Anime & Manga > Noragami
Segui la storia  |       
Autore: Yuichan    22/01/2016    3 recensioni
- C'è una cosa che devo dirti Yato.- Dopo minuti passati solo a singhiozzare e tirar su con il naso, finalmente riuscì a parlare. - Io devo dirtelo assolutamente.-
...
- Un Dio normale può avere una successione, rinasce bambino e senza ricordi proprio perchè così può dimenticare il dolore che ha provato nella vita precedente. Yato non può avere una successione, quindi porterà quel dolore con se per sempre, ma nonostante tutto io credo che ne valga la pena.-
...
- Oblivion? Che diavolo significa?-
...
- Non posso accettarlo! Non posso assolutamente permetterlo!-
Genere: Drammatico, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 3

Saltellò sui lampioni e corse sui fili dell'elettricità guidata dal profumo di Yato e dalla voglia di vederlo il prima possibile. Ci mise un po' prima di rendersi conto che non stava andando verso casa sua, dove lo avrebbe sicuramente trovato, ma il suo profumo era per lei inequivocabile ed era certa di non poterlo confondere con nessun altro. La città era in pieno caos, auto e passanti che correvano da una parte all'altra e lei, che non poteva essere vista in quella forma, che volteggiava libera e leggera tra loro. Si bloccò soltanto quando il fragore di un'esplosione la fece sobbalzare. Poco lontano un fumo nero e denso si alzò verso il cielo e riempì l'aria di cenere. Poi le sirene iniziarono ad irrompere nel caos cittadino, tutto si fermò di colpo e senza volerlo iniziò ad avvicinarsi. Le fiamme si levarono alte e il calore divenne insopportabile, un appartamento completamente avvolto in quell'inferno di metallo bollente e fuoco vivo. Ben presto, attirati dalle grida, anche molti spiriti iniziarono a radunarsi in quel punto aggrappandosi alle persone e fomentando la paura. Hiyori rimase immobile, il calore le arrossì le guance e gli occhi presero a lacrimare, ma non si allontanò, poi tra le fiamme intravide la figura di una persona e provò ad avvicinarsi. Non si muoveva ne cercava aiuto, semplicemente rimaneva immobile tra i flutti ardenti e per qualche istante Hiyori credette che stesse guardando verso di lei. Aguzzò la vista e lo intravide mentre muoveva le labbra, non riuscì a capire bene cosa stesse dicendo, ma lei ne rimase completamente rapita. Si avvicinò ancora di più tanto che presto iniziò a sentire troppo caldo e si rese conto di essersi immersa in quell'incendio terribile, le fiamme le stavano bruciando i vestiti e la pelle stava iniziando a ritirarsi e a strapparsi, ma non riuscì ad allontanarsi. La misteriosa figura le passò accanto, era un uomo e per qualche ragione lei sapeva di averlo gia visto, ma non riuscì a metterne a fuoco i lineamenti. Poi di colpo venne afferrata da delle mani forti e rudi, provò a divincolarsi e a gridare, ma non vi riuscì e alla fine, quando il viso deturpato e ustionato di una persona si materializzò davanti ai suoi occhi, quelle parole che fino a quel momento non era riuscita a sentire, le si impressero nella mente come il fuoco che la stava corrodendo.
- Oblivion ti aspetta Ko-no-hana.-


Gridò con tutte le sue forze, gridò finché non si sentì la gola bruciare e le corde vocali spezzare. Urlò di dolore e di terrore, finchè non si sentì trascinare via da quell'inferno e ricadere nel dolce profumo che conosceva benissimo. Rimase immobile, ansimante e tremante tra le braccia di Yato, che per minuti interi non aveva fatto altro che chiamarla senza ricevere da lei la minima risposta.
- Hiyori ti prego, devi calmarti.- Il dio continuò a chiamarla, anche Yukine tentò inutilmente di farla rinsavire. Yato la sentiva ansimare e respirare a fatica e per quanto si sforzasse non riusciva in nessun modo a raggiungere la ragazza. Poi Hiyori si sentì toccare il viso, non era la mano di Yato, l'avrebbe riconosciuta subito, ma era dolce e gentile allo stesso modo.
