Serie TV > Castle
Segui la storia  |       
Autore: SabrinaPK    17/01/2016    8 recensioni
Due anni dopo essere fuggito in Europa, Castle vuole rivedere Kate.
Ma rivedendola si ritroverà con una sorpresa che non si aspettava…
Storia di rubbert.
Datele un'opportunità.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hola chicas! Eccovi il secondo capitolo.
Ma prima di lasciarvi alla lettura volevo ringraziare, anche a nome dell'autrice, tutte le persone che hanno messo la stroria tra le seguite e le preferite, chi ha recensito e anche chi ha solamente letto.
Buona lettura!
 
Quando le chiedo di spiegarmi cos’è successo, perché mi ha detto di essere incinta di Josh quando in realtà non era così, lei comincia a piangere di nuovo, ma stavolta ancora più forte di prima. É troppo nervosa e la capisco.

‘Kate, calmati.’  dico mentre le passo una mano sulla schiena, cercando di farla calmare.

Ma non serve a niente, continua a piangere e io non so che fare. Improvvisamente anche Allan comincia a piangere, mi giro e lo vedo guardare sua madre. Suppongo che vedere piangere sua madre, vederla in questo stato, l’abbia contagiato ed è per questo che adesso piange anche lui. Kate è troppo nervosa, tanto da non accorgersi che il piccolo sta piangendo. Mi alzo dal divano e mi avvicino a lui incerto, mi inginocchio e lui alza istintivamente le braccia verso di me. Questo gesto mi travolge e non posso farne a meno, lo prendo in braccio e lo stringo contro il mio petto. Aspiro il suo profumo di bebè. La sensazione che mi invade in questo momento è indescrivibile, meravigliosa. Però Allan continua a piangere, e anche Kate.

Mi siedo con mio figlio sul divano, accanto a Kate.

‘Vuoi… vuoi che chiami qualcuno?’ le chiedo. Forse vorrà chiamare Josh. Tutto questo mi sembra una pazzia e non ci capisco niente, ma Kate non riesce ancora a calmarsi e sta cominciando a spaventarmi.

Lei annuisce così cerco con lo sguardo il suo cellulare, fino ad individuarlo sul tavolino del salotto. Quando glielo avvicino si asciuga le lacrime con la manica della giacca e comincia cercare nella rubrica.

‘Lanie’ quando porta il telefono all’orecchio e la sua amica risponde, lei crolla. Dopo alcuni secondi lascia cadere il cellulare sul divano e capisco che la forense sta per arrivare. Non c’è bisogno che dica nient’altro per sapere di cosa ha bisogno.

Rimango in silenzio, passo la mano sulla spalla di Kate avvicinandola a me e lei poggia la testa sulla mia spalla, mentre accarezza la guancia di Allan. Il piccolo ora è tranquillo, appoggiato sul mio petto. Ha smesso di piangere e la sua respirazione è molto più cadenzata, anche se ogni tanto emette dei piccoli singhiozzi.

Non posso fare a meno di pensare che sia successo tutto per colpa mia, che Kate abbia reagito così a causa del mio ritorno e posso comprendere la paura che qualcuno, o io stesso, potesse toglierle Allan. Ma se si tratta di questo, non capisco perché è ancora abbracciata a me, mentre nostro figlio riposa sulle mie gambe, perché non mi ha sbattuto fuori. Non ci capisco proprio niente, tutta questa situazione mi sovrasta.

Un quarto d’ora dopo, la porta dell’appartamento si apre ed entrano Lanie ed Esposito. Entrambi si paralizzano e si guardano tra di loro, visto che dopo essermene andato non ho più saputo niente nemmeno di loro. Lanie si avvicina al divano e abbraccia subito Kate. Osservo la scena senza sapere cosa dire o fare. La forense si alza, afferrando la mano di Kate e prendendo Allan dalle mie braccia, che nel frattempo si è addormentato. Mi dice che andrà a metterlo a letto e io annuisco, non senza prima accarezzargli la guancia e dargli un bacio. Lanie mi sorride al vedere questo gesto d’affetto verso di lui.

Espo e io rimaniamo soli in salotto mentre Lanie e Kate si dirigono in camera da letto.

‘Dove sei stato tutto questo tempo?’ mi chiede lui duramente.

