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Autore: proudtobea_fangirl    22/01/2016    0 recensioni
[Sequel di Remembering the Past]
Le strade dei nostri eroi hanno preso direzioni differenti: Simon e Isabelle sono rimasti a New York, con l'incarico di dirigere l'Istituto; Clary, Jace e Lorianne e Magnus, Alec e la piccola Chrysta sono invece a Idris, con la speranza di trascorrere un futuro sereno e senza altre complicazioni.
Tutti, però, sanno che ciò non sarà possibile.
Lo scoppio di una – seppur piccola – centrale nucleare in Francia, a pochi metri dal confine con Idris, fa dilagare il panico. Ma esso non è l'unico a prendere piede: le radiazioni avranno effetti devastanti non solo sulla flora e la fauna locale, bensì anche su una quasi sconosciuta razza di demoni, che inizierà a moltiplicarsi a dismisura.
Toccherà ai nostri Shadowhunters fermarli.
Cercando di non farsi contagiare.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Clarissa, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Shadowhunters ~ Past, Present and Future'
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Simon ~ 12 Settembre 2015, ore 9:00


Non credevo di essere il tipo che si fa i complessi mentali, né che s’innervosisce a tal punto da iniziare a camminare avanti e indietro continuamente, tormentarsi le mani e andare in iperventilazione. E invece mi sbagliavo.
Jace non fa altro che dirmi di non preoccuparmi. Facile, per uno che si è già sposato e tra qualche mese festeggerà il primo anniversario di matrimonio.
«E dai, Simon, smettila! Stai consumando il pavimento» mi rimprovera, le braccia incrociate sul petto. «Stai sudando così tanto che hai gli occhiali appannati. Potevi anche metterti le lenti a contatto, comunque.»
Gli lancio uno sguardo di fuoco, inspirando, per poi afflosciarmi come una delle torte di Iz appena tolta dal forno. «Non sono io a sudare, ma l’aria ad essere troppo fredda» scatto, irritato. Mi tolgo gli occhiali e istintivamente faccio per pulirli con la camicia, ma Magnus, spuntato dal nulla, mi blocca il braccio urlando: «NO! Fermo lì dove sei!»
Alec compare alle sue spalle e sbuffa. «Oh, andiamo, Mag, è semplice condensa. Al massimo la camicia potrà bagnarsi un po’» ribatte allontanandolo da me. Mi fa l’occhiolino e mi sfila gli occhiali dalla mano, quindi li lucida con la manica della giacca. «Ecco fatto» sospira porgendomeli. «Contento, Magnus?»
«No, Fiorellino, perché adesso sei tu ad avere una macchia sul vestito» contesta lo Stregone con aria scocciata. Schiocca le dita e il minuscolo puntino scuro sul polsino della giacca di Alec svanisce. «Ora sì, sono contento.»
Alec mi si avvicina con un mezzo sorrisetto stampato sul viso. «Nervoso?»
«Sei tipo la quinta persona che me l’ha chiesto nel giro di mezz’ora» brontolo, stufo. «Ed è ovvio che sono nervoso.»
«Io non lo ero, il giorno del matrimonio» argomenta Magnus facendo una smorfia. «Non c’era il rischio che Alec mi dicesse di no all’altare, e quella era l’unica cosa importante.» Alec ridacchia e gli fa gli occhi dolci.
Jace annuisce e si appoggia a un pilastro come suo solito. Lo invidio. Non riesco mai ad imitare la sua posa da “sono-il-più-figo-non-avete-possibilità-contro-di-me”. «Col senno di poi capisci che l’ansia prematrimoniale non ha fondamenti» ammette. «Io penso che sia solo una delle tante forme dell’amore» sospira, teatrale.
«Che c’è, le Bardane ti hanno fatto credere di essere un filosofo?» lo punzecchio, pentendomene subito. «Perdonami» mi affretto ad aggiungere.
«Tranquillo» minimizza lui con un cenno della mano. «Dopotutto su queste cose c’è bisogno di scherzare.»
