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Autore: Halosydne    21/01/2016    1 recensioni
[SPOILER fino alla 4x22 + possibili SPOILER quinta stagione]
Emma Swan ha sacrificato se stessa per Regina, diventando l'Oscuro. Si è lasciata dietro la sua famiglia, i suoi affetti e il suo grande amore, per risorgere dalla Volta dell'Oscuro... e scoprire che nel suo destino era scritto qualcosa di ancora più grande e terribile di quello che ha affrontato da quando Henry la ha riportata a casa. Mentre lei intraprende il suo nuovo percorso sotto la guida di un mentore d'eccezione, a Storybrooke nessuno sembra disposto a rinunciare a salvarla. Perché Emma vuole essere salvata dall'Oscurità... giusto? È per questo che Killian Jones è pronto a pagare qualunque prezzo. È per questo che Robin Hood sa che è giunto finalmente il momento di fronteggiare il suo misterioso passato. È per questo che Biancaneve, il Principe e il Vero Credente ripongono tutte le loro speranze nella Regina Cattiva. È per questo che raggiungere Camelot prima che sia troppo tardi è di vitale importanza. Perché se ti abbandoni troppo a lungo all'Oscurità, diventerai Oscurità anche tu...
Genere: Angst, Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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5x00 Ϟ Scary dragon bitches

 
 
 
 
Killian Jones arrancava nella notte, inerpicandosi su quello che gli sembrava tanto un sentiero di capre illuminato a stento dalla falce di luna alta nel cielo, lungo il fianco dell’altura che dominava sui boschi attorno a Storybrooke. C’erano solo poche cose che detestava più di trovarsi così lontano dalla vista rassicurante dell’oceano, ed era abbastanza sicuro che fossero tutte legate ai suoi trascorsi con il maledetto Oscuro. Solo che ehi!, a quanto pareva ora il nuovo maledetto Oscuro era la donna che amava. Se c’era qualcuno a tirare i fili di quell’assurdo spettacolo di marionette, quel qualcuno aveva sicuramente un incredibile senso dell’umorismo, ed il pirata sarebbe stato più che entusiasta di stringergli la mano. E di conficcargli l’uncino nelle budella, magari.
Nonostante stesse camminando da almeno mezz’ora in mezzo a quei maledetti alberi, non riusciva nemmeno ad immaginare di fermarsi un attimo a prendere fiato: da quando l’Oscurità si era portata via Emma sentiva come un fuoco dentro, una bruciante determinazione a fare qualcosa, qualunque cosa gli avesse permesso di riportare la donna che amava a casa. O semplicemente di tenere la mente occupata, lontana dai pensieri più negativi che lo avevano assalito nell’istante stesso in cui quel pugnale tre volte maledetto aveva mostrato loro un nuovo nome inciso sulla sua lama. E l’idea che aveva avuto, a quanto pareva, gli permetteva di ottenere entrambe le cose.
Finalmente raggiunse una radura che aveva tutta l’aria di essere abbastanza vasta e spaziosa per quello che aveva in mente. Da una tasca del giubbino di pelle trasse la piccola lanterna di ferro battuto che aveva recuperato in fretta e furia dalla sua cabina sulla Jolly Roger, la appese al suo uncino per l’anello che stava alla sommità del coperchio e tirò fuori dalla tasca dei jeans il vecchio accendino di Baelfire: Emma lo aveva ritrovato qualche settimana prima, e aveva deciso di regalarglielo, perché sapeva che nessuno di loro due sarebbe mai riuscito a dimenticare una persona che aveva significato così tanto nelle loro vite. Killian si prese un brevissimo istante per chiudere gli occhi e pensare al suo vecchio amico. Nonostante la rivalità che c’era stata tra di loro a causa di Emma, il pirata era sicuro che si sarebbe sentito più tranquillo ad avere Baelfire al suo fianco in quel momento: sapeva che entrambi avrebbero dato anche l’anima per riuscire a trovare la donna che amavano, e che nessuno avrebbe potuto fermarli fino a quando non la avessero salvata. Si chiese anche come fosse possibile che nemmeno Regina e gli stessi genitori di Emma non lo capissero, si domandò come riuscissero a starsene lì a parlare di speranza e di eroi, come se la persona più importante delle loro vite non stesse vivendo un pericolo mortale proprio in quegli stessi istanti.
Riaprì gli occhi rabbrividendo quando un alito di vento odoroso di pino lo colpì gentilmente sul viso. Era notte inoltrata ormai, e cominciava a fare freddo. Uncino prese un profondo respiro e alzò il braccio sinistro, in modo da avere la lanterna davanti al viso; non senza qualche difficoltà, riuscì ad accendere la piccola candela all’interno, ormai quasi del tutto consumata. Stando bene attento a non respirarne il fumo, Killian rimise il prezioso accendino nella tasca dei pantaloni, poi si affrettò a chiudere lo sportellino della lanterna prima che un soffio di vento soffocasse la fiammella. Il vetro della lanterna era di un viola profondo, quasi nero, e riluceva in maniera inquietante ora che la luce lo attraversava: ogni secondo che passava, quella che a rigor di logica avrebbe dovuto essere una luce tremolante si faceva sempre più forte.
