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Autore: MaCk_a    20/01/2016    4 recensioni
Inghilterra, 1869.
Frederick è un giovane medico; disinteressato alle ricchezze e alla mondanità, sogna solo di poter sposare Lisa, amica di sempre. Tuttavia, quel sogno che gli era sempre apparso realizzabile, appare irraggiungibile in seguito alla comparsa di un conte italiano.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lisa e Fred si guardavano come mai avevano fatto prima di allora: con estremo timore.

Fred aveva accolto l’amica con uno stupore tanto grande quanto fasullo e, quand’ella aveva spiegato – dopo averlo rimproverato per non essersi fatto più vedere – di dovergli parlare, egli aveva quasi riso, dicendo che non riusciva a immaginare qualcosa di tanto importante da spingere una persona a presentarsi in casa altrui in piena notte.

Poi era calato il silenzio.

Fred, gli occhi chini sulle dita che tamburellavano freneticamente sul tavolo di legno, era incerto su cosa desiderare: che Lisa parlasse subito per mettere fine a quell’agonia, o che se ne andasse ancor prima di aprir bocca, rinunciando così ad affrontare l’inutile discorso. In ogni caso, il ragazzo mirava a esser lasciato in pace, solo.

Lisa, già annientata dall’ansia che sempre, in certe circostanze, corre ad attanagliare chi vorrebbe invece mantenere la calma, non scorgeva in Fred segno alcuno d’incoraggiamento e questo la rendeva ancora più demoralizzata.

  «Come sta tuo padre?» chiese d’improvviso, principalmente per rompere il silenzio ma comunque interessata alle condizioni di salute del signor Stephen.

«Non bene» fu la scarna risposta, data con fare insolitamente scortese, senza che il ragazzo guardasse l’interlocutrice.

«Mi dispiace.»

Lisa prese nuovamente a scrutare la stanza: sedie e mobili erano esageratamente impolverati e negli angoli si scorgevano facilmente enormi ragnatele, sebbene l’illuminazione non fosse delle migliori. Nello stesso periodo in cui il signor Martin aveva smesso di esercitare la professione a causa della malattia, sua moglie era morta; era stato proprio nei mesi in cui Fred aveva iniziato a lavorare, se il suo poteva esser definito lavoro. Il ragazzo aveva deciso (secondo Lisa era stato costretto a decidere) di licenziare la maggior parte dei domestici e i pochi superstiti, evidentemente, avevano capito che la pulizia interessava poco al nuovo padrone.

«Fred, Lorenzo mi ha chiesto di sposarlo.»

Per alcuni istanti, il giovane rimase completamente immobile. Le dita si fermarono e le palpebre smisero per un po’ di sbattere. Lisa si chiese se l’amico stesse almeno respirando.

«So che avete parlato, Fred» ritentò.

«Abbiamo parlato, sì. Sebbene non avessimo motivo di farlo.»

Tacquero. Per cinque minuti le loro orecchie furono distratte solo dal ticchettio dell’orologio che segnava l’ora sbagliata.

«Io ti amo, Fred.»

Le tenere parole giunsero come una freccia al cuor del ragazzo che, ferito, rivolse all’amica un’occhiata quasi offesa, incredula, colma di rancore.

«Devo averti amato sempre, Fred. In Italia mi sentivo così sola… pensavo a te continuamente, non con malinconia, ma con gioia… mi chiedevo cosa tu facessi e se dedicassi al mio ricordo qualche minuto della tua giornata. Attendevo il momento in cui ti avrei rivisto… e ora… ora io non riesco a immaginare il mio futuro senza di te.»

Si fermò, per riprender fiato e coraggio. Sperava in una risposta, o almeno un breve commento, ma Fred pareva muto.

«Lorenzo sa ciò che provo» riprese timidamente, «ma non lo comprende. Dice che sono fantasie da ragazzine e… »

«Io credo lo stesso» la interruppe finalmente il ragazzo, lasciandola sbigottita. «Tu confondi l’amore con l’amicizia. Noi siamo sempre stati come fratelli  e perciò…»

«No, Fred! Lo sai che non è così! Persino Lorenzo l’ha notato e per questo… ti ripeto che so del vostro discorso! Ciò che Lorenzo non ha voluto rivelarmi è solo quel che gli hai risposto quando lui… quando lui ti ha chiesto…»

«Ho detto la verità, Lisa!»

La voce del medico era suonata tanto alterata dalla rabbia da non sembrare neanche la sua.

«La tua vita sentimentale non mi riguarda! Ma se davvero desideri con tanto ardore che io mi esprima… ebbene, ti consiglio di sposare Lorenzo al più presto! Se volessi rifiutarlo per me, commetteresti uno sbaglio; lui vuole sposarti, saprebbe renderti felice, è un uomo onesto e benestante! Vive persino in un posto da cui potresti trarre giovamento per la tua salute… va’ in Italia con lui, cosa aspetti? Perché coinvolgi me in questa decisione?»

«Fred, io non amo Lorenzo!»

«E io non amo te, Lisa!»

L’orologio rotto rintoccò le dieci. Lisa, tremante di rabbia e rossa di vergogna, abbassò gli occhi. Entrambi si erano alzati durante la discussione.

«Siamo amici… come lo siamo sempre stati. Tu hai creduto di amarmi, ma…»

«… ma devo essermi sbagliata. Hai ragione, Fred. Scusami se ti ho disturbato.»

 

 

 

Il signor Logan non si riteneva un uomo sensibile, e ammetteva d’esser curioso; quando Fred l’aveva richiamato, dicendogli che Lisa era andata via, egli aveva atteso con ansia che il giovane gli rivelasse l’esito dell’incontro ed era stato molto deluso dal suo silenzio.

«Ragazzo mio, non voglio intromettermi nelle vostre questioni» disse, mentre scendevano al buio le scale che a quel signore non parevano molto stabili,  «ma ho diritto di sapere come stanno le cose, non credi?»

Fred sospirò. Non era mai stato loquace. Non ne poteva più.

«Tutto andrà per il meglio. Lisa sposerà Lorenzo.»

«Sia lodato il cielo!»

L’uomo, scansate le insidie di alcuni gradini e di un tappeto, giunse finalmente al pianterreno. «Per te non è… un male, vero? Voglio dire… tu e Lisa siete sempre stati…»

«… come fratello e sorella, signore.»

Trascinandosi a fatica fino al portone, il ragazzo lo aprì e fu colto da un brivido di freddo.

«Vogliate scusarmi, sono davvero molto stanco. Buonanotte.»

 

 

 

Angolino dell’autrice:

Chiedo umilmente scusa per il capitolo corto cortissimo. Ritenevo però che questa parte andasse separata dal resto, non era il caso di anticipare qui ciò che accadrà dopo.

Perdonatemi. Un po’ è colpa mia, un po’ della tesi, il cui pensiero mai mi abbandona e ad esser più breve del solito mi sprona. Con questa direi che siamo arrivati alla frutta.

  
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