Serie TV > Castle
Segui la storia  |       
Autore: SabrinaPK    20/01/2016    4 recensioni
Due anni dopo essere fuggito in Europa, Castle vuole rivedere Kate.
Ma rivedendola si ritroverà con una sorpresa che non si aspettava…
Storia di rubbert.
Datele un'opportunità.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Salve a tutti! :)

Ecco a voi il terzo capitolo. Buona lettura!


Mi concentro sul soffitto della camera da letto, come se potesse dirmi qualcosa. Non so per quanto tempo sono rimasto così, sdraiato a fissare il tetto, con la testa appoggiata tra le mani. Alexis è già andata all’università, lo so perché l’ho sentita prepararsi la colazione e poi chiudere la porta di casa. Anche mia madre è uscita per andare alla sua scuola di recitazione. É entrata per dirmi che stava uscendo, ma ho fatto finta di dormire perché non avevo voglia di parlare con nessuno.

Penso a tutto quello che è successo, cosa che ho fatto anche per tutta la notte, non potendo dormire. Mi fa arrabbiare il fatto che Kate abbia dato per scontato che il bambino che stava aspettando fosse di Josh, cioè, noi avevamo sempre preso precauzioni, ma… a volte succede, no? Infatti è successo. Ma non posso dare tutta la colpa a lei. Quel bastardo l’ha violentata, non posso immaginare quanto abbia sofferto. Ciò che mi ferisce più di tutto è di non essermi reso conto di niente. É vero che si comportava in modo strano quando sono tornato dal tour, ma questo lo so adesso, quando cerco di ricordare come sia successo tutto, perché non sono stato capace di vedere. Mi ferisce anche il fatto che Kate non abbia avuto abbastanza fiducia in me da dirmelo, ma cerco di essere comprensivo, perché probabilmente si sarà sentita umiliata, o avrà solo avuto paura. Ieri sera, ho letto alcuni articoli su delle donne che hanno passato una situazione simile, e la maggior parte di loro avevano sperimentato queste sensazioni.

Mi massaggio le tempie, ai lati della fronte, e mi fermo a pensare al fatto di essere di nuovo padre. Un grande sorriso mi appare sul volto al ricordo del piccolo. É un bambino bellissimo, proprio come sua madre. Nonostante abbia ereditato il colore dei miei occhi e dei miei capelli, il viso è il riflesso di Kate. É il bambino più bello che abbia mai visto, e ha aiutato Kate a superare tutto questo. Non posso fare a meno di sentirmi orgoglioso di quel piccolo essere umano che, in pochi minuti, è riuscito a penetrare nel mio cuore. Sospiro al pensiero di non essere stato con lui per tutti questi mesi, ho perso il primo anno della sua vita. Ho perso tutti quei mesi senza poter dormire con lui, ho perso il suo primo sorriso, il suo primo dente da latte, i suoi primi passi, la sua prima parola… Adesso è inutile pensare a tutto questo. Sospiro di nuovo e penso che adesso dovrò essere presente in ogni momento, ci sarò sempre quando Kate me lo permetterà, ma non voglio perdere un altro secondo della vita di mio figlio. 

Giro la testa verso il comodino per fissare il mio cellulare e, come per una sorta di forza telepatica, questo comincia a squillare. É la chiamata che aspetto da tutta la mattina, così, senza perdere tempo, l’accetto e porto il telefono all’orecchio.

’Sì?’ chiedo, forse troppo ansioso.

’Sono io, Kate.’ dice lei, dall’altro lato del telefono. Sento una sensazione di sollievo al sentire la sua voce, so che Lanie mi ha detto che sta bene, che quello che è successo ieri è stato un caso particolare per aver ricordato tutto, ma non posso fare a meno di essere preoccupato. ‘Immagino che vorrai vedere Allan.’

’Sì,sì.’ dico io, annuendo allo stesso tempo.

‘Bene, allora… siamo a casa, vieni quando vuoi.’

‘Grazie Kate, arrivo subito.’

‘Ciao.’

‘A tra poco.’

Faccio una doccia veloce e mi vesto rapidamente. Sono felice di passare del tempo con Allan, ma sono anche nervoso. Durante il tragitto compro due caffè, come facevo sempre molto tempo fa, di cui il suo alla vaniglia. Passo di fronte ad un negozio di giocattoli e non posso fare a meno di fermarmi e comprare qualcosa per Allan. Decido di prendere una lumaca giocattolo con dei pezzi da incastrare, che emette anche una melodia ogni volta che vengono messi i pezzi al loro posto. Ricordo che Alexis, a quell’età, adorava questo tipo di giochi, tutto quello che suonava richiamava la sua attenzione, così credo di andare sul sicuro e spero che a mio figlio piaccia il mio regalo.