«Magia» borbottò il pirata, infondendo in quelle poche lettere tutto il suo disprezzo e tutto il suo timore, e distogliendo poi lo sguardo dall’oggetto che teneva appeso all’uncino per concentrarsi sul cielo stellato. Sapeva che non ci sarebbe voluto molto: non era la prima volta che la convocava in quel modo… anche se tanti anni prima era stato convinto che lo avrebbe dovuto fare un’unica volta.
Esattamente come era successo allora, una porzione di cielo sembrò farsi improvvisamente più scura, come se la notte stessa avesse iniziato a prendere forma solida e a spegnere le sue stelle. Quel pezzetto di cielo divenne sempre più nero e sempre più grande, finché gli occhi di Killian non riuscirono a distinguere un’enorme figura alata che si avvicinava al terreno, spazzando via le foglie dalla radura con il suo ritmico sbattere delle ali. Memore dello spostamento d’aria che quella prima volta lo aveva sbalzato al suolo, facendogli fare una pessima prima impressione con una delle cattive più potenti di tutti i reami tra l’altro, Uncino si andò a riparare dietro un grosso albero, e attese fino a quando dei tonfi sonori non annunciarono che il drago era atterrato sulle zampe poderose; poi, cauto come solo l’esperienza aveva potuto renderlo, uscì lentamente allo scoperto, proprio mentre la nube violetta si dissolveva e rivelava al suo sguardo la donna che aveva convocato.
«Avrei dovuto immaginarlo… i convenevoli non sono mai stati il tuo forte, Jones» sbuffò Malefica, non appena il volto di Killian venne colpito dalla luce della luna e lei poté riconoscerlo.
«Sai bene che solo una cosa al mondo mi impedisce di comportarmi da gentiluomo, tesoro, ed è quando ho maledettamente fretta di fare qualcosa» ribatté il pirata. «È stato così trent’anni fa, ed è così adesso. Emma è in pericolo».
«Ma davvero?» La donna sorrise in modo indecifrabile, spostando una ciocca di lunghi capelli biondi dietro all’orecchio con fare quasi civettuolo… ma la freddezza del suo sguardo mise Killian in guardia: era meglio non infastidire troppo quella strega, e non solo perché sapeva trasformarsi in un enorme rettile sputafuoco. I suoi trascorsi con gli Azzurri erano più che terribili, e il pirata non era poi sicurissimo che i tre avessero chiarito, o che Malefica avrebbe mai potuto perdonarli del tutto per quello che avevano fatto a sua figlia per salvare la loro. Killian si morse la lingua dal nervosismo: e se chiedere l’aiuto della strega più potente in città non fosse stata poi una idea così grandiosa come gli era sembrata all’inizio? Ma ormai era troppo tardi per tirarsi indietro.
«Avevo intuito che la tua chiamata non poteva essermi arrivata solo perché volevi godere del piacere della mia compagnia, ma questi tuoi modi bruschi mi turbano, tesoro» continuò la strega. «Qualunque sia il tuo problema, capitano, io non dimentico mai le buone maniere… e devo decisamente presentarti una persona. Credo che le circostanze siano state sfavorevoli fino ad ora, ma penso che sia giunto il momento di rimediare!».
Killian non ebbe modo di ribattere: la strega gettò la testa all’indietro e lanciò un richiamo nella notte, emettendo un suono così agghiacciante che il pirata sentì un brivido scendergli giù per la schiena. Dovette attendere anche meno di prima perché una seconda figura alata si stagliasse nel cielo stellato, avvicinandosi rapidamente al terreno. Pochi istanti dopo, capitan Uncino era al cospetto della seconda donna drago: più giovane, bruna di capelli, Lilith era sicuramente più inesperta della madre, ma non meno pericolosa – Uncino la aveva vista all’opera sia nel mondo reale sia in quella maledetta dimensione alternativa, e non si sentiva affatto tranquillo ad incontrarla una terza volta. Ma sapeva che, arrivato a quel punto, contrariare Malefica sarebbe stato quantomeno controproducente, perciò cercò di mascherare la sua frustrazione per l’ennesima perdita di tempo di quella sera e si esibì nel sorriso migliore che riuscì a tirare fuori.
«Cara, posso presentarti il capitano Killian Jones?» fece Malefica, con voce flautata.
«Lo conosco, il pirata» ribatté la ragazza, con voce ostile. «Ricordo abbastanza chiaramente che mi ha sparato contro una palla di cannone, giusto qualche ora fa».