«Ormai l’Influenza B è debellata?» domanda Alec a bruciapelo. «Non mi sembra di aver sentito di altri casi.»
«Sì» conferma Magnus, seguito da un boato di gioia da parte di tutti noi. «Naturalmente ci sono ancora persone malate negli ospedali, ma nessuna nuova segnalazione. Dopotutto le Bardane sono morte mesi fa, è impossibile che da un momento all’altro spunti un nuovo infetto.»
«È vero, hai ragione, come ho potuto dimenticarlo... Certo che è stata una bella batosta per il sistema sanitario internazionale» commenta Alec. «Ebola e Bardane nell’arco di un solo anno. Per non parlare delle conseguenze sul Sottomondo...»
«Già» concorda Jace. «L’idea di Cameron e Nathan è stata una rivoluzione totale, ma ci ha salvati, e ci proteggerà nel caso un trambusto simile dovesse succedere nuovamente in futuro. Sperando che non succeda, ovvio.»
«È stato... be’, un gran casino» riassume Magnus. «Simon, tu e Isabelle non avete potuto godere appieno della nascita di Logan e Trish né organizzare con calma il vostro matrimonio, non vi è stato concesso un attimo di tregua, eppure a guardarvi in questo momento sembra che ciò non vi abbia nemmeno lontanamente sfiorati. Nonostante siate entrambi sulle spine si legge la gioia sui vostri volti.» Sorride a trentadue denti.
«Buon per noi» rispondo stringendomi nelle spalle. «Aspetta...» Gli punto contro un dito accusatorio. «Hai detto “entrambi”. Devo dedurre che tu sia stato da Isabelle.»
Magnus arrossisce e balbetta: «Ehm...» ma viene subito zittito da Alec: «Sì. Siamo stati da lei. Quando ce ne siamo andati stava ancora litigando con il vestito, perché a quanto pare è troppo largo.»
Emetto un gemito di disperazione. «Le avevo detto di comprarlo di una taglia più stretta...»
«Veramente gliel’avevo detto io» urla Clary, spuntata da dietro un albero. Ci raggiunge sotto il gazebo e mi tira una pacca sul braccio. Forte. «Ahi!» protesto.
«Non fare il bambino» mi prende in giro lei, spazzandomi via un po’ di polvere dalla giacca. «Comunque l’abito resta su, state tranquilli. Non ci saranno spogliarelli imprevisti.»
«A me non sarebbe dispiaciuto» mormoro, provocando uno scoppio di risa in Jace e Magnus. Clary e Alec, invece, sembrano disgustati. «Simon!» mi rimprovera lui, subito spalleggiato dalla rossa, che strilla: «Pervertito!»
«Ehi» replico, punto sul vivo. «Iz in biancheria intima fa concorrenza alle modelle di Victoria’s Secret. In altre parole, non è uno spettacolo da perdersi.»
«E se non fosse stato per lei e la sua ossessione per l’intimo sexy, Clary» controbatte Jace con aria severa, avanzando e poggiandole le mani sulle spalle, «il tuo armadio sarebbe ancora quello di una suora di clausura. E io molto probabilmente ti avrei lasciata da tempo, causa la troppa astinenza.»
«Be’, se la questione si mette in questi termini non posso darti torto» si ritrova costretto ad ammettere Alec.
«Jace, la tua ultima frase è puramente ipotetica, vero?» lo interroga Clary con un’occhiataccia di fuoco.
Jace alza le mani e arretra fino a ritrovarsi con la schiena contro il pilastro. «Calma, tesoro, calma. Sì, era puramente ipotetica. Però dai, anche tu devi riconoscere che è difficile non fare ses...»
«ORA BASTA!» grida Alec. «Non ci interessano le vostre vicissitudini amorose.»
«Parole sante» ribatto in tono sarcastico. «Adesso, perché non mi lasciate in santa pace?»
Jace si stacca dal pilastro e fa un cenno eloquente nella direzione di Alec e Magnus. «Andiamo, ragazzi. Oppure va a finire che Simon ci decapita per quanto è isterico.» Mi lancia un’ultima occhiata e finalmente sparisce dalla circolazione, seguito dagli altri due.

