Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Manu75    23/01/2016    1 recensioni
"…e tu, femmina dai capelli chiari e dagli occhi freddi e algidi, nel tuo orgoglio soccomberai…prigioniera in una cella di ghiaccio, né calore, né gioia, né amore…tutti voi sarete condannati…io vi maledico! Black, da questa sera, vorrà dire disgrazia e sofferenza e prigionia…e morte! Così è stato detto, che così accada!"
Quando il dovere e l'orgoglio ti spingono contro il tuo cuore, quando una maledizione incombe con tutto il suo potere, quando i sentimenti infuriano nel petto senza poterli placare, il destino sembra solo una gelida trappola. Narcissa Black lo sa bene.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Evan Rosier, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Severus Piton, Sorelle Black | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa, Rodolphus/Bellatrix, Severus/Narcissa, Ted/Andromeda
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Grazie a Gialy66 per aver lasciato un commento ^_^

Nelle mie fan fiction non ho mai amato andare OOC, preferisco di gran lunga riempire i vuoti lasciati nella trama originale, pur prendendomi diverse libertà, ma senza cambiare radicalmente il carattere dei personaggi. Buona lettura!




UN GELIDO DESTINO

 

NONO CAPITOLO

 

(Natale –seconda parte – Bellatrix)

 

Narcissa si era aspettata qualche ritorsione dopo il brutto scherzo che aveva giocato a Susele e le sue amiche, ma invece i giorni erano trascorsi e non era accaduto nulla.
Aveva incrociato le tre ragazze nella Sala Comune e loro l’avevano ignorata, come se la temessero.
L’antivigilia di Natale quasi tutti gli studenti di Hogwarts lasciarono la Scuola per trascorrere le vacanze a casa propria.
Narcissa preparò il suo baule, lieta di tornare a Weirwater e di poter rivedere Andromeda con la quale, in quei quattro mesi, aveva intrattenuto uno scambio epistolare regolare, fornendole sue notizie e godendo delle lettere affettuose e divertenti della sua amata sorella maggiore.
Invece Bellatrix era di umore sempre più cupo e, la sera prima della partenza, non si era nemmeno unita ai suoi compagni per la cena.
Narcissa non si era avvicinata a lei per chiederle spiegazioni perché in quelle ultime settimane il loro rapporto, invece che rinsaldarsi come lei aveva segretamente sperato, si era deteriorato sempre di più.
Osservandola da vicino, Cissy aveva capito che per Bella non era tanto una questione personale ma che, in effetti, sua sorella sembrava catapultata in un mondo tutto suo.
Un mondo buio, veniva da pensare, osservando i suoi bei occhi scuri che emanavano una luce febbrile eppure, allo stesso tempo, fredda.
Il suo fascino restava intatto nonostante ciò anzi, negli ultimi giorni, sembrava che la bellezza della ragazza fosse esplosa in tutto in suo splendore.
Guardandola, tuttavia, non si poteva che paragonarla ad una qualche particolare pianta esotica e velenosa: bellissima ma letale.
Narcissa non vide neanche Lucius Malfoy prima della partenza, ma non se preoccupò.
I suoi pensieri erano rivolti altrove in quel momento.

 

Quando le due sorelle rimisero piede a casa, furono accolte da tutta la servitù capeggiata dalla fedele Dorothy, che si adoperò a servirle affinché potessero mettersi subito a proprio agio.
Ma dei loro genitori non c’era nemmeno l’ombra.
Druella era ancora a letto, nonostante fosse quasi l’ora di pranzo e Cygnus era impegnato in alcuni affari urgenti.
Andromeda sarebbe dovuta rientrare quella sera stessa, per l’ora di cena.
- Mi ritiro in camera mia. – si limitò a dire Bellatrix e sparì senza degnare alcuno di uno sguardo.
- Dorothy – disse allora Narcissa – Aiutami a disfare il baule!-
La governante non chiedeva di meglio visto che Narcissa era, senza alcun dubbio, la sua preferita e l’accompagnò di sopra tempestando la ragazzina di domande sui suoi progressi a Scuola e riportandole le ultime novità della casa.

