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Autore: ilpiercingdiluke    20/01/2016    1 recensioni
Il castello di Hogwarts era sempre più bello e inquietante ogni giorno che passava. Questo era ciò che Layla Hemmings pensava mentre, a braccetto con suo fratello e al suo migliore amico, salivano la collina che li avrebbe poi portati alla Sala Grande.
 
Stava correndo lungo i grandi corridoi di Hogwarts, sicura che Ashton l'avrebbe uccisa, per non parlare della sua migliore amica. Quello era l'ultimo anno, e lei era riuscita ad essere in ritardo anche in quell'occasione. Con il fiatone, si aggrappò malamente ad una delle pareti dell'edificio, sistemandosi la cravatta dei colori di Grifondoro. Prese un respiro e fece la sua entrata nella sala grande: finalmente era a casa.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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SESTO CAPITOLO

 
Medea Grindelwald stava odiando con tutta se stessa la professoressa Cooman per la sua incredibile capacità di divagare in argomenti che non c'entravano assolutamente nulla con Divinazione. Era seduta da sola in un banco nella terza fila e cercava di prendere appunti più velocemente possibile quando lo sbattere della porta la fece sobbalzare. 
«Signor Hemmings alla buon'ora!» disse la Cooman. 
«Meglio tardi che mai, non trova professoressa?» ghignò lui, facendo ridacchiare le ragazze in classe. 
Il biondo lanciò la borsa in terra, mettendosi a sedere di fianco alla Grifondoro. 
«Sbruffone» sussurrò Medea. 
Luke sollevò gli occhi al cielo e «Perché, tu non hai mai fatto ritardo?»
«Ma non ho mai sentito questa tua necessità di dover fare il coglione per far ridere quelle quattro galline» sbuffò lei. 
Hemmings ridacchiò, senza farsi scoprire dall'insegnante e le mise un braccio dietro la schiena. 
«Piccola Grifondoro tranquilla – le sfottè lui – Tu avrai sempre il posto d'onore nel mio cuore, non essere gelosa»
«Fottiti!» disse prima di ritornare a scrivere la lezione del giorno. 
«Signor Hemmings, dato il suo ingresso molto simpatico in classe – attirò l'attenzione su di sé la professoressa – Ci legga la mano della sua compagna. Infondo è stato l'argomento principale della scorsa lezione, non dovrebbe avere problemi»
Hemmings annuì, prendendo delicatamente la mano destra della Grindelwald e voltandola con il palmo verso il soffitto. 
L'accarezzò piano, seguendo tutte le linee da sinistra verso destra. 
«La linea del cuore dice che.. – Luke s'interruppe un secondo, corrucciando le sopracciglia e facendo preoccupare Medea. Che diavolo ci leggeva nella sua mano? – È a forma di semicerchio ed è interrotta da altre piccole linee. Quindi, subirà un forte dolore?» chiese conferma alla professoressa, facendola annuire soddisfatta dalla capacità del biondo. 
«Bene Hemmings – disse – 5 punti a Serpeverde per la sua capacità – continuò avvicinandosi per controllare anche lei la mano della mora – E signorina Grindelwald, mi dispiace così tanto, cara ragazza» concluse sconsolata. 
Medea si guardò urgentemente la mano, per poi puntare lo sguardo sul Serpeverde. 
«Che diamine significa che subirò un forte dolore? E perché la professoressa mi ha detto quelle cose?»
Hemmings scrollò le spalle, confuso. 
«Non darle retta – cercò di tranquillizzare quei due occhioni pieni di ansia – La Cooman è pazza, lo sai» le disse, sorridendo leggermente e facendola annuire piano. 
Erano arrivati quasi alla fine dell'ora, finalmente, Luke non l'aveva più distratta impegnandosi anche lui nel prendere appunti, o perlomeno era quello che Medea credeva stesse scrivendo nel quaderno rosso. 