Clary ed io restiamo soli. Approfitto della calma e del silenzio per guardarmi attorno e constatare che tutto sia in ordine: le sedie ricoperte di tessuto dorato, in armonia con il tappeto di foglie del colore del fuoco sotto i nostri piedi, sono al loro posto, così come le panchine per i testimoni sui lati del gazebo e l’altare di marmo bianco al centro – Iz ha insistito perché fosse proprio di marmo, costringendomi a litigare con l’arredatore e il fiorista e a sborsare la bellezza di centotrenta dollari solo per portarlo qui.
Mi avvicino all’altare e sfioro con la punta delle dita lo stilo, quel banale stilo che tra un po’ unirà me e Isabelle per la vita.
Clary si accorge del gesto e d’istinto mi appoggia una mano sulla spalla. «Strano come un oggetto tanto semplice possa determinare un legame tanto forte, eh?»
«Anche la Coppa Mortale è un semplice oggetto» commento mestamente. «L’anno scorso ero a Idris, nella Sala del Consiglio, ad attendere che Jia Penhallow mi chiamasse per bere. Forse non avrei nemmeno immaginato che a distanza di dodici mesi avrei sposato Isabelle e sarei diventato padre di due gemelli. Forse pensavo che sarei morto.»
Clary s’irrigidisce. «Sul serio lo pensavi?»
«Non lo so» sospiro. «Non stavo meditando su una cosa in particolare. Mi frullavano talmente tanti crucci per la testa che quasi non riuscivo a sentire i miei stessi pensieri. Alla fine ho bevuto e basta.»
La rossa mi fa voltare verso di lei e mi aggiusta il nodo della cravatta, per poi passare a stirarmi il bavero della giacca. «Non ti facevo tipo da smoking grigio. Isabelle ci ha messo lo zampino, a quanto vedo.»
«Isabelle ha messo lo zampino dappertutto» preciso, lasciando che Clary mi sistemi anche i capelli. «Dalle decorazioni – che per la cronaca io volevo meno eccessive – al mio vestito e a quelli dei bambini.»
«Ho adocchiato Logan e Trish mentre con Liza cercavo di aggiustare il vestito di Iz» asserisce Clary. «Lui sembra un damerino dell’Ottocento, con tanto di papillon, e lei ha quasi più strati di tulle di Chrysta.»
«Sono tutti con Maryse?»
«Sì» conferma. «Compresa Lorianne.»
Al nome della mia figlioccia sorrido d’impulso. «Te ne rendi conto? Ha già un anno e un mese. Mi sembra di averla vista nascere soltanto ieri...» «Già.» Clary ridacchia. «Anche a me sembra che solo ieri tu abbia tirato un asciugamano in faccia a Jace per farlo riprendere!»

Faccio per ribattere, ma da lontano scorgo due figure che avanzano lentamente verso di noi. «Tua madre e tua sorella» intuisce Clary. «Credo sia il caso di cercare Jace...» Mi stringe una mano e scompare dalla mia vista.
Attendo che arrivino a un metro dal gazebo prima di correre ad abbracciarle. «Non vi aspettavo prima delle nove e mezza» mormoro contro il collo di mamma.
«Ma sono le nove e mezza. Anzi, le dieci meno un quarto» puntualizza lei sciogliendosi dall’abbraccio e sventolandomi il polso con l’orologio davanti al naso. «Hai perso la cognizione del tempo?»
«Credo proprio di sì» ammetto sospirando. «Quindi mancano solo quindici minuti al matrimonio.» Sento il cuore riprendere a scalpitare come un cavallo imbizzarrito.
«Esatto» conferma Rebecca, per poi chiedermi esitante: «Io dovrò sedermi lì sotto con gli altri testimoni?»
«Oltre a te ci sono Clary, Felicity ed Alec» la rassicuro, notando il suo imbarazzo. «Nessuno di cui preoccuparsi, li conosci tutti.»
«Oh. Volevo dire okay, va bene.» Rebecca mi rivolge un sorriso e va ad accomodarsi sulla panchina di destra.
Prendo mamma sottobraccio e la accompagno al suo posto. «Ci sono poche sedie» nota lanciandosi un’occhiata attorno. «Quanti ospiti?»
«Gli Herondale e i Bane contano sei persone complessivamente, se vogliamo includere anche Lori e Chrysta. Inoltre ci sono Maryse, Jocelyn e Luke, Felicity e suo marito Chase – il fotografo –, quell’idiota di Emmett, Alex, i Firestorm, Tessa e Jem Carstairs se riescono a venire, Cameron Orwell, Nathan Ryecatch e Catarina Loss, più i coniugi Sikh e Zahirah Meziane, direttamente dall’Egitto, due new entry nella mia squadra di Cacciatori. Sikh sarà il mentore di Logan e Trish.»
«Quindi più o meno venticinque senza i testimoni» conclude mamma. «Pensavo ci fossero molti più familiari di Isabelle, sinceramente.»
«Gli Shadowhunters hanno un sacco di parenti» le spiego. «Se Iz avesse voluto invitarli tutti avremmo dovuto affittare l’intero Central Park. E comunque non ha buoni rapporti nemmeno con i suoi consanguinei più stretti, in primis suo padre. Sai... per la questione di Alec.»
«Dovrebbero vergognarsi» sbotta mamma. «Tagliare le relazioni e negarsi il saluto solo perché quel caro ragazzo è gay! Che schifo. Confesso di non avere la minima voglia di conoscere il mio consuocero.»
«Per me è la...» Mi blocco a metà della replica, sentendo una voce chiamarmi da qualche parte dietro di me. Il timbro è inconfondibile. Non può essere altri che... «Robert» lo saluto senza voltarmi. «Alla fine ci hai degnati della tua presenza.»
Mamma invece non dimentica le buone maniere, e si alza di colpo per stringergli la mano e presentarsi. Alla faccia della poca voglia di conoscerlo...