Il pirata non permise al suo sorriso di incrinarsi. «Posso dire, in mia difesa, che in quel momento era la cosa giusta da fare? E soprattutto che poco dopo sono morto in un modo veramente ridicolo per uno spadaccino come me… credo di aver espiato abbastanza, non trovi anche tu, dolcezza?».
«No, capitano, io non trovo affatto» rispose Lilith, avvicinandosi lentamente a lui, con i pugni stretti lungo i fianchi e un pericoloso luccichio nello sguardo. «Hai perso tutto il tuo fascino, e qualunque speranza di attirarmi dalla tua parte, quando hai detto che “era la cosa giusta da fare”… suona disgustosamente da buono, non trovi anche tu, madre?».
Malefica sembrò pensarci su. «Beh, in effetti sì. Stando a quello che mia figlia mi ha raccontato della dimensione alternativa, non te la passavi benissimo… questo vuol dire che secondo le regole dell’Autore tu saresti diventato un buono come la mia cara amica Regina, capitano?». La strega ridacchiò. «Si vede che non ti conosce molto bene… o che non ha parlato molto con Ursula, per dirne una».
«L’Autore mi conosceva fin troppo bene, tesoro» ribatté Uncino, frustrato da quella perdita di tempo imprevista, ma ben consapevole di avere un disperato bisogno dell’aiuto di Malefica. Avrebbe preso un thè con pasticcini insieme a lei e sua figlia sul ponte della Jolly Roger, se fosse servito a metterla di buonumore. «Il mio destino era infelice nell’altra dimensione, è vero, ma dubito che si trattasse di una ricompensa per le mie buone azioni» spiegò. «Penso che la mia vita da mozzo miserevole e codardo fosse semplicemente una parte del lieto fine del maledetto Coccodrillo. Persino in un mondo in cui non avevamo avuto mai modo di incontrarci, voleva farmela pagare per una cosa successa secoli fa!» aggiunse, stizzito.
«Quanto ardore, capitano… sembra quasi che per te tutti quegli anni non siano mai passati, esattamente come tu dici che non sono passati per Rumplestiltskin» interloquì Lilith, scrutandolo con i suoi grandi occhi scuri, così diversi da quelli della madre. Per una frazione di secondo, Uncino si chiese se non li avesse presi dal padre.
«Mi domando cosa ti stia trattenendo dall’andare a sistemare definitivamente i conti con lui… ora che non è più l’Oscuro» aggiunse Malefica, con ostentata noncuranza.
«Cos… come fai a saperlo?». La sorpresa e il sospetto erano due sensazioni che Killian Jones aveva imparato a conoscere fin troppo bene, nei suoi avventurosi decenni da pirata: sapeva che di solito alla prima faceva quasi sempre seguito qualcosa di sgradito, ma era il secondo a preoccuparlo di più. Era stato impulsivo e impaziente per quasi tutta la sua lunga esistenza, e ci aveva messo molto tempo a imparare a fermarsi a riflettere su quanto lo circondava: continuava a farlo ancora troppo di rado, ma quando qualcosa lo costringeva a farlo sentiva sempre i peli sulla nuca che gli si rizzavano, incontrollabili, avvertendolo di un pericolo vicino.
Malefica sorrise, misteriosa come una sfinge, e gli si avvicinò lentamente. «Vedi caro, la faccenda è piuttosto elementare, se ti soffermi un istante a pensarci su… l’Oscurità vuole vincere, vuole prevalere, ma non è irruenta come certi pirati di mia conoscenza. È più una giocatrice di scacchi, diciamo, che sa perfettamente su quali pezzi puntare per arrivare alla vittoria finale: sicuramente non i pedoni, né i cavalli o gli alfieri. È la regina che l’Oscurità vuole!».
«E infatti è su Regina che l’Oscurità è piombata, dopo aver lasciato il corpo dell’apprendista» disse Killian, pensando ad alta voce, e rifiutandosi di ripercorrere fino alla fine i suoi ricordi più recenti. Non voleva ancora pensare a quell’ultimo lampo di capelli biondi e pelle candida che Emma era stata, prima di scomparire definitivamente nel buio.
«Ha! Buona quella» sbuffò Lily, sprezzante. «Regina Cattiva dei miei stivali… le mie pantofole a orsacchiotto sono più terrificanti».
«Parli con la sicurezza di una persona che  crede di conoscerla veramente, tesoro… eppure ti posso assicurare che non è così» sbottò Killian, infastidito. «Non conosci Regina, non sai niente di lei… di quello che ha fatto».
«Come avrai dedotto, capitano» intervenne Malefica, ignorando il suo intervento «la mia Lilith, da brava figlia di sua madre, ha degli standard di malvagità alquanto elevati. E per quanto io debba concordare con te su Regina e sul fatto che lei la conosca troppo poco, non puoi negare che abbia ragione. Regina è cambiata, da quando ha quel ragazzino… per non parlare di quanto la abbia rammollita l’incontro con quella sua insulsa anima gemella».