«Ci vieni alla gita ad Hogsmeade alla fine delle lezioni?» le chiese lui. 
«Si, certo – annuì Med – Ci sei anche tu?» chiese con un tono esasperato. 
«Ah-ah – lui scosse la testa in disapprovazione – non fare finta che ti dispiaccia occhi di cristallo! Ovvio che ci sarò, una burrobirra non me la toglierà nessuno!» concluse dandole un pizzico sulla guancia già arrossita e uscendo dalla classe dopo aver preso la tracolla. 





Michael Clifford era davvero molto triste, di non poter accompagnare i suoi amici nella gita ad Hogsmeade. 
«E dai Mikey! - urló Layla, mentre Luke la prendeva sotto braccio - non fare quel musino! Mi fai quasi sentire in colpa!»
Michael la guardó male, 'che non gli piaceva proprio quando la sua migliore amica usava quel "quasi".
«Te la salutiamo noi, Madama Rosmerta!» disse poi Luke.
«Fottiti, Hemmings!»
Michael Clifford non parlava molto, semplicemente si limitava a non sprecare fiato. Ma il ragazzo dai capelli rossi sapeva sempre quando mandare affanculo uno dei suoi migliori amici, e prenderlo in giro per la sua cotta secolare nei confronti della proprietaria del pub più famoso di Hogsmeade, era uno dei momenti migliori.
«Ragazzi! - urló il professor Piton, per richiamare la sua casa - forza, andiamo, reputo questa gita una perdita tempo, non fatemi cambiare idea proprio all'ultimo minuto!».

I Grifondoro e la professoressa McGranitt erano giá arrivati da un pó, quando videro Piton con i Serpeverde.
«Ah, chi si vede!» disse Ashton.
Luke ghignó, avvicinandosi all'amico e: «I tre manici di scopa aspettano solo noi e non vedo l'ora di..»
Il biondo non finì di parlare, che una voce lo interruppe.
«Hemmings - tuonó il professor Piton - ho saputo dei cinque punti che ha fatto guadagnare a Serpeverde questa mattina, a lezione di Divinazione con la professoressa Cooman, la prego di non mandare in fumo l'ultimo anno in un solo pomeriggio»
Ashton dovette soffocare una risata, e Layla si lasció andare ad un ampio sorriso, che riuscì ad illuminare per qualche secondo l'atmosfera buia che caratterizzava Hosgmeade.
«Non si preoccupi, professor Piton, ci penso io a mio fratello!»
Piton la squadró, dopodichè si allontanó con un: «Vi tengo d'occhio, anche a lei, Irwin!»
«Mette i brividi» disse proprio quest'ultimo.
Luke scosse la testa e Layla gli lanció un'occhiata, lasciva: non avevano ancora parlato, dopo la loro ultima difficile conversazione. Ma la Hemmings non aveva nessuna intenzione di rovinare la gita a nessuno, tanto meno a lei.
«Eccomi!» a riscuoterla da quei pensieri, ci pensó la voce candida di Medea.
Lo sguardo di Luke Hemmings corse immediatamente a lei, mentre si aggiustava la cravatta rossa ed oro.
«Che stavi facendo, Med?» s'informó Ash.
«La professoressa McGranitt voleva parlarmi di un progetto di Trasfigurazione - disse, con un gesto veloce della mano, come a voler liquidare la faccenda - allora, entriamo?»
Layla annuì vigorosamente, ed appena misero piede nel pub, videro subito Calum seduto ad un tavolo con alcuni dei suoi compagni Corvonero.
«Non pensateci neanche - si affrettó a dire Luke - non mi siedo con Hood, sono qui per divertirmi»
«Totalmente d'accordo con Hemmings!» disse Ashton.
Medea roteó gli occhi al cielo, mentre Layla, sbuffando, cercava un altro tavolo.
«Questo va bene, rompi palle?» chiese la bionda. 
I due ragazzi annuirono, e si sedettero tutti e quattro. 