 

Cygnus aveva disposto che il pranzo fosse piuttosto semplice e aveva ordinato che la cena fosse servita nella grande Sala, che di solito usavano solo per gli ospiti.
Tutti i piatti preferiti di Andromeda erano stati preparati con cura e lui attendeva con ansia il momento in cui avrebbe potuto rivedere la sua adorata figlia maggiore.
Aveva bisogno di averla vicina.
Lei era così allegra e piena di calore anche se, a volte, la sua mancanza di buone maniere, adeguate al suo rango, e le idee troppo liberali lo lasciavano spiazzato e irritato, tuttavia egli la amava come non amava nessun altro al mondo.
Ultimamente la salute fisica e mentale di Druella era peggiorata sempre di più, facendo si che la donna non si muovesse più dalla propria camera e dal proprio letto. Al massimo, la donna si accasciava sul sofà con aria estremamente sofferente.
I due coniugi non si vedevano per giorni interi e, le rare volte in cui lui andava ad informarsi personalmente della salute della moglie, se ne andava dopo pochi minuti, oppresso dal tono lamentoso di lei, che spesso aveva sbalzi d'umore molto preoccupanti.
Chiedeva incessantemente di Bella e spesso sembrava del tutto ignara di chi fosse lui, di avere delle altre figlie e persino di dove si trovasse.
Per questo Cygnus aveva così bisogno di vedere Andromeda.
L’amore per sua moglie era morto ormai da tempo, forse non era mai esistito e lui era stato solo abbagliato dalla sua bellezza e dalle sue origini così prestigiose.
Ma se c’era una cosa buona che quelle nozze gli avevano portato era proprio quella sua figlia, che aveva il dono di consolarlo dalla solitudine del suo cuore.
Questo gli permetteva di difenderla a testa alta e senza remore dalle critiche feroci di cui era spesso oggetto in seno alla famiglia Black, specie da parte di sua sorella Walburga la quale, Cygnus ne era certo, rivedeva con terrore nel proprio primogenito Sirius lo stesso temperamento e gli stessi atteggiamenti anticonformisti.
- A quanto pare mi piacciono i ribelli…- sorrise tra sé Cygnus, pensando a sua figlia e al suo amato nipote.
Lavorò a vari affari di famiglia fino alle sei e mezza e, quando stava già pregustando la cena, bussarono alla porta.
Subito dopo fece il suo ingresso Dorothy, che era pallida e aveva un’aria molto contrita, quasi spaventata.
Stringeva in mano una pergamena.
Cygnus aggrottò le sopracciglia, osservando il volto della domestica.
- Ebbene..?- chiese, con aria severa – Non mi dirai che la cena è già servita? Andromeda non dev’essere ancora rientrata!-
- Ecco...- cominciò la donna, con voce incerta – E' appena giunta una lettera, via gufo…era indirizzata a me, ma…-
Cygnus si avvicinò a Dorothy e le strappò di mano la pergamena, contravvenendo alle regole della buona educazione, colto da un cattivo presentimento.
Lesse le poche righe e poi rimase in silenzio per qualche istante, sotto lo sguardo ansioso della governante.
- Lasciami!- disse ad un certo punto Cygnus, con voce fredda – Niente cena, stasera. Ognuno cenerà in camera propria. Ma prima mandami Bellatrix e Narcissa-
Dorothy annuì e usci dalla stanza con enorme sollievo.
Rimasto solo, Cygnus accartocciò la pergamena e, estratta la bacchetta, la fece volare fino nel camino, dove prese subito fuoco.
Andromeda annunciava che stava male, che si sentiva debole e che quindi non sarebbe rientrata per il Natale.
Si scusava, ma sperava di vederli tutti quanto prima.
Cygnus era deluso e furioso.
Andromeda non gli aveva nemmeno scritto personalmente, aveva scritto alla domestica. Questo gli suggeriva che sua figlia sapeva bene quale dispiacere gli avrebbe inferto e non aveva avuto il coraggio di indirizzare a lui la scarna missiva.
Era così colmo di rabbia e delusione che non riuscì nemmeno a preoccuparsi per la salute di Andromeda, non diede ascolto nemmeno alla voce interiore che gli suggeriva che tutto ciò era molto strano e che avrebbe dovuto preoccuparsi, invece, e molto.
Ma non di una malattia.