«Ma l’Oscurità aveva scelto lei!».
«Oh sì, capitano. Ma solo dopo che io la avevo respinta» il sorriso si allargò sul viso pallido della strega.
«Tu… come?» balbettò Killian, colpito da quella doppia rivelazione. Regina non era stata la prima scelta dell’Oscurità. Ed esisteva un modo per respingere l’Oscurità, Malefica ne era la dimostrazione vivente. Ma allora perché Emma si era dovuta sacrificare? Perché non era riuscita a scacciarla?
«Non angustiarti troppo, capitano» intervenne Lily, con parecchio scherno in meno nelle sue parole rispetto a prima. Sembrava aver intuito cosa lui stesse pensando. «Nessun altro poteva respingere l’Oscurità, tranne forse io. Mia madre ce l’ha fatta solo perché ha trovato la forza di trasformarsi in drago prima che fosse troppo tardi».
«Stavo quasi per soccombere» raccontò Malefica, lasciando trapelare tutta la sofferenza che doveva aver provato, e che Killian non voleva nemmeno immaginare. «Ma poi ho visto Lily, l’ho sentita urlare di paura e ho capito che non avevo alcuna intenzione di perderla un’altra volta… non finché mi scorre sangue nelle vene» aggiunse, prendendo la mano della figlia e guardandola con gli occhi pieni di lacrime. Lilith sorrise, imbarazzata: e per un istante, a Killian ricordò così tanto Emma, e lo stupore che provava ogni volta che i suoi genitori o suo figlio dimostravano di volerle bene, che gli fece male il cuore. Una volta che sei stata un bimbo sperduto rimani sempre un bimbo sperduto, pensò – e non per la prima volta.
«So che probabilmente avresti preferito che l’Oscurità prendesse me» disse Malefica sorridendo tristemente, interrompendo i cupi pensieri di Uncino. «Probabilmente sarebbe stato più facile per tutti, sai, mettersi contro di me. Regina ha avuto tempo per cominciare a farsi perdonare, e so che ora persino gli Azzurri e la tua Emma le sono affezionati e le vogliono bene… io invece non ho mai avuto occasione di fare ammenda con Aurora e la sua famiglia, né sono sicura che lo avrei fatto. E soprattutto, sono stata in quei sotterranei maledetti per quasi trent’anni: nessuno qui a Storybrooke ha potuto legare con me. Persino mia figlia non mi vuole ancora tutto il bene che vorrei…».
«Madre…» cominciò Lily, tesa, ma Malefica strinse più forte la mano della figlia tra le sue e la portò alle labbra.
«No, cara, non dire nulla. So che la tua vita è stata difficile, e penso che sia più che normale che tu incolpi anche me per tutto quello che ti è successo… dopotutto, una madre dovrebbe sempre proteggere i suoi piccoli. Mi dispiace di non essere stata in grado di farlo, ma non temere: impareremo a essere una madre e una figlia e a volerci bene così come siamo. Forse per me sarà più facile che per te, però. Non avrei mai pensato di arrivare a dover combattere la mia migliore amica sotto lo sguardo di mia figlia… e non penso che sarà un bello spettacolo. Regina era temibile già con i suoi poteri, non oso immaginare cosa sarà in grado di fare ora che ha l’Oscurità» aggiunse la strega, visibilmente turbata dalla prospettiva di dover affrontare un nemico che non poteva più dire di conoscere veramente.
Solo che Malefica non conosceva affatto il nemico, pensò Killian. Era ovvio che la strega era convinta di sapere cosa era successo dopo che si era trasformata in drago per sfuggire alla maledizione, perché effettivamente era proprio a Regina che anche lui avrebbe pensato, se qualcuno gli avesse riferito che l’Oscurità aveva scelto un nuovo contenitore umano. Tutti si sarebbero aspettati un simile finale per quella storia: e invece Emma aveva deciso di stupirli. E adesso a Malefica, la strega più potente e cattiva dei reami, venivano gli occhi lucidi al pensiero di dover sconfiggere la sua amichetta! Comparata con l’effettiva realtà dei fatti, era una prospettiva esilarante. Così Killian Jones non poté proprio trattenersi, ed iniziò a ridere, una risata sonora ed esasperata che lo lasciò senza fiato, che lo fece cadere in ginocchio e piangere come un ossesso, sotto gli sguardi sconvolti delle due donne drago.
«Uncino? Stai bene?».
 «Ma che ti prende?».
Alla fine, però, Killian dovette smettere: Lilith lo stava scrollando con forza, riportandolo al disgustoso e terrificante mondo reale. La sua evasione era durata solo un paio di minuti, ma a lui sembravano passate ore. La testa gli pulsava.