- Va tutto bene ora, il fuoco è ormai spento. Apri gli occhi.-
- Sei tu... sei...- rispose a fatica provando ad aprire gli occhi e cercando di mettere a fuoco il viso della persona che aveva davanti, le lacrime iniziarono a bagnarle le guance e si accoccolò in quella carezza gentile che sapeva di amare moltissimo. - Masaomi.-
Hiyori spalancò gli occhi e si tuffò tra le braccia del giovane continuando a piangere come una bambina. Masaomi l'accolse gentilmente e la cullò finchè la ragazza non fu troppo stanca persino per continuare a piangere.

Rientrarono nella piccola soffitta tutti insieme, il rumore di tutte quelle persone stipate in uno spazio angusto attirò l'attenzione di Koufuku e Daikoku che si apprestarono a sbirciare. Intravidero Yato e Yukine e poi un ragazzo che stringeva tra le braccia lo spirito di Hiyori e che delicatamente lo riportava nel suo corpo addormentato. La ragazza si mosse appena, ma non si svegliò e Yato si avvicinò a lei, toccandole il viso e sentendolo caldo.
- Credo abbia la febbre. Potrebbe essere stato questo a disturbare tanto la sua anima.-
- No, la colpa è tua.- Attirata da quelle parole dure rivolte a Yato, Koufuku si sporse ancora di più per vedere bene in viso il ragazzo, ma questi le dava ormai le spalle e lei non riusciva a scorgerne che la schiena dritta.. - Più tempo Hiyori passa con te e più sarà in pericolo.-
- So che è irresponsabile da parte mia comportarmi così e so che avrei dovuto tagliare subito il legame che ci univa, ma io non riesco in nessun modo a separarmi da lei.- Yato era consapevole di essere in torto e soprattutto, visto dagli occhi del fratello di Hiyori, doveva sembrare una persona orribile ed egoista, ma era quello che desiderava e non aveva più intenzione di nascondersi dietro ad un desiderio di lei espresso nella foga del momento, voleva starle vicino perchè la desiderava e, giusto o sbagliato che fosse, per il momento non aveva la forza di lasciarla andare. Il colpo arrivò preciso e per nulla inaspettato. Yato accusò il pugno in pieno viso e cadde all'indietro, abbassando lo sguardo pronto a riceverne un secondo e un terzo. Yukine provò a difenderlo, si frappose tra lui e Masaomi tentando di placare la situazione, ma fu proprio Yato a fermarlo. - Ha tutto il diritto di odiarmi e di colpirmi Yukine. Lascialo fare.-
- No invece.- Lo strumento benedetto, che altri non era che un nome altisonante per definire un ragazzino, non cedette. Yukine sapeva di non conoscere abbastanza quel tipo di amore, di non averne alcuna esperienza, ma sapeva di volere la felicità di Yato e quella di Hiyori e loro insieme erano felici a discapito di quello che gli altri potevano dire. - Io so che Yato è un Dio e che Hiyori è umana, io so benissimo che lei crescerà e si creerà una vita tutta sua, ma so anche che a volte è importante godere a fondo del presente, di quello che si ha in quel momento. Io ho desiderato così tanto avere quello che gli altri ragazzi hanno a tal punto da rischiare di perdere il mio padrone e li ho capito che non è quello che si vuole avere, ma quello che si ha a renderti felici. Yato ha Hiyori ora e lei ha lui, per quanto tutti possano dire che è sbagliato, io credo che sia giusto che entrambi seguano un percorso che è dettato dal loro cuore e non da quello che dicono le persone.- Masaomi non riuscì ad infierire su di lui, strinse i pugni, ma non colpì. - Tu sembri sapere molto di Hiyori, quindi dimmi, credi che sarebbe felice se dovesse scoprire che stai prendendo a pugni una persona a cui tiene senza nemmeno averla ascoltata?-
Quando Masaomi, colpito dalle parole di Yukine si voltò verso la ragazza, Koufuku riuscì per la prima volta a vedere il viso del giovane e rimase a bocca aperta. Al suo fianco Daikoku sentì la sua padrona tremare e spostò lo sguardo verso di lei. Con gli occhi spalancati e il viso pallido, la dea della sfortuna riuscì solo a balbettare qualcosa e rendere il suo strumento ancora più nervoso, tanto che eruttò nella stanza come un vulcano cercando spiegazioni su ciò che stava succedendo. Masaomi, per nulla sorpreso, fece un piccolo inchino verso la dea che era rimasta ferma all'entrata e si tolse gli occhiali. 