«Alle burrobirre ci penso io» fece Lay.
E stava per andare, ma Ash si alzó e: «Ti aiuto».
Così, Luke e Medea rimasero soli. Il Serpeverde aveva osservato la ragazza occhi di cristallo, e l'aveva trovata nervosa ed irrequieta. 
«Med?» la richiamó.
«Sí?» fece, voltandosi di scatto.
Medea si era mossa cosí velocemente, che l'odore dei suoi capelli aveva inebriato Luke.
«Tutto bene?»
Lei lo guardó per un pó, prima di obbligarsi ad annuire.
«Perchè me lo chiedi?»
«Sembri nervosa ed agitata - le fece notare - so che hai sempre l'ansia per qualcosa, ma siamo qui per divertirci e passare un pó di tempo fuori dal castello di Hogwarts, mi sembra esagerato perfino per te»
Medea sospiró, e si lasció andare.
«È per quello che ha detto la Cooman - disse - hai visto cos'è successo a Mike, non vorrei che c'entrasse qualcosa con questi strani avvenimenti..»
«Angelo, la Cooman è fuori di testa, te l'ho già detto - tentó di tranquillizzarla, come a lezione - e poi chi vuoi che ti si avvicini? Chiunque abbia anche solo la malsana idea di toccarti, dovrà vedersela con me, d'accordo?» 
Luke la stava guardando così profondamente, che a Medea sembró non ci fosse alcuna via d'uscita, da quegli occhi. Forse era quella, la sensazione che provavano gli altri quando guardavano i suoi, di cristallo.
«D'accordo - disse infine, sorridendo appena - grazie, Luke»
«Mi sfugge solo una cosa, peró» fece il ragazzo.
«Ah davvero? - scherzó Med - solo una? Sei gentile con te stesso, Hemmings!»
«Simpatica - disse, sorridendo comunque divertito - ma la cosa che non mi torna è, non mi dici di non chiamarti angelo, angelo?»
La Grifondoro sorrise, sinceramente, e si strinse ne spalle.
«Oggi no».





Layla stava tamburellando con le dita sul bancone in legno dei tre manici di scopa, aspettando impazientemente le quattro burrobirre. Ashton le stava affianco, ogni tanto la bionda sentiva il suo sguardo addosso, ne sentiva il peso. Lei lo guardò con la coda dell'occhio e lo vide aprire la bocca. Ma poi, incerto sul da farsi, la richiuse subito.
«Che c'è? – fece allora Layla – non hai mai avuto paura di dirmi qualcosa, che ti prende adesso?»
«Mi manchi» sbottò improvvisamente Ashton, facendole bloccare le dita sul bancone. 
«Cosa?»
«Ho detto che mi manchi – ripeté più sicuro il Grifondoro – Mi manca vederti arrossire per causa mia; mi manca quel tuo vizio di arricciare il naso quando ridi; mi manca il modo in cui continui a portare i capelli sciolti nonostante ti diano fastidio quando ti vanno davanti agli occhi; mi manca tenerti per mano e mi manchi tu – continuò, sotto lo sguardo sbigottito della bionda – E mi dispiace per come sia venuto fuori solo adesso quando avrei dovuto dirtelo cinque anni fa, ma mi manchi Layla»
«Sei un idiota! – gridò quasi lei – Tu.. Tu non puoi dire queste cose! Non puoi dirle mentre sto aspettando quattro fottute burrobirre per mio fratello e la mia migliore amica. Non puoi dirlo e basta Ashton, non quando dopo pochi mesi esserci lasciati ti sei messo assieme a Clarissa che, a proposito, dov'è? Perché non sei con lei e non mi eviti come fai dal terzo anno a questa parte?» sbottò tutto d'un fiato. 
«Clarissa è malata»
«Quindi la bellissima Clarissa non è disponibile e hai pensato bene di venire da me. Logico, no?»