Qualche minuto dopo arrivo all’appartamento di Kate. Suono il campanello e aspetto nervosamente, finché la porta si apre. Una gradevole sensazione invade il mio cuore quando vedo Kate tenere per mano Allan. Il piccolo indossa un body azzurro a maniche corte, con la scritta Police sul petto e la parte inferiore leggermente rigonfia a causa del pannolino.

‘Ciao.’ mi saluta.

Distolgo lo sguardo da Allan per guardare lei. Riesco a intravedere delle leggere occhiaie, ma per il resto sembra stare bene.

‘Facciamo entrare Castle?’ chiede con voce dolce ad Allan.

Lui sorride timidamente e annuisce guardando Kate, così entrambi si spostano per lasciarmi passare.

‘Ho portato dei caffè, ho pensato che non avessi ancora fatto colazione.’ le dico, alzando il vassoio di cartone con i due caffè.

‘Ho fatto colazione quattro ore fa’ dice, guardando il suo orologio. ‘Questo monello si sveglia sempre quando non c’è ancora luce. Ma grazie, lo berrò comunque.’

‘É quello a destra.’ le dico, porgendole il vassoio per prendere il bicchiere. ‘Alla vaniglia, come piace a te.’

Lo prende e abbassa la testa, ma vedo un piccolo sorriso malinconico spuntarle sul viso, sicuramente ricordando tutti i caffè che le ho portato al distretto. Mi manca molto quel sorriso. Quello di oggi non ha nulla a che vedere, ma è un inizio, penso.

‘Ho portato anche questo per Allan’ dico guardando mio figlio e alzando la busta.

Kate s’inginocchia vicino al bambino e indica la busta che tengo in mano.

‘Hey, guarda, è un regalo per te.’ Adoro il modo in cui gli parla, si nota l’amore che prova per lui.

Allan guarda prima Kate e poi me, e non posso fare a meno di sorridergli. Senza perdere altro tempo, il piccolo si butta sopra la busta gridando ‘egalo’. Io non so bene come comportarmi così guardo Kate, la quale ride mentre osserva Allan, entusiasta, che cerca di tirare la busta per aprirlo. Decido di comportarmi normalmente, così m’inginocchio vicino a mio figlio, cercando di non farlo cadere.

‘Vuoi aprire il regalo?’ gli chiedo sorridendo.

Lui risponde con un chiaro e alto ’Sì’ che mi fa ridere. Kate si avvicina al salotto e si siede su una grande coperta stesa sul pavimento, con alcuni giocattoli sopra.

‘Vieni qui ad aprire il regalo, tesoro.’ gli dice, rivolgendosi ad Allan.

Ma il bambino non si muove, in attesa del regalo, finché non mi avvicino verso dove si trova Kate e mi siedo vicino a lei. Il piccolo si abbassa un po’ e si lascia cadere teneramente col sedere sulla coperta. Tolgo il pacco dalla busta, ringraziando mentalmente la commessa del negozio per averlo incartato, visto che questo sembra attrarre Allan ancora di più. Quando finisce di spacchettare il regalo, lo esco dalla scatola e colloco la lumaca di fronte al piccolo, che comincia a toccare tutti i pezzi.

‘Guarda, devi mettere i pezzi qui.’ gli spiego, mentre ne colloco uno per farglielo capire. Quando lo inserisco, il giocattolo comincia suonare e ciò porta Allan a spalancare gli occhi per poi guardare Kate, entusiasta.

‘Fallo tu, tesoro.’ gli dice Kate.

Allan afferra uno dei pezzi e lo inserisce nel giocattolo, facendolo suonare di nuovo. Questa volta il piccolo ride allegramente, contagiando anche me e Kate, per poi continuare a inserire gli altri pezzi.

‘Sembra che gli sia piaciuto.’ dico io, guardando Kate, che annuisce senza distogliere lo sguardo da Allan.

Tra di noi si crea il silenzio, ad eccezione di Allan che continua a ridere mentre incastra tutti i pezzi del suo nuovo regalo.

’Senti, Kate, mi dispiace… per tutto quello che è successo.’ le dico io, sottolineando la parola tutto, riferendomi a tutte le sofferenze che ha dovuto passare per colpa mia.

‘Castle, non voglio parlare di questo.’ dice lei, guardandomi seria.

La guardo con rammarico. Vorrei farle capire quello che provo, che sto solo cercando di togliermi il peso di questa colpa con cui sono costretto a fare i conti.