- Da quanto non ci vediamo Koufuku.-
- Per quale motivo siete venuto qui Murakumo-sama?-
- Murakumo? Hiyori lo ha chiamato Masaomi, è suo fratello.-
Interdetto da un discorso che non riusciva a seguire, ma allarmato dalla reazione spaventata di Koufuku, che persino davanti a Bishamonten non aveva tentennato arrivando persino a sfidarla, Yato si rialzò e tentò di riacquistare un po' di lucidità.
- Yato tu non puoi averlo mai visto, anche per me è stato un caso se ci siamo incontrati tantissimi anni fa, eppure non posso sbagliarmi. Lui è la spada sacra Ama no Murakumo, lo strumento benedetto del Dio Ninigi no Mikoto.-
In quel momento la terra tremò per quelli che sembrarono secondi interminabili. Un boato, simile ad un lamento di dolore, scosse la città e zittì tutti i suoi abitanti. Ogni mattone tremò, l'acqua si increspò e fu come se il mondo intero si stesse disintegrando.
- Che terremoto terribile.-Yukine era riuscito a malapena a reggersi in piedi, la piccola casa di legno della dea della sfortuna aveva iniziato a scricchiolare terribilmente, ma quando il suo sguardo corse per qualche secondo fuori dalla finestra vide un enorme colonna oscura e vorticante di energia. - Ma quello è un varco spaventoso.-
- Non era un terremoto normale. Dovremo rimandare le spiegazioni a dopo. - Quello che ora la dea aveva identificato come Murakumo, uno strumento benedetto, tirò fuori dalla tasca una moneta da 5 yen e la gettò tra le mani di Yato. - Ti affido un compito. Elimina tutti gli spiriti che stanno uscendo dal varco. Io devo portare Hiyori in un posto sicuro. Ne riparleremo Dio Yato, se sopravviverai a questa prova, ti dirò tutta la verità.-
Fu un lampo, il giovane prese Hiyori tra le braccia e con un salto felino scappò dalla casa lasciando dietro di se solo moltissime domande. Per Yato era come se fosse stato travolto da una valanga, da un mare freddo che non era riuscito in nessun modo a bloccare. Proprio davanti a se qualcuno aveva portato via Hiyori senza che lui potesse minimamente reagire e si era ritrovato con una richiesta da svolgere e una moneta da 5 yen che sembrava bruciare nella sua mano.
- Yato che vuoi fare?- Yukine provò a svegliare il suo padrone da quel torpore infausto, ma fu come sbattere contro una parete di roccia. Vide gli occhi di Yato divenire freddi e sottili, era arrabbiato e confuso e questo rendeva anche lui irrequieto.
- Accettiamo la richiesta e poi andremo a riprenderci Hiyori. Non mi importa chi sia quella persona, non posso lasciare che me la porti via.-
- Yato.- Koufuku si avvicinò a lui e lo prese per la maglietta cercando attenzione. La dea aveva lo sguardo greve e il respiro affannoso. - Stai attento, ho il presentimento che le cose siano davvero complicate.-

La battaglia entrò bel vivo in pochi secondi. Yato si ritrovò al centro della tempesta di spiriti e brandendo le sue due lame, ringraziò di aver avuto la possibilità di incontrare uno strumento divino eccezionale come Yukine. L'aria rarefatta e l'odore degli spiriti era però insopportabile. Yato evitando agilmente un colpo da destra fu preso alla sprovvista da uno strano tentacolo viscido alle spalle e sentì la pelle iniziare a bruciare.
“ Yato sei stato contaminato!”
- Non distrarti o ti smusserai, finchè la corruzione è solo esteriore non c'è problema.- Scansò un secondo attacco, ma ben presto si ritrovò chiuso tra una miriade di spettri che continuavano ad uscire dal quel varco che sembrava non volersi chiudere.
“ Non finiscono mai. C'è qualcosa di strano”
Per quanti ne tagliasse, altri prendevano il posto di quelli sconfitti e Yukine iniziò a risentire dello sforzo della battaglia, così Yato fece appello a tutte le sue energie per sferrare un colpo che potesse distruggerne il più possibile.