Robert mi afferra per un braccio e mi costringe a seguirlo sotto il gazebo. Rebecca dev’essersi allontanata, perché siamo soli. In circostanze diverse avrei dato inizio a una sfilza di male parole contro di lui, ma non voglio appestare l’aria. Ci ha già pensato quel tizio col sigaro che stava tranquillamente fumando senza curarsi della nostra presenza e dei nastri dorati che segnano il confine.
«Ascoltami, Simon» intima con tono severo. «Non ho intenzione di ripetere la stessa scenata dell’anno scorso e dover essere cacciato via da uno dei miei figli.»
«Quindi vattene di tua spontanea volontà» ovvio, laconico e sincero come mai prima.
«Perfetto, adesso sono cacciato via anche dal mio genero» replica lui sarcasticamente. «Celebrerò io il vostro matrimonio.»
«COSA?» Per poco non gli sputo in faccia. «Sarai tu ad officiare la cerimonia? No, ti prego, dimmi che è uno scherzo. Sono a Candid Camera, vero? Vero?»
Robert naturalmente non coglie l’ironia e ribatte: «Hai qualche ragionevole motivo per essere tanto ostile nei miei confronti?»
«Chiunque faccia del male a Iz ne fa anche a me. I suoi nemici sono anche i miei. Semplice, no?» gli spiego come farebbe una maestra delle elementari a un bambino piuttosto problematico. «Pensavo che questo fosse chiaro.»
«Lo è ora» sibila lui tra i denti. «Comunque non hai chance. Non c’è nessuno disponibile oltre a me. O mi accettate o non vi sposate.» Si lancia un’occhiata alle spalle. Tento di capire cosa sta succedendo, ma la sua stazza mi impedisce la visuale. «Ti conviene decidere al più presto. Il fotografo è qui, è ciò significa che a breve arriverà Isabelle.»
«Dannazione, e va bene» scatto, messo alle strette. «Ma sparirai entro due ore. Giuralo su Raziel.»
«Giuro sull’Angelo che per mezzogiorno non vi disturberò più, okay?» brontola sbuffando. «E adesso girati, che tra un po’ si comincia.»

Mi volto in modo da dargli la schiena. Non esito ad alzare leggermente il dito medio nella sua direzione.
Clary accenna un sorrisetto insinuante e mi fa l’occhiolino mentre si siede assieme a Rebecca sulla panchina alla mia sinistra; quella dall’altro lato dell’altare è già occupata da Felicity ed Alec, che sta squadrando suo padre da capo a piedi con un’espressione sprezzante stampata sul volto.
Punto lo sguardo davanti a me: ormai ci sono solo due sedie libere. Quasi tutti gli invitati hanno preso posto, comprese Lorianne e Chrysta che mi salutano agitando le manine; nel contempo Jace e Magnus tentano disperatamente di tenerle ferme e impedire che se ne vadano in giro per Central Park. Lo Stregone mi lancia un’occhiata scoraggiata, quasi a dirmi che sono anch’io nella stessa barca e dovrò cominciare a fare i conti con la responsabilità di essere padre. Come se non l’avessi già fatto.
Mamma invece è completamente rilassata, nemmeno fosse a casa sua; accanto a lei Logan e Trish ronfano beatamente nella carrozzina.