«Si può sapere che ti succede, pirata? Sei matto come un cavallo!» la ragazza continuava a scuoterlo, così forte da fargli battere i denti. «Tirati su, maledizione!».
Uncino dovette applicarsi parecchio per riuscire a mettersi in piedi, ma alla fine ci riuscì, aiutato da Malefica e da sua figlia, visibilmente preoccupate dalle sue condizioni mentali. Con ancora l’ultimo ghigno che si spegneva sulle sue labbra, il pirata si passò la mano destra sul viso per asciugare le lacrime, che gli avevano lasciato due solchi salati e gelidi sul viso mal rasato, sentendosi molto più vecchio di quanto già non fosse. Rispondendo ad un istinto radicato in lui quanto il respirare, trovò la sua fiaschetta di rum nella tasca interna del giubbotto di pelle, e ne trasse un bel sorso ristoratore. Nulla lo rimetteva al mondo come la sensazione della gola che bruciava per l’alcol.
«Scusate, signore, non sono stato molto galante questa sera. Posso offrirvi un goccetto, per rimediare? No?».
Malefica e Lilith erano ancora allibite. Probabilmente credevano che fosse impazzito, o ubriaco. Dio, come avrebbe voluto essere ubriaco in quel momento…
«Jones, si può sapere cosa c’era nelle mie parole di così tanto divertente?» domandò Malefica, dopo averlo scrutato in silenzio per almeno un altro minuto buono mentre lui rimetteva al suo posto la sua fedele fiaschetta.
«Perdona la mia mancanza di empatia, cara. Tu eri lì, tutta commossa, ad aprire il tuo cuore a tua figlia, e io da rude pirata quale sono non ho trovato reazione migliore che scoppiare a ridere. Molto indelicato, lo riconosco. Ma vedi» aggiunse, con un cambio di tono così repentino da far sussultare le due donne. La rabbia che aveva tenuto dentro in quel momento stava cominciando a venir fuori, alimentata come un fuoco dall’alcol che sentiva scorrergli dentro. «Non ho potuto fare a meno di constatare l’estrema ironia della situazione. Tu credevi di aver capito tutto, dall’alto della tua malvagità alata, e invece non sai niente… La tua amichetta Regina sta benissimo. O meglio» si corresse con una risatina di scherno, gesticolando con fare teatrale in direzione della donna, visibilmente confusa dalle sue parole. «Starebbe benissimo, se non fosse per un piccolo, piccolissimo dettaglio che credo la faccia sentire un po’ in colpa: l’Oscurità che avrebbe dovuto prendersi lei, ha… diciamo… cambiato idea, a un certo punto. Ooohh, vedo che non vi aspettavate un simile colpo di scena, eh? Davate già la povera, cattiva Regina per spacciata. Non oso immaginare come reagirete quando sentirete che altro è successo! Pronte?»
«Falla finita, Uncino» sbottò Lilith, innervosita. «Dicci cos’è successo e basta. Mi stai facendo venire i brividi con tutto questo mistero».
«Uncino… Killian» Malefica sembrava ancora più preoccupata della figlia. Non si erano incontrati molte volte, ma persino la strega aveva percepito che doveva essere accaduto qualcosa di terribile, per ridurlo in quello stato delirante. «Perché l’Oscurità ha rinunciato a Regina?» chiese, piano.
«Perché Emma si è messa in mezzo!» urlò Killian di botto, sfogando nemmeno un millesimo della sua frustrazione. «Regina era lì, l’Oscurità stava per prenderla, ma Emma aveva il maledetto pugnale dell’Oscuro in mano e si è sacrificata al posto suo! Le abbiamo detto tutti di non farlo, tutti, perfino la stessa Regina, ma lei ha fatto di testa sua, fa sempre di testa sua maledizione, e adesso lei è l’Oscuro ed è sparita!». Si fermò solo un istante, ansimando per riprendere fiato, ad osservare la reazione delle due donne: Malefica si era portata le mani davanti alla bocca, incredula, e Lily… Lily lo fissava con un fuoco negli occhi veramente spaventoso. Uncino non riuscì a capire che cosa la ragazza stesse provando in quell’istante, ma a dirla tutta non gli importava poi così tanto. Era arrivato su quella collina convinto che in qualche modo un drago feroce e spaventoso sarebbe riuscito a trovare una soluzione, un modo qualunque che gli permettesse almeno di raggiungere Emma. Ma si era sbagliato, così come tanti anni prima si era sbagliato ad affidarsi a Malefica e poi a Regina nel tentativo di distruggere il Coccodrillo. Dovette sforzarsi per non ricominciare a ridere. «Non è tutto tremendamente divertente, Malefica? Eri tanto incazzata con Biancaneve e il principe per i casini che avevano combinato con tua figlia per salvare Emma dalla malvagità, e adesso tutti i loro sforzi si sono rivelati vani, perché Emma ha scelto di sacrificarsi proprio per la donna che ha passato decenni a cercare di distruggerli! E sai qual è la cosa peggiore? Lo sai?».