- Essere dell'aldilà che osi violare la terra delle piane di canneti.- Evitò una grossa zampata da quello che sembrava un enorme gatto obeso e continuando a recitare la litania osservò le due lame di Yukine illuminarsi e riprendere forza. - Io il dio Yato con la mia venuta ti distruggo per mezzo di Sekki ed esorcizzo i tuoi mali e la tua impurità. - Saltando a piè pari verso i suoi nemici vibrò nell'aria le spade e gridando – Lacera!- con tutta la forza che aveva nei polmoni dichiarò le sue intenzioni e colpì così tanti nemici che per qualche secondo il cielo divenne rosso come il sangue e si illuminò della luce della loro scomparsa.
Yato ricadde al suolo in malo modo, respirando a fatica e asciugandosi la fronte sudata con la manica della maglietta. Anche Yukine era provato, l'aura maligna di tutti quegli spettri insieme stava diventando deleteria per entrambi, ma non riuscirono a ristorarsi che per qualche secondo prima di essere nuovamente aggrediti. Il dio rotolò sulla schiena sfuggendo a stento dal colpo di frusta della lingua di una rana gigante. Fu ferito al braccio che prese a bruciare allentando la presa su una delle lame. Yukine si sentì abbandonato e provò a destare il suo padrone dal torpore del colpo ricevuto.
“ Non possiamo farlo da soli.”
- Dobbiamo portare a termine la richiesta o Hiyori...-
- Vergognati Yato, farti mettere in ginocchio da qualche piccolo spettro.- Alzando lo sguardo verso l'alto gli occhi di Yato furono catturati da un lunga chioma dorata e sinuosa che atterrò al suo fianco a cavallo di un leone nerboruto.
- Bishamon! Perchè sei qui?-
- Compio il mio lavoro lavativo di un dio. Avanti Kinuha!- Saltando in avanti levò la frusta e assestò un poderoso colpo sulla testa di uno spirito che caracollò a terra disintegrandosi. - Gaiki!- Nella mano sinistra apparve una pistola e sparando a raffica ne distrusse altri cinque, ma quando ad attaccarla si riversò un fiume in piena di mostri, la dea della guerra Bishamonten richiamò Saiki e l'enorme spadone, seguito da Kazuma, la fedele guida della dea, con gran precisione tagliò quel fiume in due e la luce della purificazione rischiarò il cielo. - Datti da fare Yato!-
Era bella e Yato non poteva fare a meno di rimanere incantato da quella figura così esile, ma così forte, ogni volta che la vedeva combattere. Era scesa nella Yomi per lui, rischiando la sua vita e quella dei suoi strumenti divini pur di salvarlo e lui forse non l'aveva ancora ringraziata nel modo giusto. Si rialzò e riprese a combattere, per la prima volta accanto alla donna che era stata sua nemica per moltissimi anni, ma affiatati come se fossero una cosa sola.
Colpirono e tagliarono, schivarono e caddero, ma ad uno ad uno distrussero quel male che eruttava dal varco finchè non rimase che un buco vuoto nel terreno. Yato ricadde senza forze e con il fiato corto, anche Bishamon sembrava provata, così come i suoi strumenti. Il suo orecchio destro si illuminò per qualche secondo e Kazuma prese forma al fianco della sua signora per aiutarla a reggersi in piedi.
- Mai visto un varco simile prima d'ora. Siete tutti interi?-
- Più o meno. Torna Yukine.- Anche il biondo tornò alla sua forma originale, salutò il suo maestro con referenza, ma Kazuma notò che era ferito e in parte contaminato, cosi come Yato, ma anche loro, compresa Bishamon non erano in condizioni migliori.
- Dovremo purificarci tutti. Venite da me, la mia sorgente ti farà recuperare le forze.-
- Non posso devo andare da Hiyori il prima possibile.-
- Iki-san? Le è successo qualcosa?- Kazuma sussultò, Yato era scuro in viso e molto serio, uno sguardo che da molto non vedeva sul viso del Dio.
- Bishamon, Kazuma, voi avete mai sentito nominare un certo Murakumo?- Lo sguardo di stupore che si rivelò negli occhi di entrambi diede a Yato la spinta per insistere ancora. - Lo avete mai visto?- - Ti riferisci ad Ama no Murakumo, la spada di Ninigi-sama? Lo abbiamo incontrato moltissimi anni fa, ma neanche a me è mai stata data la possibilità di conoscerlo.-
- Anche Koufuku ha detto una cosa simile, ma lui si è presentato a noi come Masaomi, il fratello maggiore di Hiyori. Eppure non ha senso, perchè uno strumento divino dovrebbe fingersi un essere umano?-
Yato scattò in piedi e corse verso un piccolo kombini poco distante, lasciando tutti basiti. Nessun essere umano si era accorto della feroce battaglia che fino a pochi minuti prima si era svolta a qualche passo da loro, molte persone avevano continuato a camminare ignare e fare compere avvertendo al massimo qualche fastidioso spostamento d'aria.