Sollevo la testa e lo vedo stringere i denti. Lo guardo confuso, ma mi fa infuriare il fatto che sia arrabbiato con me.

‘Lei aveva bisogno di te’ mi dice, alzando un braccio in direzione della camera da letto dove Lanie e Kate si sono ormai rintanate con Allan.

‘Se avessi saputo che era mio non me ne sarei mai andato.’ gli dico, anch’io arrabbiato, passandomi una mano tra i capelli e alzandomi dal divano. ‘Mi dici cosa sta succedendo?’

Espo emette un sospiro e si siede sul divano, appoggiando i gomiti sulle ginocchia per poi aspettare che mi sieda.

‘Quando te ne sei andato nessuno sapeva cosa fosse successo, ma Kate stava male. Ha cominciato a non venire al lavoro, cosa che non aveva mai fatto prima. Abbiamo cominciato a preoccuparci, ma pensavamo fosse perché tu te n’eri andato. Finché due mesi dopo ha confessato a Lanie di essere incinta. Lanie lo aveva già capito’ dice lui, sollevando le spalle. É difficile prendere in giro Lanie, penso io ‘ma nessuno si aspettava che quel bambino non fosse tuo.’

Sospiro e mi passo di nuovo le mani tra i capelli, aspettando che continui.

‘Il fatto è che Kate è crollata con Lanie e le ha confessato tutto.’

’Stava con Josh’ dico io, non era una domanda.

Espo mi guarda furioso e sento accendersi la rabbia dentro di lui.

‘Kate non ti ha mai tradito con un altro uomo.’ 

Lo guardo confuso, perché se non mi ha tradito non capisco come abbia potuto pensare che il bambino fosse di Josh e non mio.

‘Josh…’ stringe i denti e i pugni contemporaneamente ‘Quel figlio di puttana l’ha violentata.’

Il mio corpo si paralizza al sentire l’ultima frase. Sento subito la rabbia farsi strada in me. Stringo i pugni, tanto da far diventare le nocche completamente bianche e da farmi male al palmo della mano. Mi alzo respirando affannosamente e dicendo cose che nemmeno io riesco a comprendere. Sono stato un perfetto idiota per tutto questo tempo. Me ne sono andato quando Kate aveva più bisogno di me, me ne sono andato credendo che mi avesse tradito, che la nostra storia non avesse funzionato, e non sono stato nemmeno capace di capire che stava male, non sono stato capace di capire che quel bastardo…

‘Amico, calmati’ la mano di Esposito è sulla mia spalla e vedo come guarda verso la camera da letto, prima di abbassare un po’ la voce. ‘Lei non ha bisogno di ricordare tutto questo adesso. Credo ne abbia avuto a sufficienza per oggi.’

Mi siedo di nuovo sul divano, cerco di rilassarmi, ed Espo mi spiega tutto. Kate e io avevamo cominciato a uscire insieme, finalmente, dopo tanto tempo rincorrendoci l’un l’altro. Lei aveva rotto con il dottore e io mi ero deciso a farmi avanti. Le confessai quello che provavo e le mi disse che provava lo stesso per me. Sembrava andare tutto bene finché Josh non chiamò Kate, chiedendole di parlare. Io le dissi che non era una buona idea ma lei insistette nel dire che sarebbe andato tutto bene, avrebbero solo parlato e lei gli avrebbe chiarito che avevano chiuso. Non vidi Kate per tutta la settimana successiva, perché dovetti andare in tour per presentare uno dei miei libri. Quanto tornai lei era molto strana, pochi giorni dopo mi confessò di essere incinta di Josh, così me ne andai senza darle la possibilità di spiegarsi. Espo mi dice che se non fosse stato per Ryan, gli avrebbe piazzato una pallottola dritta in mezzo agli occhi. E so che non mente, so che l’avrebbe fatto. Al chiedergli di quando Kate si è resa conto che il bambino era mio e non di Josh, mi dice che è successo al momento della sua nascita, quando gli hanno visto quegli occhi azzurri, uguali ai miei, nessuno ebbe più alcun dubbio su chi fosse il padre del bambino. Dice che, in quel momento, tutta la sofferenza di Kate scomparve. Sento un terribile dolore dentro di me, perché non riesco ad immaginare quanto abbia pesato tutto questo su Kate, rimanere sola durante tutta la gravidanza, e pensare che ha preso la difficile decisione di tenerlo. E sapere che l’ho abbandonata senza darle la possibilità di spiegarsi, pensando che lei mi era stata infedele quando non mi aveva mai dato motivi per pensarlo. Adesso so che non mi perdonerà mai per quello che ho fatto, e neanch’io potrò mai perdonare me stesso.

