due donne uscirono, mentre Maura e il piccolo si spostarono in camera
J: ti hanno abbandonata con la piccola peste?
Jane in piedi appoggiata allo stipite della porta, guardava Maura che allattava TJ. Non avrebbe saputo dire l'autore, ma quella visione gli ricordava tanto un quadro italiano del Rinascimento, uno dei tanti ritraenti Madonna col bambino.
Maura parlò a bassa voce.
M: non ti avevo sentita. Lidia dice che il piccolo non sopporta gli estranei, allora mi sono offerta.
J: vi stavo guardando da un po'
Maura seduta sul letto col bambino in grembo, fece un poco di posto a Jane che le si mise al fianco, mettendosi a giocare coi piedini di TJ che protestando si mise a scalciare.
M: Jane...
J: ma non vedi come sono piccoli?
M: non lo sono affatto, cresce bene, secondo gli standard.
J: e tu come fai a saperlo?
M: dimentichi che sono un medico? E comunque mi sono documentata.
J: ne ero certa.
M: sistemagli il bavaglino, si sta sporcando.
J: TJ tua zia Maura ti perdonerà tutto, ma non che tu sia disordinato nel vestire, imparalo da subito.
Risero entrambe.
J: è carino vero?
M: sì, lo è.
Calò un silenzio fatto da mille pensieri, e poi non detta, una sola domanda con una sola risposta, la stessa per ognuna di loro.
Jane appoggiò la mano su quella di Maura che teneva il biberon, quello che lessero nei loro occhi, fu di una dolcezza infinita.
Angela e Lidia entrarono nella camera.
A: state facendo le prove per la maternità? Oh lo volesse il cielo!
Entrambe arrossirono.
J: Mà
A: beh, mica c'è qualcosa di male? Non vorrei dirvelo ma alla vostra età io avevo già due figli e il terzo in arrivo. Anche tua madre, Maura, sarebbe contenta, no?
J: Mà!!!!!!!!!
M: no, tua madre ha ragione, con la persona giusta, è un passo che farei.
Maura parlava tenendo lo sguardo, volutamente, rivolto verso il solo TJ
L: e tu Jane? Saresti un'ottima madre.
A: dai una speranza a questa povera donna?
J: con la persona giusta! Ok?
TJ finì la poppata che già stava dormendo, Lidia lo prese dalle braccia di Maura e lo mise nella culla.
A: gli uomini reclamano, di là era già tutto pronto, se non fosse arrivato Pete. Sai Jane, gli ho commissionato una medaglietta per il battesimo di TJ
M: è un orafo?
A: sì uno dei migliori.
J: non hai detto che è pronto?
Il pranzo, come previsto fu un successo, così come lo scambio di doni. Maura aveva fatto un ottimo lavoro nello scegliere i suoi e quelli di Jane. A TJ regalarono un completo, maglietta e cappellino, dei Red Sox, Jane ne fu la più entusiasta.
Nel pomeriggio Korsak e Frankie si dileguarono per altri impegni, Angela pretese ed ottenne che i rimanenti restassero per una cena leggera. A pasto finito, anche Tommy e Lidia uscirono per una passeggiata lasciando TJ a casa. Maura e Jane, sparecchiato il tavolo, sistemarono la cucina lasciando Angela e il Tenente da soli.
M: credo che dovremmo andarcene, sai per Angela e Cavanaugh.
J: scusa?
M: sì, dovremmo lasciarli soli prima che Tommy e Lidia rientrino.
J: Maur ti prego...stai parlando di mia madre e del mio tenente.
M: credo che si limeteranno a qualche effusione,  dato il poco tempo.
J: Maur....non voglio sentire, ne sapere, ok?
Maura si avvicinò all'orecchio di Jane perché la sentisse pur parlando piano.
M: credi di essere la sola ad aver diritto ad una sana attività sessuale?
Jane avvampò sia per il riferimento alla madre, che per quel respiro così vicino.
J: l'unico diritto a cui voglio pensare è il nostro.
Maura le sorrise.
A: ho preparato le confezioni da portare via,  sono nel frigo, ora ve le prendo. Disse Angela passando accanto alle ragazze
Maura ancora vicina a Jane..
M: vedi ci sta' cacciando
Jane le diede un pizzicotto
M: aiiiih
A: cosa c'è?