Correndo tornò dal gruppo con in mano un tovagliolo e una matita, si accucciò a terra e prese a disegnare qualcosa. In pochi secondi il viso di un ragazzo con gli occhiali prese forma sul piccolo pezzo di carta sgualcito, ma era la perfetta riproduzione della fisionomia di quella persona.
- Questa è la stessa persona che avete incontrato voi? Questo è Murakumo?- Bishamon spalancò gli occhi e non volendo anche la bocca e fu abbastanza per dare conferma.
- Spiegami Yato che sta succedendo?-

Cullata dal profumo di camelia Hiyori si sentì rinascere, mosse le gambe e le sentì morbide e calde. Aprì gli occhi con fatica e si ritrovò in un enorme vasca da bagno baciata da un'acqua calda e oleosa, ma dolce e rinfrescante. Non sentiva che su di se il delicato tocco dell'acqua, niente più dolori o paure, soltanto benessere.
- Meno male hai ripreso i sensi.-
- Fratellone, che ci fai qui?- Non lo vedeva da molto tempo e incurante del fatto che si trovasse in un posto a lei sconosciuto, nuda e immersa in una strana acqua, vederlo di nuovo le donò solo felicità. Allungò la mano verso di lui e Masaomi si appoggiò a quel tocco gentile chiudendo gli occhi e bagnandosi il viso con l'acqua profumata.
- Sapevo che non avrei dovuto lasciarti sola così a lungo. Mi dispiace.-
- Io sto bene, ho conosciuto delle persone e ho passato con loro dei bellissimi momenti, alcuni forse un po' pericolosi lo ammetto, ma...-
- Non devi più vedere il Dio Yato.-
- Come fai a sapere di Yato?-
Hiyori si tirò indietro bloccandosi contro la parte della vasca, schermandosi dagli occhi di suo fratello, che per qualche secondo, avevano assunto un espressione arcigna. Masaomi le prese un braccio e attirandola a se la strinse bagnandosi i vestiti. Hiyori se ne accorse, quello non era l'abbraccio di un fratello, lo sentì tremare e sussultare, era qualcosa di completamente diverso, ma per qualche ragione le sue mani si mossero e ricambiò il gesto.
- Non voglio perderti di nuovo, non posso sopportarlo. Se continuerai a stare con lui l'oblio tornerà e io non potrò più proteggerti, ma se decidi di lasciarlo ora che siamo ancora in tempo, ti prometto che ti donerò una vita felice, la vita che hai sempre voluto.-
- L'oblio?- Stupita e confusa Hiyori però non potè fare a meno di ripensare a quella strana figura avvolta nelle fiamme e a quello che le aveva detto. - Oblivion.-
Masaomi sussultò e si staccò da lei, lo sguardo del ragazzo si riempì di un terrore e una tristezza immensa e lei non riuscì a capirne il motivo, eppure qualcosa nella sua mente iniziò a pizzicare, come un ricordo che si fatica a far tornare a galla.
- Da quanto tempo ormai la tua anima si separa dal corpo?- La domanda giunse improvvisa e Hiyori dovette pensarci su molto prima di rispondere. Non era passato molto tempo, forse neanche un anno, ma ne erano accadute molte di cose che avrebbe potuto raccontare. - La tua coda, il tuo legame con il corpo si è mai indebolito?-
- Solo una volta sono rimasta separata molto dal mio corpo, ma non ho avuto effetti collaterali.- Rispose, ma non potè non chiedersi come mai suo fratello, che non vedeva da molto, fosse a conoscenza di così tante cose. - Ora però devi dirmi cos'è che ti tormenta? Cos'è che non riesci a dirmi?-
Masaomi abbassò lo sguardo e prese la mano di Hiyori portandola alla bocca e regalandole un bacio delicato. La ragazza si sentì infiammare le guance, c'era qualcosa di completamente diverso in suo fratello, qualcosa che non riconosceva.