Le sue parole feriscono come coltelli, ma non posso fare a meno di volere qualcosa di più con Kate. Mi manca avere un rapporto più intimo e, anche se la nostra relazione non è durata molto tempo, mi manca averla nuda tra le mie braccia o poterla baciare. Annuisco guardandola con tristezza. So che dovrò abituarmi a quello che mi sta offrendo, che non è poco.

Passiamo il resto della mattinata giocando insieme sulla coperta. Allan mi apre un mondo del tutto nuovo, è una piccola scatola piena di allegria. Poco a poco comincia ad avere più confidenza con me, e questo mi rende felice.

Per un momento Kate sdraia Allan sulla coperta per fargli il solletico e riempirlo di baci. Le risate di nostro figlio risuonano per tutto l’appartamento, poi lui si afferra al collo di Kate e comincia anche lui a darle dei baci. Credo sia l’immagine più bella che abbia mai visto. Anche se mi piacerebbe avere questo rapporto con mio figlio, so che dovrò guadagnarmelo poco a poco, ma adoro che Kate abbia questa complicità con Allan.

Qualche minuto dopo, quel piccolo terremoto comincia ad esercitare una forza, diventando tutto rosso, e presto un caratteristico odore arriva alle mie fosse nasali.

‘Credo che a qualcuno dovrà essere cambiato il pannolino.’ ride Kate.

‘Cacca’ dice Allan, dopo essersi seduto di nuovo a terra per continuare a giocare come se non fosse successo niente.

Kate si alza e qualche secondo dopo torna con delle salviette e un pannolino pulito. Sdraia con attenzione Allan sulla coperta e si siede di fronte a me, cominciando a slacciargli il body.

‘Posso… posso farlo io?’ chiedo dubbioso.

‘Certo.’ dice lei, dopo avermi rivolto uno sguardo sorpreso.

Prendo il suo posto e comincio a togliergli il pannolino sporco. All’inizio lo faccio un po’ goffamente, avendo perso l’esperienza, ma alla fine riesco a cavarmela molto bene. Kate raccoglie il pannolino sporco e si alza per buttarlo nella spazzatura, mentre io abbottono di nuovo il body di Allan e lo aiuto ad alzarsi in piedi.

’Ti fermi per pranzo?’ mi chiede Kate tornando in salotto.

Dubito per un secondo, ma alla fine accetto. A Kate non sembra dare fastidio avermi lì, nonostante stia mantenendo le distanze. E anche se questo mi pesa, perché non considero Kate solo come la madre di mio figlio, so di dover mantenere le distanze che ha imposto e avere una relazione cordiale. Devo farlo se voglio continuare a vedere mio figlio.

Rimango a giocare un altro po’ con il piccolo mentre Kate prepara il pranzo. Quando è pronto lo prendo in braccio e mi avvicino alla cucina, Kate mi indica di sederlo sul seggiolino vicino al tavolo, così lo faccio.

‘Può già mangiare queste cose?’ mi sorprendo al vedere Kate collocargli davanti un filetto di merluzzo tagliato a pezzettini, lo stesso che mangeremo noi.

’Sì, dopo il primo anno può già mangiare il nostro stesso cibo.’ mi dice lei, collocando un biberon pieno d’acqua sul tavolino di Allan. ‘All’inizio non gli piace.’

Osservo Allan prendere un piccolo pezzo di merluzzo e portarselo alla bocca. Sorrido al vedere che Kate aveva ragione, perché il piccolo fa prima una faccia schifata, ma poi prende un altro pezzo e comincia a mangiarlo lentamente, con normalità.

‘Come vuoi che facciamo?’ chiede Kate, facendomi voltare per guardarla confuso.

‘Fare cosa?’

Lei rotea gli occhi, facendomi sorridere. Mi è mancato questo gesto.

‘Tu e Allan, quanto tempo passerai con lui. Ti chiedo solo di non farlo per vie legali’ mi dice lei, posando la forchetta sul tavolo per guardarmi. ’Siamo entrambi adulti, e credo che potremmo parlare di queste cose e arrivare ad un accordo senza dover compilare alcun tipo di scartoffie’ io cerco di parlare ma lei non me lo permette, così continua a parlare velocemente. ’Ti giuro che non sto cercando di avere alcun tipo di vantaggio, potrai vedere Allan tutte le volte che vuoi, ma non voglio dipendere dalla sentenza di un giudice.’

‘Kate’ la interrompo, prima che continui a parlare ’Va bene, neanch’io voglio prendere misure legali.’