«Ecco a voi le burrobirre ragazzi! – li interruppe Madama Rosmerta – Fanno quattro galeoni» 
Layla lasciò i soldi sul bancone, prendendo velocemente il vassoio e portandolo al loro tavolo. 
«Torno subito – disse in direzione di Medea, lanciandole un'occhiata che avrebbe dovuto dire "reggimi il gioco per favore" – Voi iniziate a bere intanto»
«Ma Lay dove vai?»
«Luke ti spiego dopo, okay?» sbottò nervosa. 
«No col cazzo! – la fermò il biondo – me lo dici ora!»
«Basta – li interruppe la Grindelwald, prendendo il Serpeverde per il polso e facendolo rimettere a sedere – Luke te lo dirà dopo, dai. Lascia perdere»
Luke Hemmings annuì, rilassandosi lentamente sulla sedia. Layla evitò di farsi domande sul comportamento fin troppo amichevole dei due, per il momento, aveva altro a cui pensare. 
Tornò velocemente verso Irwin, a cui lanciò uno sguardo truce e «Okay, ricominciamo: Sei un coglione! – urlò la bionda, attirando sguardi indiscreti che la innervosirono ancora di più – E cos'avete tutti da guardare?» 
Ashton alzò gli occhi al cielo, prima di prenderle il polso e trascinarla nella prima stanza a sua disposizione; lo sgabuzzino sul retro. Fortunatamente Madama Rosmerta li conosceva sin dal terzo anno, e, sicuramente, non li avrebbe sgridati per essere entrati nella stanza riservata al personale. 
«Che cazzo ci facciamo qui?» sbottò al limite dell'isteria Layla, sbattendo un piede a terra e spostando una scopa che le stava per cadere addosso. 
«Sei impazzita? – le rispose Ashton – Hai urlato nel mezzo di un locale pubblico dove, vorrei ricordarti, è presente anche tuo fratello!»
«E di chi pensi sia la colpa se io sono impazzita, Ashton? – allargò le braccia esausta – Mi rendi pazza e non riesco a starti dietro. Prima mi eviti quando c'è Clarissa, poi mi baci, poi ti scusi e mi eviti di nuovo come se non fosse successo nulla, da due giorni non fai altro che ricordarmi alcune cose che sono successe nel periodo in cui siamo stati insieme e adesso questo! – continuò tutto d'un fiato lei – Mi rendi pazza, Ashton te l'ho detto, io non ce la faccio più. Sei il ragazzo più st..»
Le labbra di Irwin si sovrapposero alle sue, zittendonla una volta per tutte. 
Layla non sapeva se dare retta al cuore o alla mente, ancora una volta. E nonostante suo fratello gemello si trovasse negli stessi metri quadri, decise di intensificare il bacio, schiudendo le labbra per permettere alla lingua di Ashton di fondersi con la sua. 
Le mani del Grifondoro si posarono sulle sue gambe, che Layla allacció abilmente ai suoi fianchi. Si lasció toccare ed esplorare da quelle dita che conosceva bene, rivivendo vecchi ricordi, che un po' la facevano sorridere sulle labbra di lui. 
Ashton chiuse la porta con un veloce incantesimo e appoggió delicatamente la bionda su degli scatoloni, spogliandola velocemente, mentre lei armeggiava con il suo mantello.
«Cosa dirà Clarissa?» sussurró Layla, con la voce spezzata.
«Non m'importa» disse Ash, mentre le lasciava una scia di baci languidi sul collo.
«Oh mio dio..» si lascio sfuggire lei.
Ma Ashton la zittì, con una mano sulla bocca.
«Lay..»
«No, non dire nulla»
E lo bació, insistentemente, come se le sue labbra non aspettassero altro da cinque anni, come se entrambi non vedessero l'ora di fare insieme l'amore, ancora, ancora e ancora.