Malefica scosse lentamente il capo senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi spiritati, probabilmente preoccupata che una qualunque reazione troppo brusca lo avrebbe mandato ulteriormente fuori di testa. L’assurdità delle sue premure lo fece infuriare ancora di più.
«Tu sei una stramaledetta cattiva, dannazione, quando ci siamo incontrati avresti dato qualunque cosa pur di prenderti tutto il potere possibile e usarlo per farci ciò che ti pareva, ma ti è bastato vedere tua figlia spaventarsi per rinunciare all’Oscurità… io invece ero lì a supplicarla di non farlo, l’ho pregata di non farlo, ma lei si è sacrificata comunque, mi ha detto che mi amava e poi ha comunque usato quel fottuto pugnale per dirottare l’Oscurità su di sé!».
Si accorse di essere caduto di nuovo in ginocchio solo quando sentì una mano gentile che gli si posava sulla spalla. E si rese conto delle lacrime che gli scorrevano giù per il volto solo quando alzò lo sguardo per incontrare quello di Malefica e vide che tutto era nebuloso e confuso. Forse Regina non aveva torto a dire che era una reginetta del dramma, pensò amaramente.
«Killian, non sai quanto mi dispiace…».
«Pensavo ne saresti stata contenta» ribatté lui, cercando di suonare sarcastico come sempre. «La tua amica Regina è al sicuro, e gli Azzurri ora sanno cosa si prova a perdere una figlia a causa dell’Oscurità».
«Non essere ridicolo, capitano. Proprio perché ci sono passata anch’io, ho capito che non augurerei a nessuno di vivere quello che abbiamo passato io e Lily, anche se si tratta di quei due maledetti eroi. Mi dispiace, davvero. Non ne avevo proprio idea…».
«Io sì» sussurrò Lilith pianissimo.
Killian e Malefica si voltarono istantaneamente verso di lei, stupefatti.
«Cosa? Come sarebbe a dire?» chiese il pirata, anche se non era sicuro di volerlo sapere. Sorpresa e sospetto, di nuovo. Quella notte stava rapidamente scalando tutte le classifiche dei momenti peggiori della sua vita, e lui ne aveva vissuti decisamente molti.
«D-da quando sono arrivata qui con Emma, sento come una… una connessione. Non è che possa dirti esattamente dov’è o cosa sta facendo, ma è come se potessi percepire il suo stato d’animo, o capire se è in pericolo. Non so. Comunque, nemmeno un’ora fa ero in volo con mia madre, subito dopo che l’Oscurità se n’era andata… e ho avvertito una stranissima sensazione. Come di precipitare, anche se stavo volando e andava tutto bene. Non mi era mai successo prima».
Malefica le passò un braccio attorno alle spalle e le sorrise con fare rassicurante. «Tesoro, è normale. Tu ed Emma avete una connessione. I vostri destini sono legati sin da prima che nasceste, e ora che entrambe vi trovate in un luogo in cui la magia esiste, quel legame inizia a farsi sentire di più. O credi che il fatto che vi siate incontrate quando eravate ragazzine sia stato un caso?».
«No, certo che no… ma non avevo mai provato una cosa simile. Ho sentito paura, disperazione, dolore, è stato stranissimo. Cosa significa?».
«Significa, tesoro» intervenne Uncino, sentendo che per la prima volta in quella sera qualcosa cominciava a girare per il verso giusto «che devi venire con me».
«Cosa intendi fare, Jones?» chiese Malefica, stringendo più vicina la figlia con fare protettivo.
«Sono salito su questa maledetta montagna per raccontarti la bella storia di quello che mi è successo dopo che tu mi hai consigliato di rivolgermi a Regina, tanti anni fa, e per farti capire che sei in debito con me in così tanti modi che non puoi nemmeno immaginare. Volevo costringerti ad aiutarmi. Ma forse è tua figlia che mi serve, per salvare Emma».
Si era aspettato delle proteste più che vivaci da parte della strega, ma fu Lily a reagire per prima. «Sei impazzito davvero, capitano?» gli chiese, staccandosi bruscamente dalla madre e allontanandosi da entrambi. «Vuoi che ti aiuti io? Ma non capisci? Qualunque cosa tocco, qualunque persona mi si avvicini, finisce male, molto male… ho rovinato la vita ad Emma già tanti anni fa, ed era la sola amica che avessi mai avuto. È stata così intelligente da capire che mi doveva stare alla larga, allora, e adesso che ci siamo ritrovate è finita in un casino ancora peggiore… non capisci che è tutta colpa mia? No, non dire niente, madre. Voi due siete diventati cattivi per un qualche terribile motivo, ma io, io non ho mai avuto scelta! Da quando sono venuta al mondo il mio destino è sempre stato questo, e non c’è nulla che possa cambiarlo. Non puoi volere veramente che sia io ad avere in mano la possibilità di salvarla, capitano!».