- Tutto l'amore che provo per te non è bastato a renderti felice- Ho giurato che avrei fatto qualsiasi cosa pur di non farti soffrire, ma non posso lasciarti a lui. Yato non è un dio in grado di affrontarlo per questo mia amata Ko-no-hana, devo nuovamente privarti dei tuoi ricordi.-
Masaomi toccò con due dita la fronte della ragazza e lei si sentì congelare. Non fu in grado di muoversi, persino di sbattere le palpebre, rimase ad osservare quello che lei riconosceva come un fratello, ma che ora sembrava un perfetto estraneo, farle qualcosa che non voleva.
Fu come cadere da un dirupo, un baratro senza fine, vide il viso dei suoi genitori sbiadirsi e sparire, allo stesso modo sparirono dalla sua mente i nomi delle sue migliori amiche. Ogni cosa presente nei suoi ricordi perse i propri contorni, divenne lontana e irraggiungibile e lei si sentì vuota e stanca.
Poi arrivò Yato, il loro primo incontro, la prima volta che aveva combattuto al suo fianco, le frasi che si erano scambiati, gli sguardi e le carezze, tutto iniziò a diventare vacuo e intangibile e pianse. Non voleva perderlo, poteva forse rinunciare a tutto, ma non a lui. La sua anima iniziò a gridare, il suo cuore a pompare più forte, lottò con tutta se stessa e quando si separò dal suo corpo, scattò all'indietro gridando e soffiando come un gatto arrabbiato.
- Non puoi farlo! Ho promesso che non lo avrei mai più dimenticato.-
Masaomi si ritrovò tra le braccia il corpo di Hiyori addormentato e davanti la sua anima che scalpitava come una furia. Rimase stupito, sorpreso da una forza che non le avrebbe mai attribuito, poi scattò in avanti, afferrò quell'anima ribelle e le prese la coda tra le mani. Hiyori avrebbe voluto urlargli contro ancora per ore, ma lo sguardo spaventato di Masaomi la bloccò. In effetti non ci aveva fatto caso, ma ora che la guardava bene, la sua coda, il suo legame con il corpo umano era così debole da sembrare trasparente.
- Non c'è più tempo.-
- Tempo per cosa? Ti prego fratellone devi dirmi che sta succedendo, devi dirmi la verità.- - Pronuncia il mio nome.-
In quel momento Masaomi fu il primo nome che le sovvenne, ma non lo disse. Continuò a guardarlo, mentre gli occhi di lui si riempivano di lacrime, mentre la accarezzava e cercava qualcosa da lei che non riusciva a capire. Chi era la persona che riconosceva come fratello? Chi era l'uomo che aveva davanti a se, che conosceva tutto di lei, anche i segreti che non aveva mai rivelato a nessuno e che piangeva per lei.
 - Il tuo nome è...- degluttì a fatica mentre qualcosa prese a stuzzicarle la punta la lingua, un nome che faceva fatica a pronunciare, ma che ormai aveva ricordato alla perfezione. - Il tuo nome è Kusanagi.-
- Questo è il nome che mi hai donato tu quando mi hai acquisito, perchè il mio primo nome, Murakumo, non ti è mai piaciuto. Hai iniziato a chiamarmi Masaomi quando ho deciso di fare di te Hiyori Iki, quando ho sperato che questa vita umana avrebbe potuto renderti felice.-
- Io sono...- Lentamente tutto le tornò alla mente, anche se ancora un po' confuso e ben poco delineato, quella parte nascosta della sua memoria iniziò a premerle nella mente e a voler tornare in superficie.
- Tu sei la mia padrona Ko-no-hana-sakuya-hime, conosciuta dai mortali anche come Sengen la principessa dei fiori. Moglie del dio Ninigi no Mikoto. Dopo tantissimi anni posso finalmente chiamarti con il tuo vero nome, ma non appena avrai recuperato tutti i tuoi ricordi, non appena il tuo legame con il corpo mortale che ti ho donato sarà completamente svanito, Oblivion tornerà e Ninigi avrà la sua vendetta.-

- Padre non credi che quello che sta succedendo vada a nostro vantaggio?-
- Hai ragione, ci risparmia un sacco di fatica e finalmente, quando Yato cadrà nella disperazione più assoluta, tornerà da noi.-

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Noragami / Vai alla pagina dell'autore: Yuichan