J: nulla Mà, Maura ha sbattutto contro la sedia.
A: Jane guida tu, non vorrei avesse bevuto troppo.
M: io veramente..
J: si Maur guido io è meglio
Ora fu Jane a ricevere un pizzicotto.
J: ahhhh
A: che succede?
J: ahhhh prima di andare passiamo a salutare TJ, ok Mà?
A: bene, io finisco di prepararvi le cose da portar via.
J: non esagerare!!!
TJ dormiva nella culla come un angioletto.
M: vorrei sistemarlo meglio, sai per il rigurgito.
J: è a posto
M: mi sembra anche troppo coperto per la temperatura di questa stanza
J: Maur, sta bene, lascialo stare o si sveglierà.
M: avete un termometro per la stanza?
J: Maur sarai una madre incredibilmente apprensiva, lo sai vero?
M: tu invece??? Ti ci vedo, metterai agenti di guardia alla culla.
J: ti sbagli. Chiederei a Frost un impianto di video sorveglianza in ogni camera di casa nostra, con collegamento internet ai cellulari e ai computer d'ufficio, in modo che possiamo sempre controllarlo.
A Maura non sfuggì ne la scelta del pronome personale per "casa", ne la prima persona plurale.
Jane già al termine del corridoio, si girò per aspettarla.
J: Maur, mi fanno male i piedi a colpa di questi tacchi, possiamo andare a casa?
Maura non se lo fece ripetere due volte e presa la mano di Jane si congedarono.
Erano tornate a casa immerse in tanti splendidi pensieri e confezioni di cibo di Angela, che sarebbero bastati per una settimana. Manco a dirlo, Maura pretese di sistemarli subito tutti con tanto di etichetta, mentre Jane, levatasi le scarpe, osservava quel ciclone di efficienza dal divano del salotto.
M: finito. E si lasciò cadere accanto a Jane.
M: non ricordo Natale più bello.
Jane per tutta risposta estrasse dalla tasca del cappotto un cofanetto.
J: per te, Buon Natale Maur.
M: io l'ho già avuto il mio regalo..
J: sì, ma te l'ho mangiato. Aprilo.
Dalla piccola scatola Maura estrasse un girocollo. Un filo lucente di oro bianco con un ciondolo a forma di cuore, nel cui centro era incastonato un rubino.
M: Jane è. ..è spledido non ho parole.
J: giralo
Maura girò il ciondolo e lesse cos'era inciso sul retro.
                                                                 Je t' aiMe
Le due maiuscole a simboleggiare i loro nomi. Maura scoppiò in lacrime, di felicità. Abbracciò così forte la sua detective da levarle il respiro.
J: questo non si scioglierà. Me lo ha garantito zio Pete.
Maura la riempì di baci. Aveva fatto tutto questo per lei, per lei in un solo giorno.
M: Jane.....
J: sssssssshhhhh
Quella notte, come molte altre a venire, si amarono con la dolcezza e la passione di chi supera le proprie paure per qualcosa di più grande. Fecero di due vite, una sola e forse da questa, ne sarebbe venuta un'altra.
Maura avrebbe di certo ben riassunto con il verso E PLURIBUS UNUM.

L'uomo senza fatica salì alla finestra del piano superiore, guardandovi dentro vide le due ragazze abbracciate nel loro letto. Soddisfatto si lisciò la lunga barba bianca, se tutto fosse proceduto secondo i piani sarebbe tornato il prossimo anno. Si diede una pacca di auto compiacimento sulla grande pancia e svanì con un OH OH OHHHHHH
J: Maur? Maur, ho sentito un rumore.
M: sarà il vento, dormi Jane.
Maura con il respiro già calmo di Jane sulle proprie spalle, le stava rannicchiata tra le braccia, come un uccellino nel proprio nido.
Aveva espresso un desiderio per Natale, ed era stato esaudito.
Provò ad esprimerne un altro, ...che somigliasse a lei o a Jane non contava, per quale strada fosse arrivato meno ancora, sarebbe stato amato e sarebbe stato IL LORO.
Cullando questo pensiero Maura si sistemò meglio tra le braccia di lei, Jane la strinse un po' di più
J: Maur?
M: si?
J: Ti amo.
M: IDEM

   
 
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