 

Poco dopo, Bellatrix e Narcissa bussarono alla porta dello studio del padre e poi, avuto il permesso, entrarono.
La stanza era semibuia e Cygnus stava seduto sulla sua poltrona, con aria arcigna.
-
 Bentornate- disse, senza alcun calore – Visionerò i vostri risultati scolastici nei prossimi giorni. Intanto volevo annunciarvi che domani sera siamo invitati al grande ballo in maschera che Abraxas Malfoy ha organizzato per festeggiare la Vigilia di Natale.-
Per quanto Narcissa fosse addolorata dall’accoglienza fredda e distaccata ricevuta dal padre, la sorpresa e l’aspettativa per quel ballo presero il sopravvento.
Bellatrix rimase impassibile.
Cygnus le congedò con un breve cenno della mano, perso nei suoi cupi pensieri.
Cissy lasciò la stanza in silenzio, ma Bellatrix si fermò sulla soglia e si voltò verso il padre.
- Se si tratta di un ballo in maschera. – disse, con voce lenta e naturale – Sia io che Cissy avremo bisogno di un abito adeguato. Abbiamo il permesso di andare a Diagon Alley, domani mattina, per acquistarne uno per l’occasione?-
Cygnus posò lo sguardo su sua figlia, leggermente irritato dalla richiesta, e all’improvviso la vide veramente, per la prima volta dopo tanto tempo.
Bellatrix era una donna ormai.Una giovane donna bellissima.
E lui non se n’era realmente accorto, fino a quel momento.
La richiesta che lei gli aveva espresso era legittima e naturale; tuttavia, osservando il viso della ragazza che esprimeva un ingenuo interesse ma, in realtà, mascherava l’aspettativa per qualcosa e, incrociandone lo sguardo,  fintamente innocente ma offuscato da un’ombra torbida, l’istinto di Cygnus, che sembrava assopito per quanto riguardava Andromeda, si destò di colpo, all’erta.
Bellatrix gli nascondeva qualcosa e, suo padre se ne rese conto, aveva lo stesso sguardo malato di sua madre Druella.
- Allora padre, possiamo andarci domani mattina?- lo incalzò lei, con un pizzico di ansia in più.
- Va bene…- le rispose Cygnus lentamente, seguitando ed osservarla – Fatevi accompagnare da Dorothy.-
Non si era sbagliato.
Nel momento in cui aveva espresso il proprio assenso, negli occhi di Bellatrix era passato un lampo di trionfo, occultato prontamente.
La ragazza fece un breve cenno di ringraziamento, poi si voltò e uscì.
Cygnus continuò a guardare la porta ancora a lungo, dopo che lei fu uscita.

 