La noto emettere un lieve sospiro e si rilassa, aspettando che continui a parlare.

‘Voglio solo poter vedere mio figlio e stare un po’ con lui. Non ti chiedo alcun orario, andrà bene il tempo che deciderai tu, quando mi lascerai vederlo.’

Lei mi guarda sorpresa, sembra non si aspettasse che io dicessi questo, ma glielo devo. Non posso chiedere né pretendere altro.

‘Grazie’ dice alla fine.

‘Credo sia giusto.’ dico io.

‘Potrai vederlo quando vuoi, ma chiamami prima di venire. Potrai passare del tempo da solo con lui, portarlo al parco o dove vuoi, ma lascia passare ancora qualche giorno in modo da familiarizzare un po’ di più con te.’

Io accetto, entusiasmato da quest’idea, e ringrazio Kate.

Finiamo di mangiare prima di Allan perché, nonostante la ridotta quantità, essendo piccolino, ha impiegato un po’ più tempo. Quando finisce lo prendo dal seggiolino e lo vedo sbadigliare e alzare le braccia verso sua madre, affinché lo prenda.

‘A quest’ora fa sempre il riposino’ mi dice lei, accarezzando dolcemente la testolina di Allan, il quale si è appoggiato sul petto di Kate.

Rimaniamo in silenzio per qualche secondo. Io li guardo, chiedendomi se andarmene o no, ma Kate rompe il silenzio. 

‘Vuoi farlo addormentare tu? Forse se gli racconti una storia si addormenterà prima.’

Io sorrido ampiamente alla proposta di Kate e sorrido.

‘Grazie.’ le dico, mentre lei passa Allan.

‘Vuoi che Rick ti racconti una storia?’ chiede dolcemente ad Allan, che adesso appoggia la testa sul mio petto, e lui annuisce. Si vede che è stanco.

Kate mi accompagna in camera di nostro figlio e chiude le tende per attenuare la luce, poi esce lasciando me e Allan soli. Non lo metto ancora nella culla, ma mi siedo nella sedia lì vicino a cullarlo tra le mie braccia per un po’. Nonostante sia ancora piccolo, m’invento un racconto per lui, una storia di draghi e cavalieri, dove lui è un bellissimo principe. Prima della fine della storia, Allan si addormenta, ma non m’importa. La sensazione di averlo qui con me, tra le mie braccia, sentire la sua respirazione sempre più cadenzata e tranquilla, è una cosa semplicemente indescrivibile. Mia madre mi ha sempre detto che, nonostante io sia uno scrittore, non riesco mai a trovare le parole quando servono, e suppongo che questa sia una di quelle volte. Sorrido al vedere un’ombra muoversi dietro la porta, nella camera da letto di Kate, e penso mi abbia sentito raccontare la storia a nostro figlio. Non mi da per niente fastidio, al contrario, mi piacerebbe che fosse qui accanto a noi.

Appoggio con attenzione il piccolo nella culla e lo saluto, lasciandolo riposare. Quando esco dalla stanza, Kate sta riordinando il salotto, così decido di aiutarla.

‘Grazie per oggi.’ dico io, rompendo il silenzio. ’Sono stato davvero bene con voi.’

’Se vuoi, puoi venire domani pomeriggio’ mi dice ‘Di solito andiamo al parco, dove ci sono le anatre. Allan adora rincorrerle quando si poggiano sull’erba.’

Il sorriso che appare sul suo volto quando parla di nostro figlio non potrebbe sembrarmi più tenero, e mi dispiace di non poterla baciare in questo momento, perché l’amore che prova per nostro figlio mi porta ad amarla ancora di più.

Saluto Kate ed esco dal suo appartamento con dentro di me una grande emozione, dopo aver condiviso con loro una bellissima giornata.


Torno a casa con un sorriso stampato in faccia. Alexis e mia madre, che si trovano in cucina, si scambiano un’occhiata confusa.

’Stai bene, papà?’ mi chiede mia figlia.

‘Benissimo.’ le dico, mentre mi avvicino per darle un bacio.

Mi guarda ancora confusa per qualche secondo, ma non capisco la sua reazione finché non parla.

‘Papà… odori di bambino?’

Guardo mia madre in cerca di aiuto e lei solleva le spalle. É arrivato il momento di dire ad Alexis che ha un fratellino.






Angolo:
Vi lascio qui il link della storia originale https://www.fanfiction.net/s/10296601/1/Pap%C3%A1-por-Sorpresa
Grazie mille per aver letto anche questo capitolo, a presto! :)
 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: SabrinaPK