Medea sapeva bene che in quello che stava combinando Layla, c'entrava anche Ashton. Ma sapeva anche che non voleva alimentare le preoccupazioni di Luke, e allora posó una mano sulla sua.
Il biondo si voltó di scatto verso di lei.
«Non dire nulla» fece lei.
Luke sorrise e prese un grande sorso della sua burrobirra. Med lo imitó, ma le sembró di notare un viso fin troppo conosciuto, guardando fuori dalla finestra.
«Luke, ma quello non è..« cominció, riducendo gli occhi a due fessure.
«Mica non dovevo dirti niente?» chiese lui.
Medea sbuffó e indicó fuori dalla finestra: «Guarda!»
«Ma cosa?» domandó Luke, confuso.
La mora si alzó e si precipitó fuori, mentre Luke la seguiva.
«Ma si puó sapere che succede? - domandó, fermandosi e sistemandosi il mantello - voi Grifondoro siete proprio dei..»
«Adesso tu mi spieghi che diavolo ci fai qui! - ma Medea non lo stava ascoltando, mentre incrociava le braccia ed arricciava le sue labbra, che Luke reputava irresistibili - Kyle Grindelwald, sei soltanto del primo anno e sei anche mio fratello, cosa ti ha fatto pensare di poter venire fino ad Hogsmeade?»
Medea era davvero arrabbiata, mentre urlava contro il suo fratellino ed i suoi due nuovi amici: Felix Lamark e George Norwest.
«Medea! - fece il piccolo Serpeverde - perchè sei qui?»
«Sono in gita scolastica, Kyle! E non devo dare spiegazioni a nessuno, io! - continuó, la sorella maggiore - voi piuttosto, cosa combinate?»
Kyle tentennó, mentre i suoi due fedeli compagni la guardavano, un pó abbagliati, 'che quei due occhi di cristallo sapevano ammaliare perfino i ragazzini del primo anno.
«Ehi, Kyle - così s'intromise Luke - vi metterete nei guai se Piton dovesse scoprire che siete qui..»
«Luke! - urlettó Kyle - noi volevamo solo provare la burrobirra!»
I suoi amici annuirono vigorosamente, 'che tutti e tre Serpeverde, vedevano Luke Hemmings come il loro idolo indiscusso. 
«Non se ne parla neanche!» urló Medea, autoritaria.
Luke la guardó per qualche secondo, prima di rivolgersi nuovamente a Kyle.
«D'accordo - concesse - ma vi fermate poco e restate con me, non voglio casini con Piton e, sinceramente, nemmeno con tua sorella!»
Kyle scoppió a ridere insieme ai suoi due amici, mentre entravano ai tre manici di scopa.
«Sei forte, Luke!» disse il piccolo Grindelwald, lasciandoli ancora soli.
Medea non poteva crederci, era fuori di sè dalla rabbia.
«Entriamo anche noi?» chiese Luke.
«Ma ti rendi conto di quello che hai fatto? - sbottó - hai spinto mio fratello di undici anni ed i suoi amici ad ubriacarsi!»
Luke rise, mentre la mora pestava un piede per terra, indispettita e: «Che hai da ridere, Hemmings? Dannazione al cappello parlante che ha spedito Kyle nei Serpeverde insieme a te!»
Luke allora sbuffó e le prese il viso tra le mani, avvicinandosi a lei.
«Angelo, devi darti una calmata! - le disse - adesso entriamo, finiamo la nostra burrobirra, recuperiamo mia sorella e spediamo Kyle ad Hogwarts prima che Piton o La McGranitt possano accorgersene, d'accordo?»
«No!» sbottó. 
«Fidati di me, Med, non succederà nulla - la guardó per un pó - intesi?»
Medea tentennó, ma poi sbuffó e annuì. 
«Intesi».





Hogsmeade era sempre una delle mete preferite dei ragazzi di Hogwarts, per questo non erano mai contenti quando si trattava di tornare al castello. Luke stava ancora ridendo di Medea, che di smetterla di sgridare Kyle non ne aveva la minima intenzione, quando Layla affianco a lui, sospiró pesantemente.