All’improvviso qualcuno mi assesta un pizzicotto sul braccio. Trasalisco e mi preparo a cominciare ad insultare Robert, ma non è lui l’incriminato.
«James!» esclamo sospirando di sollievo. «Ce l’avete fatta!»
«Per miracolo» precisa lui. «L’aereo ha fatto appena in tempo ad atterrare, era finito il carburante. Pensa se fosse successo mentre eravamo ancora in volo, assurdo...» Toglie la mano da dietro la schiena e mi mostra un violino con tanto di amplificatore elettrico incorporato. «È lo strumento sacro per gli ebrei, giusto?»
«Sì, lo è» affermo stupefatto. «Come fai a saperlo? Ah, non dirlo... devo ancora familiarizzare col mondo degli Shadowhunters.»
«Come io devo familiarizzare con tutte queste modernità...» Scruta l’amplificatore con un cipiglio incuriosito. «Tessa cerca da anni di convertirmi alla musica rock o alla dubstep, ma sono troppo tradizionalista.» Si riprende e mi sorride. «Desideri che suoni qualche brano in particolare oppure ho carta bianca?»
«Carta bianca, assolutamente.» Gli do il via libera con un cenno della mano. «Ti ringrazio di cuore per l’accompagnamento musicale imprevisto. Ti chiedo solo di non alzare troppo il volume, okay?»
«Cosa? Oh, il... capito.» Mi dà una pacca sulla spalla e sparisce dal mio campo visivo.

Non appena mi giro di nuovo vedo due figure che avanzano lentamente verso di me sulle note del violino. Avverto Robert trattenere il respiro, e non esito a imitarlo per una serie di vari motivi. In primis, la bellezza mozzafiato di Isabelle.

Nonostante sia ancora lontana si notano l’ombretto sfumato sugli occhi – suppongo si chiami smokey eye – e i brillantini fra i capelli legati in una morbida treccia laterale. È a braccetto di Maryse, non meno raggiante di lei, e nella mano destra stringe un bouquet di fiori d’arancio e rose. Il vestito le aderisce perfettamente malgrado non sia proprio della sua taglia, ma quei geni dei Firestorm hanno fatto un ottimo lavoro. Constato con piacere che ha abbandonato l’idea di sposarsi a braccia scoperte e ha scelto uno stupendo abito dalla gonna a sirena a tre quarti di manica, interamente ricamato in pizzo di un dorato non troppo acceso.

Dopo un minuto interminabile Maryse la lascia sull’altare, fulmina Robert con lo sguardo e va a sedersi in prima fila.

Iz mi sorride, arricciando il naso in quel modo che tanto amo. «Non m’interessa che ci sia lui» sussurra. «L’importante è che ci sia tu.»
Con un po’ di difficoltà ricambio il sorriso. «Be’, almeno non sbaglierà i nostri nomi né dimenticherà quanto ha da dire come invece avrebbe fatto Nightshade.»
Robert sottolinea la sua presenza tossendo. «Vi sento, sapete?» bisbiglia irritato, prima di annunciare alzando la voce: «Signore e signori, Shadowhunters e non, siamo qui riuniti per celebrare l’unione in matrimonio di Simon Lewis e Isabelle Lightwood, nonché mia figlia e il mio tra poco genero.»
«Doveva proprio evidenziarlo?» mormora Iz, infastidita. «Non capisco se stia autocompiacendo il suo egocentrismo oppure mettendo in chiaro che non vuol avere niente a che fare con noi.»
«Ricorda le tue parole di prima» sibilo di rimando. «E non ascoltarlo.»

Con uno sbuffo impaziente Robert mi allunga lo stilo, che io gli strappo dalla mano.
Tiro un respiro profondo. «Mettimi come sigillo sul tuo cuore.» Traccio la runa sulla scollatura del vestito di Isabelle, poi le cingo delicatamente il polso sinistro e faccio altrettanto nell’incavo del gomito, mormorando: «Come sigillo sul tuo braccio, perché forte come la morte è l’amore.» Le porgo lo stilo.
Lei lo afferra e mi sbottona spudoratamente la camicia, provocando diverse risatine da parte di parecchi dei presenti. «Tenace come il regno dei morti è la passione!» declama in tono sicuro.
Stringo i denti mentre la runa s’imprime sulla mia pelle. È un dolore diverso da quelli a cui sono abituato, più intenso e più profondo, ma anche più appagante e, in un certo senso, piacevole.
Iz mi tira su la manica e disegna la seconda runa. «Le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma divina!»
Restituisce lo stilo a Robert, che traccia un’ultima runa in aria dicendo: «Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo. Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell’amore, non ne avrebbe che disprezzo.» Si concede un sorriso rigido. «Vi dichiaro marito e moglie!»