Nascondo il viso tra le mani mentre mi sfogo, mi permetto di piangere per alcuni minuti, finché sento la mano di Esposito sulla mia spalla. Cerca di tranquillizzarmi, farmi sentire colpevole forse, ma lui sa tanto quanto me che parte di tutto questo è successo per colpa mia, per essermene andato nel modo in cui ho fatto.

La porta della camera da letto si apre e Lanie si avvicina a noi in silenzio.

‘Si è addormentata’ dice, guardando prima Esposito e poi me ‘Castle, ti lascerà vedere tuo figlio, vuole che tu ci sia, vuole che tu sia suo padre.’

Alzo la testa guardandola sorpreso. Dopo aver saputo la verità non mi aspettavo nemmeno che mi permettesse di stare con lui, e non credo nemmeno di meritarmelo.

‘Vieni domani, sarà più tranquilla. Anche se è una cosa che non supererà mai, lei sta bene. Questo…’ dice, facendo un gesto con le mani, riferendosi a quanto accaduto oggi ‘di solito non succede, ma vederti le ha fatto ricordare tutto.’

‘É andata dallo psicologo in questi anni.’ aggiunge Espo. ‘Adesso sembra stare bene, Allan l’ha aiutata molto… lui è tutto per lei.’

Rimaniamo qualche secondo in silenzio finché la forense mi invita praticamente ad andarmene.

‘Credo che dovresti andare’ mi dice, con sguardo severo. Lei non mi ha perdonato, e so che neanche Kate lo farà, ma in questo momento non m’importa.

‘Io…’ mi alzo, mentre comincio a balbettare ‘Non voglio che… non voglio che stia da sola.’

‘Rimarremo noi con lei.’

‘Ma… Allan…’

‘Allan starà bene’ mi assicura lei ‘Dorme tutta la notte, non credo si sveglierà, ma se lo farà io sarò qui.’

‘Posso almeno vederlo prima di andare?’

La forense sospira e guarda Espo, che solleva le spalle.

‘Vieni.’ mi dice, dirigendosi verso la camera da letto.

La seguo ed entriamo in camera di Kate, mi fermo qualche secondo al vederla sdraiata sul letto, rannicchiata, con il volto più rilassato.

‘Per di qua’ mi sussurra Lanie, dalla porta in fondo alla stanza. Osservo la camera da letto e noto che ha fatto qualche modifica, perché prima non era così. Ha ridotto la grandezza dividendola in due, per ricavarne la camera del bambino.

La camera di Allan non è molto grande, ma vedo che Kate ha fatto il possibile per renderla confortevole, e ha tutto quello di cui ha bisogno. Lanie aspetta vicino la porta mentre io mi avvicino alla culla. É di legno, proprio come il fasciatoio e gli altri mobili. Mi inclino sulla culla e vedo Allan sdraiato su un fianco. Indossa un pigiamino azzurro con sopra disegnati dei dinosauri. Sorrido al vederlo così rilassato e gli accarezzo il viso. Per un momento mi ricorda Alexis quando era piccola. Gli rimbocco la copertina e gli do un bacio per salutarlo, sperando davvero di poterlo rivedere il giorno dopo.

Vorrei davvero rimanere, ma sono tranquillo al sapere che Lanie ed Esposito resteranno lì. Magari loro hanno già visto Kate in questa situazione, e sanno meglio come gestirla, ma mi fa stare male il fatto di aver visto Kate così come l’ho vista oggi, soprattutto dopo aver saputo la verità.