«Tesoro…» cominciò Malefica, con gli occhi pieni di lacrime, ma Killian la interruppe di nuovo.
«Non essere melodrammatica, piccola» iniziò, cercando di ritrovare almeno un minuscolo frammento del capitano affascinante che era, anche se sentiva che la parte migliore di sé era finita parecchio lontano, quella notte. «Se c’è una cosa che ho imparato, da quando ho una mano sola, è che averne due porta a sopravvalutare le proprie capacità. Mi costa ammetterlo, ma Regina ha ragione: la dannata situazione in cui ci troviamo non è colpa di nessun altro, se non di Emma. Anche se sono piuttosto propenso a credere che il Coccodrillo mi dovrà qualche spiegazione, quando e se si sveglierà» aggiunse, pensieroso. «Ma comunque, non è questo che conta, adesso. La tua connessione, o quello che è, con Emma, al momento è più preziosa di qualunque altra cosa per me, e io non mi separo volentieri dai tesori che trovo. Siamo nel bel mezzo di una maledetta tempesta, tesoro, e se c’è una cosa che so è che nessun pirata che si rispetti si fa sorprendere dalla burrasca senza avere accanto a sé… una bussola!» esclamò, stupito dalle sue stesse parole.
Si diede una manata sulla fronte. Era come se un fulmine gli avesse attraversato il cervello: un lampo di dolorosa consapevolezza gli illuminava finalmente il cammino. Tutto, con Emma, era cominciato con quella bussola incantata che loro due dovevano recuperare per permetterle di tornare a casa: tutto aveva avuto inizio su quella pianta di fagioli che avevano scalato insieme per trovare la bussola. Ora lui aveva una bussola, e tutto quello che gli serviva per riportare di nuovo a casa la sua Emma erano proprio dei maledettissimi fagioli.
«Mia figlia ha ragione, capitano… sei matto come un cavallo!» constatò Malefica. «E se pensi che ti permetterò di farla imbarcare in chissà quale avventura pericolosa per andare a fronteggiare l’Oscuro, beh, ti sbagli di grosso. Non puoi separarci, capitano! Non adesso che ci siamo ritrovate!».
Uncino abbandonò la testa all’indietro, si pizzicò l’attaccatura del naso e chiuse gli occhi per un istante. D’un tratto si sentì  sfinito. «Dio, non sai quanto mi ricordi Regina con suo figlio, in questo momento. Così protettiva, così materna… ma alla fine Henry riesce sempre a ficcarsi in tutti i guai che vuole. E Lilith è un’adulta, ormai, pensi davvero che se vorrà aiutarmi riuscirai a tenerla incatenata a te? Non ti sto chiedendo il permesso, Malefica. Sto chiedendo a tua figlia» e qui si rivolse a Lily, guardandola il più intensamente possibile. «Se ha voglia di provare a prendere a calci nel sedere il suo tragico destino». Si sentì maledettamente nei panni di Emma, quando tanto tempo prima gli aveva proposto di far parte di qualcosa e di aiutare lei e la sua famiglia a salvare Storybrooke dal disastro che Greg e Tamara stavano provocando. L’ennesima, beffarda prova dell’ironia della vita.
Lily guardò alternativamente lui e sua madre per un lungo minuto. Negli occhi le si leggevano così tante emozioni contrastanti che Uncino si chiese se la ragazza non stesse per esplodere; ma alla fine, lei rispose con voce stranamente calma: «Voglio provarci eccome. Verrò».
Killian sentì Malefica sospirare, ma non ce la fece proprio a mostrarsi dispiaciuto per lei. Di sicuro lui e sua figlia stavano per andare a infilarsi in un guaio enorme, ma c’era Emma ad aspettarlo dall’altra parte: nient’altro aveva importanza, in quel momento. «Magnifico. Spero che tu abbia una di quelle maledette automobili a portata di mano, perché c’è un posto che devo mostrarti. E spero anche che tu te la cavi con il giardinaggio» aggiunse, ghignando. «Abbiamo delle piantine da coltivare».
«In tal caso, capitano, penso che la mia separazione da mia figlia verrà rimandata» si intromise Malefica. «Qualunque cosa tu abbia in mente di fare, intendo darvi tutto il mio aiuto, se posso evitare qualche rischio a te e soprattutto a mia figlia. Inoltre, sarai sorpreso di sapere cosa sono riuscita a fare una volta con un roveto e un pizzico della mia magia» aggiunse, con un piccolo sorriso orgoglioso.