Izzy mi attira a sé per il bavero della giacca e mi bacia come non faceva da mesi, con passione e trasporto. Resto per un attimo inebetito, non sapendo dove mettere le mani per non rovinarle l’abito, ma infine mi maledico mentalmente e le cingo il collo, schiudendole le labbra con le mie.
Restiamo a baciarci per quella che sembra un’eternità, e tanto per cambiare è Alec a interromperci. «Ehi, piccioncini, adesso siete legalmente sposati. Non vi siete nemmeno accorti che noi testimoni abbiamo firmato l’atto di matrimonio, naturalmente, perché eravate qui a limonare in totale tranquillità. Almeno aspettate stasera per rendermi zio per la terza volta, okay?»
In tutta risposta Isabelle gli infila il tacco nel polpaccio e lo spinge via, poi scatta in avanti e mi trascina in una direzione sconosciuta, senza permettermi di protestare.
«Mi sembrava strano che l’abito fosse così castigato» le dico mentre corriamo, io dietro di lei. «Hai la schiena completamente nuda.» Un panorama meraviglioso, insomma.
«Tutte le parti che devono essere coperte lo sono» replica in tono divertito. «Anche un po’ troppo per i miei gusti e per il tuo gradimento.»

Ci fermiamo alla Bethesda Fountain. D’impulso ci lasciamo cadere sul cerchio di pietra che la delimita e sospiriamo di sollievo.
Iz si lascia andare a una risata liberatoria. «Era tutto il giorno che desideravo farlo... Finalmente siamo soli, senza persone che ci aggiustano i capelli o spezzano un fantastico idillio amoroso.»
«Tuo fratello è incredibile» brontolo facendomi scrocchiare le vertebre della schiena. «Deve sempre romperci le scatole nei momenti migliori, sempre. Un giorno o l’altro gliela farò pagare cara, giuro sull’Angelo.»
Iz gira la testa in modo da guardarmi in faccia. «Io... devo dirti una cosa, Simon.» Immerge una mano nell’acqua e si rinfresca le guance senza curarsi del trucco. «Mi sono appena resa conto che non te l’ho mai detta, né quando abbiamo DTR, anni fa, né durante il periodo dell’Accademia, né quando ci siamo finalmente rimessi insieme.» Tira un sospiro tremolante. «Forse mi manderai a quel paese e il nostro matrimonio sarà il più corto della storia, o forse no. Però arriviamo al punto.» Noto con dispiacere che ha gli occhi lucidi. «Mi sono avvicinata a te per diversi motivi. Perché sei stato l’unico a farmi sentire meglio dopo la... la morte di Max...» Esita, ma riprende subito: «Perché dopo la trasformazione avevi quel sex appeal vampiresco impossibile da ignorare, così come il modo in cui portavi i capelli per nascondere il Marchio di Caino. Ma queste sono cause secondarie.» Si aggiusta un orecchino, inquieta. «La verità, Simon, è che volevo dare uno schiaffo morale ai miei. Imbarcarmi in un’altra delle mie relazioni estreme che non mi avrebbe portato da nessuna parte, solo per provare l’effetto che faceva avere un vampiro come fidanzato e vedere la reazione di mamma e papà. Però non riuscivo a spiegarmi perché stare con te fosse così diverso. Insomma, ero uscita tra gli altri con un bellissimo fantasma e un cavaliere del Popolo Fatato supersexy, e non capivo perché dovessi frequentare, fra tutti i ragazzi sulla faccia della Terra, proprio il peggior vampiro nerd che potessi trovare. In tutta sincerità, ancora oggi non so la risposta.» Rialza lo sguardo e sorride. «So solo che ti amo, e nessuno potrà farmi cambiare idea su questo.»
Fa per baciarmi, ma io la fermo. «No. Aspetta.»
Izzy s’irrigidisce. Le labbra iniziano a tremarle. «Ti prego, ti prego, io...»
«Iz, hai frainteso.» Ridacchio nervosamente. «Visto che mi hai detto qualcosa che finora avevi tenuto nascosto, mi sento in dovere di farlo anch’io. Poi valuteremo se sarà il caso di annullare il matrimonio. Tanto chi ha in mano questo potere è – purtroppo – ancora nei paraggi.»
Isabelle accenna un sorrisetto e si poggia le mani sui fianchi. «Prego.»
«Mi sei piaciuta fin dalla prima volta in cui ti ho vista? No, almeno non sotto ogni profilo. Eri – sei – il sogno di ogni uomo, ma hai provato ad uccidermi con una zuppa, Iz, ricordatelo sempre.» Alzo le sopracciglia per sottolineare le ultime parole.
«Però tu hai acconsentito» puntualizza.
«Esatto» ammetto. «Ma solo perché, come disse Jace, non volevo la tua zuppa: volevo andare a letto con te. Non lo nego.» Tento di reprimere la rabbia assassina nei confronti di Jace e delle sue solite battutine. «Poi ho baciato Clary. E diciamo che per un breve periodo siamo stati insieme. Quando l’ho vista baciare Jace alla Corte Seelie... be’, sai cos’è successo in seguito.» Rabbrividisco al ricordo. «Dopo qualche tempo abbiamo deciso di rompere. Segretamente ero ancora pazzo di lei. Ho iniziato a farti il filo perché volevo far ingelosire Clary? Forse sì. Il fatto è che col passare dei giorni questa situazione, che io vedevo come un escamotage per tornare con Clary, si è trasformata in qualcosa di diametralmente opposto. All’improvviso ho capito che ero innamorato di te. Maia si era solo messa in mezzo, Isabelle. Non le ho mai dato più della normale attenzione che riservo a una ragazza che gioca con la Play Station. Tutto il resto lo conosci.» Riprendo fiato.
Isabelle si sporge in avanti. «Mmm... vediamo...» Teatrale, si gratta il mento. «Io volevo stare con te per questioni di orgoglio e tu perché volevi far ingelosire un’altra ragazza... direi che siamo pari, no?»
«Quindi niente annullamento del matrimonio?»
«Niente annullamento del matrimonio» conferma Iz sorridente. «Sembra che dovremo sopportarci a vicenda ancora per un bel po’, Simon.»