Gli lascio il mio numero di cellulare su un pezzo di carta e gli chiedo di chiamarmi, per qualsiasi cosa. Li saluto e me ne vado. Quando esco in strada ringrazio il vento freddo che m’investe, soffiando nella direzione opposta al mio cammino. Dopo aver camminato per alcuni isolati, mi fermo di fronte a un bar, pensando di entrare e bere qualcosa, ma in quell’istante suona il telefono e vedo che è mia madre. Sarà sicuramente preoccupata per il mio ritardo. Guardo di nuovo il bar di fronte a me, ma cambio strada e mi dirigo verso casa. Mia madre sarà sicuramente una migliore opzione per affogare le mie sofferenze, meglio di qualsiasi bicchiere di alcol, perché lei mi capisce meglio di tutti e, nel bene o nel male, saprà esattamente cosa dirmi.

 
Quando varco la soglia di casa, non mi aspetta solo mia madre, ma anche Alexis, che è rimasta sveglia. Sono entrambe sedute sul divano e mi guardano preoccupate quando mi vedono entrare. Cerco di mostrare il migliore dei miei sorrisi mentre cammino verso di loro.

‘Perché ci hai messo tanto? Tutto bene?’ mi chiede Alexis. Sorrido al vedere il suo sguardo preoccupato e l’avvicino semplicemente a me, abbracciandola.

‘Tutto bene.’ mento io, mentre mia figlia ricambia l’abbraccio. Le sue braccia sono confortanti proprio come quando era una bambina che si lanciava su di me, circondandomi con le sue piccole braccia, e mi rendeva l’uomo più felice del mondo.

Lei solleva la testa e mi guarda, sapendo che la mia visita a Beckett non è andata come avevo sperato, ma nonostante questo mi da un bacio sulla guancia e, dopo aver dato un bacio anche a mia madre, sale le scale per andare a dormire. La ringrazio e la guardo salire finché non esce dal mio campo visivo.

‘Racconta’ dice mia madre, battendo la mano sul divano, per farmi sedere accanto a lei. ‘Sta con Josh?’

Mi siedo e sorrido ironico, per poi stringere i denti e i pugni, gesto che non è passato inosservato a mia madre.

‘L’ avevo detto che non ti avrebbe fatto bene rivederla, Richard. Hai deciso di andartene all’improvviso, immagino si sarà rifatta una vita.’ mi dice, prendendomi la mano.

’Non è questo, lei non sta con nessuno.’ dico io, abbassando la testa ‘E ha lasciato che le parlassi.’

‘E allora cos’è successo? Le hai chiesto scusa?’ chiede mia madre, facendo una smorfia, leggermente confusa.

‘Anche se le chiedessi scusa per i prossimi cento anni, non servirebbero a farmi perdonare.’

‘Di cosa stai parlando, Richard?’ mi chiede lei, sapendo che c’è qualcos’altro sotto che non le sto dicendo.

Le racconto tutto quello che è successo poche ore fa e tutto quello che Esposito mi ha raccontato su cosa è successo prima e dopo essermene andato.

‘Dio mio Richard, non riesco nemmeno a immaginare quanto abbia sofferto Kate.’

Io annuisco, con la testa tra le mani.

‘Cosa succederà adesso? Perché, anche se sono felice del fatto di avere un nipotino e mi piacerebbe potermi comportare da nonna con lui, Katherine ha l’ultima parola.’

‘Lei dice che mi farà fare il padre, ma dovrò parlarne con lei domani. Non so se vorrà farlo in maniera legale o se potremmo risolvere la questione tra di noi, ma farò qualsiasi cosa, mamma, se vorrà che io veda mio figlio un’ora al giorno o anche meno lo accetterò, perché non voglio più farle del male.’

’Non incolparti ancora, il passato non può più cambiare, per quanto possa fare male.’ dice lei, stringendo la mia mano sempre più forte. ‘Cerca di essere comprensivo e fa’ le cose con calma.’

Io annuisco, guardandola con gli occhi lucidi, e ricevo un abbraccio. Trovo conforto tra le sue braccia e mi permetto di piangere per alcuni secondi, perché so di non essermi mai pentito tanto come questa volta per la decisione che ho preso due anni fa. É stato l’errore più grande della mia vita, un errore che proverò a rimediare, anche se potrebbe essere troppo tardi.

Le dimostrerò quello che provo e che sarò lì per lei, nella misura in cui lei vorrà che io ci sia.


Angolo:
Vi lascio, al solito, il link della storia originale https://www.fanfiction.net/s/10296601/1/Pap%C3%A1-por-Sorpresa.
Fatemi sapere cosa ne pensate, a presto! :)
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: SabrinaPK