«Mi dici cosa c'è? – intervenne Luke – È da tutto il giorno che non fai altro che sospirare»
Layla alzò gli occhi al cielo. 'Che proprio adesso non aveva voglia di discutere con il suo gemello. 
«Niente Luke, niente»
«Niente un corno! – la bloccò appena fuori dalla sala comune dei Serpeverde, nei sotterranei – Dimmi cos'hai!» 
Era irremovibile. Per questo la bionda sbuffò prima di superarlo di corsa, recitare la prova d'ordine ed entrare nella sala comune. 
«Quando crescono diventano impossibili!» sussurrò Luke scuotendo la testa e seguendola dentro la porta. Andò a sbattere contro di lei e «che diavolo fai qui ferma?» urlò a sua sorella, prima di alzare gli occhi e immobilizzarsi anche lui. 
La Sala Comunque era un totale caos. 
Alcuni degli altri studenti rientrati prima di loro erano accovacciati davanti i propri letti, controllando che a nessuno mancasse qualcosa. 
I divani della piccola sala erano completamente capovolti e i materassi e alcuni comodini fatti saltare in aria con un incantesimo. 
«Ma che diavolo è successo qui dentro?» 
Layla cercò l'attenzioni dei suoi compagni, che in quel momento erano spaesati e confusi quanto lei. 
«Io e Choo siamo state le prime a rientrare – disse Claire indicando una delle poche compagne non inglesi – Era già tutto così! Gemma è appena andata ad avvertire Piton e il preside» 
Luke annuì, prima di affrettare il passo verso il suo dormitorio e controllare dentro il suo bauletto che ci fosse tutto. Trattenne il fiato prima di fare un gesto urgente a sua sorella, che lo raggiunse velocemente. 
«Cosa c'è?»
«Lo hanno preso Lay» sussurrò, mostrandole il bauletto verde scuoro, ora, completamente vuoto.
«Luke che dici? Cosa c'era lì dentro?»
Luke deglutì leggermente, sapendo quanto si sarebbe arrabbiata di lì a pochi secondi Layla.
«Il diario di nostro nonno. – sussurrò, buttando con forza la piccola scatola in terra – Era lì dentro! Non lo avrebbe trovato mai nessuno!»
La Hemmings trattenne il respiro per pochi secondi, cercando inutilmente di non perdere la pazienza che le era rimasta. 
«Sei fottutamente impazzito? – gridò sottovoce – Che cazzo hai nel cervello Luke? Lo sai che non dovevamo portarlo nella scuola, potremmo mettere nei casini il nonno! Potrebbe essere arrestato – sbottò dando una spinta al biondo, che era seduto a terra con le mani nei capelli – E sai dove vanno i maghi che vengono arrestati? Li portano ad Azkaban!» 
Luke strinse i pugni e digrignò i denti. Si alzò in piedi all'altezza della sorella e «Dannazione, lo so! Lo so! – le rispose – Volevo solo studiare qualche incantesimo okay? E non le solite cazzate che ci insegnano qui! Volevo imparare qualcosa di più importante!»
«E non potevi farlo durante l'estate? Oh no, eri troppo impegnato a scopare alle feste di quegli stupidi babbani!» 
«Smettila okay? – urlò, attirando qualche sguardo – Ho fatto una cazzata, okay! Mi dispiace! Ma adesso qualcuno ha nelle mani quel diario e non possiamo dirlo a nessun professore o nonno ed io saremo in dei fottuti casini! – continuò – Quindi dovrò cercarlo personalmente. Sei con me o no?»
Di Layla Hemmings si poteva dire di tutto; che fosse una stronza, lunatica e perfino egoista. Ma non era cattiva.
«Sei un coglione – annuì tra se e se – Ma sono con te, sempre».


 
  
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