Lo schiocco di un ramo che si spezza attiva il nostro – o meglio, il suo – istinto da Shadowhunter, così scattiamo in piedi e ci guardiamo attorno, cauti e vigili.
Un losco figuro, prima nascosto alla nostra vista dall’angelo al centro della fontana, si porta di fronte a noi e ci scatta una foto a tradimento con una macchina più grande del suo braccio. «Siete meravigliosi, meravigliosi! Faccio il fotografo da quindici anni e non ho mai, mai, visto una coppia così innamorata! Non ho sentito cosa vi siete detti ma, dannazione, avevate delle espressioni da copertina!»
«Chase!» esclama Isabelle.
«Più che un fotografo mi sembri un paparazzo» osservo. «E se non ci consegni l’album entro una settimana puoi dimenticarti la paga.»
«Potete contarci!» Chase ammicca. «A parte questo, sareste interessati a un servizio fotografico per la mia nuova brochure?»
«Scordatelo» replica Iz. «Avrai il piacere di immortalarci solo oggi, e guai a te se ti scopro di nuovo a farci la posta. Chiaro?»
Chase inorridisce. «Okay, va bene, niente servizio. Adesso, signori Lewis, vogliate seguirmi per altre foto?»

***

Si è fatta sera in un batter d’occhio. Dopo aver passato un’ora e un quarto a posare per Chase negli angoli più caratteristici di Central Park ci siamo fiondati al The River Café, dove gli invitati ci hanno accolti con un caloroso applauso facendomi diventare rosso come un pomodoro.
Spero che il menù tradizionale americano abbia accontentato tutti, da mamma e Rebecca a Sikh e Zahirah, e che nessuno si sia lamentato dell’onnipresente e pungente odore di candele alla citronella per scacciare le zanzare.

Iz ed io siamo usciti sulla terrazza esterna per prenderci un momento di tregua.
Mi appoggio alla balaustra e punto lo sguardo verso l’orizzonte: Manhattan si rispecchia nel fiume, facendo così sembrare che ci sia una seconda città nascosta appena sotto la superficie.
In fondo è vero: quella città si chiama Mondo Invisibile.
A volte può riservare pericoli e insidie, a volte invece ci regala emozioni indescrivibili. Ci regala persone indescrivibili, come Isabelle. Come la donna che ho sposato da poco.
Forse ho fatto una cazzata a tracciare e a lasciarmi tracciare quelle rune, o forse no. Sarà il futuro a rivelarcelo.
Per adesso è meglio vivere il presente.