Uncino valutò quell’opportunità per un attimo. Probabilmente un po’ di magia, praticata da qualcuno di esperto e potente, non avrebbe guastato… ma doveva stare attento. Alla prima occasione propizia, doveva riuscire a liberarsi di Malefica: lui era disposto a fare tutto, ma veramente tutto, per Emma, e se le circostanze lo avrebbero richiesto non avrebbe esitato a sacrificare Lilith per riuscire a salvarla, anche se sapeva che non lo avrebbe fatto a cuor leggero – tuttavia era sicuro che i suoi eventuali sensi di colpa non sarebbero bastati a Malefica per consolarsi della perdita di sua figlia. Doveva decisamente fare attenzione a come si muoveva. «D’accordo. Adesso andiamo… è quasi l’alba, non voglio perdere un secondo di più».
Lily annuì. «Da questa parte, Jones» disse, indicando il suo pick-up nero, parcheggiato dietro uno dei cespugli.
Mentre si sistemava in mezzo alle due donne, cauto come sempre quando gli toccava infilarsi in quelle maledette scatolette metalliche, Killian avvertì su di sé lo sguardo della ragazza drago. Lilith lo stava fissando con la sua solita espressione indecifrabile, e per un istante lui si chiese se lei non avesse intuito qualcosa delle sue vere intenzioni. Ma poi lei gli rivolse un sorriso triste. «Sai, Uncino, stavo ripensando a quella sensazione che ho provato mentre Emma veniva risucchiata via, e ho capito una cosa».
«E cioè?» chiese, guardingo. Quella donna continuava a stupirlo, per quanto lui cercasse di prevedere le sue mosse: era passata dal disprezzo allo scherno, alla disperazione, al senso di colpa, alla volontà di agire, in così poco tempo da domandarsi se non stesse nascondendo qualcosa. O forse lui era troppo stanco e angosciato, e cominciava a vedere pericoli anche dove non ce n’erano.
«Credo che lei sia veramente dispiaciuta di quello che ha fatto. Voglio dire, probabilmente lo rifarebbe altre mille volte, perché era la cosa giusta da fare e lei è sempre così eroica e ha quella cosa della Salvatrice e tutto il resto… ma credo che le dispiaccia di aver lasciato tutti così all’improvviso, per diventare una cosa terribile come l’Oscuro, sai. Non penso che se ne avesse avuto il modo avrebbe mai lasciato i suoi genitori, o Henry… o te. Ti ama davvero moltissimo, Jones. E forse è proprio questo che le ha dato la forza di sacrificarsi».
«Che intendi dire?» domandò lui, mentre Malefica chiudeva lo sportello e Lily girava la chiave nel quadro, stando bene attento a non far trapelare dalla sua voce quanto le parole di lei non avessero fatto altro che ferirlo e medicarlo contemporaneamente, come una malattia e la sua cura insieme.
Il sorriso di Lily si fece più luminoso. «Lei sapeva che saresti andato a riprendertela, capitano» spiegò, ruotando appena il volante.
Killian fu grato che la ragazza si stesse concentrando sulla strada, in quel momento. Perché la piccola lacrima che gli rotolò giù per la guancia non era sicuramente la prima che versava quella notte… ma stavolta, voleva tenerla solo per sé.

 


 


 
··· Angolo Autore ···
Ta-daaaaa :D
Ecco cosa stava combinando Killian... Regina aveva ragione, ovviamente, il nostro pirata preferito non poteva starsene con le mani in mano! Visto che lui è uno dei miei personaggi preferiti in assoluto, ho amato scrivere questo capitolo, pertanto spero lo apprezzerete anche voi ^^"
Quanto a Lily e Malefica... la loro assenza nella vera quinta stagione è un vero peccato, lasciatemelo dire! Sono abbastanza sicura che Eddy e Adam le avrebbero messe in mezzo eccome se avessero potuto, ma da quello che so Agnes (Lily) non ha voluto continuare con le riprese perché aspetta un bambino, quindi suppongo abbiano dovuto rivedere un po' i loro piani :D (è l'unica giustificazione che sono disposta ad accettare, perché ho adorato il twist allucinante dei trascorsi dei Charmings con Malefica, e vorrei tanto saperne di più su di lei -e Aurora e Filippo, piccini belli *__*- e su sua figlia, accidenti!)
Mh, ho finito con i miei sproloqui, credo. Per qualunque dubbio, critica o lancio di pomodori fatevi pure sotto con le recensioni, non mordo :D
Alla settimana prossima con il nuovo "episodio", I will follow you into the dark... protagonista speciale: il nostro Autore preferito ;)

 -R


Disclaimer: tutti i personaggi, meno eventuali OC, appartengono ai creatori della serie TV. Se fossero miei, probabilmente sarebbero tutti felici e contenti, e io sarei ricca sfondata. Vista l'infelicità che aleggia su Storybrooke e nel mio portafogli, direi che sappiamo tutti qual è l'amara verità.
   
 
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