La mattina seguente la carrozza dei Black, che portava Narcissa e Bella a fare acquisti, lasciò Weirwater ad una velocità innaturale che permise alle due ragazze di ritrovarsi a fare compere a Diagon Alley in un battito di ciglia.
Passarono due ore dalla più famosa sarta di Londra, una florida strega dalle mani abili e svelte, che le accolse con tutti i riguardi e promise di consegnare gli abiti in tempo per la festa di quella sera.
Tutta una serie di folletti lavoravano alacremente alla realizzazione dei complicati costumi che le due ragazze avevano scelto per l’occasione.
Lasciate la bottega della sarta, si immersero nella folla che inondava Diagon Alley e cominciarono a guardare gli accessori.
Verso mezzogiorno, Bellatrix si voltò verso Narcissa e Dorothy, che stavano cercando di non farsi pigiare dalla folla di clienti del negozio di maschere, bigiotterie e gingilli magici.
- Mi sono ricordata che devo fare degli acquisti per la Scuola. – disse disinvolta – Ci vediamo tra un po', davanti al Ghirigoro. -
Dorothy cercò di protestare ma, in quel momento, qualcuno le pestò un piede e la poveretta urlò di dolore.
Bellatrix si allontanò in fretta e Cissy, colta da un’intuizione, la seguì senza che la domestica potesse fermarla.
La ragazzina seguì sua sorella lungo le strade laterali di Diagon Alley, attenta a non farsi scoprire.
Bellatrix aveva chiaramente mentito, si stava allontanando da Diagon Alley ed era diretta a Notturn Alley.
Narcissa rammentando le parole di Susele Andrews che aveva udito qualche giorno prima, la seguì col batticuore e con la segreta speranza che sua sorella desiderasse solo acquistare qualcosa di particolare da abbinare al suo abito.
Anche se la ragione le suggeriva che, in quel caso, sua sorella non avrebbe  avuto bisogno di mentire ed essere così furtiva.
Bellatrix si muoveva per Notturn Alley come se fosse a casa sua e, ad un certo punto, si infilò in un vicolo particolarmente stretto e buio.
Cissy la seguì e, vedendo che sua sorella si era fermata poco distante, fece appena in tempo a nascondersi in una rientranza del muro, acquattandosi fin quasi a sfiorare terra con i capelli biondi.
La strada lastricata era sudicia e maleodorante.
- Finalmente…- mormorò una voce maschile e, con orrore, Narcissa vide un uomo vestito di scuro, che indossava un mantello nero, stringere tra le braccia sua sorella e baciarla con passione.
La ragazzina non poteva vedere in volto Bellatrix, ma poteva vedere il volto del suo innamorato.
Il cuore le scese in fondo alle scarpe, sommerso dalla vergogna, dal dolore e dall’indignazione.
Era il Signor Alderman, il padre di Ruby, proprio come aveva temuto.
Bellatrix si staccò dall’uomo e scosse i lunghi capelli scuri, come faceva sempre quando era irritata.
-Mi soffochi!- sussurrò la ragazza, con voce fredda.
-..scusa…- le rispose lui, ansioso.
- Non ho molto tempo…- gli disse Bellatrix, con un tono pratico e noncurante – Questa sera ci sarai?-
-Si – le disse l'uomo, osservandola con occhi colmi di passione – Ma ci saranno anche, sai, mia moglie e mia figlia…- il tono era di scuse – Perciò ti do adesso il mio regalo.-
Bellatrix non prese il pacchetto che lui le porgeva.
- Ti ho detto cosa voglio!- sibilò furiosa – Non voglio altro, voglio solo quello!-
- Ma non posso! L’indosserà lei, se ne accorgerebbe!- replicò lui con tono lamentoso.
Narcissa non riusciva a riconoscere in quell’uomo il padre di Rubinia, il raffinato Signor Alderman.  Sembrava che Bellatrix gli avesse fatto un qualche oscuro incantesimo.
- O quello o niente!- sibilò di nuovo Bella e, strappato il pacchetto dalle mani dell’uomo, lo getto per terra calpestandolo con il tacco.
Poi si voltò, pronta ad andarsene.
-No, aspetta!- la implorò lui, afferrandola per il braccio – Ti prego! Va bene, l’avrai…- capitolò l’uomo, ormai privo di qualsiasi volontà.
-Stasera!- comandò Bella inesorabile, voltandosi per guardarlo in viso.
Lui la fissò disperato, ma non riuscì a resistere allo sguardo di lei fattosi improvvisamente vellutato.
-E sia, stasera..- si arrese del tutto il Signor Alderman.
Il volto di Bellatrix si aprì in un fulgido sorriso e, dopo avergli preso il volto rassegnato tra le mani, lo baciò sulle labbra.
Narcissa distolse lo sguardo.
Era nauseata e disgustata oltre ogni dire.
-Vedrai, stasera ti lascerò senza fiato con il mio nuovo abito…- gli sussurrò, carezzevole.
Lui le rivolse un pallido sorriso, sembrava del tutto svuotato.
La giovane si staccò dal Signor Alderman e attraversò nuovamente il vicolo.
Narcissa fece appena in tempo ad appiattirsi ancora di più nella rientranza, che Bella la sfiorò con il proprio mantello ma, siccome stava fissando diritto davanti a sé, non vide la sorella.
Cissy rimase senza fiato vedendo lo sguardo e l’espressione che ora albergavano sul viso di Bellatrix: era uno sguardo duro e freddo, calcolatore, e le labbra erano distorte da un sorriso pieno di disprezzo.
- ..povero idiota…- la sentì mormorare, mentre si allontanava.
Narcissa si affrettò a seguirla, non vista, per tornare a Diagon Alley.
Ma non era l’unica ad osservare sua sorella con occhi increduli e feriti.
Un'altra persona osservava Bellatrix fendere la folla, con l’animo colmo di furore e di dolore che gridava vendetta.

FINE NONO CAPITOLO

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Manu75