Io adesso scoppio in lacrime. Ho concluso la mia seconda long, ve ne rendete conto? I feels, i miei poveri feels, sono schizzati alle stelle.

Okay, la parte fluff verrà tra un po’. Parliamo del capitolo: lo sto scrivendo da, uhm... due mesi? Penso anche di più... devo vedere a quando risale la prima versione.
Come vedete è decisamente migliore rispetto ai precedenti, in quanto ci ho dedicato più tempo, più voglia e più ispirazione.

Vi metto qualche foto delle location del matrimonio (perché sono ME-RA-VI-GLIO-SE) e dell’abito di Isabelle, che Pinterest mi ha gentilmente prestato.

Ladies Pavilion (il gazebo sotto al quale si è svolta la cerimonia):

Ladies Pavilion

Bethesda Fountain and Terrace:






The River Café:



Abito Iz:




Avete notato l’introduzione di due nuovi personaggi, ossia Sikh e Zahirah Meziane. Li ritroveremo entrambi in Seeing the Future, nonostante non narrerò molto di loro. E a proposito di StF, eccovi un’anticipazione da un capitolo imprecisato:

“Sospirai a fatica e chiusi gli occhi. Quasi immediatamente avvertii la solita sensazione alla bocca dello stomaco, uno stretto laccio che mi impediva di fiatare. Dolori fantasma si risvegliarono in diverse parti del mio corpo.

Il viso di Jean mi si affacciò alla mente. Vidi i suoi occhi grigi, il suo naso all’insù, da perfetto francese, le labbra che avevo baciato così tante volte. Vidi il pendente a forma di valknut che portava al collo.
Boccheggiai. Avevo capito che di lì a poco avrei avuto una visione, come sempre quando mi capitava di ripensare a lui. Curioso: voler tornare indietro nel passato, e invece trovarsi nel futuro. Quasi fosse uno scherzo del destino.
Ma quello che mi successe fu esattamente il contrario.”

E ora passiamo ai ringraziamenti.

In primis un GRAZIE mastodontico va al mio adorato computer e al mio altrettanto adorato Word 2016 coadiuvato da NVU. (VI AMO ALLA FOLLIA, GUYS). Grazie, per avermi dato ispirazione, a Pinterest, We Heart It, Twitter, Tumblr e Facebook – non necessariamente in quest’ordine d’importanza, s’intenda. Non vi offendete.

Ringrazio di cuore Francesca Masala per il titolo; lei sa già che mi ha dato molto più di una mano, molto più di quanto credesse e di quanto credessi io all’inizio.
Altre ragazze a cui vanno i miei più sentiti ringraziamenti sono Althea Matijacic per la copertina (che tra un po’ cambierà per adeguarsi a RtP e StF), per il capitolo Magnille e un casino di altre cose; Francesca Paduano per la caratterizzazione di Nathan e il capitolo della sua presentazione; la mia parabatai Alessandra e Alessandra Pomponi – guarda caso hanno anche lo stesso nome – per avermi aiutata in diverse e svariate occasioni; Giovanna Milone per non avermi tormentata troppo (anche se avrebbe voluto farlo); and last but not least la mia fenomenale nonnina, Anna, che ho deciso di onorare rendendola un personaggio importantissimo in Seeing the Future.
Ci tengo a ringraziare di cuore altre due persone, che mi hanno fatto esultare e saltare su dalla sedia ogni volta che aggiornavo: cri99shadowhunters e vito_guerrera, di Wattpad. Sul serio, la vostra presenza in questo spazio è meritatissima, e ve la siete conquistata egregiamente. Loro due sono per tutti voi un esempio di come dovrebbe essere un lettore, o perlomeno di come andrebbe fatto un commento – anzi, una recensione. Farò ad entrambi una statua d’oro.
Grazie anche a voi lettori fantasma, perché anche se non mostrate la vostra presenza nei voti e nei commenti lo fate con le visualizzazioni. Direi che arrivare a un numero come 8 200 in sette mesi sia un ottimo traguardo, giusto?

Be’... ci lasciamo qui. Pubblicherò prestissimo il prologo di Seeing the Future, quindi stay tuned! Per favore, non mi scappate tutti come è successo tra RtP e questa storia.

Ho cliccato per la seconda volta il tastino “storia completa”, e questo è solo grazie a tutti voi.

Arrivederci, ragazzi, e a presto!
  
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